Ormoni a mille
Mi rialzo dalla terra bagnaticcia e mi scrollo di dosso tutte le foglie umide ingiallite.
Ho la canottiera grigia dentro i pantaloni lunghi neri, ma non c'è traccia della mia felpa.
In compenso c'è l'arco.
L'afferro di scatto controllando ogni direzione.
Sento un ruscello e vedo un tronco d'albero incastrato nel terreno e verifico se è sicuro.
Cosa dovrei fare?
Il mio desiderio di ritornare un'altra volta qui è stato esaudito, solo che non so dove andare e che fare.
Si alza il vento, che mi scompiglia i capelli e mi da i brividi.
La collana che ho addosso inizia a pulsare come non mai e toccò togliermela. Mi aveva ustionato il collo. Un dolore atroce arrivò nel secondo momento, quando sentii addirittura i passi di qualcuno davanti a me molti metri.
Misi un gemito di dolore, ma rinchiusi subito la bocca per non farmi sentire.
Non voglio uccidere altre persone, non mi piace.
Visto che non avevo scelta, mi rimisi la collana al collo velocemente e presi una freccia in direzione della persona che si avvicinava incappucciata.
Era vestito di nero.
Questo poteva significare solo una cosa: un dòkkàlfar.
Puntai la freccia contro di lui anche se le mani mi tremavano.
"Puoi spostarlo quello" disse il ragazzo incappucciato indicando il mio arco.
Aveva il volto coperto, ma gli occhi si riuscivano a vederli benissimo.
Erano di un blu zaffiro, molto simili ai miei.
"Perché dovrei?"
"Perché io sono disarmato,un duello così è ingiusto"
"Chi sei?"
"Un ragazzo a cui piace nascondersi, te?"
"Una ragazza che scappa dalla realtà"
"Molto divertente"
"No, non lo è"
Cosa ci trovava di divertente non lo so.
"Vattene Alyon" dietro di me sbucò Gildor con un arco tra le mani uguale a me.
"Quelli che devono andare qui siete proprio voi, siete nel nostro territorio e non possono vederci qui. La barriera poi si spezzerebbe"
Quale barriera?
"Stranamente ha ragione, dai andiamo Crystal"
Ero inferiore a loro e tra l'altro non sapevo cosa dire. Gildor mi aveva seguita?
La collana iniziò a stringere piano di nuovo ma non ci detti caso. La cosa importante è che avrei lasciato lì Alyon(o come si chiamava) assieme alle domande che volevo fare a Gildor, come ad esempio cosa significassero le barriere e chi era quel viso già conosciuto.
Mi girai e vidi che Gildor già stava salendo su per la collina e io era rimasta lì a guardare Alyon... È come se lo avessi già visto, pure se non lo conosco.
Partii anch'io con lui e quando ci trovammo da soli, piombò il silenzio assoluto.
"Sono tornata, hai visto? Ti ho visto quando mi hai detto che ti servo. Ho aperto il portale come hai detto tu"
"l'hai fatto per te" esclamò, ma io aggiunsi " e anche per te".
Mi sorrise, i suoi capelli erano disordinati.
Aveva il volto pieno di cicatrici e di tagli.
"Cosa hai fatto al viso? "
"Mi hai visto anche te, ho lottato contro di loro"
"Si, ma due giorni fa, quando ero a Manhattan"
"l'altra volta mi sono dimenticato di dirti che da noi il tempo passa molto in fretta rispetto da dove abiti te. Abbiamo il cuore che batte più lentamente e abbiamo il sangue leggermente più caldo di quelli degli esseri comuni o umani"
"Ecco perché il tempo da noi passa così lento : respiriamo troppo veloce, mentre qui è il contrario" dissi con un tono di voce che andava sempre con una tonalità più bassa.
"E qui il tempo va veloce se respiriamo lento" concluse lui la mia frase
"Andiamo al castello?" domandai
"Dove vuoi che ti porto?? Ormai da migliaia di anni non esiste più un luogo sicuro"
"Devo bruciare la collana" sussurrai
"Cosa?" chiese guardando sempre la strada che facevamo.
"Lo sappiamo entrambi,del fatto della prescelta, ma ti scongiuro, se sai dove devo farlo dimmelo. Me lo prometti?"
"Va bene" e rise piano.
"Mi spieghi cosa hai da ridere? Io sono seria"
"È molto buffo quando cerchi di fare la seria"
"Non sarà mai buffo quanto te che pensi che io sia buffa mentre sono seria"
Ci fermammo sulla collina per riprendere fiato e ridemmo entrambi per la mia osservazione.
"Puoi aspettarmi un attimo? Non sono abituata a fare certi sforzi" mettendomi le mani sui fianchi e boccheghiando.
"Passami la tua collana, dentro al castello la riconosceranno tutti se non te la togli"
"io non me la tolgo" dissi lasciando le mani sul corpo.
"Allora lascia che ti metta questo"
Si tolse il suo mantello grigio chiaro e me lo appoggiò sulle spalle.
Ormoni a mille.
"Grazie"
"Figurati. Lascia parlare a me se ci fanno qualche domanda" e ci incamminammo ancora per il castello.
Quando aprimmo la porta principale dell'enorme castello, vidi tutte le persone bionde platino o del colore del sole che gironzolavano per i mille corridoi. Portavano decorazioni di vari generi.
"Festeggiamo la giornata del Tributo, quando il ragazzo liósalfàr si sacrificò"
"quando sarebbe?"
"Il 31 ottobre, quasi tra tre settimane"
"Quale è il tuo piano?"
"Andare di sopra, cambiarci, toglierci quello che abbiamo sul viso e sul collo"
La porta d'oro del re si aprì.
"Ma eccoti Gildor, cosa hai fatto per avere tutta la faccia sporca e tagliata in quel modo?"
"insegnavo a Crystal i metodi di difesa e di attacco signore. È bravissima, soprattutto con l'arco, ha una mira perfetta. Devo fare qualcosa per lei signore?"
"Mi cercheresti Calien e le diresti che se non fa trovare il vestito per la festa del Tributo nella camera di Crystal ci saranno conseguenze brutte per lei?"
"certamente, altro?"
"Basta così"
Gli feci un inchino e ripercorremmo di nuovo la strada.
"È sempre severo?"
"Si, ma è una brava persona il nostro Arthur, in fondo"
Speriamo.
***
La 514 era così come l'avevo lasciata... due ore fa... se non sbaglio.
Mi cambiai velocemente, mettendomi la divisa verde, lasciando i capelli neri sulle spalle.
Sentivo la voce di Gildor fuori dalla mia stanza, così appoggiai l'orecchio sulla porta.
"Il vestito, lo vuole Arthur"
"Farò subito, ma prima... Lo sai" la voce di Calien era insopportabile.
"E va bene, vieni qua dai"
"Sei fantastico, menomale che esisti e mi aiuti così tanto"
Dove era la forza per non ucciderla?
Così aprii la porta.
Erano nella fragranza di due persone che si stavano abbracciando. E io che avevo pensato chissà cosa.
"Gildor io cammino un po', se mi vuoi sono per il castello"
Si tolse dall'abbraccio e mi guardò spaesato.
Scesi le scale e notai Aranel che mi salutò.
Prosegui fino fuori al castello, dove un ponte con sotto l'acqua portava ad un gazebo.
Era immerso di rosa e viola, i miei colori preferiti. Gli usignoli cantavano e la pace interiore lasciò spazio ad ogni dubbio.
Percorsi il ponte e andai sotto il gazebo, dove un albero di ciliegio mi emanava una forte attrazione fisica.
Questo gazebo era sorretto da cinque colonne in stile gotico e per terra il pavimento era fresco, anche se dalla cupola passava la luce.
Ero in paradiso.
Se rimanessi qui per sempre sarebbe un problema? Preferirei nascondermi qui come dice Alyon che scappare dalla realtà.
Guardai tutto con attenzione ed era perfetto.
A un tratto mi mancò il respiro e la vista mi si appannò.
La forza era più grande di me, caddi all'indietro ma non vidi nulla, non sentii nulla.
Avevo le mani di qualcuno addosso su di me, sul ventre e sulla testa.
"Cry dammi la collana"
"No"
"Sei proprio una testa dura, ti sta risucchiando l'energia, finché non avrai più i senzi"
Appoggiò la mia testa sulle sue gambe e le sue mani cercarono di togliermi la collana, ma io vedevo sfuocato.
"Ti avevo detto di no" balbettai.
"Sei importante e non posso vederti conciata in questo modo. La terremmo a turni, ok? Riposati, ti prendo in braccio se è necessario"
"Preferisci Calien a me?"
"Crystal che dici? È colpa di questa collana"
"Cazzo sono arrivato tardi, ti ha già marchiato il collo"
Poi sentii altri pezzi del tipo:
"Crystal svegliati!"
"Non puoi lasciarmi ora"
"Apri gli occhi, so che è difficile e se mi senti sappi che ci sarò sempre, qualsiasi cosa accada"
Qualsiasi cosa accada.
Ormoni a mille.
Spazio autrice❤️
Tatiiii come va? Per me questo non è un momento bellissimo,ma vado avanti.
Crystal è arrivata di nuovo nel mondo magico, ha rivisto Gil, Calien e anche un personaggio nuovo, che sarà molto importante per la storia: Alyon. Come ve l'aspettate la festa??
Sono stata romantica stavolta? 😍😍
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