"Mi spiace ma non capisco davvero"
È passata una settimana da quando lasciai una parte di me dai liósàlfar.
E sento che è come se fossi capitata in quel mondo un po per sbaglio, ma alla fine so che mi sono trasportata lì per un motivo.
Sono la prescelta, questo lo so.
Ma alla fine che cosa dovrei fare?
So solamente che un giorno, iniziai a piangere e mi teletrasportai in una dimensione parallela, dove le persone erano troppo strane.
Mia e Gimmy avevano fatto più di un'uscita e stranamente, iniziarono a frequentarsi tutti i giorni,mentre io rimanevo a casa a provare a disegnare il viso di Gildor e la mia acconciatura.
Ogni giorno aggiungevo un particolare diverso, che rendeva quei due disegni magnifici nei loro generi.
Owen cerca sempre di riallacciare i rapporti, ma ormai sa, che per noi non c'è più nessuna possibilità.
Anche i bambini sanno che se commetti un errore, dopo si chiede scusa, ma lui non l'ha detto né a me, né alla mamma prima che morisse.
Questo mi da fastidio di lui. Ci ha fatte soffrire.
Ha messo le corna alla mamma e l'ha trascurata, facendola scappare di casa.
"La mamma è andata in cielo, mia piccola Crys. È un luogo da cui si parte ma non c'è più ritorno"
Queste furono le parole di zio Jake quando mia madre morì in un incidente stradale.
Ero piccola allora, vedevo sempre i telegiornali e mi informavo di tutto.
Entrando in un bar, da piccola, notai sulla prima pagina del giornale lasciato lì dal barista, che affermava l'incidente tra due auto.
In una di queste, c'era lei.
A me infine mi ha fatta soffrire, lasciandomi senza mamma e senza un padre, perche in fondo, come si può affermare che un marito possa fare ciò alla propria moglie?
Tutti i disegni che non mi piacevano, o che non davano l'idea di come fosse quel mondo con creature fatate e magiche, li strappavo, li buttavo o li accartocciavo e li lanciavo in mezzo alla stanza.
Ho sempre avuto un debole per il disegno e inoltre so scrivere con entrambe le mani.
Mia quando l'ha saputo mi ha chiesto che strano potere avessi.
Ho solo fortuna.
Era sabato e compiti per fortuna non c'è ne erano. Camminando per le strade di Manhattan, si riesce a sentire di tutto anche con le cuffiette.
Una persona normale sarà attratta dai
edifici alti, negozi lussuosi, grandi scritte di neon lampeggianti oppure dalle attrazioni che questo posto possiede.
Ma io no. Io vedo le persone, cosa fanno e come si muovono.
Osservo ogni minimo istante, lo catturo e lo tengo per me una vita intera.
Mi piacciono i particolari delle persone, mi piace osservarli in silenzio e capire ogni punto debole e ogni loro punto di forza.
È importante essere saggi a volte, così come lo è rimanere in silenzio e osservare la scena.
Ascoltare è la base di tutto.
Mi siedo sulla panchina accanto a scuola e metto il telefono nella borsa nera.
La gente passa, ma nessuno si siede.
Tutti hanno in mano il telefono,persino i bambini piccoli nei passeggini li trovo guardare video su YouTube.
È strano dirlo, ma non mi sento di questa generazione. Preferisco parlare dal vivo con le persone, che farlo tramite il cellulare.
Guardo il lampione alla mia destra che, essendo già le 18:54 di sera, si accende.
"Guarda un po' chi c'è"
Un'ombra nera e alte si avvicina a me, sedendksi anch'essa sulla panchina.
"Gimmy, come va?"
"tutto normale, te piuttosto? Sei molto pallida... Sei sicura di sentirti bene?"
"Cosa? Non è vero?" Faccio per sentirmi la fronte. Sto bruciando viva.
Ma non ho freddo.
"Brucio poco, ma non mi sento la febbre"
"Fa controllare"
Appogia delicatamente la sua mano sulla mia fronte e lo fisso negli occhi.
Svegliati, non è Gildor.
"Curioso quello che hai detto.... Il fatto di non avere freddo"
"Tralasciando questo discorso, come va con Mia?"
"Benone. Siamo usciti varie volte insieme e ho scoperto che abbiamo gli stessi interessi e le stesse abitudini. Siamo davvero identici. Vuoi sapere la verità?"
"Certo"
"Penso che mi piaccia: siamo fatti l'uno per altra. Ma non saprei come iniziare a dirglielo"
"Ahhh quindi il più muscoloso e il più figo adesso diventa un cucciolo di cane che non riesce a esprimersi alla propria ragazza"
"Ancora non è la mia ragazza, per ora"
Impazzisco con la mente per Mia, ma ho un senso bruttissimo.
È come se Gildor avesse detto a me che ama Calien.
"Invitala un pomeriggio da te e diglielo normalmente, sarà più felice e per un primo tempo balbetterà di sicuro, ma dopo si scioglierà,credimi"
"Grazie dei consigli"
Mi abbraccia e io ricambio.
"Ho una domanda da farti.
Sarà strana, ma io e te ci conoscevamo di già?"
"Che io ricordi no"
"Ricordi se hai un amico o un parente di nome Gildor?"
"Mi spiace ma non capisco davvero"
"Vabbene lo stesso, ho avuto la risposta. Ora devo andare, si è fatto davvero tardi"
Prendo la borsa e mi alzo.
"Sicura che mi non vuoi un passaggio? Sei pallida e io ho la moto qui dietro, posso portarti se vu-"
"Grazie, non c'è ne è bisogno"
Ci salutiamo a gesti e mi incammino.
Sono le 19:21 e devo rientrare a casa.
Mi cade dal braccio la borsa e l'afferro, rimettendo sulla spalla.
Però, mentre mi alzo sento una mancanza d'aria e un forte giramento di testa, poi vedo tutto nero.
Spazio autrice❤️
Ciao tatiii , come va?
Abbiamo scoperto che Gimmy non ha nessuna parentela e non conosce nessun Gildor, abbiamo saputo che lui ama Mia e la storia (di cry) della sua infanzia. Ecco perchè ha dovuto vivere con i suoi zii.
Avete domande da farmi? Grazie per supportarmi sempre❤️e mettete sempre molte stelline😆🥰
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