/8/ANCHE IO

Un turbinio di fiocchi di neve si muoveva davanti a lei. Tutto il cratere era congelato. Come faceva? Com'era possibile che fosse ancora viva? Tutto, tutto in lei era ghiacciato eppure... eppure era viva. Il suo cuore batteva. Si concentrò sul paesaggio di fronte a lei. Il primo cerchio era una distesa di ghiaccio e sopra di esso uno strato di neve sempre più spesso si stava depositando. Un numero indescrivibile di creature si andavano formando sotto i candidi fiocchi depositati sul terreno. Erano fatte di ghiaccio, ma erano vive. Il cielo era coperto da un fitto agglomerato di nugoli neri da cui la neve continuava a cadere, non se ne vedeva la fine. Sembrava che tutto il mondo fosse completamente avvolto da quella atmosfera, da quelle nubi. Il cratere era diventato un lago in cui il fumo denso, il Freddo nella sua forma più pura, si era raccolto e da lì gelide spirali, che sembravano di vapore, si sollevavano verso il cielo e pareva alimentassero quella tormenta che non finiva mai. Voleva piangere eppure non poteva, tentò di muoversi, anche solo di mugolare qualcosa, ma non riuscì a farlo. In realtà non le sembrava nemmeno di respirare, eppure non soffocava e si chiedeva come fosse possibile, come poteva essere ancora viva se il Freddo l'aveva colpita in pieno.

Sentì uno scricchiolio alle sue spalle, stava tornando. Una mano fredda le toccò la spalla.

-Guarda, guarda cosa sto facendo... ti piace? Sai, ti ricordavo diversa. Eri più vecchia o sbaglio? Ah! Forse ho capito cara... i tuoi capelli erano più lunghi, così ti donano molto, avresti dovuto tagliarli anche quando eri alla corte con me. Sai per caso dov'è tua figlia? Quella bimbetta è molto graziosa, mi piacerebbe salutarla, sarà cresciuta molto immagino! Ah, che bello essere tornato, Fara! Mi sei mancata parecchio anche se mi sembra di essere stato via per pochissimo, ma la lontananza da te mi strugge... sei sempre stata così gentile con me... Ho una domanda: quanto è passato da quando mi hai imprigionato? Sai, vorrei sapere se anche gli altri ci sono ancora, ma se tu sei così giovane penso che non sia passato troppo, no?

Il Re guardò Fiocco di Neve negli occhi per un po' e lei non poteva fare a meno che fissarlo mentre lui ispezionava le sue iridi.

-Come siamo silenziosi! Vabbè, tanto non mi serve certo che me lo dica tu... Mi sono informato da solo, tranquilla, ti lascio un po' di riposo dato che sei sempre stata così diligente. Vuoi sapere anche tu cosa è successo? Beh, certo, in effetti non te ne sarai mai andata da qui. Allora, vediamo... da dove posso iniziare? Ah, sì, ecco.

L'uomo si creò una sedia di ghiaccio molto umile di fronte a lei e ci si sedette sopra pesantemente.

-Sono passati quaranta lunghissimi anni mia cara. Devi dirmi che crema usi amore perché adesso avrai almeno ottant'anni e non li dimostri affatto, a me sembri una sedicenne. Fatto sta che parecchi dei nostri vecchi amici hanno deciso di ritrovarsi tutti insieme da Galatea, che cari, penso facciano una festicciola perché è stata invitata tanta gente con cui ho giocato parecchi anni fa. Ci sono pure dei ragazzetti nuovi, ma non vedo Maive, peccato, lei era la mia preferita, senza offesa tesoro, ma era più divertente. Aveva un certo ché di sfizioso.

Parlava veloce e in qualche modo poteva ricordare una pettegola di paese, ma possibile che non avesse capito cosa gli altri stavano organizzando? Possibile che non avesse capito che la ragazza non era Fara, la prima Fiocco di Neve, ma sua figlia Gioia? Il Re sorrideva beato e guardò giù dal burrone. Fischiettava e osservava il suo operato. Parve vedere qualcosa di interessante e tutto contento disse che erano arrivati degli ospiti, che sarebbe andato ad accoglierli.

Quarant'anni lì dentro... Fiocco di Neve non pensava di aver passato così poco tempo a proteggere il loro piccolo mondo, le sembrava che fossero passati molti più anni, pensava che ne fossero passati almeno mille, anche di più. Sentì una stretta al cuore. Non capiva se esserne felice perché le persone in grado di gestire la situazione erano ancora vive o se esserne spiaciuta perché ha assolto il suo compito per pochissimo tempo. No... lei era felice perché non si sentiva sola, si immaginava che uscendo di lì avrebbe incontrato di nuovo Galatea, Abigal, Doroth, i suoi amici, Samwell. Voleva essere salvata. Stava formulando un'infinità di pensieri che le sembravano troppo egoisti, ma non voleva più stare lì, sarebbe morta piuttosto che rimanere di nuovo da sola lì. Quando pensò che avrebbe dovuto riprendere la sua posizione una volta salvata sentì il proprio stomaco stringersi in una morsa di sconsolatezza. Non pensava di poterlo sopportare. Doveva farlo, sentiva di doverlo fare, lo avrebbe fatto appunto, lo avrebbe fatto sicuramente, ma era così difficile accettarlo. Quando alla fine della guerra le avevano detto che avrebbe dovuto sostituire lei la madre non aveva avuto problemi, eppure...

Scacciò dalla sua testa quei pensieri. Tutti si stavano incontrando per organizzarsi. Era come la prima volta, immaginò. Cercò di pensare a cosa avrebbero fatto. Probabilmente avrebbero evitato in ogni modo possibile una seconda guerra, la prima era stata troppo devastante, senza contare che la situazione non era paragonabile alla prima, non si potevano distinguere due schieramenti di soldati avversari, ma solo un branco di creature contro uomini che non sanno come sia fatta un'arma. Quei mostri che vedeva formarsi erano infiniti, non potevano essere combattuti come soldati in carne ed ossa, non aveva senso. Abigal... cosa voleva fare? A mente lucida, doveva pensare a mente lucida. Probabilmente sapevano che lei era ancora lì e sapevano che era lei quella capace di imprigionare nuovamente il Re. L'avrebbero salvata. Il piano era sicuramente quello. Anche il Re lo sapeva, era folle, ma non scemo, lo aveva capito eppure l'aveva lasciata lì fuori in bella vista. Aveva qualcosa in mente, eppure l'unica cosa che Fiocco di Neve poteva fare era stare lì ad aspettare cercando di recuperare energie. L'aveva scambiata per sua madre, chissà in quale modo. Probabilmente non immaginava che Fiocco di Neve potesse imprigionarlo perché era compito o di Fara o di Maive. Non poteva sapere della morte di Fara, ma perché non era a conoscenza di quella dell'elfa? Era successo prima che fosse imprigionato ed erano alleati, non comunicavano tra loro abbastanza forse, oppure il tempo era troppo poco ed erano in una situazione critica quindi non sono riusciti a sentirsi. In ogni caso non era ben informato sugli eventi.

I pensieri passarono ai due nuovi che si trovavano con gli altri, aveva un'idea di chi potevano essere. Quando Samwell era andato via dalla Rocca perché Abigal lo aveva chiamato era perché gli era stato chiesto di insegnare a due giovani guardie del mare un po' di fondamenti magici. Quelle due guardie erano molto promettenti se il saggio aveva chiesto al ragazzo di abbandonarla per fare da maestro a due apprendisti, probabilmente ancora seguivano il vecchiaccio.

Si era sentita tanto sola quando Samwell era partito. Si ricordava ancora il loro primo incontro e il tempo passato "assieme".

Era terminata la guerra da pochissimo. Fara, la prima Fiocco di Neve nonché sua madre, era morta imprigionando il Re. Maive, che doveva essere la seconda, era stata uccisa poco prima da Samwell che aveva scoperto fosse una complice del Re del Freddo e lei stava in una casetta nel secondo cerchio a portare lutto per la perdita. Era molto deboluccia, per questo durante tutta la guerra era rimasta lì al sicuro, protetta da una barriera magica creata dalla madre. Aveva saputo della sua morte immediatamente perché vide l'incantesimo andare in frantumi. Samwell bussò alla sua porta con decisione. Quando aprì si trovò davanti un'espressione seria, troppo seria per il volto da ragazzo che la portava. Erano coetanei, nati entrambi nello stesso anno, tre anni dopo l'inizio della guerra, eppure lui sembrava già più grande agli occhi di Gioia. Ancora si chiamava così ai tempi. Non lo sapeva, ma in qualche modo anche lei sembrava più grande, almeno agli occhi del ragazzo. Era stato molto freddo nei suoi confronti. Le disse semplicemente che era venuto a prenderla perché sostituisse sua madre, perché diventasse Fiocco di Neve. Gioia sapeva già che le sarebbe toccato farlo, era già stata avvisata e aveva accettato senza fare una piega, senza mostrare paura per quel compito tanto importante. Lo faceva per riscattarsi, per dimostrare che anche lei poteva fare qualcosa, perché non aveva dato contributo alla resistenza nei suoi diciassette anni di vita e invece voleva aiutare.

Durante il viaggio non parlarono molto eppure una sera raccontarono di sé l'uno all'altra, in qualche modo sentivano di potersi fidare e così lei scoprì che Samwell non c'entrava proprio nulla con il fuoco, il suo elemento era il vento, ma si era sempre spacciato per un affine alle fiamme perché aveva incontrato un uomo che gli aveva insegnato tutto quello che sapeva. Il suo maestro era un mago di fuoco e Samwell inconsciamente voleva diventare come lui.

Quando arrivarono la vista fu favolosa. La Rocca del Cratere stava iniziando a perdere il suo strato di ghiaccio e le alte vette delle torri splendevano grazie al rifesso del sole. La Rocca era un enorme edificio, costituito da un corpo centrale e alcune torri, posto in cima ad una specie di altissimo pilastro roccioso. Alcuni la paragonavano ad un albero enorme che sorge nel centro di un cratere. La Rocca era sempre stata lì e nessuno capiva come fosse stata costruita perché il materiale usato era impossibile da scalfire, anche in maniera superficiale. Sembrava quasi scolpita in alcuni punti. Per accedervi si conosceva solo un passaggio: una stretta scalinata che a tratti si avvolgeva attorno al fusto, a volte entrava nella viva roccia e in altri punti era un susseguirsi di tornanti. Solo Samwell e Gioia salirono. Appena superato il primo gradino entrambi sentirono che qualcosa di strano stava accadendo loro. Era la magia di quel luogo sacro: il tempo per loro si era fermato. Ci misero poco o tanto ad arrivare in cima, non furono sicuri, ma a loro parve di metterci almeno quasi un giorno. Una volta in cima si trovarono in un piazzale al centro del quale svettava un'enorme lente vitrea. Un manufatto antichissimo che faceva parte della Rocca stessa. Aveva il potere di comunicare con tutti i cerchi, o di sapere tutto su tutti i cerchi. Praticamente era l'onniscienza sugli anelli.

Ad attenderli vi erano due donne che agghindarono Gioia e le fecero indossare un lussuoso abito blu al posto di quello semplice e nero che aveva portato fino a quel momento. La guidarono fino alla cima della torre più grande dove una specie di disco traslucido era tenuto in equilibrio magico da parecchi maghi. Samwell era dietro di lei. Rimase sulla porta e osservò i maghi. Erano stanchi morti, alcuni erano pure svenuti per soli due giorni a reggere quell'incantesimo. Dopo aver visto le condizioni di quei poveretti sentì una pressione al cuore e si voltò a guardare la ragazza che aveva portato fin lì. Iniziò a sentirsi in colpa. La guardò mentre alzava le sue braccia sottili verso lo specchio magico e prendeva un respiro profondo. Si era offerto per andare a prenderla perché era stato lui ad eliminare la giusta seconda Fiocco di Neve, ma come poteva stare bene condannando una ragazza a una morte certa? A lui sembrava che appena avesse preso parte a quell'incantesimo si sarebbe accasciata a terra. Mosse un passo verso di lei, voleva fermarla, ma non fece in tempo, lei sussurrò la prima lettera. Il disco pulsò di luce e i maghi tirarono un sospiro di sollievo. Fiocco di Neve abbassò piano le mani e se le portò al petto, sul cuore, chinò la testa e continuò. Tutti se ne andarono e oltrepassarono i battenti ignorando l'ostacolo fermo al centro, come se Samwell non fosse lì. Rimase a guardarla per un tempo indefinito poi strinse i pugni e iniziò a correre. Arrivò in un attimo allo spiazzo e guardò giù. Non vi era più nessuno, pareva. Sarebbe rimasto alla Rocca anche lui.

Si diede da fare in quegli anni: tenne pulito l'edificio, lo esplorò tutto, ne disegnò una planimetria più o meno dettagliata, scovò tutti i passaggi segreti e presto si accorse che non sentiva il bisogno di mangiare, né di bere, né di altro, l'unica cosa che continuava a fare era respirare, ma non era nemmeno sicuro che gli servisse davvero. Non andava spesso da Fiocco di Neve perché temeva di distrarla, ma lei sapeva tutto ciò che il ragazzo faceva. Ormai la sua magia si era unita all'edificio ed in qualche modo era capace di percepire i passi del giovane lungo le scale, i corridoi, i saloni, era come sentire un dito leggero che le sfiorava la pelle e percorreva tutta la superfice del suo corpo. Le piaceva sentire di non essere sola e apprezzava che lui non volesse disturbarla quindi non gli disse mai che lo sentiva. Andarono avanti così per lunghi anni, lei chiusa nella torre e lui che fermo davanti alla porta della sala cercava di ripagare i suoi debiti autocondannandosi ad una prigionia potenzialmente eterna.

Un giorno rimase tanto tempo di fronte alla porta, fermo. Sfiorava i battenti senza toccarli, indeciso. Fiocco di Neve aprì il portale con la magia che ormai poteva usare per controllare un po' tutto all'interno della stanza. Non parlò, non poteva interrompere l'incantesimo, ma in qualche modo Samwell capì. Poteva andare, lei lo sapeva.

-Scusa. Tornerò, promesso, non starò via tanto. Anche io... anche io voglio stare con te

Aprì bocca per parlare ancora, ma alzando lo sguardo sulla ragazza si fermò, tornò sui suoi passi. Mentre chiudeva la porta guardò di nuovo Gioia e sussurrò nuovamente le sue scuse.

Lasciò i battenti semi aperti e corse via mentre una lacrima iniziò a rigargli il volto e benché lui non lo sapesse anche quello di Gioia era bagnato da lacrime, fredde.

Era successo tre anni prima.

\(°0°)/LE POCHE RIGHE DI GAIA\(°0°)/

Un capitolo interamente dedicato alla nostra Fiocco di Neve e a Samwell, che sono i miei preferiti indubbiamente e se non lo pensate anche voi vi dico che vi sbagliate, che vi odio e che siete una grossa testa di pupu... ok, no, vi voglio bene, ma in ogni caso rimango appassionata a questi due nonostante tutto...

Ma ignorando ciò che penso io ditemi cosa ne pensate di questi due, sono curiosa!

Regalate una stellina così Gioia sta notte potrà osservare qualcosa se le nuvole saranno clementi e apriranno uno spiraglio.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top