/1/PORTATE COPERTE E PELLICCE PER QUESTI POVERACCI
Camminava da quattro giorni con la sua famiglia e finalmente intravedeva un villaggio abitato all'orizzonte. Sembrava un miraggio.
Quando quella voce lo aveva annunciato nessuno ci aveva creduto e in quel momento molti se ne stavano pentendo. Il Freddo era tornato e molti di loro, soprattutto i più giovani non avevano la minima idea di cosa questo significasse.
Era un pomeriggio normalissimo di fine inverno quando tutti divennero ciechi, o meglio riuscivano a vedere solo una sagoma sfocata probabilmente appartenente ad una ragazza. Aveva detto che il Freddo era tornato, poi tutto divenne azzurro e successivamente le persone riacquisirono la vista. Nessuno ci voleva credere, tanto lì al villaggio pensavano di essere al sicuro perché lontano dal cratere, fra quello e il primo cerchio vi era un muro anche se fosse stato vero, e ne dubitavano, erano protetti. Si sbagliavano di grosso.
Non arrivò il Freddo nella sua forma originale, ma enormi mostri di ghiaccio e neve erano giunti per conto del Re del Freddo. Nessuno era stato in grado di fermarli ed il villaggio venne devastato. Con forza Eliano e la sua famiglia si erano opposti ai loro attacchi, ma tutto fu inutile, quella notte fu l'ultima. Niente e nessuno era stato in grado di fermare quei mostri, e gli abitanti del villaggio non poterono far altro che prendere i loro oggetti più cari e fuggire. Solo i più coraggiosi o i più ottusi rimasero indietro sperando di assicurare la fuga agli altri. Tuttavia in breve tempo erano stati raggiunti e nulla aveva impedito ai mostri di ghiaccio di attaccare i viandanti. La neve che aveva iniziato a cadere sulle pianure si tinse di rosso.
Attaccarono il gruppo di sorpresa e la prima a morire fu una donna con una bambina. Si sentì un urlo, tutti si voltarono in quella direzione, ma il buio aveva già inghiottito il cadavere trascinato senza riguardo verso le fauci di bestie senza cuore. Dopo lunghi attimi di silenzio, durante i quali tutti fissarono il vuoto del buio ed in cui il tempo parve fermarsi, una delle voraci bestie si era lanciata su di un vecchio mangiandone di netto la testa. L'orrore di quella scena traumatizzò tutti, ma poco dopo dovettero riprendersi perché la bestia non era sola. Un'altra attaccò alle spalle un uomo malato che gridò prima di scomparire. Solo quelli al centro si salvarono. Sporchi di sangue e lacrime continuarono a camminare nella notte. Nessuno seppe perché ne risparmiarono alcuni, ma quei pochi andarono avanti fino a trovare un altro gruppo sfuggito ad una strage simile. Proseguirono per due giorni circa prima di trovare un villaggio con delle luci accese. Stavano per perdere la speranza quando in mezzo ad una bufera di neve un ragazzo urlò a squarciagola che si vedevano i lumi di un gruppo di case. Risalirono una ripida collina prima di raggiungere l'abitazione più vicina. Era davvero un villaggio! Non lo stavano sognando. Qualcuno gridò di gioia mentre altri si misero a piangere. Tutti erano felici e sollevati. Da un edificio uscì un uomo con una falce da contadino in mano, tutto tremante, ma quando vide che quelli ad urlare non erano mostri, ma persone lasciò andare l'attrezzo e chiamò aiuto. Poco dopo una donna uscì dalla stessa abitazione. I due guidarono il gruppo verso un grosso edificio al centro del villaggio. L'uomo iniziò a guardare i viaggiatori con sospetto alla luce della fiaccola che la donna aveva preso. Era alto e molto magro. Il viso era tirato e sembrava che non dormisse da parecchio tempo. Indossava una pelliccia pesante, ma aveva i piedi nudi e congelati. Avvicinò la fiaccola al viso di ognuno e quando anche l'ultimo volto fu illuminato tirò un sospiro di sollievo. Intanto la donna era andata fuori ed era tornata con altre persone fra cui un anziano vestito interamente di verdi pellicce di animali rari e antichi provenienti da tempi passati, probabilmente.
-Voi viandanti che dalle pianure siete giunti fin qui cosa desiderate dal saggio del primo anello?
Il vecchio alzò le braccia e gesticolò animatamente con le mani ed il bastone bitorzoluto che impugnava. L'uomo che li aveva accolti si avvicinò al vecchio e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. L'anziano sgranò gli occhi con fare teatrale. Sbatté violentemente il bastone a terra.
-Siete miei ospiti! - Gridò -Io sono il saggio del primo anello, sono Abigal e vi invito a viaggiare con me come prova del dolore del primo, del secondo e del terzo cerchio innanzi al saggio del quarto cerchio e anche dei guardiani del mare!
I viaggiatori si guardarono l'un l'altro confusi, non capivano cosa stesse accadendo e cosa l'uomo stesse dicendo loro. Il vecchio si pettinò la lunga barba con le dita. Poi rise appena appoggiandosi al bastone.
-Portate coperte e pellicce per questi poveracci! Preparate qualcosa da mangiare! Qualcosa di caldo! Cosa fate ancora lì non avete acceso il fuoco?!- Il vecchio iniziò a sbraitare ordini a destra e a manca mentre una piccola folla obbediva ad ogni sua richiesta. In breve i viaggiatori stanchi, spossati ed infreddoliti erano al caldo e con la pancia piena di zuppa, un po' acquosa, ma meglio di niente anche, e soprattutto, perché scaldava l'animo dall'interno. Il giorno seguente Abigal riunì tutte le persone che erano arrivate in quella nottata e spiegò loro cosa aveva intenzione di fare. Lui era partito per necessità, ma sperava di ottenere l'aiuto dei saggi degli altri anelli per combattere quello che sembrava un nemico invincibile. In quel momento si trovavano nel terzo cerchio e stavano camminando verso il quarto, mancava circa un giorno, quasi due di cammino. La proposta del vecchio saggio era di presentarsi per aiutarlo a convincere gli altri che non era solo un ciarlatano senza cervello, ma che veramente nel cratere e nella Rocca stava accadendo qualcosa e che avevano bisogno di aiuto per combatterla. Fu ampiamente convincente per molti, ma ancora alcuni erano scettici all'idea. Dopo che il vecchio finì di parlare un lungo silenzio carico di dubbi lo seguì. Improvvisamente una voce si levò.
-Io verrò con te! - Era un ragazzo. Un giovane determinato che aveva la speranza nei suoi occhi di fanciullo. Una donna gli prese la mano e gli domandò cosa stesse blaterando. Il ragazzo rispose rivolgendosi a tutti nella sala -Lui ci ha salvati! Siamo in debito! Se viaggiare con lui equivale a sdebitarmi, equivale ad aiutare le persone in difficoltà, equivale a risolvere questa situazione, io sono con lui! - Un attimo di silenzio fece vacillare la sicurezza nel suo sguardo, ma presto un urlo lo riscosse.
-Io ci sto! - gridò uno -Pure io! - si sbracciò una ragazza -Noi vi aiuteremo! - dissero i componenti di una famiglia. Presto la metà dei presenti aveva dato il suo consenso. Sarebbero partiti per riunire i saggi e avrebbero contribuito a liberare i cerchi dal Freddo. Abigal soddisfatto guardava i suoi nuovi compagni di viaggio. Li osservò attentamente alla ricerca del ragazzo che aveva dato il via a quella catena di approvazione. Quando finalmente lo trovò si accorse che lo stava fissando intensamente. Abigal lo indicò ed il ragazzo sussultò.
-Tu ragazzo! Vieni qui, ho un compito particolare per te!
La donna che prima lo aveva fermato lo fece girare e con lo sguardo sembrava pregarlo di fare attenzione, poi con una leggera spintarella lo indirizzò verso Abigal che stava su di un rialzamento della sala. Facendosi largo tra la folla il ragazzo raggiunse il vecchio che con gli occhi socchiusi godeva del calore del fuoco alle sue spalle. Abigal si chinò verso il ragazzo che sebbene fosse più alto del vecchio rimaneva più in basso rispetto a lui per via della posizione di rilievo strategica che il saggio aveva furbamente occupato. Il vecchio si pettinò la bianca barba poi sorrise.
-Dimmi ragazzo, come ti chiami?
Il ragazzo osservò il saggio con un'insolita diffidenza.
-Eliano, signore
Abigal rise ancora e si alzò in piedi gesticolando con il bastone.
-Eliano sarà il vostro rappresentante poiché è stato il primo a rispondere alla mia chiamata! Qualcuno di voi non è d'accordo?
Dalla sala si alzò un brusio fastidioso, ma nessun segno di disapprovazione, sembravano al contrario tutti molto felici. Abigal si incupì, un'ombra gli attraversò lo sguardo. Era terribilmente serio.
-Mi dispiace non farvi riposare neanche un attimo, ma domani mattina dobbiamo partire e oggi c'è molto lavoro da fare. Chi di voi è in grado di aiutarci mi segua, gli abitanti di questo villaggio avevano ancora qualche provvista che prenderemo noi dato il nostro numero
Abigal fece per scendere dal rialzo ed uscire, ma Eliano gli pose una domanda sciocca, ingenua, che tutti lì avrebbero evitato.
-Per quale motivo non ci sono gli abitanti del villaggio? Voglio dire: se fossero partiti avrebbero preso le provviste.
Abigal si girò con sguardo assente ripensando alla scena che gli si era presentata davanti solo pochi giorni prima. Scosse la testa per dimenticare con il solo risultato di ricacciare il ricordo sul fondo delle sue memorie, senza eliminarlo.
-A loro sono successe cose orribili, ragazzo.
Detto questo il vecchio uscì dal grande salone seguito da molti uomini ed anche qualche donna. Eliano aveva capito perfettamente a cosa si riferiva il vecchio, come tutti nella sala, ma non voleva crederci. Pensava di essere al sicuro in quel villaggio, pensava che Abigal fosse lì per quel motivo, invece pensava male. Gli abitanti di quel villaggio erano stati sterminati ed Abigal ed i suoi avevano approfittato delle loro case, ma dove potevano essere i corpi?
Lasciò il grande salone per seguire Abigal e gli altri verso un grosso magazzino. Eliano corse in avanti affiancandosi al vecchio che distribuiva istruzioni ai presenti come un generale a dei soldati. Eliano si chiese se il vecchio avesse partecipato alla prima guerra contro il Re del Freddo. Aveva tutta l'aria di uno che sapeva di cosa era capace il nemico che aveva davanti ed Eliano era curioso di sapere chi stava seguendo così ciecamente.
-Abigal, tu sei stato un soldato? Hai combattuto la prima guerra contro il Re del Freddo?
Abigal si mise l'indice davanti alle rosse labbra guardando incuriosito il ragazzo.
-Ragazzo, non è questo il momento di parlare, più tardi, a cena, siederai accanto a me e potremo parlare con calma
Riprese a dirigere i lavori senza che il ragazzo potesse ribattere e tra sé e sé commentò l'innata curiosità del giovane. Disse ad un uomo di portare i carri vicino al deposito e ordinò ad Eliano di aiutarlo così il ragazzo seguì l'uomo biondo che gli era stato indicato verso la stalla all'interno della quale c'erano dei grossi muli dal pelo lungo. Eliano non credeva ai suoi occhi. I grandi animali pelosi non somigliavano per nulla ad i loro parenti del nord. Erano molto più grandi, il pelo era lungo e stopposo. Erano gli animali più resistenti al freddo che l'uomo fosse mai riuscito ad ammaestrare. Erano usati per i trasporti pesanti. Non erano molto veloci, ma avevano un'efficienza straordinaria. Eliano era talmente affascinato dagli animali che si dimenticò di dover aiutare l'uomo biondo.
-Eliano, giusto?
-Sì
-Prendi queste corde. Devi legarle all'anello che hanno sul naso. Fa attenzione, il nodo deve essere molto forte
Il ragazzo obbedì ed iniziò a legare i muli con le corde. Si assicurò più volte che i nodi fossero ben stretti e dopo aver finito tornò dall'uomo che stava tirando dei carri con l'aiuto di un uomo un po' più giovane del biondo, probabilmente mandato da Abigal. Stavano litigando. -Se sempre il solito! Ora spiegami come facciamo a portarlo fino a là!
-Scusa se non sono un genio come te! Vuoi una mano? Ah, no, hai ragione, schiocchi le dita e succede quello che vuoi tu no?
Detto questo l'uomo che litigava con il biondo andò via infuriato sbattendo un attrezzo di ferro a terra. L'uomo biondo lo raccolse per poi appoggiarlo ad un carro. Quando si girò verso Eliano il ragazzo si accorse che aveva gli occhi lucidi. L'uomo si passò la manica sugli occhi tentando di asciugare le lacrime che da lì a poco sarebbero scivolate sul suo viso. Si avvicinò al ragazzo e lo prese per le spalle.
-Già fatto?
Eliano annuì non sicuro di cosa dovesse dire o fare. Seguì l'uomo che gli aveva fatto segno di andare con lui. Entrarono in una sala adiacente alla stalla ed al deposito.
-Carica queste cose sui carri, sono medicine, fa attenzione
Il biondo scompigliò i capelli di Eliano, poi se ne andò dicendo di dover spiegare qualche regola sullo "schioccare le dita" al suo "amico".
\(°0°)/ LE POCHE RIGHE DI GAIA \(°0°)/
E quindi siamo qui, al primo capitolo effettivo nel quale, temo con troppa fretta ho fatto comparire il protagonista, Eliano, e uno degli altri personaggi principali: Abigal
Per ora non si ha ancora modo di provare forti antipatie, ma il nostro fanciullo curioso curioso che fa domande a sproposito avrà occasione di riscattarsi in tal senso, ve lo assicuro.
E quindi che aggiungere? Buona lettura per i prossimi capitoli che usciranno a brevissimo, ma non so dirvi una data specifica (credo che sarà attorno ai due capitoli a giorno da qui a quando finirà, con eccezione ferragosto che temo avrò da fare)
Ciau Cuori
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