CAPITOLO 24
Logan
Ho baciato Nicole.
Ho baciato Nicole.
Ho. Baciato. Nicole.
Mi ripeto in testa questa frase da non so quanto tempo e rido, rido, rido.
Ho baciato Nicole.
La mia Nicole.
Mi lascio andare sul sedile posteriore della Tesla che mi sta riportando a casa e non mi curo di ciò che potrebbe pensare l'autista di me.
Sembro pazzo, una specie di Joaquin Phoenix in Joker, mentre parlo tra me e cerco di realizzare quanto è appena successo, ma non me ne importa niente.
Io ho baciato Nicole, finalmente, e mi sento leggero, felice.
Cazzo.
Sono felice.
Ho rimandato così tanto la mia scelta per paura di sbagliare e invece stavo fuggendo da questa sensazione: che coglione!
Mi sento l'uomo più fortunato della terra mentre il sapore di Nic è ancora sulla mia bocca, il suo profumo impregna la mia maglietta e le sue parole mi scaldano il cuore.
"Sono così felice" ha detto, ma sono io quello contento. Sono io quello che ha trovato un posto, un senso in questo mondo. Che idiota a non averlo fatto prima...
Ho passato anni a sentirmi una nullità per ragioni che stento quasi a ricordare, adesso.
Non mi sono mai sentito accettato nella mia vita, nella mia famiglia. In fondo, come avrei potuto? Da quando sono nato mi è sempre stato rinfacciato il fatto di... esistere.
Io sono il frutto di uno sbaglio e mi è stato ricordato ogni santo giorno dacché sono al mondo.
Se vedo, sento, respiro, è solo perché mio nonno ha convinto mio padre che "era arrivato il momento di mettere su famiglia", ma Mitchum avrebbe preferito che Veronika abortisse. Entrambi l'avrebbero voluto per perseguire i propri obiettivi: la carriera, una felicità diversa da quella che può dare un bambino, e non si sono mai fatti scrupoli a rinfacciarmelo e farmi sentire in colpa, almeno fino a stasera.
È bastato un bacio della mia Nic a farmi sentire giusto, voluto. Con il suo corpo sottile, le carezze gentili, il mio genietto ha riempito ogni spazio o ferita, risanando ciò che per anni è sempre stato solo un difetto, un errore: Logan Carter.
Il bambino che ha rovinato la carriera di sua madre?
Sparito.
Il figlio che disattende sempre le aspettative di suo padre?
Sparito.
L'inetto che non riesce a portare a termine niente senza l'aiuto degli altri?
Sparito.
Mi tocco il petto. Il cuore scalcia nella cassa toracica e non capisco che succede. Sto avendo un infarto? No.
È solo il mio genietto all'opera nel ricomporre i pezzi mangiucchiati e sformati di me stesso.
È il mio genietto che prende il posto che le è sempre appartenuto dentro di me, anche se non lo sapevo.
Da oggi saremo di più, le ho detto prima, ma non è così.
Da oggi io e lei saremo tutto. Lo giuro.
Dovrò lavorare sodo. Anche se ho chiaro nella mente ciò che voglio, ora, sono comunque ancora un casino, lo so, ma mi impegnerò a migliorare per essere all'altezza di Nic e non ferirla più.
Da oggi basta con le cazzate e le indecisioni perché alla felicità che provo in questo istante non voglio rinunciare.
Terrò stretta a me Nicole con ogni mezzo. Non la farò più soffrire né piangere, rimedierò a tutti i miei sbagli a partire da Marika Bennet. Si pentirà di essersela presa con Nicole per gelosia o chissà che altro. Non la infastidirà più. Qualunque cosa sia accaduta tra loro finisce oggi.
E la prima cosa che faccio, appena l'Uber accosta di fronte casa mia, infatti, è prendere il telefono per chiamarla e mettere in chiaro la situazione.
Scendo dalla Tesla e sblocco il cellulare.
Lo schermo è pieno di notifiche. Ho ricevuto un mucchio di messaggi: il gruppo in cui scrivo con i miei amici sta esplodendo di chiacchiere e fotografie. Mi chiedono che fine ho fatto, che sto facendo, ma non ho certo intenzione di dirgli che fino a poco fa ero incollato alla bocca della mia Nic e che se fosse dipeso da me ci sarei ancora.
Non voglio battute né prese in giro. Le cose d'ora in poi saranno diverse e metterò le cose in chiaro con i miei compagni di persona, domani. Nessuno deve rompere il cazzo.
Nic è timida e introversa. Non voglio che si imbarazzi, né che si trovi al centro di attenzioni che potrebbero scatenare l'ira di Marika.
"Non sa tenere le mani a posto." Ricordo le parole di Frankie. Sono un tarlo, ormai.
Parlerò anche con lui, appena ne avrò il tempo, per capire esattamente cosa intendeva con quella frase.
Qualunque cosa abbia visto, devo saperla anche io. Chissà perché ho l'impressione che Nic non mi abbia detto proprio tutto.
Scorro tra le notifiche.
Anche Marika mi ha scritto, ma prima che possa leggere i suoi sproloqui mi cade a terra il cellulare. Anzi, qualcuno mi spinge il braccio e lo butta a terra.
Ma che cazzo...
«Figlio di puttana! Con chi pensi di avere a che fare, eh?» Marika mi colpisce a ripetizione il petto. Da dov'è sbucata? «Stupido idiota! Stronzo!» Non riesco a intercettare lo schiaffo che mi arriva in piena faccia. I suoi anelli si scontrano con il mio zigomo. Sento il metallo che lacera la pelle.
Porco cazzo! Da quando ha tutta questa forza?
«Ma che ti prende? Smettila!» Le blocco i polsi.
«Te ne sei andato con quella carota schifosa! Mi hai umiliata davanti a tutti, pezzo di merda, te la faccio pagare!»
È la prima volta che mi parla in questo modo e la vedo così arrabbiata. Ha gli occhi quasi iniettati di sangue e forse è una reazione comprensibile dal suo punto di vista, ma ora che la guardo sembra una persona totalmente diversa.
La sua voce è stridula, l'espressione maligna. È questa la vera Marika? Quella che ha indossato con me, finora, era una maschera?
«Datti una calmata.» La spingo via e mi allontano un po'.
Lo zigomo pulsa. Mi tocco la faccia.
«Non osare rifarlo, Logan. Non azzardarti mai più a scegliere lei.» Sembra pronta a staccarmi la testa a morsi.
«Altrimenti?» Le sue minacce mi indispettiscono. Anzi, mi fanno proprio incazzare. La guancia inizia a bruciarmi sul serio. Mi tocco la faccia e sento subito i polpastrelli bagnati.
Cazzo! Sto sanguinando!
Mi ha tagliato, la stronza!
«Lo vedrai. Vedrai quello che vi farò!»
"Quello che vi farò."
Guardo il sangue sulle mie dita.
No! Col cazzo! Non deve azzardarsi a toccare anche Nic.
«Non minacciarmi, Marika. Questo non è uno dei nostri giochini e non ti conviene farmi incazzare.» Premo il dorso sul taglio.
«No, non lo è, hai ragione, ma è a te che non conviene farmi arrabbiare. Non hai idea di cosa sono capace. Rispedisco quella carota schifosa sottoterra se ti azzardi a guardarla di nuovo.»
Il lampo di follia che le vedo sul viso mi fa capire che non sta scherzando. Sarebbe capace davvero di fare male a Nic? L'idea mi dà il voltastomaco.
Cazzo. Come ho fatto a essere così cieco? Possibile che il desiderio di accontentare mio padre, avere la sua approvazione, mi abbia confuso a tal punto da non capire la vera natura di questa ragazza?
Che fine ha fatto "lo splendore" che aveva occhi solo per me e che mi faceva sentire il centro del suo universo?
Mi ha ingannato con il sorriso spensierato e il fatto che sembrasse sempre pronta ad accontentarmi?
Ero convinto di essere stato io a usarla per i miei scopi. Mi ero perfino sentito in colpa e, invece, con le sue moine mi ha trasformato in un burattino legato da fili invisibili.
Cazzo. Mi ha raggirato per bene. Mi ha manipolato senza che me ne accorgessi proprio come hanno sempre fatto tutti quanti e la cosa prima mi spaventava ma poi mi fa imbestialire.
Basta. Basta!
Sono stanco di essere un pupazzo!
Mi avvicino brusco senza dosare la forza e le intenzioni e afferro Marika per un braccio. «Ascoltami bene.» Quasi non riconosco la mia voce. «Non provare a sfiorare Nicole o ti farò pentire di essermi venuta dietro, lo giuro.»
Lei sorride come se le mie parole fossero ridicole, ma anziché allontanarmi o strattonare via il braccio dalla mia mano, mi si appiccica addosso e pare addirittura eccitata dalla mia reazione brusca. «Ti basta obbedirmi per impedirmelo. Se ci tieni a Nicky, fai il bravo cagnolino come al solito.»
"Il bravo cagnolino."
La spingo lontana da me con il disgusto addosso e lei ride, si diverte.
È pazza, cazzo, e io un idiota a non averlo mai capito. Chi ho conosciuto finora?
Non ne ho idea, ma una cosa è certa. Qualunque cosa ci sia mai stata tra di noi finisce qui.
Da oggi, tra me e lei finisce tutto.
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