CAPITOLO 22
Logan
Grazie a Dio non ho una sorella.
La mia vita sarebbe ancora più complicata se dovessi badare anche a una "me al femminile" e seppur, in passato, mi sia capitato di invidiare Martin e la sua famiglia che - per quanto incasinata - è comunque migliore della mia, in questo momento non è così.
Jules è inferocita.
Martin imbizzarrito e io... io sono nel mezzo come un coglione a provare di tenere sotto controllo la situazione, anche se non sono proprio la persona più adatta.
Io per primo sono incazzato, adesso.
Ho i nervi a fior di pelle per tutto quello che è successo oggi: prima l'imboscata del mio amico, poi il piccoletto che parla del rapporto tra Nicole e Marika come se fosse un guro del cazzo e conoscesse risposte che io, invece, ignoro, e ora questo quattrocchi che se ne sta incollato a Nic come una guardia del corpo.
Sto per dare di matto, ma respiro. Respiro. Resp...
Che cazzo fa!?
Vedo "Barry, Larry o come cazzo si chiama", mettere un braccio sulle spalle di Nic.
Le mani prudono all'istante ma sono costretto a mettere da parte il mio istinto omicida e concentrarmi sulla mini-rissa in atto davanti a me.
«Lo capisci che non sei papà?» Le urla di Jules sovrastano ogni altro suono.
Siamo vicino ai tavoli da biliardo, in una zona un po' isolata rispetto alla sala principale. È per questo che i ragazzi vengono da questo lato quando vogliono pomiciare senza essere disturbati, ma anche se siamo in disparte, chiunque passi qui davanti ci fissa.
Se non la smettono di urlare, gli addetti alla sala ci cacceranno.
Apro la bocca per dire qualcosa e provare a sedare tutti quanti, ma Martin fa un passo avanti e punta il braccio verso il biondino: «Questo ha vent'anni! Tu sei una bambina!»
«Ne ha diciannove di anni! E se io sono una bambina, lo sei anche tu! Siamo gemelli, stupido idiota!» Jules ribatte subito.
«Beh, se io sono un idiota...»
«Scusate...» Il tizio biondo prova a intervenire. Non ho ancora capito come si chiama ma si rivolge a Martin e questa è una pessima idea, ora.
Brutta mossa, amico.
«Ascolta, capisco che tu sei il fratello maggiore, anche io lo sono, ma non abbiamo fatto niente, puoi stare tranquillo. Io rispetto Jules.» Il suo tono è calmo.
«La rispetti tanto che le hai infilato la lingua in gola!»
«Ma ho sempre tenuto le mani a posto...» il biondino mostra i palmi.
Cerca di sdrammatizzare?
Bruttissima mossa, amico.
Martin fa un passo verso di lui e io so cosa significa la sua espressione: codice rosso.
Lo tiro all'indietro prima che sia tardi e mi metto in mezzo.
«Diamoci una calmata, okay? Basta.»
Martin stringe le labbra in una linea dura, allarga le narici come un toro pronto alla carica ma, chissà come, mi ascolta. Si ferma.
«Finiamola qui, prima che ci caccino tutti a calci in culo.» Lo tengo per il braccio.
«Sì, forse è meglio.» Il quattrocchi si avvicina al tizio biondo che, a quanto ho capito, è suo fratello. Gli posa una mano sulla spalla e quello annuisce e guarda Jules.
Non sembra felice di dover andare via, ma non protesta. «Vi riporto a casa, okay?»
Jules sbuffa, ma fa sì con la testa.
Vedo il "Larry, Darry o come cazzo si chiama" sospirare sollevato e anche io mi tranquillizzo, almeno finché non si avvicina a Nicole e le mette una mano sulla schiena come se volesse portarla chissà dove.
Fermo! Fermo! Che fa?
Sono loro due coglioni che devono andarsene, non lei.
Mi intrometto. «Le riportiamo noi a casa.» Mi avvicino a Nic e la prendo per un braccio. La nascondo dietro di me e fisso il quattrocchi dall'alto. È più basso del sottoscritto e sfrutto la cosa a mio vantaggio. «Voi andatevene e cercate di uscire con quelle della vostra età, la prossima volta.» Dovrei rivolgermi più al biondino che a lui, ma me ne frego.
"Darry" guarda di sbieco il fratello - che pare divertito dalla situazione - e fa un passo indietro.
Il biondo si avvicina a Jules e le sfiora le labbra. «Ti chiamo più tardi.» Le fa l'occhiolino, lei sorride.
«Ci sfideremo un'altra volta, Nicole» dice il quattrocchi deluso.
Io prima mi sento sollevato poi indispettito.
Lei annuisce e alza la mano per salutarlo, ma col cazzo che si "sfideranno", qualunque cosa voglia dire.
Mi apposto sotto casa di Nic e lo faccio nero se lo vedo di nuovo.
«Mi hai rovinato la serata, contento?» dice Jules al fratello quando Cip&Ciop se ne vanno.
«Quello che è successo con Brian non ti ha insegnato niente? I maschi hanno in testa solo una cosa, e quel tizio va al College!»
«Se i ragazzi hanno in testa solo una cosa, allora significa che anche tu ce l'hai.»
«Certo che ce l'ho! Perché pensi che sia infuriato?»
«Sei un troglodita.»
«Ma ho ragione e adesso te ne torni a casa.»
«Puoi scordartelo, deficente.» Jules prende Nic per mano e si avvia verso la sala principale. Lei sembra sorpresa ma non si oppone. «Tu hai rovinato il mio appuntamento e io rovinerò il tuo.»
«Non ho nessun appuntamento. Io sono qui con i miei amici, cretina.»
«Ed è per i tuoi amici che hai messo quella camicia da fighetto e fatto il bagno nel profumo? Ma fammi il piacere...» fa quasi una pernacchia. «Vuoi fare colpo su una ragazza, ma ti è andata male, fratello maggiore. Visto che ci tieni tanto a tenermi d'occhio, resto qui con te e ti toccherà rinunciare ai tuoi piani da latin lover. Sfigato!» Mima la L con la mano e trascina Nicole via con sé, mentre io penso solo a quanto mi sarebbe piaciuto chiudere la serata il prima possibile, ma mi rendo conto, invece, che è appena cominciata.
Credevo che le cose non potessero andare peggio di così e invece, udite, udite, mi sbagliavo.
Che sorpresa, eh?
Da quando Nic e Jules si sono unite al nostro gruppo ho tentato di parlare qualche volta, riavvicinarmi al mio genietto, ma di questo passo non credo ci riuscirò.
Marika mi si è attaccata addosso come una ventosa. Non riesco ad allontanarla nemmeno adesso che stiamo giocando a bowling - maschi contro femmine - e siamo in due squadre diverse.
Mi salta al collo ogni volta che ne ha l'occasione e Nicole sembra sempre più turbata dalla situazione.
Non che abbia detto qualcosa a riguardo. È rimasta in disparte per tutto il tempo, finora, timida e silenziosa come al solito, ma io la conosco bene.
Le si legge in faccia che è a disagio e come posso darle torto?
Vederla con un altro, prima, mi ha fatto uscire di testa e "Larry, Barry, o come cazzo si chiama" l'ha tenuta solo per mano per mezzo minuto.
Marika, invece, mi si avvinghia al braccio, fa la smorfiosa, ci prova senza filtri con me: assistere a questo "non tanto velato" tentativo di marcare il territorio, per Nicole deve essere tremendo. Ma non so come impedirglielo.
Se dicessi a Marika che i suoi atteggiamenti mi infastidiscono, lei farebbe sicuramente una scenata che metterebbe Nic ancora più in imbarazzo. Mi costringerebbe a prendere una parte, piuttosto che un'altra e non sono pronto.
Mi sento una merda anche solo a pensarlo, ma purtroppo è questa la verità. Devo essere onesto, almeno con me stesso: finché non prendo decisioni, ho tempo.
Posso sentirmi libero di scegliere e quindi anche sbagliare. Ecco il punto. E se qualcuno definisce il mio comportamento come "tenere il piede in due scarpe", pazienza.
Non sono perfetto, gente.
Lo sanno tutti, ormai.
Non dovrei esitare. Ne sono consapevole. Tra Marika e Nic io sceglierei il mio genietto senza ombra di dubbio, è lei che voglio, in fondo, questo l'ho capito, ma assecondare i miei desideri mi metterebbe contro mio padre definitivamente.
Io sono sempre stato un fallimento per lui. Gli ho rovinato la vita con la mia nascita e non si è mai risparmiato di farmelo notare, proprio come mia madre che è diventata un'alcolizzata proprio per questo. Da quando frequento Marika, però, almeno Mitchum mostra una minima considerazione nei miei confronti e non so se sono pronto a rinunciarci.
Anche se sono in un punizione ora, per esempio, sono certo che se papà scoprisse che ho disobbedito per uscire con la Bennet chiuderebbe un occhio, alla fine.
Se scegliessi Nicole su Marika, soprattutto considerando i loro trascorsi, la situazione invece potrebbe degenerare.
Mio padre renderebbe la mia vita ancora più infernale e non so se ne vale la pena.
Guardo Nic seduta su quel divanetto da sola e mi faccio schifo appena questa idea mi sfiora la mente.
Certo che ne varrebbe la pena.
Lei varrebbe tutto, ma io non sono all'altezza. Questi pensieri lo dimostrano. Al mio posto, un altro se la sarebbe già presa da tempo. Avrebbe mandato a fanculo ogni rischio o dubbio per stare con lei, ma se io faccio il salto, la scelgo, accetto di mettere tutto in discussione e poi faccio un disastro, avrò rovinato tutto per niente.
Posso sopportare il peso di questa possibilità?
Ho un casino totale in testa. Mi sento un coglione. Se penso al mio comportamento, io stesso non mi capisco. Come posso aspettarmi che lo faccia lei o chiunque altro?
Mi prenderei a schiaffi, cazzo.
«Smettila, Logan.»
La voce di Marika mi distrae dai miei pensieri. Distolgo l'attenzione da Nicole e mi giro a guardarla. Ha gli occhi appuntiti e l'espressione nervosa. Che vuole?
Sembra diversa dalla ragazza che mi ha abbracciato alle spalle, due minuti fa. Pare una professoressa pronta a mettermi in castigo e la cosa mi irrita un po'. Anzi, parecchio.
«Di fare cosa?» Credo di saperlo, ma faccio finta di niente. Non ho voglia di litigare con lei in questo momento.
Mi avvicino al nastro dove si accumulano le palle da bowling e ne afferro una.
Il prossimo turno è il mio.
«Mi metti in imbarazzo, smettila di fissare quella carota.» Marika mi segue e mi accusa senza mezzi termini.
"Carota."
Mi fischiano le orecchie appena sento questo nomignolo.
Non sopporto che chiami Nic in questo modo e vorrei dirle di chiudere la bocca, ma evito di fare una scenata e respiro, respiro.
Non so come faccio a impormi di stare così calmo.
«Non la sto fissando. Mi dispiace che se ne stia da sola.»
«Sta facendo la vittima come al solito. Vuole attirare l'attenzione e tu ci stai cascando. Smettila subito di guardarla!» Il suo tono di voce è davvero irritante. Credo che questa sia la prima volta che mi parla così, o sono io a notarlo solo ora?
La guardo dall'alto. Il fischio alle orecchie diventa più forte.
Che cazzo crede di fare? Comandarmi?
Questo non è uno dei giochini che facciamo a letto, di solito. Non sono il suo pupazzo in questo momento.
«Non darmi ordini.»
«E tu non fare lo stupido. Mi sto innervosendo.»
«Allora siamo in due» dico acido. Il fischio mi trancia in due il cervello.
«Se non ti diverti, sei libera di andartene. Non ti ho invitata io.»
«Come, scusa?»
«Questo non è un appuntamento. Forse lo hai scordato, splendore, ma non sei la mia ragazza e io faccio quello che voglio. Guardo chi voglio.» Le do le spalle ormai troppo nervoso per controllare i miei gesti e mi rifiuto di starla a sentire oltre o assecondarla.
Chi cazzo si crede di essere?
Stavo provando a non dare i numeri o fare scenate, ma non significa che sono il suo cagnolino.
Quando scopiamo posso anche assecondare le sue richieste, ma la mia accondiscendenza si limita a quello.
Di padroni nella vita ne ho già uno. Non me ne serve un altro.
Mi avvicino al linea sulla pista quando sul monitor lampeggia il mio nome e sento il fastidio formicolare ovunque, dentro e fuori, dopo questa specie di battibecco.
"Non fare lo stupido."
Ma vaffanculo.
Lancio la palla da bowling senza badare a darle una traiettoria precisa e non so se sia stato l'atteggiamento di Marika a darmi la spinta giusta o sono solo io ad averne abbastanza, ma decido che questo sarà il mio ultimo tiro.
Non voglio restare qui un minuto di più. Sono stufo di fare il burattino. Ormai sembra che tutti vogliano sempre darmi ordini. Basta.
Mi giro verso il nastro per prendere la palla per il secondo tiro, ma quando sto per farlo sento un frastuono, delle risate che spaccano in due il caos di gente che mi circorda e non lo faccio.
Alzo gli occhi, seguendo la linea degli sguardi di tutti, e vedo che Nic non è più seduta sul divanetto, ma in piedi accanto ai tavoli. Ha la camicetta bianca zuppa, sporca. Una macchia marrone si allarga a vista d'occhio sulla stoffa bianca e sui jeans.
Si è rovesciata addosso qualcosa?
Non capisco, ma Marika è di fronte a lei. Si sta scusando.
Le è andata addosso?
Lo ha fatto di proposito?
No. Non può essere. Deve essere stato un incidente.
«Scusami, Nicky. Non volevo. Sono inciampata» cinguetta con un tono così falso che solo un sordo le crederebbe.
Frankie corre verso Nicole. «Stai bene?» Le tiene una mano sulla spalla, mentre Jules recupera dei tovagliolini per tentare di aiutare la sua amica.
Nic non parla.
Ha il viso chino sui vestiti sporchi di frullato al cioccolato e non dice una parola. È un insieme di vergogna e mortificazione, me ne rendo conto anche se siamo distanti e la sua espressione, le guance rosse mi spezzano in due, tracciando una linea davanti a me.
Dentro o fuori, Logan.
Non puoi più rimandare.
Devi scegliere.
«Lo hai fatto a posta, vero?» Frankie si piazza davanti a Nic. Dà voce ai dubbi che frullano anche nella mia testa, e accusa Marika senza mezzi termini.
Lui prende posizione senza battere ciglio.
Lui sceglie subito una parte mentre io...
Dentro o fuori, Logan.
«Ma che dici? No! Sono scivolata. Non l'ho fatto di proposito» mente, la bionda.
Me ne accorgo perfino io che non la vedo in faccia, ma perché? Non capisco.
"Smettila di guardarla, mi sto innervosendo."
È stata colpa mia?
È stato il modo in cui le ho risposto a scatenare questa reazione?
Mi sono rifiutato di assecondarla e lei si è rifatta su Nicole?
"Non sa tenere a freno la lingua né le mani a posto."
Ricordo le parole di Frankie.
Cazzo. Intendeva questo?
Marika ha già fatto qualcosa del genere a Nic e lui se n'è accorto?
Io dov'ero?
Dentro o fuori, Logan.
Non puoi più rimandare.
Devi scegliere!
«Sei una bugiarda del cazzo!» Frankie sbraita. Si interpone tra Marika e Nic, pronto a esplodere da un momento all'altro, ma Nicole lo ferma per il braccio.
«È... è scivolata, lascia stare» dice mortificata, come se fosse colpa sua, e la sua espressione mi confonde.
Se Marika lo ha fatto di proposito perché la difende?
Forse è stato davvero solo un incidente.
«Ju-Jules, possiamo andare via per favore? Voglio... voglio andare a casa.» Guarda la sua amica.
«Mi faccio dare la macchina da Martin e ce ne andiamo.» Annuisce subito Jules.
«Ti porto io a casa, Nicole. Ho una giacca nel Pick-up. Vieni.» Frankie cambia tono ed espressione, mette un braccio sulle spalle di Nic e lei annuisce e lo segue.
Jules corre a prendere le sue cose, va dietro l'amica senza aprire bocca e quando il trio mi passa accanto, vedo il mio genietto guardarmi con la coda dell'occhio e mi si ferma il cuore.
«Scusami, Nicky» cinguetta ancora Marika con un sorrisetto maligno e il suo tono di voce, il modo soddisfatto in cui fissa Nicole che si allontana e poi me, è l'ultima goccia.
Dentro o fuori, Logan.
Non puoi più rimandare.
Devi scegliere.
E quindi lo faccio.
Scelgo che sia giusto oppure no.
«Aspetta Turner, vengo anche io.»
Grazie per aver letto questo capitolo di Fino alla Riva.
Se ti è piaciuto e ti va di sostenermi,
🌟 lascia una stellina! 🌟
Ogni commento, like o condivisione è importantissima per me 🙏🏻
♥️
Se vi va di parlare di FAR con me o di qualunque cosa, vi lascio i miei contatti! Vi aspetto.
♥️
📨 Contatti autrice:
IG: pheebe.sg.autrice
TikTok: pheebe.sg.autrice
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top