CAPITOLO 19

Nicole

«Devi dirlo al Preside, Nicole. Devi denunciarla subito!»

Guardo Mia sullo schermo del laptop. I suoi occhi azzurri puntano decisi nei miei, il cerchietto bianco, che tira indietro i capelli, si vede a stento tra le ciocche biondissime. Ha le sopracciglia chiare e crucciate. È seduta sul suo letto. Riconosco i poster di Harvard attaccati alla parete, alle sue spalle.

So che ha ragione, dovrei fare come dice, ma se denunciassi Marika, dopo quello che è successo, dovrei parlare anche con i miei genitori e non voglio farli preoccupare, né che si scateni un putiferio per nulla.

Marika mi ha minacciata, è vero, ma non posso dimostrarlo. Ora che sono calma, devo essere razionale a riguardo e prendere la decisione più sensata.

Le telecamere nei corridoi della scuola riprendono tutto, ma senza audio e, probabilmente, visto da fuori, quello tra me e lei non sembrerebbe un vero e proprio "scontro".

Marika è sempre rimasta calma e a distanza. Non mi ha spinta. Sono caduta da sola perché sono andata nel panico, e quando ho temuto che stesse davvero per farmi qualcosa, è arrivato Frankie ad aiutarmi ed è finita lì.

Se parlassi con il Preside, di cosa potrei accusarla?

Secondo l'accordo che abbiamo firmato quattro anni fa, e che resterà valido finché non andrò al College, Marika non può avvicinarsi a me, ma quello che ha fatto oggi non è sufficiente a dimostrare un bel niente e io non voglio che sembri una vittima.

Non le permetterò di fare la martire, di dire che sono pazza e che voglio perseguitarla. Probabilmente è proprio questo che vuole: distruggere la mia credibilità finché le mie parole non conteranno più nulla e lei sarà libera di fare qualunque cosa.

Non glielo permetterò!

Finché non mi farà niente di concreto, io non parlerò. Non farò preoccupare i miei genitori, né metterò a rischio il mio futuro. Se sapessero che mi ha minacciata o anche solo guardata nel modo sbagliato, non mi darebbero scelta, stavolta, e dovrei lasciare la Saint Paul. Ho studiato troppo per arrivare fin qui. Tra qualche mese verrà assegnata la borsa di studio e io non posso rinunciare all'opportunità di essere scelta. Non è giusto.

Devo solo stare più attenta ed evitare di trovarmi ancora con lei. Devo imparare dai miei sbagli.

«Non mi ha fatto niente, in fondo. Mi ha solo parlato.» Cerco di sembrare più calma possibile, ma il mio tono di voce un po' mi tradisce. Tremo ogni volta che ripenso allo sguardo folle di Marika. Gli anni che ha passato all'estero non sono serviti proprio a niente.

«Ha cercato di intimidirti, Nicole, non di parlarti!» Mia prova a farmi ragionare, ma anche se ho paura, io ho deciso, ormai. Non cambierò idea.

«Non posso dimostrarlo e io sono inciampata, Mia. Non è stata lei a spingermi.»

«Non capisco come le sia venuto in mente di seguirti. Lo sa che non deve avvicinarsi e sembrava stesse rispettando le regole. Perché l'ha fatto?» Jules parla per la prima volta da quando ho avviato la videochiamata sul computer. La guardo mentre si scervella per comprendere il comportamento di Marika e mi fa sorridere con i capelli castani raccolti in una crocchia sfilacciata, la fascia con le orecchie da panda sulla testa e i patch idratanti applicati sotto gli occhi.

«È pazza, ecco perché l'ha fatto!» La voce di Mia è sempre più stridula.

«Non è pazza o lo avrebbe fatto dal primo giorno. Chissà che le è saltato in mente.»

Distolgo lo sguardo e penso subito a Logan.

Mi ha vista con lui, per questo si è infuriata.

Mi ha vista mentre gli confessavo che mi piace. Mi ha vista mentre lui quasi mi baciava...

"Se non lo fai tu, lo faccio io."

Il mio cuore fa le capriole e comincio a sorridere. L'ansia scompare.

«Nicole?» Jules si accorge del mio cambio d'umore.

Ho le guance caldissime. Sono arrossita? Non ho ancora detto niente di quello che è successo tra me e Logan. Il messaggio che avrei voluto scrivere nel nostro gruppo, per informarle, non è mai stato inviato e ora non so come iniziare il discorso.

Sono stata così presa da Marika e Frankie, che si è offerto di diventare la mia guardia del corpo – anche se non so proprio il perché - che ho lasciato Logan in disparte nei miei pensieri, anche se il cuore... il mio cuore batte fortissimo ogni volta che mi torna in mente.

Sorrido ancora.
Arrossisco ancora.
Mi emoziono ancora.

"Baciami, Nic."

«Devo... devo dirvi un'altra cosa.» Torturo la punta della mia treccia.

«Cosa?» chiede Jules incuriosita.

Mia mi guarda pensierosa.

«Io e Logan...» deglutisco, «quando sono andata a vedere come stava, dopo la lite, in palestra, noi...» mi trema la voce.

"Baciami, Nic." Schiaccio le guance nelle mani. Sono bollenti.

«Cosa? Cosa?» Jules è sempre più emozionata. Avvicina il viso allo schermo del cellulare.

«Ci siamo quasi baciati.» Mi va a fuoco la faccia.

«COSAAA?» La voce di Jules mi spacca i timpani. «Stiamo parlando da mezz'ora e ce lo dici solo adesso?» Si tira a sedere e incrocia le gambe. Ha addosso la t-shirt azzurra con la stampa di Taylor Swift che le ho regalato al compleanno, l'anno scorso. «Avanti, racconta. Voglio tutti i dettagli!»

Guardo le mie amiche in imbarazzo. È la prima volta che mi trovo in una situazione simile, non so da dove cominciare, ma dico tutto quello che è successo in questi giorni.
Racconto dello strano comportamento di Logan, della biblioteca, la pizzeria, lo spogliatoio. Le mie amiche ascoltano senza interrompermi e quando finisco di parlare, Jules sembra entusiasta, mentre Mia mi fissa con un'espressione che non capisco. Sembra un po' arrabbiata o infastidita. Non mi è chiaro il motivo, però. Ha sentito cosa ho detto? Dopo tre anni, finalmente anche Logan è interessato a me, perché non è felice? Io lo sono.

«Che... che ne pensate? Se è geloso significa che gli piaccio, no?»

Ditemi di sì, vi prego.
Ho un nodo in gola. L'espressione di Mia mi confonde.

«Certo! Gli piaci tantissimo, Nicole. Logan è uscito con un sacco di ragazze, ma non ha mai fatto certe scenate.» Jules mi rassicura. Ha le guance rosa e sembra emozionata almeno quanto me, ma il silenzio di Mia tiene a freno il mio entusiasmo.

Lei mi conosce meglio di chiunque altro. Siamo amiche fin da bambine, sa tutto di me, e ora mi fissa.

Mi fissa e non parla.
Mi fissa, non parla, storce il naso e pensa a qualcosa.
La conosco.
So che è così.

«M-mia?»

«Non stava con Marika? Si sono lasciati?» Le sue parole mi cadono addosso come una cascata gelida. Vado subito in crisi.

Abbasso lo sguardo, con i piedi ben piantati a terra, e vorrei rispondere che Logan e Marika si sono lasciati o che non sono mai davvero stati insieme. Vorrei dire che lei "non è la sua Regina", ma non sarebbe la verità.

Logan è geloso di me e sembra proprio che io gli piaccia, ma non ho idea di cosa significhi per il nostro rapporto, né per quello che lui ha con Marika. 

Forse tutto, forse niente.

Forse si sono lasciati o forse no, ma su una cosa sono sicura: Logan non mi avrebbe mai detto quelle cose se provasse qualcosa di serio per lei. A me vuole bene. Non mi prenderebbe mai in giro.

"Non stava con Marika? Si sono lasciati?"

«Non...» esito, «non lo so.»

«Che vuol dire che non lo sai?»

Distolgo lo sguardo. Mi sento stupida a non averglielo chiesto, adesso.

«Non farti prendere in giro, Nicole! Logan sa come raggirare le ragazze e se non va bene che lo faccia con le altre, va ancora peggio se lo fa anche con te!»

Ma io non mi sento raggirata.

«Mia, non esagerare.» Jules prova a calmarla, non so se perché pensa che Logan non mi prenderebbe mai in giro o solo perché ha notato il mio stato d'animo.

Ero emozionata, prima. Ora, invece, sono mortificata.

«Io non esagero. Lei gli vuole bene e lui se ne approfitta, come sempre. Deve chiedergli di essere chiaro! Se lei gli piace davvero, deve lasciare quella vipera. Non può tenere il piede in due scarpe soprattutto se si tratta di lei, Nicole. A pagarne il prezzo, altrimenti, sarai tu.»

Un peso enorme mi cade addosso. Mi schiaccia. Ha ragione Mia?

Ero sicura - o quasi - di aver capito il comportamento di Logan, ma ora che guardo la mia amica e le sue parole si fanno largo nella mia testa, non so più cosa pensare.

"Deve essere chiaro o a pagarne il prezzo sarai tu."

Già oggi, in corridoio, è stato così.

Marika ci ha visto e se l'è presa con me, "stavo per pagare io", proprio come ha detto Mia, e adesso che ci penso con calma, io ho confessato a Logan i miei sentimenti, ma anche se lui si è mostrato geloso e voleva baciarmi, non mi ha detto che gli piaccio.

"Se non lo fai tu, lo faccio io. Ma se lo faccio non mi fermo."

Mi era sembrata la dichiarazione più bella del mondo, ma non significava niente?

"Logan sa come raggirare le ragazze."

No... non è possibile. Non posso credere che abbia tentato solo di tenermi "buona", anche se – penso ancora - gli ho scritto un messaggio, qualche ora fa, ma lui non mi ha risposto.

Perché non lo ha fatto?
Ha ricominciato a ignorarmi?

Alzo gli occhi sullo schermo. Le mie amiche aspettano che dica qualcosa, ma non ho più voglia di parlare.

Ero felice per il mio primo quasi bacio, ma sentirmi dire che forse ho frainteso e che non significa nulla, mi delude tanto che mi viene da piangere.

Sono proprio una cretina.
Che avevo in testa?

Voglio staccare la chiamata.

Mi sento troppo stupida per continuare la conversazione e, per fortuna, per una volta il destino corre in mio soccorso.

Qualcuno suona il campanello e io tiro un sospiro di sollievo. Mia madre avrà scordato di nuovo le chiavi.

«Devo andare» dico intristita. Vorrei mostrarmi indifferente o sicura di me, ma le parole di Mia sono andate a segno e non ci riesco. Ho il cuore in panne e i pensieri confusi.

Jules mi guarda dispiaciuta, perché probabilmente ha capito.

Mia sembra un po' pentita di quello che ha detto, o almeno del modo in cui lo ha detto, ma è troppo tardi.

So che non avrebbe voluto farmi la predica o rovinare il momento che aspetto da tre anni, ma il danno è fatto.

Le saluto senza aggiungere altro e chiudo il computer.

Mi avvio al piano di sotto e non so se essere imbarazzata, arrabbiata, triste, delusa. Logan ha davvero solo tentato di "raggirarmi"?

Il campanello suona di nuovo.

«Un attimo.» Corro alla porta. Apro senza guardare e sbando all'indietro quando davanti a me non vedo mia madre, ma Logan.

Oddioddioddio.

Perdo un battito, o forse due, tre, quattro... è bellissimo, santo cielo.

Ha addosso dei pantaloni scuri, una camicia bianca un po' aderente e una cravatta allentata attorno al collo.
Perché è vestito così elegante?

Io indosso una delle mie felpe extralarge, i pantaloni del pigiama e i calzettoni dei Muppets che mi ha comprato mia madre. La mia treccia è mezza sfilacciata, non ho un filo di trucco. Che disastro.

Mi liscio un po' la testa per ordinare almeno i capelli.

«Eri a letto? Stavi dormendo?» Logan mi guarda stranito dall'alto in basso.

No! Che imbarazzo!

«No, stavo... stavo studiando. Stavo...» vado nel panico. «Cosa fai qui? È tardi. È successo qualcosa?» Provo a cambiare argomento e lui mi fissa subito serio e un po' amareggiato. È successo davvero qualcosa, quindi? Perché sembra triste?

«Posso entrare?»

Io mi scosto per lasciare libero il passaggio. Logan entra in casa e si guarda attorno. Le luci sono quasi tutte spente.

«Sei sola?» chiede incerto.

«Mamma e papà sono a lavoro. Ma tu, cosa...» chiudo la porta. «Cos'è successo, Logan?» La sua espressione non mi convince.

«La scuola ha avvisato i miei genitori.» Si avvia verso il salotto senza darmi nemmeno il tempo di accendere le luci. Sa come muoversi a casa mia, c'è stato un milione di volte e quindi non batte ciglio al buio.

Supera la scala, l'arco che separa il soggiorno dall'ingresso e fa il giro del divano colorato. Scosta uno dei tanti cuscini, lì sopra, e cade seduto sul sofà, buttando la testa all'indietro.

Io lo raggiungo. Accendo la lampada sul tavolino e mi siedo accanto a lui. Sembra stanchissimo e la cosa mi agita.

«Si sono arrabbiati?»

«Secondo te?» Fissa il soffitto e sospira. «Mio padre ha dato di matto. Mi ha messo in punizione per due settimane o finché, cito testualmente: "non metterò la mia testa da moccioso del cazzo a posto".» Mima le virgolette. «Stasera mi ha costretto ad andare a quella stupida di festa di benvenuto per il nuovo socio dello Studio legale e io odio quel posto.»

Ecco perché è vestito elegante.

«Mi guardavano tutti dall'alto in basso, Nic. Mia madre ha cominciato a ubriacarsi e io me la sono svignata appena mio padre si è distratto, prima che lei cominciasse una scenata.»

Mi giro verso di lui. Incrocio le gambe sul divano e allungo la mano sul suo braccio per dargli conforto.

So che odia quel posto, quel lavoro, sua madre che beve e suo padre che non si lascia sfuggire occasione per denigrarlo. Deve essere stato cattivissimo con lui, oggi, e anche se Logan ha sbagliato a litigare con Frankie e merita una punizione, non ce la faccio a vederlo così, sapendo come la sua famiglia lo tratta da sempre. Come se non valesse niente.

La madre è troppo concentrata su se stessa per considerare importanti le necessità di qualcun altro; il padre invece, è autoritario, severo e arrogante. Tratta Logan come una proprietà da rimodellare e usare secondo le proprie esigenze.

Le poche volte che mi è capitato di incontrarlo, non ha mai perso l'occasione per sminuire le capacità o le scelte di suo figlio, senza nemmeno provare a velare la disapprovazione con un sorriso, una battuta e, mortificandolo a tal punto, che Logan ha smesso di invitarmi a casa sua, anche solo per studiare.

Mitchum Carter è una brutta persona, un bullo... Non mi piace per niente ed è per questo che, anche se è tutto in sospeso tra di noi, in questo momento, metto i miei sentimenti da parte e penso solo a essere la migliore amica di Logan. È questo quello di cui ha bisogno, adesso.

Stringo la mano attorno al suo avambraccio per fargli sentire il mio sostegno. Può sfogarsi per tutto il tempo che vuole e io non lo giudicherò. Non importa quanti sbagli possa commettere. Io resterò al suo fianco finché mi vorrà, in qualunque modo mi vorrà.

Lui si gira a guardarmi. Vedo gratitudine nel suo sguardo anche se resta serio.

Allunga la mano sulla mia e la stringe. Il mio cuore accelera, ma resto immobile. Non faccio e non dico nulla.
Resto solo quello di cui ha bisogno: una mano a cui aggrapparsi per non annegare.

«Posso dirti una cosa, genietto?» La sua voce è un sussurro. Io annuisco. «Non avrei il coraggio di dirlo a nessun altro perché lo so che dovrei sentirmi grato di quello che ho, ma io non voglio andare a Yale. Non voglio frequentare Legge. Non voglio diventare un avvocato e non voglio essere come mio padre.» Mi stringe la mano mentre lo dice, come se temesse che queste parole possano farmi scappare via o cambiare l'opinione che ho di lui, ma per me non è niente di nuovo. Lo avevo capito da tempo.

Logan non è fatto per la vita che vuole imporgli suo padre. Anche se con giacca e cravatta è bellissimo, anche se è una persona caparbia, capace e intelligente e potrebbe riuscire in tutto, il suo sorriso diventa luminoso solo sul campo da gioco. Il basket è quello che lo rende felice ed è quella la sua strada, io ne sono certa anche se forse lui non lo ha ancora capito.

«Tu non sei come tuo padre, Logan, e non lo diventerai mai.» Lo rassicuro e tengo ogni altro pensiero per me.

Lui abbozza un sorriso. Le sue dita si intrecciano alle mie e io non so come faccio a restare calma, mentre il corpo diventa un groviglio di cavi elettrici in corto circuito.

La sua pelle è caldissima, eppure, io ho brividi ovunque.

«Questa è la prima cosa bella che mi dicono oggi. Anzi, la seconda.» Mi sorride ancora, ma io non reggo e abbasso lo sguardo, stavolta. Si riferisce a quello che gli ho detto a scuola?

"Mi piaci da sempre."
Arrossisco.

«Posso chiederti una cosa, Nic?»

Non lo guardo. Annuisco di nuovo. Le nostre dita sono strettissime.

«Mi abbracci?»

Scatto dritta.  La sua mano non allenta la presa, anzi, si aggrappa alla mia solo di più.

"Mi abbracci?"

Calma! Non agitarti!
Provo a riflettere.

È triste. Vuole l'abbraccio della sua migliore amica. Vuole essere consolato da qualcuno, tutto qui.

Respiro.
Okay. Ma come faccio?

Lui è seduto sul divano, io gli sono accanto, con le gambe incrociate. Sono in perpendicolare rispetto al suo corpo.

Faccio un breve schema mentale: come faccio ad abbracciarlo da questa posizione? Dovrei avvicinarmi troppo, gli salirei praticamente in braccio.

Forse devo alzarmi.
Sì. Mi alzo e lo abbraccio, ma la sua mano non mi molla.
Se la sfilo via, si offenderà?

Provo a valutare il modo migliore per avvicinarmi senza sembrare goffa, imbranata o troppo espansiva.

Lui vuole la sua amica. Vuole il suo genietto. Non deve sembrare che io, invece, voglia saltargli addosso, anche se è così.

Ma che dico!

Respiro ancora, provo a calmarmi, ma appena slego le gambe per mettermi seduta in maniera composta, Logan mi tira in avanti e, non so come, mi trovo a cavalcioni su di lui.

«Ci stavi pensando troppo.» La sua fronte è schiacciata sul mio sterno. Ha la faccia tra i miei seni e anche se provo a convincermi che mi sta abbracciando senza malizia, perché è triste e ha bisogno di conforto, il respiro mi si blocca in gola e il mio cervello capisce solo che sono a cavalcioni sulle sue gambe, sul divano di casa mia, al buio.

Oh, Dio.

Lui mi stringe, ha il viso sul mio petto e io... io... io non ho il reggiseno, cavolo! Non ho niente sotto!

Non agitarti, Nicole. Non agitarti!

Ha litigato con i suoi genitori. Gli avranno detto di tutto e ha bisogno di questo, non c'è niente di strano, niente di indecente.

Ma poi le braccia di Logan mi stringono, le mani iniziano a scivolare verso il basso, sul mio fondoschiena. Mi tocca il sedere per una frazione di secondo e poi cerca il bordo della mia felpa. Si infila sotto.

Che fa! Che fa?!

Non lo so, ma è caldissimo, e se prima rischiavo un attacco di panico, ora sono prossima al blackout.

Le sue dita mi toccano delicate ma esperte. Sembra sappia perfettamente dove andare e cosa fare. Mi sfiora senza osare, come se fosse normale e non stesse succedendo niente di strano, almeno finché non arriva sulle costole, le scapole. Si ferma lì per qualche secondo, che invece a me sembra un'ora, o forse due, e quando capisce che sotto la felpa non ho niente, tutto cambia. Lui cambia.

Se n'è accorto e non so se lo immagino o succede davvero, ma mi sembra di sentire un gemito sofferente che gli esce dalla bocca.

Un gemito... santo cielo.
Un gemito!

È il suono più eccitante e sensuale che abbia mai ascoltato e non l'ho immaginato, perché subito dopo Logan comincia a toccarmi con decisione.

Mi spinge su di sé. Il mio inguine si incastra sopra il suo e lo sento. Il pantalone del pigiama è sottile e leggero. Sento tutto. Logan è eccitato.

È eccitato per me...

Deglutisco.

Il cuore mi martella nelle orecchie. Nel petto.

La mia faccia probabilmente assomiglia a un pomodoro e sono felice che la sola luce presente sia quella fioca della lampada, sul tavolino, un po' distante da noi. La penombra rende tutto meno imbarazzante, o forse solo naturale.

Non lo so.

Non ci sto capendo niente. Non percepisco altro che Logan e le sue mani, la sua erezione, il mio corpo che si scalda, si eccita...

Dio mio.

Deglutisco di nuovo.

Le mutandine sono un po' umide, mi sto bagnando, e quando Logan mi attira su di sé, e lo sento duro e gonfio tra le gambe, non mi trattengo e gemo anche io.

L'imbarazzo mi travolge, ma anche il sollievo. È così che ci si sente quando si è con la persona che si ama? Non ci stiamo parlando, né guardando. Ci tocchiamo e basta, cercandoci solo con il corpo, ed è tutto così spontaneo che non riesco a oppormi.

Logan si strofina contro la mia intimità un'altra volta, e un'altra ancora, finché capisco il suo ritmo e lo seguo. Mi struscio su di lui e non so che significa ma forse va bene così.
Forse non sempre tutto deve avere un perché e va bene anche solo seguire l'istinto, a volte, e così lo faccio.

Infilo le dita tra i suoi capelli e li accarezzo come ho sempre desiderato. La sua reazione è istantanea. Sposta una mano in avanti, sul mio seno, e lo chiude nel palmo grande e caldo.

Geme ancora. Sembra sempre più sofferente. Gli sto facendo male in qualche modo?

Provo a rallentare un po' a cambiare posizione, incastro, ma Logan mi tiene ancorata a sé e stringe il mio seno nella mano ancora più forte.

Le sue dita sono un po' ruvide, forse per gli allenamenti, ma mi piacciono. Mi stimola rude un capezzolo e io impazzisco. Gli tiro un po' i capelli nelle dita mentre lo cavalco con decisione e il calore che ho dentro aumenta.

Sono annebbiata, confusa.

Non diciamo una parola da non so quanto tempo, ma ansimiamo, ci cerchiamo, e questo è probabilmente uno dei momenti più intimi e sinceri che abbiamo mai condiviso. I nostri corpi sembrano uno, così come il respiro. Gemiamo allo stesso ritmo e quando sento che sto per venire, ho l'impulso di baciarlo, ma non ce la faccio. La sua bocca cerca il mio collo, mi morde, mi lecca ed è troppo da sopportare, da controllare.

Stringo le gambe attorno a lui e non resisto più. Vengo.

Un'ondata di piacere mi travolge.

Gemo in un singhiozzo e stringo gli occhi fortissimo. Il respiro mi muore in gola. Il corpo vibra, si scioglie, ed è magnifico e devastante insieme.

Santo cielo.
Il mio primo orgasmo con un ragazzo.

Mi aggrappo alle spalle di Logan per non volare via. Mi sento leggerissima e sorrido.

Sono felice. Lo abbraccio. Rido.

Dio mio, perché rido?

Non riesco a controllarmi.

«Genietto?»

Soffoco la mia risata sulla sua spalla. Lui mi stringe, resta in silenzio per qualche secondo e poi ride con me.

«Tu ridi quando hai l'orgasmo?»

«Scusa» ho le lacrime agli occhi. «Non mi era mai successo. Non so perché. Scusa.» Ma non riesco a smettere e Logan, per fortuna, non sembra arrabbiato.

Si scosta da me per guardarmi in viso e mi toglie i capelli dalle guance. «Non scusarti. Mi piace» sorride dolce e io dovrei essere in imbarazzo, ora, e invece sono solo felice di aver fatto questa cosa insieme.

Mi è piaciuto tantissimo, ma chissà se anche a lui...

È la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, come sono stata? Goffa, incapace? Pensa che sono un'imbranata?

Gli sembro stupida per essere venuta così, solo strofinandomi senza un reale contatto?
E lui? Lui sarà venuto? Voglio saperlo, ma non posso chiederglielo, e ora che mi guarda e sono un po' più lucida mi sento stupida. Non capisco cosa pensa.

«Sei davvero bellissima dopo l'orgasmo.»

Davvero?
Mi dimentico tutto.
Sorrido.

«Ora pero devi promettermi una cosa, genietto.» Mi prende il viso tra le mani quando abbasso gli occhi e mi costringe a guardarlo. «Voglio essere l'unico a sapere quanto sei bella dopo che sei venuta. Questo non devi farlo con nessun altro, capito?»

E con chi dovrei farlo? È te che amo.

«Giuralo.»

Annuisco.

«Solo io posso toccarti così, Nic. E non voglio che ci siano più segreti tra di noi. Non dobbiamo più allontanarci.»

Annuisco ancora. Nemmeno io voglio che ci allontaniamo.

Voglio stare con te. Voglio essere la tua ragazza.

Le parole mi escono quasi di bocca.

Ormai lo sa che mi piace, le carte sono scoperte, e io lo desidero davvero più di ogni altra cosa.

Voglio che stiamo insieme, che facciamo queste cose e molte altre ogni giorno, perché è stato bellissimo e non vedo l'ora di farlo di nuovo e scoprire tutto con lui. E anche se forse, all'inizio, sembrerò un'imbranata, imparerò e diventerò più brava.

Voglio solo che stiamo insieme, finalmente. Che mi dica che gli piaccio solo io, che non vedrà più né Marika né nessun'altra.

Voglio che mi dimostri che Mia ha torto quando dice che si approfitta della situazione, di me, e che sa come raggirarmi.

Voglio anche io che queste cose le faccia solo con me.

«Anche... anche tu però.» Non so dove trovo il coraggio di parlare.

«Anche io cosa?»

«Questo» mordo il labbro, «non... non farlo con nessuna. Solo con me.»

Lui si irrigidisce. Toglie le mani dal mio viso e ributta la schiena all'indietro, sul divano. Cambia umore, espressione.

«Io non faccio queste cose, di solito.» Anche la sua voce sembra diversa.

«Sì, che le fai.» Mi viene spontaneo.

«No, Nic. Io faccio altro

Mi gelo all'istante.

"Altro". Lui fa "altro".

Incrocio le braccia davanti al petto ed è come se, all'improvviso, fossi nuda e lui ridesse di me perché sono infantile e poco sensuale, anzi, per niente sensuale.
È questo che intende? Che quello che abbiamo fatto non conta perché lui è abituato a fare "altro"?

Perché mi ha chiesto di non farlo con nessuno se non ha importanza, allora?

"Non farti prendere in giro, Nicole. Logan sa come raggirare le ragazze."

Mi tiro via dalle sue gambe con le parole di Mia che rimbombano nella mia testa.

«Aspetta, dove vai?» Logan mi guarda confuso e, forse, un po' mortificato. Ha capito di aver detto qualcosa che non doveva? Beh, ormai è tardi. Il danno è fatto.
Perché nessuno pensa prima di parlare? E io perché, invece, penso troppo?
«Aspetta, Nic, non volevo dire questo.»

«Sì, invece, e ho capito, tranquillo. Tu sei esperto e io invece no. Quello che abbiamo fatto non significa niente.»

Che stupida che sono.

«Certo che sì! Aspetta un attimo, non mi sono spiegato.» Mi viene dietro, mentre accendo tutte le luci lungo il mio passaggio. Non voglio più stare al buio con lui. Non voglio più stare con lui! Voglio che se ne vada. Anzi, no. Me ne vado io!

Salgo le scale e mi avvio in camera mia.

«Fermati, Nic!»

«Vattene! Sei solo un cretino!» Urlo quando sono davanti alla porta della mia stanza. Provo a chiudergliela in faccia, ma la respinge come un alito di vento e mi segue dentro.

«Sì, beh, non è una novità. Lo sai che lo sono! Per questo ti ho creduto quando mi hai detto che ti piaccio da sempre, anche se, dopo due minuti, ti sei messa a fare gli occhi dolci a un altro!»

«Gli occhi dolci? Io non faccio gli occhi dolci!» Cosa cavolo sta dicendo? Io lo aspetto da tre anni!

«Sì, invece. Tu hai questi occhi che fottono il cervello e lo sai! Prima li hai usati con me e poi con Frankie!»

«Con Frankie?» Non ho idea di cosa stia dicendo. Perché tira sempre in ballo Frankie? A me non piace in quel senso!

È gentile, simpatico. Mi fa ridere e, oggi, con Marika mi ha aiutato, mi ha fatto sentire capita e al sicuro, ma questo non significa che farei quello che ho appena fatto con lui! Non voglio farlo con nessuno che... un attimo...

Un attimo! Un attimo!!

«Che ne sai che ho visto Frankie, dopo di te?»

«Non è vero?»

«Sì che è vero, ma tu come lo sai? Non c'era nessuno in corridoio, tranne...» mi fermo e il fiato mi muore in gola.

Marika. C'era Marika...

«Te l'ha detto lei

Logan mi fissa. Non prova nemmeno a negarlo.

«E quando te lo ha detto? Perché?»

Perché! Non capisco! Quindi si sono visti dopo che gli ho detto che sono innamorata di lui! E cosa hanno fatto? Quando?

La gelosia mi stritola lo stomaco, ma più di tutto non capisco perché Marika gli abbia detto che ho incontrato Frankie, in corridoio.
Lui mi ha difeso da lei, ma probabilmente non gli ha raccontato tutta la storia. Non avrebbe senso.

Ha inventato qualcosa per screditarmi prima che fossi io a parlare, proprio come ho pensato prima. Vuole distruggere la mia credibilità.
In questo modo, qualunque cosa dirò adesso sembrerà una bugia, ma Logan le ha creduto sul serio?

Come può credere a lei, prima di chiedere a me?

È per questo che è venuto qui, stasera?

Il dubbio mi travolge come una mareggiata, mi butta sott'acqua e io non respiro più.

Logan le ha creduto.

Mi ha detto che sono "al di sopra di tutto", ma non è vero o non avrebbe creduto alle sue parole.

Bugiardo. Bugiardo. Bugiardo!

«Se credi a lei, allora vattene.»

Lui mi guarda sorpreso. Apre la bocca per dire qualcosa, ma non voglio ascoltarlo più.

«Ti ho detto che mi piaci, Logan. Sono tre anni che ti aspetto, che ti vedo uscire con le altre e non ho mai detto una parola. Sono stata sempre al mio posto. Io non ti piaccio e non è colpa tua. Sono stata un'amica comunque, sempre, anche stasera ho pensato solo a consolarti quando mi hai parlato dei tuoi genitori, ma se credi a lei, adesso, allora vattene! Dimentica quello che ti ho detto stamattina, dimentica quello che abbiamo fatto e dimenticati anche di me!»

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