Ventiquattro
Torino, 22 luglio 2017
Dopo la pomiciata nella hall dell'hotel, io e Federico siamo stati un po' al bar, sorseggiando dell'ottimo Chianti e punzecchiandoci a vicenda.
"Se non la smetti di morderti il labbro ti scopo sul bancone del bar."
Questa è stata la frase più emblematica del numero 33 mentre io mi mordevo assiduamente il labbro inferiore ogni volta che mi guardava come se fossi un pasticcino al cioccolato. Capitemi, non è una cosa normale essere la ragazza di Federico Bernardeschi. Ancora mi ci devo abituare.
Ci siamo baciati a lungo sulla soglia dell'hotel prima che lui sfrecciasse via sulla sua Jeep nera. Poi sono tornata in camera e, fortunatamente, mio padre stava ancora dormendo perciò non si è accorto della mia assenza.
Sono distesa a pancia in su sul mio letto, ho addosso la maglia di Federico e se lecco le mie labbra riesco ancora a sentire il suo sapore. Non riesco a dormire, ma devo spegnere il cellulare e provare a riposare per almeno sei ore. Non è facile, visto che continuo a pensare a ieri, alla notte di fuoco che abbiamo passato e anche alla mattina prima nella doccia e poi in camera da letto.
Olivia, smettila di pensare a lui. Vacci piano o ti farai del male.
Grazie coscienza, tempismo perfetto per farmi tornare in mente il fatto che siamo totalmente diversi e appena inizieranno le lezioni all'università e le partite della Juventus e della Nazionale ci vedremo poco o niente. Grazie per farmi pensare che lui potrebbe farsene una ogni sera se solo volesse, bello com'è.
Ed è con questi pensieri che finalmente riesco a prendere sonno, sognando braccia tatuate, un ciuffo biondo e due occhi verdi grandi come il mare.
***
Torino, 23 luglio 2017
Oggi è domenica, domani inizierà ufficialmente il mio tirocinio a casa Juve e provo un misto tra eccitazione e paura. Sì, ho paura. Di fallire miseramente, di non essere all'altezza, di avere aspettative troppo alte rispetto alle mie capacità.
Ho bisogno di un amico, devo dire a qualcuno dello stage oppure scoppio.
Chat Whatsapp tra Olivia e Miralem
Olivia: Mire hai da fare oggi?
Miralem: Bonjour, Olivia.
No sono a casa da solo perchè Edin è con Josepha per qualche giorno,
tutto bene?
Olivia: Sì tutto benissimo, ma avrei bisogno di uscire con un amico
Miralem: Piazza Castello?
Al bar che fa la granita più buona di tutta Torino 😍
Olivia: Perfetto, tra mezz'ora?
Miralem: 👍👍👍👍
Il centrocampista bianconero è l'unico che può aiutarmi in questa situazione e ho davvero bisogno di sfogarmi con un amico e, nonostante ci conosciamo da poco tempo, lo considero tale.
Arrivo in Piazza Castello e vedo Miralem a pochi metri da me, seduto ad un tavolo di un bar.
"Ciao Mire, come stai?"
"Tutto bene a parte che mi manca quel piccolo ometto" risponde, facendo il labbruccio.
"Che bravo papà che sei. Non ti preoccupare, tra poco tornerà e recupererete tutto" lo rassicuro, intenerendomi davanti ad un amore incondizionato come quello del bosniaco nei confronti del figlio.
"Assolutamente sì. Comunque, che è successo ultimamente? Federico sembra un bambino mentre apre i regali la mattina di Natale" ridacchia, guardandomi come per estorcermi informazioni.
"Abbiamo fatto l'amore" sgancio la bomba. Così, senza preavviso. Gli occhi di Miralem sono sbarrati, increduli sentendo le mie parole.
"Ci vai giù pensante eh" scherza. "Odio i giri di parole, subito dritta al punto, mi piace. Beh, e non sei contenta?"
"Certo che sono contenta! Cavolo, lui è tutto quello che ho sempre cercato in un ragazzo, ma ho tanta paura" confesso.
"Paura di cosa?"
"Di non essere abbastanza. Insomma guardami, non sono il prototipo di ragazza di un calciatore" alzo gli occhi al cielo, passando in rassegna l'aspetto fisico di tutte le mogli o fidanzate dei calciatori che mi vengono in mente.
"Non c'è un prototipo di ragazza, ci piacciono le belle donne e si da il caso che tu sia una bella donna, Olivia, anche se non ci credi" dice tranquillo, prendendo un sorso dalla sua granita alla menta.
"Sì, ma hai presente Veronica? Non mi starà tanto simpatica per quello che ha fatto a Federico, ma non mi assomiglia per niente" continuo.
"Ringraziamo il cielo che tu non le assomigli. Senti, tu puoi anche non credermi, ma Fede è uno che se vuole una cosa corre e se la va a prendere, è fatto così. E se non gliene fregava un cazzo di te non ti avrebbe seguita su Instagram e poi invitata allo stadio. Devi ammettere che si è impegnato molto finora perciò non devi temere niente. Tu gli fai bene, Olivia. Sei esattamente tutto ciò di cui ha bisogno."
D'ora in poi voglio un Miralem Pjanic in miniatura da portare sempre con me. I suoi consigli e il suo modo di parlare hanno un effetto calmante su di me.
"Hai mai considerato l'idea di diventare uno psicologo?" Sorrido, leggermente sollevata dopo aver ascoltato le sue parole.
"Guadagno bene così" fa il finto sbruffone ed entrambi scoppiamo a ridere.
"Beh, se dovesse andarti male nel calcio potresti pensarci" aggiungo, bevendo un po' di granita al limone.
"Tra poco inizia il campionato, non mi portare sfiga eh" fa le corna.
"Sei il centrocampista più forte della Juventus e penso anche uno tra i migliori del campionato italiano, non basta una mia battuta per farti venire i piedi storti" gli faccio l'occhiolino.
"Lo pensi davvero?"
"Certo, non dico bugie. Sei il Pianista, noi juventini ti amiamo, fosse per me ti farei fare un contratto a vita con la Juve" chiudo gli occhi pensando a quanto possa essere bello per i bianconeri una possibilità del genere.
"Mi preferisci a Berna, la cosa si fa interessante" appoggia i gomiti sul tavolo e mi sorride, alzando un sopracciglio.
"Sto parlando di tecnica e capacità di inventare a centrocampo, senza di te molte azioni e molti gol non ce li saremo neanche sognati. E poi i tuoi piedi sono magici, lo sanno tutti" dico un'ovvietà.
A parte gli scherzi, chi venderebbe mai un giocatore come Miralem Pjanic? Ha qualità e tecnica, inventa, passa la palla, ha visione di gioco, crossa, tira rigori e punizioni. Oddio, le punizioni del Pianista. Chi se le scorda?
"Dovresti venire agli allenamenti, non ho mai incontrato una ragazza che parla così di calcio. Te ne intendi, chiederò a Max se si può fare" annuisce ed io sto già pensando alla panchina bianconera con gli occhi a cuoricino.
"Mi sa che da domani mi vedrete molto spesso a Vinovo" sgancio l'altra bomba.
"Cosa?" Mi chiede incredulo.
"Mi hanno accettato per il tirocinio alla Juve" dico sorridendo, sinceramente felice.
"Oddio, e che aspettavi a dirmelo? Sono così fiero di te, Olivia" si alza e mi abbraccia.
"Grazie Mire, sei davvero un amico. A dire la verità sono molto nervosa per domani, non so se sarò all'altezza di tutto questo" espongo i miei timori al numero 5.
"Scherzi? Andrai alla grande. Sii te stessa e vedrai che ti prenderanno sicuramente. Ricorda, alla Juventus contano soltanto due cose: lavorare sodo e vincere. Perchè vincere non è importante..." non gli faccio neanche finire la frase.
"E' l'unica cosa che conta" diciamo in coro.
Giampiero Boniperti. Uno dei miei tanti sogni da tifosa bianconera è di stringergli la mano e conoscere quell'uomo che alla Juve ha dato tutto, ogni goccia di sudore e tanto, tanto, tanto amore.
"Che uomo" sospiro, pensando all'uomo della citazione.
"Un grande" risponde Miralem. "Chissà com'è contento Fede di vederti tutti i giorni a Vinovo" aggiunge.
Abbasso lo sguardo, bevendo un sorso di granita, evitando di rispondere alla domanda.
"Olivia?" Mi scuote per un braccio.
"Non gliel'ho detto" alzo lo sguardo incontrando i suoi occhi, che mi fissano interrogativi.
"Che aspetti?" Mi sprona.
"Domani. Voglio fargli una sorpresa" sorrido maliziosa.
"Allontanerò tutti da voi, così non dovremo assistere alla vostra scopata in grande stile negli spogliatoi" scuote la testa divertito.
"Miralem! Ma cosa vai a pensare?" Rimango a bocca aperta alle parole del bosniaco, ma sotto sotto è proprio quello che penso succederà.
"Come se non ci stessi pensando proprio ora" alza un sopracciglio.
"E va bene, Freud. Adesso leggi anche nella mente?" Scuoto la testa e allargo le braccia.
"Dovrai farlo impazzire domani. Hai un vestito adatto?" Mi domanda.
"Devo avere un dresscode?" Lo guardo, sperando di non dover per forza indossare tacchi alti 20 cm.
"Vieni con me, andiamo a comprare qualcosa che lo faccia impazzire" mi fa l'occhiolino e mi affianca mentre camminiamo per le vie torinesi.
"Come sai quello che gli piace?" Gli domando, aggrottando le sopracciglia.
"Sono un uomo, Olivia. Lascia fare a me" fa il finto esperto di moda.
"Okay, mi fido di te ma non voglio sembrare una battona il mio primo giorno di lavoro" scoppio a ridere guardando le vetrine con il mio bosniaco preferito, che mi da una leggera gomitata ridendo insieme a me.
"Stai insinuando che mi piacciano le battone?"
"Scemo, hai capito cosa volevo dire" gli do un colpo sulla nuca, facendolo ridere ancora di più.
"Questo negozio fa per noi" mi trascina dentro ad un negozio di abiti eleganti tirandomi per un braccio.
"Chi sei, Enzo Miccio?" Lo derido.
"Molto meglio, tesoro" dice, imitando la voce dell'organizzatore di matrimoni di Real Time.
Stiamo dentro a quel negozio per un paio d'ore e alla fine compro tre vestiti. Sono vestiti eleganti per il tirocinio, un tubino nero che arriva alle ginocchia, aderente sui fianchi, un pantalone a palazzo blu scuro con una camicetta color crema e una tuta che arriva alle caviglie bianca con quadri neri. Perfetta per l'ambiente in cui lavorerò.
"Domani metti il tubino, lo farà impazzire, ne sono certo" mi strizza un occhio mentre sono alla cassa a pagare. Vedo la sua mano che cerca il portafoglio nella tasca posteriore dei jeans ma lo blocco all'istante.
"Non ti azzardare minimamente, sono i miei vestiti e me li pago io" dico, ferma sulla mia posizione.
"Mi fai paura quando fai quell'espressione" asserisce, riponendo il portafoglio al suo posto.
"Sono piccola ma posso fare paura se voglio" continuo, con la mia voce e sguardo minacciosi.
"Come me" mi fa l'occhiolino "sono piccolo ma in campo ho la cattiveria di Mario, solo che lui è quasi due metri" aggiunge, alzando le spalle di fronte all'ovvietà.
"Un croato e un bosniaco fanno abbastanza paura, credimi" sorrido, prendendo il sacchetto dalla commessa e usciamo dal negozio.
"Merda, ho quattro chiamate perse e un'infinità di messaggi da parte di Federico" controllo il cellulare dopo ore e mi sento improvvisamente in colpa per non avergli risposto.
"Devo andare, tra poco ho una video chiamata con Josepha per vedere il mio piccolo" gli si formano gli occhi a cuoricino controllando l'ora.
"Io vado a casa, così rispondo a Fede se no chissà che pensa" abbraccio Miralem e faccio per congedarmi ma lui mi trattiene.
"Ti accompagno a casa, non ti faccio andare con i mezzi pubblici" mi convince.
Il viaggio in macchina è breve, non abito molto lontano dal centro e muoversi in auto è molto più veloce che con i mezzi pubblici la domenica. Siamo fuori dall'hotel e vedo parcheggiata una Jeep nera uguale a quella di Miralem a pochi metri dall'ingresso.
"Che cazzo ci fa qui?" Penso ad alta voce, riconoscendo la macchina di Federico.
"Corri, il tuo latin lover ti aspetta" scherza il numero 5 bianconero. Ci abbracciamo velocemente e scendo dalla macchina, correndo dentro all'albergo.
"Chi non muore si rivede."
Riconoscerei quella voce tra mille. E' arrabbiato, anzi è incazzato nero, ora che lo guardo in faccia. Gli occhi sono due fessure che mi fissano da capo a piedi. Non riesco a decifrare nemmeno un'emozione sul suo viso, tranne la rabbia.
"Hey, che ci fai qui?"
"Che ci faccio qui? Sono ore che non mi rispondi, volevo venire qui per vedere se è successo qualcosa ma sei sparita! Dove cazzo sei stata?" E' una furia e sta urlando in mezzo alla hall.
"Smettila di urlare, non voglio dare spettacolo. Ero in centro a fare shopping, datti una calmata." Non mi piace la sua gelosia infondata.
"Darmi una calmata? Guarda come sono calmo!"
Estrae il cellulare dalla tasca e penso di vivere in un incubo. Decine di foto mie e di Miralem risalenti a due ore fa in Piazza Castello, ridiamo e ci abbracciamo al bar e davanti alla vetrina del negozio. C'è anche una scritta:
"Nuova mamma per il piccolo Edin? L'ultima conquista di Miralem Pjanic dopo la rottura con la ex storica Josepha."
Non ci posso credere. Ma chi ha scattato queste foto? Non abbiamo fatto niente, ci siamo scambiati due abbracci, due di numero. Come possono i giornalisti scrivere così tante puttanate in solo due frasi?
"Dimmi che non credi a queste stronzate" dico a Federico. Non ho niente da nascondere. Se sono uscita con Miralem questo pomeriggio è per fare colpo su di lui domani, ma questo lui non lo può sapere.
"Credo a quello che vedo. Miralem, ma seriamente? Dopo quello che è successo tra di noi?" Le sue parole più che rabbia trasudano delusione. Odio vederlo in questo stato, ma deve fidarsi di me perchè io non lo tradirei per nessuno al mondo.
"Fede, devi fidarti di me. Guardami" gli prendo il viso tra le mani e punto gli occhi dritti nei suoi, che stanno diventando lucidi. "Voglio solo te" dico, e le mie parole sono un sussurro, voglio che capisca che sono sincera.
"Voglio crederti, davvero, ma non riesco a capire" scuote la testa, abbassando lo sguardo.
"Ti giuro che c'è una spiegazione più che logica, devi solo avere pazienza" aggiungo, cercando di calmarlo. Non posso rivelargli niente di più, voglio davvero che domani sia una giornata indimenticabile.
"Scusami, non ce la faccio. Ho bisogno di stare da solo" mi sposta le mani dal suo viso e in un secondo è fuori dall'hotel.
Rimango impalata per qualche minuto, incerta su quello che sto facendo.
E' davvero una buona idea fargli una sorpresa? Forse glielo dovevo dire.
Domani capirà tutto e si metterà l'anima in pace.
Chat Whatsapp tra Olivia e Miralem
Olivia: Disastro. Ci sono foto mie e tue di oggi, ti mando il link. Fede è nero
Miralem: STAI SCHERZANDO? Ci penso io alle foto e all'articolo
Olivia: Devo dire a Fede dello stage? Mi sento in colpa... 😢
Miralem: Stai tranquilla, domani capirà tutto e di' pure addio al tubino nero,
te lo strapperà di dosso 😉
Olivia: Speriamo 🙊🙈
Ed è con l'ultimo messaggio di Miralem che riesco finalmente ad addormentarmi, pensando a quanto farò felice il mio numero 33 preferito, facendomi perdonare per le assurdità che ha visto oggi.
Eccoooooomi ancora quiiii! Sono più di 2000 parole, sono commossa! Mi sono impegnata per questo capitolo, ovviamente non poteva essere tutto rose e fiori. Ci tengo molto al personaggio di Miralem perchè è uno dei miei preferiti della Juve (a dire la verità sono tutti miei preferiti, ma dettagli) e mi piace il rapporto di amicizia tra lui e Olivia. Ho anche citato Giampiero Boniperti che, come tutti gli juventini sapranno, è una figura fondamentale nel mondo bianconero. Fatemi sapere che ne pensate del capitolo e lasciate stelline e commenti come sempre che mi piace un sacco leggere le vostre impressioni!
Detto questo, vi lascio che sono quasi 2500 parole! E come sempre:
Pace, amore e fino alla fine forza Juventus ⚪⚫
A presto,
C.
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