Quattro
Torino, 24 giugno 2017
Ieri è stato un sogno diventato realtà. Continuo a sorridere come un'idiota mentre riguardo le foto scattate fuori e dentro lo stadio, negli spogliatoi, sulle tribune e in campo. C'è anche una foto che ritrae me e Federico sorridenti davanti all'obbiettivo. È proprio un bel ragazzo, è innegabile.
Decido di mandargli la foto di noi due - senza un apparente motivo - soltanto per trovare un pretesto per chiacchierare con lui.
Direct tra @oliviadiviani e @fbernardeschi
@oliviadiviani ha allegato una foto
Guarda, sembriamo quasi carini 🥰
@fbernardeschi
Io sono bellissimo e anche tu non sei affatto male, piccola Liv 🥰
Non sono affatto male.
Olivia, cerca di stare calma e ragionare. L'ha detto solo per essere educato, non ti montare la testa.
@oliviadiviani
Hai dimenticato modesto tra gli aggettivi!
@fbernardeschi
Io sono in giro, ti va di prendere un caffè? O un gelato?
Sono con alcuni amici
Se vuoi ci trovi al bar da Fausto in via Sacchi
@oliviadiviani
Devo assolutamente finire il capitolo di linguistica se no non passerò mai quell'esame.
Appena finisco vi raggiungo
Ci vediamo tra un'ora
Non disperarti senza di me
Non so cosa mi abbia spinto a scrivere l'ultima frase. So solo che mi piace scherzare con Federico, nonostante ci conosciamo letteralmente da due giorni. Mi fa sorridere ogni volta che vedo il suo nome nelle notifiche sullo schermo del cellulare.
Non devo farmi strane idee, ha detto che ci sono dei suoi amici con lui quindi non è un appuntamento. Chissà perché dovrebbe invitarmi ad uscire soltanto io e lui.
Studio ancora per un'ora, memorizzando finalmente le ultime regole del capitolo di morfologia di linguistica generale. Mi vesto rapidamente mettendomi un paio di shorts neri di jeans non troppo corti né troppo stretti e una maglietta bianca con il simbolo e la scritta Adidas sulla mia clavicola sinistra. Infilo le mie Superstar bianche a strisce nere e completo il mio outfit con i miei odiati occhiali da vista dalle lenti troppo spesse a causa della mia miopia.
Sento la porta della camera aprirsi e vedo mio padre buttarsi a peso morto sul letto, spossato dopo una lunga giornata di lavoro. Mi siedo in fianco a lui e chiacchieriamo per alcuni minuti.
"E così esci con Bernardeschi..." dice mio padre corrugando la fronte, pensieroso.
"Non è come pensi, papi. Ci conosciamo da due giorni e poi ha detto che ci sono altri con lui." alzo le braccia come per convincere me stessa più che mio padre.
"Beh, sono contento che ti stai facendo degli amici. Amici juventini poi, non potrei chiedere di meglio" sorride mio padre, mi avvicino a lui e mi dà un leggero bacio sulla fronte mentre mi scappa un sorriso a causa di quel gesto dolce e inaspettato.
"Ora devo andare. Ci vediamo dopo" dico dando un bacio sulla guancia a mio padre. "Ti voglio bene, papi" sussurro vicino al suo orecchio.
"Ti voglio bene, pulce" lo vedo sorridere ed esco dalla stanza, pronta a raggiungere i ragazzi.
Direct tra @oliviadiviani e @fbernardeschi
@oliviadiviani
Sto arrivando, siete ancora lì?
@fbernardeschi
Aspettiamo solo te, Liv
Sorrido e blocco lo schermo, accelerando il passo guidata dal navigatore. In pochi minuti arrivo a destinazione: un piccolo bar lontano dalle strade con fuori un paio di tavolini. Vedo da lontano quattro persone: una deve essere sicuramente Federico, perché riconosco il braccio sinistro più scuro del destro ondeggiare per farsi notare da me. Gli sorrido e mi avvicino sempre di più al tavolo.
Riconosco le altre persone sedute con lui.
Prima o poi mi farà morire sto ragazzo.
Paulo Dybala, Miralem Pjanic e Mario Mandzukic.
Ecco chi erano gli amici che voleva presentarmi. Io lo ammazzo. Vuole farmi venire un infarto?!
"Oh mio dio" dico sottovoce rimanendo impietrita davanti ai quattro ragazzi. "Potevi avvisarmi e dirmi chi erano gli amici!" rimprovero Federico perché avrebbe dovuto dirmelo. Gli dò un pugno sul bicipite, ma scoppio a ridere subito dopo perché sono troppo contenta.
I ragazzi si alzano in piedi e si presentano, rivelandosi molto simpatici. Iniziamo a parlare di calcio, di Juventus, ma anche di quanto siano diventati amici nello spogliatoio bianconero. Rimango ad ascoltarli per un tempo indefinito, scoppiando a ridere quando raccontano qualche aneddoto divertente su uno dei presenti. Sono davvero carini e non mi hanno fatta sentire a disagio nemmeno per un attimo.
Giuro che ho persino visto sorridere Mario Mandzukic. Il che non è da poco.
"Ragazzi, mi dispiace fare la solita figura della fan impazzita ma possiamo farci un selfie tutti insieme?" provo a buttare lì la frase per tastare il terreno. "Non per postarla o per i like su Instagram, non me ne può fregar di meno, ma per mio padre. So che gli farebbe un piacere enorme. Soprattutto sapere che sono con te, Mario, lui ti ama." alzo gli occhi al cielo ridendo. "Non scherzo, ragazzi. Penso abbia una cotta per te! Gli piacciono tutti i giocatori della Juve, ma con Mario è diverso." guardo i ragazzi e li noto sorridere per poi posizionarsi per il selfie.
Estraggo il cellulare e ci mettiamo tutti in posa per un selfie di gruppo. Tutti sorridenti, felici e spensierati. Come se fossimo amici da sempre che si sono ritrovati per una rimpatriata in centro.
Messaggio a: Papone 💚
Reggiti forte e quando sei pronto apri la foto
Non vedono l'ora di conoscerti
Sono fantastici
Hai allegato una foto
Dopo pochi secondi vibra il telefono.
Messaggio da: Papone 💚
Meno male che siete seduti se no gli arriveresti all'ombelico!
Ma quello è Marione Mandzukic!!!!
Questa la appendiamo in salotto nella casa nuova in formato gigante!
Ti voglio bene, pulce 🖤
"Ve l'avevo detto che sarebbe impazzito!" esclamo, bloccando il cellulare.
Ridiamo e scherziamo per quelle che sembrano ore, divertendoci come pazzi e conoscendoci meglio.
Quando sono ormai le 20:30 decido che è ora di tornare a casa.
"Ragazzi devo andare o mio padre mi verrà a cercare fino a Vinovo, convinto che mi abbiate rapita" dico mordicchiandomi il labbro inferiore salutando poi tutti i ragazzi, con la promessa di rivederci a breve.
"Ti accompagno a casa io, non voglio farti andare in giro da sola" dice prontamente Federico, alzandosi subito dopo di me.
"Tranquillo, non abito lontano e c'è ancora luce" lo rassicuro, non volendo forzarlo ad allungare la strada.
"Insisto, non è un problema e mi fa piacere" mi sorride e per un attimo rimango a fissare la sua bocca.
Ci incamminiamo insieme verso l'hotel in cui alloggio e sento immediatamente vibrare il telefono tre volte di seguito. Tre notifiche di Instagram:
@paulodybala ha iniziato a seguirti
@miralem_pjanic ha iniziato a seguirti
@mariomandzukic_official ha iniziato a seguirti
Blocco il cellulare e mi concentro sul mio accompagnatore che cammina al mio fianco e noto che mi sta fissando.
"Che c'è, ananas?" gli chiedo, incuriosita.
"Ananas? Comunque niente, ti guardavo" alza le spalle e giuro di averlo visto arrossire per un istante.
"Con quei capelli mi sembri un ananas" ridacchio alzando un braccio per scompigliargli il ciuffo troppo lungo con le dita. "Ho qualcosa tra i denti?" sorrido esageratamente per mostrargli i denti.
"No, sei perfetta" dice, sorridendo a causa della mia espressione.
Sei perfetta.
"Esagerato" sussurro ed abbasso subito lo sguardo, con le guance roventi e color del pomodoro, e la gola troppo secca per poter aggiungere altro.
"Guarda che sei bella, scema" mi dice, alzandomi il viso con due dita sotto il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi.
Merda, di nuovo quegli occhi...
"Beh, anche tu hai degli occhi bellissimi ma non sto qui a dirtelo" dico tutto d'un fiato senza neanche rendermene conto.
Lui sorride abbassandosi verso il mio viso. Le sue labbra sono TROPPO vicine alla mia faccia. Mi bacia una guancia dolcemente e io avvolgo le braccia attorno al suo collo.
"Grazie, talpa" mi dice lui all'orecchio, provocandomi un leggero brivido a partire dal collo fino ad arrivare alla base della spina dorsale.
"Sì ma non te la tirare" alzo le spalle e lo spettino di nuovo, ridendo per la forma dei suoi capelli che assomiglia veramente ad un ananas. "Siamo arrivati, io sto qui" gli dico, indicando l'insegna dell'hotel. "Grazie per avermi accompagnata, sono sicura che mio padre apprezzerà" gli dò due baci sulle guance e gli sorrido passandogli le dita tra i suoi capelli lunghi.
"Sono un ragazzo protettivo io" si dà delle arie, mettendosi le mani sui fianchi. Sorrido spontaneamente nel vederlo in quella posa ed entro nella hall dell'hotel salutandolo con la mano da lontano.
Con la manina, ma seriamente?
Quanti anni pensi di avere, dodici?
Vergognati, Olivia.
Entro in ascensore e schiaccio il numero undici. Mi rendo conto di sorridere soltanto quando mi giro verso lo specchio all'interno dell'abitacolo. Era da tempo che non mi sentivo così felice e questa giornata è stata senz'altro tra le più divertenti degli ultimi anni.
Altro capitolo, oggi sono ispirata e domani non potrò aggiornare perché ho la laurea di una mia amica. Spero che il capitolo vi piaccia e come sempre lasciate un commento e/o una stellina che sono sempre bene accetti!
A presto,
C.
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