Venti di passione e di guerra - II parte

Aggrappato alla balaustra del castello di poppa della 'Jules', Watt osservava affascinato la febbrile attività che dilagava tra la ciurma, visibilmente eccitata al pensiero di una battaglia. Il ponte gremiva di uomini dall'aspetto spaventoso, armati fino ai denti di pistole, spade e coltelli, mentre accanto ai cannoni venivano ammucchiati munizioni e polvere da sparo.
Reaper impartiva ordini con la sicurezza e la tracotanza di chi non aveva mai perduto una battaglia. Se Watt e gli uomini erano eccitati, La Morte si trovava nel suo elemento. Risplendeva di luce sovrannaturale.
La 'Victoire', la 'Reine' e la 'Princesse' li seguivano a breve distanza, la 'Vengeange', comandata da Devil, navigava alla loro destra, mentre la 'Joie' stava in coda.
Gli urli di battaglia di alcuni uomini arrivavano alle orecchie di Reaper, ed egli sorrise. Aveva una luce strana che gli illuminava lo sguardo, mentre con mano ferma, accarezzava l'elsa della sua spada.

In quel momento la flotta nemica doveva averli già avvistati. La 'Jules' mantenne la rotta fino a quando gli apparve la retroguardia della flotta. Gli occhi incollati al cannocchiale, Reaper studiò e valutò il nemico individuando la preda: un galeone che, per qualche ragione misteriosa, era rimasto appartato in coda e procedeva lentamente. Non era isolato, poiché alcune navi sembravano aver rallentato appositamente per non lasciarlo privo di protezione ma, anche se ben armati e pronti a combattere, non sarebbero state in grado di difenderlo.
La bocca piegata in un sorriso diabolico, lanciò gli ordini, prontamente segnalati ai cinque vascelli dietro di loro.

La luce dell'alba cominciava a delineare i profili degli scafi, il cielo era di un blu cobalto acceso e contro di esso si stagliava il biancore delle navi nemiche.
All'improvviso la flotta virò, venendo a trovarsi a un'angolazione di un quarto rispetto ai galeoni, e puntava dritto contro la zona di mare immediatamente dietro la poppa del galeone di coda. Dalle bocche dei loro cannoni si levarono fiamme accecanti, mentre l'acqua tutto intorno cominciò a ribollire di bordate.

Sulla 'Jules' regnava un incredibile silenzio, gli uomini, a gruppi di tre per ogni pezzo, attendevano frementi per l'impazienza, lo sguardo fisso sul loro capitano. Solo quando un colpo rischiò veramente di colpirli inondando il ponte d'acqua, Reaper levò la mano armata in aria e con un grido la lasciò cadere. Nell'istante immediatamente successivo il ponte tremò sotto il rinculo dei cannoni quindi, passati i tre minuti che servirono agli uomini per ricaricarli, fecero di nuovo fuoco.

Dietro l'esempio dell'ammiraglia, la 'Reine' e la 'Princesse' iniziarono a far fuoco a loro volta, mentre la 'Vengeange' superava a babordo la prua della 'Jules' e iniziava una manovra di accerchiamento spedendo alcune scariche contro la poppa del galeone nemico, il 'San Francisco', nel tentativo di colpire il timone. Una bordata cadde sul ponte dell'altra nave nemica, il 'San Pelayo', decimando gli uomini e rendendo inutilizzabili un buon numero di pezzi, un'altra mandò in frantumi un albero del 'San Francisco', trasformando ciò che ne restava in un'unica, immensa marea di fuoco.
Erano abbastanza vicini e Watt, fermo al suo posto, poteva distinguere i marinai accorrere dalle loro postazioni tra i corpi agonizzanti dei feriti, nel tentativo di sedare l'incendio. Vide un uomo avvolto da una cortina di fuoco, gettarsi al di sopra della murata con un grido che non aveva nulla di umano, e finire in acqua, dove comunque avrebbe trovato la morte. Girò la faccia dall'altro lato, odiava tutto ciò, non era come Reaper che sembrava risplendere di luce di fronte a morte e disperazione.

Troppo tardi, inebriato da tutto ciò che gli accadeva intorno, Reaper si avvide dell'enorme galeone e di due vascelli che lo scortavano. Protetto dalla massa delle proprie navi, il 'San Mateo' aveva raggiunto il 'San Pelayo' e, come apparso dal nulla, superava rapidamente il 'San Francisco', già fermo e in balìa del nemico.
La 'Jules' se lo trovò dritto di prua.
La 'Vengeange' tentò una virata improvvisa, con l'intenzione di togliersi dalla linea di fuoco ma nelle manovra si inclinò violentemente, sbalzando fuori bordo parecchi uomini e diversi cannoni, mentre il pennone di gabbia, tranciato da una prima bordata, si portava via la vela.
In men che non si dica una pioggia di bordate investì le navi francesi, senza che queste fossero preparate a riceverli. Rincuorato da quella svolta in loro favore, il comandante del 'San Pelayo' mise insieme gli uomini che gli restavano e ricominciò a far fuoco in modo convulso e continuo, colpendo, forse più per fortuna che per abilità, il ponte della 'Victoire'. Tra urla e bestemmie, l'equipaggio della 'Jules' si trovò sotto i colpi micidiali inferti dal 'San Mateo' con cura e precisione.

«Andiamo via di qui!» urlò Reaper, gettandosi sul timone, mentre alcuni marinai armeggiavano con le vele.
Una bordata aprì uno squarcio sulla fiancata, un'altra tranciò l'albero maestro che, in una nuvola di polvere, cadde, trascinandosi dietro le vele infuocate, e si schiantò sul ponte con un incredibile frastuono.
Watt, sbalzato a terra dallo spostamento d'aria provocato dallo scoppio, evitò, grazie alla velocità sovraumana, di essere travolto, mentre un'ondata di pezzi e schegge di legno lo investì ferendolo. Le ferite guarirono un istante dopo.
Lingue di fuoco iniziarono ad aggredire ogni cosa.

«Acqua nella stiva, capitano!»
Reaper, aggrappato alla barra del timone, abbaiò ordini agli uomini che lottavano con le sartie e gli stralli di maestro, i pennoni e le vele di gabbia e di maestra vi erano rimasti imprigionati e nel rollare incostante della carena, stavano tirando giù la nave.
«Tesate le vele! Spiegate tutta la tela che abbiamo!»
«Capitano, una pompa si è bloccata, la falla è troppo grossa! Stiamo imbarcando acqua a fiumi!» dal boccaporto un uomo, zuppo d'acqua fino al midollo, urlava a perdifiato.
«Inzeppate coperte e amache nella falla, arginatela!», la voce di Reaper appena udibile sotto il fragore della battaglia. «Asce alle mani, togliete quell'albero dal ponte e liberatelo di quelle vele!»

In un secondo il ponte fu percorso dai colpi delle asce inferti dagli uomini a ciò che rimaneva dell'albero maestro. Quando finalmente cominciò a virare per sottrarsi al fuoco nemico, la nave accusò un ennesimo colpo, ebbe un terribile sussulto che la spinse in avanti; la barra del timone sferzò con forza Reaper, catapultandolo sul ponte. Si udì uno schianto atroce, poi, lentamente, in balìa del vento e delle onde, la 'Jules' iniziò a inclinarsi. In quel momento la prua della 'Victoire' si insinuò tra loro e il nemico, con la chiara intenzione di proteggerli, e ingaggiò uno scontro senza pari.

La 'Reine' li superò da destra posizionandosi in modo da coprire la ritirata della 'Vengeange'. Quando ormai fu chiaro che la 'Jules' si stava inesorabilmente inabissando, la 'Princesse' le si affiancò, imbarcando ciò che era rimasto dell'equipaggio, mentre la 'Joie' ne copriva la manovra.

Invaso da una rabbia sorda, Reaper, suo malgrado, ordinò la ritirata. Mentre i marinai abbandonavano la nave, nella confusione più totale, si precipitò alla ricerca di Watt urlando il suo nome.

In quel parapiglia generale, coperto di sangue non suo e di fuliggine, Watt cercò Reaper, proteggendosi con le braccia gli occhi dal calore delle fiamme. Inciampò sul corpo di un marinaio, finendo faccia in giù contro un barile di polvere da sparo. Si alzò con tutta la rapidità che possedeva. Cercò di allontanarsi quando, con un agghiacciante crepitio, il pennone di mezzana consumato dal fuoco iniziò a scivolare contro l'albero, cadendo sul barile. Fece appena in tempo a volgere lo sguardo in quella direzione e a lanciarsi contemporaneamente in avanti. Il barile esplose investendo il ponte e la nave sobbalzò, scaraventandolo in mare. L'acqua gelida lo accolse come in una morsa, mozzandogli il fiato. Quando riemerse respirando affannosamente, si accorse di non essere solo. Alcune teste sporgevano dall'acqua, muovendosi tra le onde.

«Aggrappati!»
Reaper, accanto a lui, lo agguantò per la camicia, spingendolo verso il relitto. Tossendo e sputacchiando lo afferrò e si volse verso la 'Jules', ormai preda delle fiamme.
«Nuota!» gli intimò Reaper. «Dobbiamo tirarci via di qui, prima che ci porti giù con lei!»
Cominciarono a nuotare, tra il risucchio dell'ammiraglia che sprofondava, e le onde enormi, provocate dal movimento degli scafi e dai contraccolpi delle cannonate. Davanti a loro c'era la 'Reine'.

Quando quasi tutti furono issati a bordo, Reaper si voltò verso Watt. «Lo hai sentito?»
Questi fece un cenno di sì con la testa, tossicchiando ancora. «Non ho distinto in modo chiaro il richiamo, ma è fuori di dubbio che sul 'San Mateo' c'era un Arcano.»

Port Royal, Giamaica

Niente lo irritava di più dell'odore forte e acre del tabacco giamaicano. E in quella bettola c'erano almeno dodici persone che lo stavano fumando ininterrottamente da due ore. Morte era un tipo paziente, più o meno. Lo smacco subito con la perdita della 'Jules' e il dover rimandare il ritorno a casa, da lei, lo stavano rendendo impaziente. Ingollò un boccale di rum, e sbatté il recipiente vuoto sul tavolo di legno annerito di fumo. Si passò una mano sulla bocca, strinse gli occhi.
La luce gialla delle lanterne apriva alla vista una serie di tavoli sgangherati affollati di uomini dall'aspetto sinistro, dai volti scuri, bruciati dal sole, dalla voce impastata dall'alcol e le risate sguaiate. Un paio di donnette mezze nude passavano ridacchiando di braccia in braccia, contendendosi l'attenzione dei figuri più generosi. Una di quelle si avvicinò da dietro. Gli accarezzò la nuca. Lui represse un moto di fastidio, non gli piaceva per niente essere toccato.
«Vuoi distrarti, corsaro? Mi sembri irritato.»
«Togliti dai piedi» sibilò.

Un fischio breve e intenso sovrastò per un istante il vociare degli uomini e fendette l'atmosfera insana e maleodorante del locale.
Scattò in piedi e si volse muovendosi verso la porta aperta, dalla quale entrava l'aria fresca e umida della sera. Un uomo dalla pelle bruna e gelidi occhi argentei, gli fece un cenno con la mano con l'intenzione di calmarlo.
«È qui fuori...»
«Questa volta lo ammazzo, Devil!»
Si catapultò fuori, e si guardò intorno. «È a dieci passi, dietro l'angolo.»
Gli sarebbero serviti a buttar giù un po' di bile. Un informatore morto non era di alcuna utilità. Lo seguì, scrutandosi attorno. Era buio ormai, e quei vicoli deserti brulicavano di sciacalli armati. Non che avesse da temere da una lama qualsiasi, ma non voleva ricorrere ai suoi poteri e attirare l'attenzione. Basso profilo. Impugnò i coltelli per precauzione. Come un comune mortale.

«Chi è là?» chiese una voce allarmata.
«Sono io, razza di idiota!», Reaper lo agguantò per la camicia, lo sollevò e lo sbatté con violenza contro il muro. «Sono più di due ore che butto giù grog scadente e respiro tabacco giamaicano! Prega che le tue informazioni mi soddisfino, Wally, o ti mando all'inferno per la via più corta!»
«D'accordo... d'accordo...» ansimò quello.
Lo lasciò andare. Egli deglutì e si schiarì la voce arrochita dal fumo. «Una settimana fa la 'San Mateo' ha attraccato sulla costa di Campêche» disse tutto d'un fiato. «Non si è mossa da lì» aggiunse poi.
Reaper lo afferrò e lo scosse rudemente, risbattendolo contro il muro.
«Bada che se questo è uno scherzo sarà l'ultimo della tua immonda esistenza!»
«È vero, capitano. Lo giuro su mia madre. Le fonti sono sicure!»

«Sembra proprio che ci stiano aspettando...» constatò Devil, sorridendo impercettibilmente.
«D'accordo, Wally. Ma se non è così appenderò la tua testa all'albero alto della 'Reine'!»
La minaccia rimase sospesa tra loro per alcuni istanti, poi mollò la presa.
«Pagalo» ordinò a Devil.
L'informatore sgusciò via, rigirandosi tra le mani ossute un cospicuo gruzzolo di monete.

«Andiamo a Campêche.»
«È una trappola. Ci stanno aspettando» sospirò Devil, passandosi una mano lunga la cicatrice che deturpava la sua guancia sinistra.
«Arriveremo senza far rumore...» chiosò Reaper, uno scintillio malvagio negli occhi grigi.
«E lasceremo l'oro per cui siamo venuti?» chiese Devil, gli occhi argentei che brillavano nel buio della notte.
La Morte guardò Il Diavolo poi ghignò.
«Ti occuperai tu dell'oro sul 'San Francisco', Watt e io andremo a Campêche...»
«Sei sicuro che tu e il ragazzo sarete in grado di occuparvi dell'Arcano o degli Arcani... che ci stanno aspettando?»
Reaper sbuffò.
«Hai fretta di tornare da lei... E quando si tratta di Dike tu perdi la freddezza...» aggiunse Devil.
«Tu occupati dell'oro prima che arrivi in Spagna, al resto penserò io», Reaper mise fine alla discussione, sparendo tra le ombre.

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