Capitolo 3
Non aveva voluto nessuno con lui.
Nessuno sapeva cosa stava per compiere, all'infuori del fratello, il quale lo aveva spinto nell'impresa.
Salendo verso il mondo dagli abissi, giunto nei pressi del lago Pergusa con una smania irrefrenabile, rimase dentro ad una grotta a spiare da un piccolo buco, la distesa di fiori.
Quando la vide lo stomaco si attorcigliò su sé stesso, il mondo smise di girare e si dimenticò come si respirasse.
Dopo un secondo si apnea chiuse gli occhi e controllò il suo respiro.
I capelli ramati.
Ispirò.
Il volto a diamante.
Espirò.
Le sopracciglia folte.
Ispirò.
Gli occhi verdi, piccoli, penetranti ed acuti.
Espirò.
Il naso lieve.
Ispirò.
Le guance ossute.
Espirò di nuovo.
Le labbra volgari e piccole.
I polmoni ospitarono più aria, che rigettarono con urgenza in un secondo momento.
Vide il resto della sua bellezza come se fosse la prima volta, nonostante l'avesse ammirata per anni.
Il collo lungo, la clavicola sporgente ed ossuta, le spalle esili, il seno però era rigoglioso. La sua vita era stretta e la pancia avvolta da un giusto strato di edipe, il sedere era muscoloso e solido come le cosce e i polpacci, allenati alle corse, infine i piedi piccoli con l'indice più lungo rispetto all'anulare.
L'accordo non accennava al modo in cui avrebbe agito, così bramoso si gettò sulla prima idea che gli venne.
Scese nella roccia con l'auriga, ad ogni passo dei cavalli la terra davanti si apriva lasciando un varco, sostenuto da colonne, le quali si innalzavano ad una altezza di due metri.
Sebbene i quattro destrieri trottassero rumorosamente, incitati dal padrone, nella piana non si sentiva alcunché.
Persefone era intenta a cogliere i fiori con delle sue compagne, Ciane, sua amica dalla pelle scura le parla senza sosta, con i suoi modo di fare da bisbetica.
Gli uccelli cinguettavano allegri, la foresta sul monte incuteva meno paura alla fanciulla di giorno.
Erano arrivate sette giorni prima dall'Arcadia, e per quanto la Sicilia fosse ricca Persefone non si era ancora abituata alla vista del vulcano, la notte prima aveva giurato di aver sentito la terra tremare. Aveva provato a convincere la madre che fosse un posto poco sicuro, uscendo perdente nell'intento.
Sua madre aveva il potere di annullare ogni suo volere.
Il cielo era limpido, con il sole splendente.
Quando Persefone si inginocchiò per recidere un gambo di una rosa selvatica, un fiore catturò la sua attenzione.
Un narciso dalla paracorolla rosata e stami che tendevano verso il perigonio, poco più lontano.
Ciane blaterava con la sua voce squillante riguardo alla maleducazione di certi satiri, Persefone non badando molto al suo discorso, si alzò e si chinò per staccarlo.
Ade pensò "Non lo cogliere. Non lo cogliere"
Ma nel momento stesso in cui sfiorò un petalo, attratta dalla sua perfezione, la terra si squarciò.
Un carro possente ed infernale, con cavalli neri e robusti uscì dal suolo insieme ad un rombo.
Mentre Ade emergeva a pochi centimetri da Persefone, questa era pietrificata dalla paura, le forti mani del dio le cinsero la vita e la sollevarono in aria.
Successe tutto in un secondo, i cavalli toccarono l'erba bagnata dalla rugiada, Persefone venne deposta nel sedile sinistro e l'amica Ciane corse verso di loro eroicamente.
Le altre fanciulle erano ugualmente spaventate, ma urlando, rimasero a guardare con gli occhi sgranati e le ginocchia appoggiate al suolo il rapimento senza intervenire.
Ciane era ad un metro esatto da loro.
Ade ordinò ai cavalli di scendere con un'energica frustata, ma la giovane era ormai troppo vicina a loro, un'altro passo ed i cavalli l'avrebbero uccisa travolgendola.
Persefone come risvegliata, iniziò a dimenarsi, forse perché voleva salvare l'amica, o forse perché il suo corpo aveva agito per salvare sé stessa.
In un secondo, con le braccia che cingevano Persefone affinché non scappasse, trasformò la giovane Ciane in una fonte cristallina un secondo prima che il destriero la calpestasse con le zampe anteriori.
Il buio li inghiottì.
L'odore di Persefone era così inebriante per Ade che quasi lasciò la presa, si ritrovò a stringerle le cosce, mentre quella cercava di sfuggire, dimenandosi istericamente.
Il carro precipitava verso gli inferi, la roccia scura che si spaccava rischiava di ferire Persefone. I cavalli, poiché le redini giacevano ai piedi di Ade, iniziarono a disarcionarsi. Dall'imboccatura dei loro musi usciva un fumo scuro che non permetteva di vedere.
Ade prese i lacci neri, li tirò istintivamente, stringendo troppo forte la vita di Persefone, che urlò per lo spavento.
Quando il carro giunse finalmente negli Inferi i cavalli rallentarono, galoppando nell'aria, dirigendosi verso le stalle del castello.
Persefone rimase sbigottita alla vista degli Inferi, una difesa di terra oscura, dove tutto ciò che si mostrava sulla terra aveva una connotazione distruttrice: i fiumi erano o ghiacciati o canali dove passava la lava cuocente.
Il fiato le morì in gola, insieme agli urli, ammirò le distese di fantasmi spaventata ed incuriosita, si accovacciò addirittura vicino ad Ade, incapace di comprendere quello che stava succedendo. Ade la guardò perso, non poteva negare più nulla e non doveva.
Il carro atterrò rallentando un poco, appena lui scese, spinse la fanciulla a sé senza grazia e affondò frettolosamente le mani nei suoi capelli, baciandola con passione.
I suoi organi si contrassero dal piacere.
Il bacio riaccese tutta l'umanità che gli era stata oscurata dalla colpa, ma d'altra parte risucchio tutte le certezze di Persefone, le sue lacrime e fantasie.Persefone non riuscì a bloccare quel fiume in piena e si lasciò annegare allibita.
Fu quel bacio il cambiamento fatale.
Che faceva battere i cuori all'unisono, che scioglieva ogni vincolo col mondo, che li travolgeva in un' uragano.
Fu un bacio appassionato, dove fra una pelle ed un'altra non vi era limite o fine.
Fu un bacio magico, per cui combattere e morire. Potente.
Potente come il pugno che raggiunse la guancia di Ade dopo un minuto esatto.
Un bel gancio destro che fece crollare la volta celeste.
Seguirono degli occhi smarriti che urlavano: cosa succede.
Ma Ade non riusciva a trovare risposta.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top