Capitolo 5
Xavier era confuso, si era svegliato nella foresta con Ajax vicino a lui che ancora dormiva. Accanto a loro c'era un fiume che non sapeva neanche esistesse.
Si era allontanato per liberare la vescica e stava cercando di ricordarsi come fossero arrivati dalla villa dei Gates alla foresta, quando vide uno strano bagliore azzurro fuoriuscire da una foglia.
Si avvicinò fissandola attentamente senza toccare però, si guardò intorno e il posto era assolutamente deserto. Quando la prese tutto il mondo iniziò a girare come in un vortice, cadde a terra e perse i sensi per un secondo, poi aprì gli occhi e con la foglia ancora stretta nel suo pugno guardò gli alberi, che erano uguali ma in qualche modo diversi. Sembravano più bassi e le foglie erano sicuramente più verdi. Poi si voltò verso il fiume appena scoperto e vide un ponte di legno che non c'era due secondi prima.
In quel momento si accorse di avere ancora la foglia stretta nel suo palmo, allora lo aprì lasciandola andare e notò che il liquido blu che si mischiava alla linfa ora era colato sulla sua pelle.
Non appena si pulì la mano sulla giacca che aveva portato la sera prima alla festa il vortice ricomparse, facendolo cadere a terra.
Ajax lo trovò semisvenuto, aveva il volto paonazzo e faticava a parlare. Il gorgone pensò subito ad una brutta sbronza mentre Xavier indicava il fiume fissandolo con occhi tremolanti e balbettando <<p-p-pon-t-te >>.
E l'altro non capiva.
Non c'era nessun ponte lì.
In tanto in Ophelia hall Enid stava fingendo di dormire per non doversi alzare dal suo letto, era troppo comodo e caldo lì dov'era. Poi un pensiero le attraversò la mente, com'era finita nel suo dormitorio?
L'ultima cosa che si ricordava era un cocktail preso con Yoko dopo la gara di shottini contro Lucas, a cui aveva dignitosamente vinto. Dopo non ricordava niente, ma aveva la sensazione che la sua compagna di stanza, ora assente, ne sapesse più di lei.
Qualcuno bussò e all'inizio fece finta di dormire per non dover aprire la porta, ma quando i rumori diventarono più insistenti si alzò di malavoglia insultando chiunque ci fosse dall'altra parte.
Trovò Xavier malconcio, appoggiato allo stipite della porta come per riprendere fiato, e appena vide la bionda chiese di Mercoledì. Una fitta attraversò il lupo ma la ignorò, dicendogli che non aveva la più pallida idea di dove fosse l'altra. Il moro la ringraziò e corse via, "strano" pensò la ragazza, poi scrisse a Mercoledì per aggiornarla dei recenti sviluppi.
Intanto la corvina era andata nella grotta dell'Hyde, ripensando al perché non le desse fastidio il contatto con Enid.
Non le era mai capitato prima di riuscire a tollerare tutto quel contatto fisico con qualcuno, quando era neonata persino stare in braccio a sua madre la faceva piangere, e ora lasciava che un lupo qualsiasi le toccasse i fianchi come se nulla fosse, come se fosse normale.
E non riusciva a capire perché proprio lei.
Non era l'unico lupo che conosceva, ma nessuno di questi aveva un qualche effetto su di lei. Era proprio Enid il problema.
Non sapeva cosa fare o cosa non fare, era consapevole di avere un debole per la bionda, ma non sapeva come gestirlo. Era la prima volta che qualcuno oltre suo zio Fester, riuscisse a suscitare emozioni simili all'affetto nella ragazza, e non capiva se le piacesse o no.
Il suono di una notifica spezzò i suoi pensieri e si chiese perché avesse il telefono con sé. Lo accese e lesse il messaggio della sua compagna di stanza, parli del diavolo...
Enid la informava del fatto che Xavier la stesse cercando, e che lei aveva bisogno di parlarle.
Non sapeva se considerare la conversazione con la ragazza un qualcosa in cui sperare o da detestare, avrebbe preferito la seconda sinceramente.
Iniziò a dirigersi verso il dormitorio attraverso la foresta, voleva raggiungere la capanna di Xavier prima della sua stanza, anche perché di solito il ragazzo non arrivava fino al suo dormitorio per parlarle, aspettava di incontrarla casualmente e la aggiornava.
Appena arrivata entrò nello studio, ma non trovò nessuno, allora decise di andare verso la scuola, con un po' di fortuna l'avrebbe incrociato nei corridoi, e così fu.
Ma al posto del solito Xavier ne trovò uno totalmente diverso.
Aveva ancora i vestiti macchiati della sera precedente e sembrava aver fatto a botte con madre natura, aveva del terreno persino in faccia e vagava correndo chiedendo a tutti se avessero visto Mercoledì.
Lei alzò la voce per richiamare la sua attenzione e il ragazzo sembrò calmarsi appena la vide. Fece un respiro di sollievo e tornando alla sua andatura normale si avvicinò alla ragazza, scusandosi per l'aspetto ma, a quanto diceva, aveva un impellente bisogno di parlarle.
Xavier le raccontò tutto dell'esperienza della foglia, e lei rimase un attimo interdetta. Gli chiese se fosse sicuro non fossero i postumi della sbornia a parlare per lui, ma lui le assicurava di essere totalmente lucido, e che era tutto vero.
Inoltre le riferì che era andato a dirlo al preside sperando che lui ne sapesse di più, ma lui si era arrabbiato perché aveva passato la notte nella foresta dopo essersi ubriacato ignorando totalmente quello che gli aveva detto.
<< E se dopopranzo andassimo a cercare qualcosa nella libreria dei Belladonna? >> suggerì Mercoledì.
<< Ci sto, anche perché ora credo di dovermi fare una doccia >> rise il ragazzo mentre l'altra lo guardava senza lo sguardo intimidatorio di sempre, il che equivaleva ad una risata.
I due si congedarono, andando in direzioni opposte, entrambi diretti verso un dormitorio.
Mercoledì fece un grande respiro prima di aprire la porta di camera sua.
All'interno trovò una scena esilarante: Mano che grattava la schiena ad Enid mentre lei batteva il piede a terra e agitava la mano accrescendo la velocità quando Mano colpiva il punto giusto.
La corvina si schiarì la voce per affermare la sua presenza nella stanza che sembrava non esser stata minimamente percepita.
Mano scese subito da Enid ed Enid si mise a sedere per nessun motivo evidente.
Mercoledì guardava la bionda mentre lei guardava una ragnatela nell'angolo della stanza cercando il ragno che non voleva vedere.
<< Volevi parlarmi? >> fu la corvina a iniziare, anche perché dietro la sua faccia impassibile la curiosità le stava esplodendo in petto.
<< Si ma non ti preoccupare, non è niente di serio, volevo solo avvisarti che sono ufficialmente single! >> esultò Enid.
<< Cosa? >> Mercoledì rimase basita per un nanosecondo.
<< Ieri, prima del ballo, ho lasciato Ajax >> rispose lei abbassando la testa.
<< Perché non l'hai detto prima? >>
<< Non volevo parlarne >> Enid continuava a tenere la testa bassa e Mercoledì cercava di farle alzare lo sguardo, voleva che la guardasse.
<< E come stai? >> questo catturò la sua attenzione.
La fissò per qualche secondo, poi lentamente spostò lo sguardo.
<< Non lo so >>
Restarono in silenzio per un po' poi Enid si alzò di scatto e disse soltanto << Devo andare >>
Il primo istinto di Mercoledì fu quello di seguirla, ma venne preceduta da Mano che bloccandole una caviglia indicò il nuovo calendario che avevano appeso apposta per segnare le lune piene, e cavolo quel giorno era segnato in rosso.
La corvina decise di lasciarla sola, sapeva che non si sarebbe trasformata fino al sorgere della Luna, quindi con ogni probabilità stava soltanto scaricando la tensione.
Mercoledì chiamò Xavier che prese due panini e delle bibite dalla mensa e si diresse nella stanza segreta dei Belladonna, per cercare qualcosa in merito alla strana sostanza blu che aveva visto la mattina precedente. I due pranzarono in silenzio mentre analizzavano i libri per fare una prima cernita di quali potessero essere utili e quali no.
Impiegarono tutto il pomeriggio per selezionare diverse enormi pile di libri, poi decisero di fare una pausa in mensa prima di iniziare a leggerne qualcuno.
Gli serviva una mano però, in due non sarebbero mai riusciti a completare le loro ricerche entro tempo utile, quindi si sedettero col resto del gruppo, restando sorpresi di trovare Lucas seduto con loro.
<< Sono ufficialmente un exchange student! >> annunciò il normale ai nuovi arrivati << Il preside voleva puntare sull'inclusività e ha deciso di fare un accordo col preside della mia scuola per questo progetto, ma è su base volontaria non preoccupatevi, non verrete mandati in una terribile scuola pubblica >> continuò a spiegare Lucas.
Tralasciando "l'incidente" Lucas era un bravo ragazzo, nei mesi precedenti, per via della reputazione che aveva suo padre prima di essere ucciso, era stato in grado di entrare e uscire dalla Nevermore senza alcun problema e grazie a Bianca si era unito al gruppo di reietti più improvvisato che si potesse trovare, in ogni caso per Mercoledì non era un ostacolo, o un possibile sospettato, anzi. Era uno dei pochi ragazzi alla Nevermore di cui non sospettava.
<< Qualcuno ha visto Enid oggi? >> chiese Mercoledì mentre si sedeva accanto a Xavier, non vedendo la bionda sulle panche.
<< L'ho incrociata prima di pranzo oggi, poi non l'ho vista più, pensavo fosse in camera sua e... dati i recenti sviluppi non volevo disturbarla >> disse Yoko, parlando con estrema cautela in presenza del gorgone.
Lui se ne accorse << Ragazzi va tutto bene, io ed Enid ci siamo lasciati ma abbiamo deciso di mantenere un rapporto di cordialità almeno, è tutto apposto >> Xavier lo guardò sorridendo, ed Ajax ricambiò.
<< Come fai a essere così tranquillo? >> gli chiese Bianca mentre mangiava una patatina dal piatto di Divina.
Ajax la guardò storto con le sopracciglia alzate, e coronò quello che la sua espressione trasmetteva << Davvero Bianca? Ti sembro cieco? >>
Tutti si lasciarono sfuggire una risatina, tranne Mercoledì che oltre alla sua solita faccia di marmo, questa volta non riusciva a capire da cosa provenisse l'ilarità del gruppo.
La corvina diede voce ai suoi pensieri, il che fece ridere ancora di più i suoi commensali. A questo punto Mercoledì aveva già preso la tangenziale che la portava lontano da loro, la infastidiva non capire le cose.
Disse a Xavier di aggiornare tutti sul mistero che gli era capitato la mattina, poi prese due pacchi di patatine dal distributore automatico della scuola e si diresse in camera sua.
Sapeva già che Enid non era nel dormitorio, ma in quel momento probabilmente non voleva essere disturbata.
Prese i due libri che aveva detto a Mano di portare in camera, e dopo aver ringraziato -colpa della bionda- iniziò a sfogliarli per portarsi avanti nell'indagine.
Passarono ore quando si risvegliò dalla trance in cui l'aveva indotta il secondo libro, guardò l'orologio ed erano da poco passate le due di notte, e del lupo non c'era ancora nessuna traccia.
Non avrebbe mosso un dito se non avesse saputo che era a digiuno da più di 24 ore.
Si mise un cappotto, rigorosamente nero, poi toccò il cappotto di Enid e svenne con la testa all'indietro, una visione.
Si trovava nel bosco e c'era qualcuno che ululava, non era piacevole, poi il verso si trasformavano in un urlo di dolore, corse verso la fonte, riconosceva il posto, era vicino alla capanna del senzatetto che aveva incontrato, e poco prima di riuscire a raggiungere la creatura, la visione finì.
Mercoledì si riprese, afferrò il cappotto rosa della ragazza, le patatine e corse verso il luogo che aveva visto nel suo viaggio mentale.
Più si avvicinava più sentiva un ululato, capiva perché esistessero le celle di transizione e ne era grata, il bosco sarebbe stato un materasso di peli di cane altrimenti.
A pochi metri dal lupo mannaro Mercoledì poggiò le patatine su un albero, era sicura che non l'avrebbero aiutata, anche se probabilmente in quello stato, la ragazza avrebbe preferito di gran lunga mangiarsi lei.
Poggiò il cappotto a terra e cautamente attirò l'attenzione della creatura. Riconobbe gli occhi di un azzurro luccicante, doveva essere per forza la sua compagna di stanza.
L'altra si mise in posizione di difesa iniziando a ringhiare verso la corvina, il che non aveva senso, in quel momento una creatura mitologica di tre metri cercava di difendersi da 150 centimetri di pura malvagità.
Quella comicità fece ghignare Mercoledì che interruppe la tensione creata dal lupo. Fu questo che la fece scattare.
Vedendo un lupo mannaro correre contro di lei pensò che fosse così che lasciava il mondo dei vivi, colpita da un'enorme palla di pelo, era poetico in qualche modo, però l'altra deluse le sue aspettative, limitandosi a buttarla a terra e a leccarle la faccia.
Sembrava più un cane in quel momento, un cane che saltava intorno al padrone felice di vederlo. Mercoledì riuscì ad alzarsi ed Enid, passata l'eccitazione del momento, si era seduta poco distante dall'altra.
La corvina si avvicinò con cautela, e riuscì ad accarezzare l'altra dietro le orecchie, strano, i lupi mannari erano conosciuti per la loro sanguinaria reputazione, era un po' una delusione vedere che riusciva persino a farle i grattini sulla pancia.
Poi Enid decise che aveva sonno, dopotutto aveva passato tutta la mattina a correre tra i boschi, si accucciò ad un albero e lascio Mercoledì appoggiarsi a lei.
Verso le quattro iniziarono i problemi.
Il lupo iniziò a muoversi nel sonno, il che svegliò la corvina che non capiva cosa stesse succedendo all'altra. Poi iniziò ad ululare, e l'altra capì.
Corse a prendere le patatine e il cappotto, e mentre lanciava le prime da qualche parte tra le foglie, teneva il cappotto in mano, intanto il lupo si dimenava non riuscendo a trovare sollievo, fino a che non si fermò.
Iniziò a respirare pesantemente e Mercoledì capì che era arrivato il momento. Sentì le ossa della bionda spezzarsi, gli arti cambiare posizione e lei cambiare forma, la corvina era affascinata da questa sinfonia, fu solo quando gli ululati diventarono urla che si riprese e corse ad avvolgere Enid col cappotto che aveva in mano. L'altra non aspetto neanche di essere totalmente coperta per svenirle addosso.
Mercoledì trascinò entrambe verso l'albero su cui si erano schiantate le patatine, poggiò la schiena al tronco lasciando dormire l'altra su di lei, le mise una mano nei capelli senza neanche accorgersene.
Aspettò che Enid si svegliasse prima di darle le patatine e tornare nel dormitorio.
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