Sei burrobirre e un funerale

[Qua si ritorna un attimino indietro. Ripercorriamo la stessa giornata che abbiamo appena visto dal punto di vista di Draco, ma stavolta seguiamo le vicende di Rose.]

***

Era una mattina estiva ingiustamente bella per un funerale. Rose stava scalando una delle più ripide colline del Wiltshire sapendo che lassù avrebbe trovato il cimitero dei Malfoy. Ogni suo passo era accompagnato dal calore del sole e dal canto degli innumerevoli uccellini nascosti nel fitto dei boschi.

Non era facile, per lei, smettere di pensare che sarebbe potuta essere una mattina qualunque da trascorrere col suo ragazzo, piuttosto che il giorno in cui andava di nascosto a fare visita alla sua tomba. Rose sentiva il petto struggersi dal dolore, al punto che il suo umore era diventato altalenante: se un minuto prima voleva davvero trovare un punto tranquillo e riparato, fuori dal cimitero, da cui assistere in disparte alla cerimonia, un minuto dopo rimpiangeva di essere scappata di casa e non voleva altro che ritornarci, chiudersi in sé stessa e piangere fino a stancarsi.

Era ancora in lotta con le proprie emozioni quando giunse alla sommità della collina, ritrovandosi davanti a una recinzione che si estendeva per parecchi metri sia da una parte che dall'altra. Si trattava di un muro composto da pietra e inferriate, disordinatamente ricoperto di rampicanti, cespugli e cipressi che solo in parte nascondevano il cimitero agli occhi estranei.

Sbirciando tra l'edera, Rose poteva scorgere una fila interminabile di lapidi e piccoli mausolei. Non colse alcuna traccia dei Malfoy ancora in vita, così continuò la sua ricerca seguendo le mura ad est.

Non aveva fatto molti passi quando udì delle voci: non arrivavano dall'interno del cimitero ma da molto più vicino. Nascoste all'ombra di alcuni faggi, Rose incontrò alcune figure familiari.

La prima persona che riconobbe fu sua cugina Lily, che spiccava tra gli altri a causa dei capelli rosso fuoco che ricadevano ordinati lungo la schiena. Con lei c'erano anche Albus, una Slytherin di nome Calypso Greengrass, un Ravenclaw del loro stesso anno che si chiamava Dylan Corner e un altro ragazzo alto, biondo e austero, l'unico a indossare una tradizionale tunica da mago nera, che Rose aveva conosciuto a Hogwarts soltanto di vista.

Stavano tutti spiando attraverso un buco nei cespugli, così perfettamente rotondo da lasciar intendere che fosse stato creato con la magia.

Dylan Corner si accorse di Rose per primo. Era quello che stava più distante dagli altri, e a lei ricordò una specie di vedetta. Subito, attirò l'attenzione di Lily, che andò ad accogliere la cugina come se non stesse aspettando altro.

"Sapevo che saresti venuta!" Esclamò Lily con aria triste, dopo avere abbracciato Rose. "Come stai?"

La ragazza si unì al gruppetto all'ombra dei faggi. Albus e gli altri ragazzi la salutarono con riguardo, apparentemente molto afflitti: anche loro si erano nascosti per poter dare da lontano l'ultimo saluto a Scorpius, dato che suo padre aveva proibito a chiunque di partecipare al funerale. Adesso che si era avvicinata allo sprazzo tra i cespugli, anche Rose riusciva a vedere l'interno del cimitero: in lontananza, i Malfoy e i Greengrass si erano riuniti di fronte a una bara di legno nero.

"Malissimo." Ammise Rose, cercando però di darsi forza. "Per favore, non dite nulla a casa. Sono uscita di nascosto. La mamma mi crede chiusa in camera mia."

"Nostra madre ci crede a Diagon Alley." Spiegò Lily, riferendosi anche ad Albus. "Ma ci andremo dopo. Io devo ancora comprare la roba per Hogwarts e Al aveva bisogno di una scusa per venire qui."

Era logico che Lily si trovasse nel Wiltshire solo per fare un favore al fratello, dato che non c'era nient'altro che la legasse a Scorpius. Tutti gli altri erano invece amici stretti dei due Slytherin, anche se Rose sapeva che ne mancassero altri all'appello, tra cui una coppia più grande che Scorpius frequentava sempre durante la scuola e che adesso lavorava al Ministero. Rose immaginò che non fossero riusciti a prendersi la mattinata libera.

Calypso piegò il labbro verso il basso, visibilmente commossa.

"Condoglianze, tesoro. Se hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti io ci sono." Le disse, con voce zuccherosa.

I ragazzi borbottarono, a disagio, qualcosa che somigliava a delle condoglianze.

"Vi ringrazio, siete tutti molto gentili." Rispose Rose, apprezzando lo sforzo.

"Conosci già Dylan." Continuò Calypso, sapendo che tutti a scuola avevano condiviso almeno una lezione coi Ravenclaw. "Ma credo che non sei mai stata presentata a Dorian, mio fratello."

Quel ragazzo intransigente e all'antica non poteva che essere un altro Greengrass, vista la somiglianza con Calypso e Scorpius. Dorian grugnì un saluto, poi tornò a guardare verso il cimitero, dove la cerimonia andava avanti ignara della loro presenza.

Per un po' rimasero in silenzio ad osservarla. Al termine, Rose si ritrovò ad asciugare le lacrime, intanto che un Draco Malfoy in lontananza se ne stava solo e immobile di fronte alla lapide del figlio.

Era consapevole che non ci fosse nulla di cui vergognarsi nell'essere in pena, ma in quel frangente sembrava inopportuno. Si trovava in mezzo a degli Slytherin che, a differenza sua, avevano represso le emozioni per tutto il tempo, restando rigidi e silenziosi come delle statue. Soltanto Dylan muoveva una gamba irrequieto.

Lily, l'unica altra Gryffindor a parte Rose, aveva abbracciato la cugina per tutto il tempo, consolandola e lasciandole un bacio affettuoso sulla tempia.

Quando fu passato abbastanza tempo perché tutti si riprendessero dall'ultimo addio a Scorpius, si iniziò a parlare di andare a bere qualcosa al Paiolo Magico per celebrare la sua memoria. La proposta piaceva soprattutto a Lily, che aveva una gran fretta di andare a fare compere a Diagon Alley.

"Vuoi venire anche tu?" Chiese subito a Rose.

"Mi piacerebbe, dovrei essere a casa." Le ricordò, riprendendosi rapidamente dal pianto. A conti fatti, era felice di non aver dovuto trascorrere quei lugubri momenti in solitudine. "Non posso rischiare che qualcuno mi riconosca e vada a fare la spia da mio padre, ai Tiri Vispi."

"Non devi preoccuparti di questo!" Esclamò Calypso, che le sorrideva benevola. "Dorian può aiutarti, è un genio della Trasfigurazione!"

Dorian annuì tutto serio, e Rose si domandò se non avesse intenzione di trasformarla in uno scarafaggio.

"Non saprei." Esitò, cercando di prendere tempo. "Non voglio diventare invisibile o altro."

"No, niente del genere." Si affrettò a spiegare la Slytherin. "Però può camuffarti un po'. Non è vero, fratello?"

Dorian non perse tempo in convenevoli e puntò la bacchetta su Rose. Le scintille gialle dell'Incantesimo la colpirono in viso e la punsero sul naso e sugli zigomi. Un attimo dopo, Lily, Calypso, Albus e Dylan la stavano fissando con curiosità e stupore, come se la vedessero per la prima volta.

Lily prese uno specchietto dalla sua borsa e lo aprì, per permettere alla cugina di osservare il risultato. Rose vide un riflesso che ricordava ancora il suo, ma distorto da alcuni errori intenzionali: le lentiggini erano scomparse, i capelli erano diventati neri e il naso si era fatto leggermente a patata.

"Oh." Fece lei, contemplando la sua nuova immagine. "G-grazie. Sei stato bravo. Hai mai pensato di diventare un Auror? So che questo genere di abilità sono molto richieste, lì al Ministero."

Lily mise via lo specchietto. Dorian si lasciò sfuggire un lamento di disgusto.

"Non mi interessa." Disse solamente.

Poco dopo, la piccola compagnia prendeva posto attorno ad un tavolo rettangolare del Paiolo Magico. Rose sedeva accanto a Lily e di fronte aveva Dylan. Albus ordinò delle Burrobirre per tutti; quando arrivarono propose un brindisi:

"A Scorpius!"

Tutti ripeterono: "A Scorpius!" alzando i calici, poi ognuno sorseggiò la propria Burrobirra in silenzio.

Il pub era pieno di clienti. Erano presenti anche degli studenti di Hogwarts, molto giovani, che coi loro schiamazzi dal tavolo affianco creavano il sottofondo più inopportuno che Rose potesse immaginare di ascoltare durante l'addio a una persona cara.

Malgrado il chiasso, però, Rose riusciva ancora a sentire lo scricchiolio della sedia di Dylan, che vibrava al ritmo nervoso del suo piede. Lo guardò da oltre il suo bicchiere, e anche lui le lanciò un'occhiata furtiva, che distolse subito.

"Ci mancherà." Commentò Lily, rivolgendo uno sguardo comprensivo a Rose.

"Ricordo ancora quando l'ho conosciuto." Disse inaspettatamente Dorian, che sedeva tra sua sorella e Dylan. Aveva abbozzato un sorriso nostalgico mentre osservava le venature del legno. "Eravamo tutti riuniti dallo zio di mio padre, quando mi lasciarono da solo questo marmocchio di quattro anni. Io ne avevo sei e non avevo voglia di giocare con lui, quindi me ne sono andato in giardino. L'ha trovato suo padre dieci minuti dopo, mentre faceva volare il gatto di famiglia. Credo l'abbia salvato appena in tempo." Concluse, divertito.

Rose non conosceva questa storia e aveva ascoltato con interesse. Ora però non era sicura che si trattasse di un bel ricordo.

"Ha salvato appena in tempo, chi?" Gli domandò, perplessa.

"Il gatto." Rispose lui, come se fosse ovvio. "Scorpius usava la Magia. Lo faceva volare fino al soffitto e poi lo sbatteva per terra."

Dorian si portò il boccale alle labbra per nascondere un sorriso maligno, ma Rose era rimasta a bocca aperta e non aveva alcuna voglia di ridere.

"Era solo un bambino, Rose." Spiegò Calypso, indovinando i suoi pensieri. "Non sapeva quello che faceva."

"Hai detto che aveva quattro anni? Mi pare che a quell'età è morta sua madre." Domandò Albus, col tono vago di chi chiede le previsioni del tempo.

"Sì. Ci trovavamo dai nonni di Scorpius proprio per questo motivo."

"Allora non c'è da stupirsi che fosse un po' violento. Sua madre era appena morta." Commentò Lily, che cercava di essere di conforto a Rose.

"Oh sì." Aggiunse Calypso, diventando più seria. "Ti ha mai detto com'è successo, Rose?"

Per qualche ragione, la Gryffindor si sentì felice di conoscere la risposta. Era rassicurante possedere ancora delle certezze.

"È stata male all'improvviso mentre si occupava di lui. L'ha vista morire davanti ai suoi occhi. È per questo che riusciva a vedere i Thestral."

Imitando l'evidente dolore di Rose, tutti gli altri abbassarono lo sguardo sui loro calici di Burrobirra semivuoti. 

"Io invece ho un bel ricordo di lui da bambino." Disse ancora Calypso, forzando del buonumore. "Quando avevamo otto anni mi ha regalato un fiore di loto. Lo aveva evocato direttamente dalla Cina!"

"Scorpius era molto abile." Confermò Albus. "Io non ci riuscirei neanche adesso."

"Così versato per le Arti Magiche, e sono riusciti a ucciderlo lo stesso. Com'è possibile?"

Rose aveva pensato ad alta voce, ma la domanda parve innervosire tutti i presenti, che si chiusero in un nuovo innaturale silenzio. 

"Nessuno poteva riuscirci, se non un Mago Oscuro molto esperto." Rispose Albus, a un certo punto. "O magari è stato ucciso con l'inganno. Io credo che se avesse fatto in tempo a difendersi sarebbe finita diversamente."

"Sono d'accordo con te." Affermò Rose, rianimata da un nuovo fervore. "Solo chi lo conosce bene può scoprire la verità, non trovate?"

Nessuno sembrò d'accordo con lei, dato che sia Calypso che i ragazzi preferirono fissarsi le mani piuttosto che darle una risposta. Rose cercò ancora lo sguardo di Dylan, che si nascose tremante dietro la sua Burrobirra.

"Tu credi?" Domandò Lily, volendo assecondarla per affetto.

"Eccome! Scorpius era pieno di amici, e se ognuno di noi indagasse solo un pochino con le persone giuste, sono sicura che in breve tempo avremmo un quadro più preciso di quello degli Auror!" Rose cercò di nuovo il consenso, ma non ottenne altro che silenzio e avvilenti sguardi di compassione. "Insomma, era vostro amico. Non volete vendicarlo? Non volete scoprire chi è stato?"

Dorian si guardò intorno, poi si chinò sul tavolo con fare cospiratore:

"Io lo so già. I Nott." Rivelò in un sussurro. "Se è una vendetta dei Mangiamorte, allora gli unici colpevoli possibili sono i discendenti del Nott che si trova ad Azkaban, figlio e nipote."

"Trevor Nott è del mio stesso anno." Disse Lily, scotendo la testa. "A malapena sa Trasfigurare un topo, figuriamoci se poteva attaccare Scorpius e passarla liscia."

Dorian rispose prontamente, a bassavoce:

"O magari ha fatto dell'incompetenza il suo alibi. Può darsi che non sappia Trasfigurare un topo, ma che sappia perfettamente come praticare una Maledizione Senza Perdono e mettere su il Marchio Nero. E se mi chiedi perché ha aspettato tutto questo tempo per attaccare, beh, gli serviva del tempo per imparare, no?"

"Tu che ne pensi, Rose?" Domandò Calypso, con interesse.

"Penso che non possiamo escludere nulla." Rispose Rose, piena di entusiasmo per l'esistenza di una possibile pista. "Non c'è un modo per contattare Trevor? Potremmo andare a parlare con lui, fargli delle domande..."

"Non è saggio andare in giro a fare domande." La interruppe bruscamente Albus. "Non sai in cosa potremmo immischiarci, potrebbe essere pericoloso!"

Rose aveva quasi dimenticato di avere a che fare con gli Slytherin, che potevano avere tanti meriti ma non certo quello di essere temerari. Soltanto Dylan continuava a lanciarle occhiate furtive da sopra il suo calice, come se cercasse di dirle qualcosa.

"Al ha ragione." Disse Calypso, la cui voce si era fatta pragmatica e meno dolciastra. "Se è coinvolto un Mago Oscuro, noi siamo a rischio tanto quanto Scorpius."

Rose sperò nel sostegno di Lily, ma anche lei si mostrò reticente. "Io ti aiuterei volentieri." Affermò. "Ma credo che papà sia già in contatto coi Nott. In ogni caso, scusa, ma non credo che io e te riusciremo a scoprire qualcosa in più degli Auror."

"Bene." Ribatté Rose, che si era innervosita. Pur comprendendo le loro ragioni, non poteva fare a meno di detestare la loro codardia. "Bene." Ripeté. "Quindi immagino che nessuno di voi mi seguirà a Knockturn Alley."

"Non farlo!" Reagì Lily, andando nel panico. "Io e Al non ce lo perdoneremo mai se dovesse capitarti qualcosa!"

"Non mi succederà niente." Sbottò la cugina.

"Per la miseria, Rose." La rimproverò Albus, alzando la voce. "C'è già mio padre per questo lavoro. Stai calma!"

Rose lo ignorò. Lily, intanto, era diventata la copia sputata di zia Ginny:

"Devi promettermi che non entrerai mai a Knockturn Alley." Le disse severamente. "Promettimelo!"

Rose sorseggiò quel che restava della sua Burrobirra per prendere tempo.

"Non posso promettertelo." Disse infine, solenne.

"Dylan, diglielo anche tu!" Esclamò ancora Lily, esasperata. "Diglielo che non deve farlo!"

Dylan sobbalzò sulla sedia, gli occhi fuori dalle orbite a causa dell'ansia:

"Non devi farlo, Rose." Ripeté lui, con una voce molto più calma di quanto lei si sarebbe aspettata. "Non caverai niente di buono da quel posto."

Dylan trattenne lo sguardo su di lei per qualche attimo più del necessario, e stavolta Rose fu certa che le stesse lanciando un messaggio.

Guardandosi intorno, sembrava che nessuno dei suoi amici lo avesse notato. Rose stava pensando a come convincere Dylan a parlare, quando giunsero delle risate particolarmente fragorose dal tavolo dei ragazzi accanto.

Si udì un fischio assordante e numerosi fuochi d'artificio - un prodotto dei Tiri Vispi Weasley - sfrigolarono imbizzarriti in mezzo ai tavoli.

"Farabutti! Bricconi!" Gridava il barista, infuriato, mentre scappava da un petardo che gli svolazzava intorno alla testa.

Quasi tutti, comprese Lily e Calypso, si nascosero sotto ai tavoli; Albus, Dorian, Dylan e Rose, invece, corsero ad aiutare il proprietario. Mentre Albus e Dorian lottavano contro alcuni petardi, Rose cercava di bloccare il getto infestante delle Caccabombe. In quel momento, Dylan si avvicinò a lei. Era guardingo, e teneva la bacchetta puntata verso l'alto. 

"Loro non possono aiutarti." Mormorò il Ravenclaw. Non parlava con lei e guardava in aria, così che sembrasse che avesse appena lanciato un Incantesimo. "Hanno troppa paura."

Rose decise di imitarlo. Puntò la bacchetta contro una Caccabomba e le lanciò un inutile Incantesimo Silenziante.

"Paura di cosa?" Gli domandò, senza guardarlo.

Dylan si avvicinò a lei, comportandosi come se Rose gli avesse chiesto aiuto con gli incantesimi.

"Cose brutte." Rispose Dylan, gli occhi fuori dalle orbite. "Ascolta, loro... loro non lo sanno, ma io ci sono già stato a Knockturn Alley."

Nel sentire quelle parole, l'emozione travolse Rose così all'improvviso che non si accorse di un petardo che andava a scoppiarle in faccia.

"Quando?" Domandò, massaggiandosi l'orecchio tramortito.

Dylan lanciò uno Stupeficium al petardo, che si infranse contro il muro e si afflosciò. Con la coda dell'occhio, la Gryffindor poteva vedere il braccio del ragazzo tremare.

"Ieri, non appena ho saputo cos'era successo a Scorp." Rispose in fretta.

"Hai scoperto qualcosa?"

Neutralizzata la Caccabomba, Rose si spostò più avanti per colpirne un'altra. Dylan camminò con studiata cautela vicino a lei.

"Sì." Ammise, e lei non riuscì a credere di avere già ottenuto la risposta tanto desiderata. "C'è una vecchia strega che ha un negozio sulla strada principale. Ha visto tutto."

Era troppo bello per essere vero. Rose non stava più nella pelle ma, per quanto desiderasse credergli, il suo buon senso la metteva in allarme.

"Perché me lo stai dicendo?" Gli domandò in un altro bisbiglio. "Perché a me e non ai tuoi amici?"

"Te l'ho detto, loro hanno paura." Rispose Dylan, seccato, come se questo spiegasse tutto. Ormai il rumore delle esplosioni stava diminuendo e presto avrebbero dovuto smettere di parlare. Albus e Dorian avevano già eliminato quasi tutti i petardi, e la cameriera aveva quasi finito nell'angolo opposto. "Volevo aiutarti, ma se non ti fidi va bene."

"Io... Dimmi soltanto chi è stato."

Ora che tutti gli scherzi erano stati neutralizzati, il locale fu pieno soltanto del rumore dei tavoli e delle sedie spostati da chi riemergeva dal proprio nascondiglio. Fu allora che esplosero le urla del barista:

"Disgraziati! Vi prenderò uno ad uno e vi farò vedere io lo scherzo che vi faccio! Vi trasformerò in pidocchi, perché è questo quello che siete! Sì, sì, scappate! Canaglie!"

I ragazzini colpevoli se la diedero a gambe in direzione di Londra, ridendo, contando sul fatto che il barista non potesse maledirli mezzo ai Babbani. Mentre questo continuava a sbraitare contro le canaglie che erano fuggite senza nemmeno pagare il conto, Dylan rispose velocemente a Rose:

"Lo ascolterai da lei."

***

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