Nott Manor I

***

Dylan e Rose ricomparvero in un vicolo cieco di Londra, stretto tra due palazzi, che per sporcizia e degrado non era inferiore alle strade di Knockturn Alley. Un gatto balzò giù da un cassonetto e andò a ripararsi in una scatola di cartone.

Rose si rimise in piedi, disgustata, si tolse il mantello di dosso e lo gettò, ormai lercio, nella pattumiera ricolma di sacchi neri. Sulla strada affollata, le macchine scorrevano rapide e i passanti guardavano dritti davanti a sé. Nessuno li aveva visti arrivare. Rose non conosceva quella zona di Londra, e si domandò solo vagamente come mai Dylan l'avesse portata lì.

"Quella vecchia, puzzolente, strega malefica! Credeva di potermi manipolare, e dato che non c'è riuscita ha cercato di uccidermi!" Strillò, con rabbia. Dylan si era alzato subito dopo di lei. "Come sapevi della Traccia?" Gli domandò, sospettosa. "Nessuno lo sa, lo zio Harry non ne ha ancora parlato ai giornali."

"Me l'ha detto Al stamattina." Si giustificò il compagno, che ansimava ancora dallo spavento. Si tolse il mantello, come se lo stesse soffocando, e lo gettò nell'immondizia. "N-non sapevo c-che sarebbe andata c-così."

Dylan stava tremando, il che significava che bisognava andarci piano con lui, ma Rose aveva perso la pazienza.

"Lei ti ha usato! Proprio tu, che credevi di saperne più di me!"

"M-mi dispiace, io... M-mi sono comportato da stupido! Ho c-creduto a tutto quello che mi ha d-detto. S-sembrava importante che lo sentissi anche tu, n-non che avesse c-chiesto di te."

"Oh, spero proprio che Teddy gliela stia facendo pagare cara!" Esclamò Rose.

Dylan abbassò lo sguardo, e la ragazza capì che volesse dirle qualcosa che non piaceva neanche a lui.

"Probabilmente se la caverà... Hai visto quel topo morto? Gli Auror non saranno in grado di dimostrare che non stesse mirando al topo. Inoltre," continuò, titubante. "Rose, so che non vuoi sentirtelo dire, ma continuo a credere che tutto quello che ha detto su Scorp sia vero. Il Mangiamorte, la Polisucco... È... è tutto troppo specifico per essere solo un'invenzione."

Rose annuì. "Beh, ammetto che sembra esserci un filo rosso, nel racconto di Madama Jocastra. Ma continuo a pensare che abbia mischiato la realtà alle frottole. Forse protegge qualcuno."

Si fermò a riflettere. I suoi occhi castani schizzavano da una parte all'altra, seguendo il flusso dei suoi ragionamenti. Dylan, dal canto suo, divenne più nervoso.

"Comunque sia, non è più un nostro problema. Andiamo dagli Auror, ora, raccontiamogli tutto. Non guardarmi in quel modo." Affermò, in risposta allo sguardo sorpreso di Rose. "Ti ha quasi ucciso. Abbiamo rischiato grosso, dobbiamo fermarci!"

"No, non voglio arrendermi, e non voglio che qualcuno lo faccia per me." Esclamò Rose. "Abbiamo appena cominciato, dobbiamo ancora andare dai Nott! Mi meraviglio di te. Mi sembravi più coraggioso."

"Non ero così preoccupato, prima di vederti quasi morire davanti ai miei occhi." Replicò Dylan. "Avevano ragione i ragazzi, al Paiolo Magico. Siamo stati imprudenti. Dobbiamo lasciar fare questo lavoro agli Auror."

"Lo faremo, ma non adesso!" Ribadì lei, forte nella sua ostinazione. Non si sentiva capita.

"Tu sei pazza, lo sai?" Esclamò il compagno. "Sei quasi morta e vuoi ancora cacciarti nei guai! Ora capisco perché piacevi tanto a Scorp."

Rose non voleva più discutere. Si sentiva delusa, ma avvertiva anche un bisogno viscerale di andare avanti. E per farlo, aveva ancora bisogno di Dylan.

"Tu mi hai salvata, grazie. Però mi hai anche preso in giro, facendomi credere che portarmi a Knockturn Alley fosse stata soltanto una tua idea. Quindi diciamo che mi devi ancora un favore." L'equazione era imperfetta e Dylan se n'era accorto, ma ascoltò lo stesso. "Tu sai dove vivono i Nott?"

Il ragazzo sospirò con rassegnazione. Rose era una causa persa.

"Ne ho sentito parlare." Ammise, controvoglia. "Ma hai già dimenticato cos'ha detto Madama Jocastra? Non sfuggiremo a lui. Quel lui potrebbe essere proprio Nott Senior."

Rose rifletté ancora una volta.

"So cosa fare, e non sarà pericoloso." Rispose a un Dylan perplesso. "Andremo dai Nott, e lo faremo subito. Finché gli Auror terranno impegnata Madama Jocastra, lei non avrà modo di comunicare coi Nott. Possiamo ancora coglierli di sorpresa."

Dylan la guardava con condiscendenza, come se fosse una bambina ribelle alla quale però si perdona tutto.

"Non ti arrendi mai, eh?"

*

Proprio come il Malfoy Manor, anche la residenza dei Nott era un grande e antico maniero, l'unica tetra traccia umana in mezzo alla brughiera. Le inferriate strette e le possenti mura la rendevano simile a una fortezza. Dylan riuscì ad aprire il cancello servendosi dell'Alohomora e, insieme a Rose, percorse il vialetto fino al portone.

"Perché non ci siamo Materializzati direttamente qui dentro?" Domandò la ragazza, sussurrando.

"Ci ho provato, ma credo che abbiano reso Immaterializzabile la loro proprietà."

Rose era in ansia. Il cortile era arido, e non era possibile presagire nulla di più rassicurante per quanto riguardava i suoi abitanti.

"Va bene, adesso suono." Mormorò lei.

Un attimo dopo, ad aprire la porta fu un uomo alto, col volto scarno, che ricordava un grosso coniglio denutrito. Ben lungi dall'essere accogliente, scrutò infastidito i due giovani.

"Voi chi siete?" Domandò.

Rose immaginò che fosse il padre di Trevor, dato che quel mago sembrava avere la stessa età dei suoi genitori.

"Ci scusi per il disturbo, signor Nott, stavamo cercando suo figlio Trevor. È in casa?"

Il signor Nott aveva sgranato gli occhi solo per un attimo, ma era stato comunque sufficiente a insospettire Rose.

"No." Rispose, secco, poi chiese, in modo altrettanto conciso: "I vostri nomi?"

Rose non conosceva nessuno dei compagni di Trevor e non aveva avuto tempo per pensare a degli pseudonimi. Così, presentò entrambi coi loro veri nomi e poi aggiunse, con aria afflitta:

"Noi eravamo amici di Scorpius Malfoy, signore. Come certo saprà, lui purtroppo... è venuto a mancare." Fece una pausa e abbassò lo sguardo solo per un momento, continuando ad analizzarlo. "Sappiamo che anche Trevor lo conosceva, e per questo volevamo chiedergli di unirsi al gruppo. Sa, abbiamo messo su una specie di veglia funebre."

Rose non era sicura di essere stata convincente. Qualche dubbio doveva averlo avuto anche il signor Nott, che aggrottò le sopracciglia e disse:

"Spiacente, non posso aiutarvi."

"Non sa dirci quando possiamo trovarlo? Possiamo tornare più tardi."

Era già riuscita a guadagnare qualche secondo, prima che lui li chiudesse fuori dalla porta senza tante cerimonie, e l'uomo non gliene concesse altri.

"No. Buona giornata." Disse, e sbatté il portone con forza.

Rose e Dylan non ebbero altra scelta che allontanarsi in silenzio, rimandando i commenti a quando si fossero trovati abbastanza lontani dalle orecchie del padrone di casa.

"È andata meglio del previsto." Ironizzò il ragazzo, quando trovarono riparo giù per la collina ripida, dove il maniero non era più visibile.

Rose ripensava alla faccia che aveva fatto il signor Nott quando gli aveva chiesto di poter vedere suo figlio, e più ci ripensava più si convinceva che nascondesse qualcosa.

"Lui sa. Vorrei tanto capire cosa." La liscia fronte della ragazza si strinse, mentre rifletteva.

"E se ci stessimo sbagliando?" Domandò, improvvisamente, Dylan. "Forse i Nott non c'entrano nulla. Madama Jocastra non ha confermato in nessun modo che fossero coinvolti."

"Ma non l'ha neppure escluso, no?" Rose stava pensando alle informazioni che aveva ricevuto (il Mangiamorte, la Polisucco, Azkaban, i conti in sospeso). Se tutto questo era vero, aveva ragione Dylan: Trevor era l'unico parente di un Mangiamorte che poteva ragionevolmente essere entrato in contatto con Scorpius, dato che avevano più o meno la stessa età e si erano incontrati nella stessa Sala Comune per cinque anni interi. Si sentì molto triste quando disse al Ravenclaw: "Nott non ha negato che suo figlio conoscesse Scorp, quindi è probabile che in qualche modo, per qualche strana ragione ancora tutta da verificare, si frequentassero davvero. Qualunque cosa sia successa, è dai Nott che dobbiamo iniziare a cercare, non ci sono più dubbi."

Il compagno guardò perplesso verso la brughiera desolata, col sole che brillava sui prati, i fiori e sulle loro teste già accaldate.

"Non possiamo stare qui a spiarli per tutto il giorno." Commentò. "Dove ci nascondiamo? E poi, dubito che il nonno di Trevor sia così stupido da farsi vedere, specie se è al corrente che qualcuno sospetta di lui. La verità è che stare qui è un totale spreco di tempo." Sgranò gli occhi in segno di rimprovero quando gli venne in mente un'altra possibilità: "E non provare a entrare in casa di soppiatto, perché se lo fai giuro che prima di andare da tuo zio vado ad avvisare tua cugina Lily!"

C'era del vero nelle sue parole: nella brughiera vi erano solo erba e fiori e non era possibile che Rose riuscisse ad appostarsi da qualche parte solo per attendere, forse inutilmente, che in casa dei Nott succedesse qualcosa di interessante. D'altra parte, entrare di soppiatto nel maniero era un'avventura fin troppo audace anche per lei.

Mentre cercava una soluzione, gettò lo sguardo sul collinoso mare d'erba, e si accorse che un falco dal petto striato di rosso stava planando vicino a loro, in cima a uno sperone di roccia.

"Che strano. Guarda." Lo indicò a Dylan. "Lo vedi quel falco? C'era anche a Kockturn Alley. Gli siamo passati davanti mentre andavamo da Madama Jocastra, ricordi?"

Rose esaminò ogni striatura, il colore delle ali, la forma delle zampe, cercando un qualunque dettaglio che potesse risultarle familiare.

"È uno sparviero." Precisò Dylan, che non era particolarmente colpito. "È un uccello rapace molto comune. O vuoi farmi credere che è esattamente lo stesso che abbiamo visto a Knockturn Alley?" La schernì con una risata, e l'assurdità dell'affermazione la fece rinsavire.

"Forse hai ragione." Fu costretta ad ammettere, mentre lo sparviero volava via di nuovo. "Anche sul fatto di stare qui. È del tutto inutile."

Dylan era ancora convinto che fosse necessario fermarsi, ma Rose aveva ribadito che non avrebbe parlato agli Auror prima di aver portato a termine le sue ricerche. Quando poco dopo si era Materializzata in casa, nella sua stanza chiusa a chiave, stava ancora pensando ai Nott e a trovare un modo per tenerli d'occhio.

***

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