Malinconia

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14 Settembre 2024 [presente]

Rose percorreva lentamente il sentiero interno al cimitero dei Malfoy, immersa nell'oscurità della notte. L'aria fredda le pungeva il viso, le gote arrossivano: il freddo stava risvegliando i suoi sensi, facendola sentire viva, in attesa del lavoro che di lì a poche ore avrebbe svolto in gran segreto per Draco.

A un tratto, intravide la sagoma dell'uomo, di spalle, immobile in fondo al sentiero. La sua chioma pallida spiccava nel buio, riflettendo la poca luce che arrivava dal paese alle pendici del colle. Si mosse appena per ascoltare i rumori circostanti. Aveva riconosciuto dei passi.

Rose aveva approfittato della notte per fuggire da casa ancora una volta, silenziosa, mentre il resto della famiglia dormiva. Ci stava prendendo gusto. Non era mai stata una ribelle, ma c'era qualcosa che la spingeva a farlo. Dalla prima volta che aveva parlato con Draco, si sentita un'estranea in casa propria e incredibilmente vicina a lui.

L'uomo che l'aveva sempre disprezzata, era diventato uno strano alleato: era il padre del suo ragazzo morto, un vecchio avversario della società magica e della propria famiglia, ma paragonato ai Figli di Salazar sembrava quasi un mago per bene.

Rose si strinse nel cappotto e provò a rilassarsi inspirando a pieni polmoni l'odore dei cipressi. Draco era il suo unico punto di riferimento, in quella storia così assurda, ma era anche ostile e minaccioso. Innocuo, ma comunque assuefatto all'uso delle Arti Oscure, quel mago era una contraddizione vivente.

La lapide nera di Scorpius si smarriva nell'oscurità, anche se Rose poteva vederne i contorni. Sentiva un legame speciale, un filo invisibile che la univa a quel preciso punto del terreno, quasi che la voce inudibile di uno spettro la stesse chiamando a sé.

Draco sostava davanti alla lapide, contemplando la morte in silenzio. Non ebbe alcuna reazione quando Rose si fermò al suo fianco, interrompendo la sua intima connessione con l'aldilà. Era insolito. Finora, l'aveva sempre accolta con qualche parola di biasimo, a dimostrazione del fatto che odiasse avere a che fare con lei e che la tollerasse soltanto perché gli era utile.

Insieme custodivano segreti che Rose non poteva rivelare a nessuno, e non soltanto perché aveva promesso a Draco di tenere la bocca chiusa. Come unica ragione rimasta per andare avanti, prendersi cura di quei segreti equivaleva a restare a galla.

"Oggi è un mese dalla sua morte." Disse Draco, inaspettatamente. Parlava piano, con le braccia strette al petto, sotto al mantello, per proteggersi dal freddo. "Sapevo che saresti tornata."

La gamba di Rose ebbe uno spasmo. Lei aveva pensato alla ricorrenza, ma non a fare visita a Scorpius.

"Non sono qui per lui, ma per te." Ammise, riluttante. "Ti porto le notizie che volevi, a proposito del piano. Ti ho cercato al Manor e Aiden mi ha mandato qui. Proprio come l'altra volta."

"Non dev'essere una coincidenza. Tutto inizia e finisce davanti a questa tomba. Tutto ciò che stiamo facendo è per lui."

Rose si innervosì.

"Sì, faccio tutto questo per un ragazzo che mi ha mentito. Che mi ha ingannato senza ritegno. Io gli ho dato... tutto, e lui mi ha tradito."

Rose nascose il volto tra le mani, dimenticandosi per un istante che nel buio nessuno poteva vederla arrossire. Nel suo momento di rabbia, aveva rischiato di rivelargli un pezzo della sua vita intima con Scorpius, il fatto che era stato il primo a cui lei si era donata, e se ne vergognava da morire.

"Se ce l'hai tanto con lui, perché sei ancora qui?" Domandò Draco. "Vai a casa, dimenticati di noi. Cogli l'occasione per vivere la tua vita, come già ti dissi di fare tempo fa."

Rose comprese che non volesse davvero cacciarla; voleva che ragionasse.

"Non posso andarmene, perché malgrado tutto sono ancora innamorata di lui. Di un Mago Oscuro." Sospirò, rassegnata. "Non so spiegarlo, ma ho bisogno di dargli un'altra possibilità. Sento che, se potessi parlargli ancora una volta, riuscirei a guarirlo."

"Guarirlo?" Ripeté Draco, dubbioso.

"Sì, guarirlo. Credo che Scorpius si sia rivolto alle Arti Oscure quando non ha trovato un modo migliore per affrontare i suoi problemi. Aveva bisogno di aiuto, Draco. Non era cattivo, era affamato d'amore."

"Il lutto appiana le divergenze." Rispose Draco, saggiamente. "E ci fa ricordare soltanto i momenti migliori, quelli in cui siamo stati felici."

Doveva sapere molto bene di cosa stava parlando. Anche se Scorpius gli aveva fatto del male fisico, non aveva ancora smesso di lottare per riaverlo. Rose, però, comprese che volesse intendere di non farsi trasportare dalle emozioni.

"Spiegami allora per quale motivo ha scelto proprio me per fidanzata." Replicò Rose, infervorandosi appena. "I Figli di Salazar mi hanno fatto un sacco di domande, ogni volta che li ho incontrati. Erano curiosi, ma non ne ho compreso il motivo fino a quando non ho parlato con te. Volevano scoprire cosa sapevo, controllare che Scorpius non si fosse confidato con me. Erano convinti che alla fine lo avrei cambiato, e loro lo conoscevano bene. Vuol dire che è vero e, soprattutto, che è possibile. Per questo penso che Scorpius voleva essere salvato. Non ne era consapevole, il male lo circuiva da troppo tempo, ma ha scelto me perché lo aiutassi a uscire dal buio della sua esistenza. Sapeva che sarei stata l'unica in grado di farlo."

"Non sai di cosa stai parlando." La rimproverò Draco. La voce gli si spezzò alla fine.

Rose poté giurare che si fosse commosso, e ne rimase colpita. Draco poteva contare sull'oscurità per salvaguardare il proprio orgoglio, ma lei non gliene faceva una colpa. Era naturale che si sentisse responsabile. Conosceva i problemi di Scorpius, ma non era intervenuto in tempo. Rose pensò che per lui dovesse essere devastante.

Trovato il coraggio di farsi avanti, la ragazza andò davanti a lui, così vicino da poterne sentire il respiro corto. Le sarebbe piaciuto portargli conforto, ma l'improvvisa vicinanza le fece pulsare le vene e le tolse la lucidità. Il volto pallido di Draco rifletteva la luce, e lei lo vedeva crucciato e a disagio.

Si ricordò dell'ultima volta che erano stati così vicini, quando lei lo aveva visto a petto nudo, dilaniato dalle ustioni. Anche Draco meritava di avere accanto qualcuno che alleviasse i suoi dolori. Era bello come suo figlio, ma molto più cupo. Anche al buio, Rose poteva leggere nei suoi occhi la profondità di quegli oscuri tormenti che dilaniavano la sua anima.

"Non trovo altre spiegazioni." Si giustificò Rose, riprendendo il discorso. Incantata da ciò che aveva visto in lui, l'aveva fissato troppo a lungo. Non riusciva a trovare un modo per avere un contatto con lui senza oltrepassare i limiti. "Non volevo ferirti. Non sei il padre freddo e severo che mi ha sempre descritto Scorpius. Credo, però, che lui avesse bisogno dell'amore incondizionato di una donna. Senza sua madre, gli restavo soltanto io."

"Se è questo che ciò pensi, non sarò io a convincerti del contrario." Commentò Draco. Era confortante per Rose che lui non si tirasse indietro. "Mi ricordi Hermione. Credete di poter salvare qualcuno e ci provate fino in fondo, anche se il più delle volte la vostra fiducia è mal riposta. Tu non sei niente per me, niente di più della pedina di cui ho bisogno in questo momento, ma se dovessi darti un consiglio ti direi di prepararti al peggio."

Quel pensiero la fece rabbrividire. Rose mise un passo di distanza tra di loro. Non le era piaciuto nemmeno sentirsi definire a una pedina, ma più di tutto l'aveva colpita l'accenno a Hermione.

Dato che non aveva ancora affrontato il discorso con sua madre, non le restava che chiedere a lui:

"Tu e mia madre... Non siete amanti, vero?"

Era arrossita fino alla punta delle orecchie, ma ciò non le aveva impedito di notare che Draco avesse sussultato alla parola "amanti".

"No." Rispose in sussurro, lo sguardo che virava verso il basso.

"Neanche in passato?" Le batteva forte il cuore mentre lo chiedeva.

Era come vorticare nel tunnel della Metropolvere senza trovare la fermata. Temeva quella risposta. Aveva paura che Draco ammettesse che suo padre era stato tradito, non importava se da adulti o da ragazzi, dato che i suoi genitori stavano insieme da sempre, fin dai tempi della scuola.

"Nemmeno." Disse Draco. Non le rendeva le cose facili, con le sue esitazioni. "Non siamo mai stati amanti. Non mi piace condividere le mie cose con altri."

Si fece più scontroso, sul finire della frase. Rose non sapeva fino a che punto credergli. La naturalezza con cui lui e Hermione si erano cercati quella volta al Ministero e poi al Manor, la confidenza che condividevano, sembravano raccontare un'altra storia. Una che lei non avrebbe dovuto conoscere.

Forse Draco le aveva mentito, ancora una volta, per non mandare all'aria i suoi piani. Rose, però, aveva conosciuto troppi bravi bugiardi per non riconoscere in Draco un attore veramente pessimo. Secondo lei, si sarebbe sforzato di più se avesse avuto qualcosa di davvero importante da nascondere, il che significava che per lo più stava dicendo il vero.

Non aveva una relazione con sua madre. Forse non l'aveva mai avuta. Ma se anche ci fosse stata, non glielo avrebbe raccontato.

"Io ti sto aiutando, Draco, in una missione su cui ho tanti dubbi e che è controproducente per me." Iniziò col dire Rose, portandosi una mano al petto. "Ma da parte tua mi aspetto onestà. Io non sono soltanto la tua pedina. Tu puoi fidarti di me. Spero solo che anch'io possa fidarmi di te."

Draco si strinse nel suo mantello senza dire una parola, ma la ragazza stava imparando a comprendere i suoi silenzi e le sue difficoltà.

"Non mi hai ancora parlato del piano." Disse l'uomo poco dopo, riuscendo a cambiare argomento.

Rose cacciò indietro le domande e gli raccontò brevemente le novità. Alla fine, aggiunse:

"Tornerò anche domani notte, e ti informerò su quanto ho scoperto. Sempre se vorrai ancora accogliermi."

Capì di avere esagerato. Draco si era voltato di scatto, e neanche stavolta aveva trovato la risposta giusta. Rose tradusse il suo nuovo silenzio come un assenso.

Quanto più era taciturno, tanto più forti erano le emozioni che provava. Oltre ad avere a cuore Scorpius e Hermione, in un modo gretto e confuso doveva tenere anche a Rose.

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