Lo Sparviero II
***
"Dopo il diploma, Scorpius decise di fare del numero dodici di Grimmauld Place il nuovo Quartier Generale dei Figli di Salazar. Conosceva quella casa soltanto perché una sera aveva sentito i miei genitori parlarne. Albus non gliene aveva mai parlato, perché sperato di poterla condividere soltanto con Calypso.
Ci costrinse a spostare il tavolo da pranzo in soffitta e, di conseguenza, a Confondere i nostri genitori perché non facessero domande; Dylan si occupò di alzare la barriera magica intorno al pianerottolo. Soltanto chi aveva firmato la pergamena avrebbe avuto accesso in soffitta.
La nostra nuova sistemazione era polverosa, ma andava bene. Era un sollievo poterci riunire senza sentirci spiati da Draco Malfoy. I problemi, però, arrivarono presto. Ci sentivamo al sicuro dal mondo esterno, ma non altrettanto sicuri da chi ci stava più vicino.
Albus e Calypso ne soffrivano più di tutti. Si incontravano in segreto, ma noi non lo sapevamo ancora. Quando la verità è venuta a galla, è iniziata quella serie di eventi che ci ha portati qui oggi."
La riunione si era conclusa da poco. Scorpius aveva richiesto di essere aggiornato sulle Maledizioni che mancavano al completamento della Bacchetta Invincibile.
"N-non resta che l'Incanto Tenebra." Aveva spiegato Dylan, tentennando. "Ma è complicato, sto cercando di c-capire come fare."
Scorpius si innervosì. Ormai accadeva di frequente per qualsiasi ragione.
"Non è niente di importante, Scorp." Intervenne Potter, nella soffitta piena di adepti in cui regnava un silenzio tombale. "L'Incanto Tenebra è solo un potenziamento, ed è trascurabile. La Bacchetta è già attiva. Puoi averla ora e migliorarla più avanti, non ti agitare."
"Non sono agitato." Ringhiò Scorpius di rimando. "Ho solo l'impressione che tutti voi stiate rilassando troppo. Credete che solo perché sono stato assente per un po', voi possiate smettere di obbedire ai miei ordini? Sono io il capo!" Urlò, sbattendo le mani sul tavolo, in un tonfo spaventoso. "E lo rimango anche quando decido di dare spazio agli affari miei! Se non riuscite a capirlo, forse dovrei passare ai fatti!"
La minaccia atterrì tutti. Soltanto Calypso ebbe la forza di intervenire, perché era anche l'unica che non avrebbe rischiato nulla nel farlo. Afferrò la mano del capo con studiata gentilezza e modulò la voce perché sembrasse del tutto naturale.
"Siamo preoccupati per te, Scorp. Rose è un problema molto serio che ti sta allontanando da noi, la tua famiglia! E noi, senza di te, saremmo perduti! Se solo provassi a capire, invece di aggredirci..."
Sprezzante, Scorpius allontanò la sua.
"Risparmiami le tue moine! Ricordate chi vi ha dato tutto questo, e badate che posso anche togliervelo!"
Al termine della riunione, Albus scambiò uno sguardo con Calypso, la quale rispose con un movimento del capo appena accennato. Poco dopo, si Materializzarono nella camera da letto di Sirius Black, dopo avere finto di tornare a casa.
Si baciarono. Per troppe ore si erano finti indifferenti l'uno all'altra.
"Se ne sarà andato?" Bisbigliò il giovane Potter, disteaendosi dalle labbra calde di Calypso, cercando di captare i rumori dalle scale.
Scorpius era sempre l'ultimo a Smaterializzarsi al termine delle riunioni. A volte restava anche per ore a consultare dei libri o a redigere appunti. Secondo Albus, lo faceva per assicurarsi che nessuno tornasse a riunirsi senza di lui. Quello era però un venerdì sera, ed era probabile che il biondo tiranno avesse un appuntamento con Rose.
"Temo di no." Rispose Calypso. "Lily era ancora in soffitta, quando sono andata via. Ha detto a Dylan di aspettarla davanti casa vostra, a Godric's Hollow."
Da quando la scuola era finita, sua sorella e Dylan avevano cominciato a uscire insieme più spesso. Ad Albus piaceva il Ravenclaw - lui la trattava bene - piuttosto, era la continua vicinanza di Lily a Scorpius a nausearlo.
"È un bene che si sia decisa a uscire con Dyl ufficialmente. Non la sopportavo più nei panni dell'amante. Ma perché continua a incontrarsi in privato con Scorp?"
"Esce con Dylan perché spera di dimenticarlo, ma temo che abbia ancora una grossa cotta per lui." Affermò Calypso, che aveva ascoltato molte confidenze di Lily. "Non possiamo farci niente. Un giorno capirà anche lei con chi ha a che fare."
Pensare a come Scorpius continuasse a usare sua sorella sfruttando le sue debolezze lo stava facendo ammattire. Non smise di tormentarsi nemmeno quando si coricò a letto con Calypso.
Dovevano fare piano. Si erano chiusi a chiave, pensando che fosse sufficiente. In altre occasioni, almeno, aveva funzionato. Stavolta, mentre erano ancora abbracciati sotto le coperte, vennero sorpresi da una voce terribile:
"Ve l'avevo detto che vi avrei scoperto."
Scorpius sostava ai piedi del letto, le braccia incrociate, il volto così calmo da essere spaventoso. La porta era stata aperta senza forzature, probabilmente usando solo un Alohomora. Albus sobbalzò e cercò di coprire la sua ragazza, nuda, con il lenzuolo. Era successo così all'improvviso che non sapeva cosa fare. Provava solo terrore: tutto ciò che aveva temuto, si era avverato.
"Scorp, lasciami parlare!" Provò a dire, sedendosi e mostrando il petto nudo. "È la prima volta che succede... è stata colpa mia. Lei non voleva!"
Calypso gridò più forte. Con una mano teneva il lenzuolo contro il seno, con l'altra si metteva davanti ad Albus.
"Non è vero! L'ho convinto a farlo, perché ero stufa di aspettare te! È soltanto colpa mia!"
Scorpius non li ascoltò. Continuò a ridacchiare, come se scoprirli insieme fosse molto divertente.
"Eravate tutti d'accordo. Lily che veniva a distrarmi e voi due qui, a usare queste vecchie camere da letto. Me l'avevate quasi fatta, peccato che io non sia uno stupido."
"Lily non c'entra niente!" Ribadì Albus. "Non ha mai saputo di noi!"
"Se ne sei convinto, allora non conosci tua sorella. Ma non preoccuparti, stasera ho di meglio da fare che pensare a voi due. Sono già in ritardo. Fate con comodo, vi prometto che ne riparleremo domani."
Albus tornò a Godric's Hollow in preda al panico. Almeno Calypso era al sicuro. Scorpius riteneva il sangue dei Greengrass era troppo importante per osare farle del male. Come aveva già minacciato una volta, la sua vendetta sarebbe ricaduta soltanto su di lui.
Albus continuò a camminare avanti e indietro in camera sua fino a tarda notte, finché non sentì Lily rientrare in casa e sua madre dare la buona notte a Dylan, che l'aveva accompagnata. Aspettò che la sorella entrasse nella sua camera e la seguì.
"Che cosa hai detto a Scorpius dopo la riunione?" Le domandò Albus.
"Niente!" Ribatté lei, perplessa. "Ho solo cercato di... insomma, lo abbiamo capitp tutti che tra te e Calypso c'è qualcosa. Vi ho visti scambiarvi un segnale e ho pensato che volevate stare da soli, così ho cercato di distrarre Scorp... Non dirmi che vi ha scoperto!"
Non c'era paura nel tono di Lily, ma soltanto il suono del coraggio e della fierezza dei Gryffindor, che si sarebbe ripercosso su di lei se Albus non fosse intervenuto a impedirlo.
"No! No... va tutto bene." Rispose, provando a calmarsi. "È solo che non mi è mai piaciuto come ti ha usato, e non voglio che sia tu a dargli altre occasioni per farlo!"
"Albus non sapeva che tra me e Scorpius ci fosse stato qualcosa, ma che il nostro rapporto non fosse sano era evidente. Comunque, il giorno dopo scoprii che mi aveva mentito. Lo scoprii nel modo più atroce."
Doveva essere una normale riunione pomeridiana, breve e rilassata, dedicata soprattutto a discutere del sabato sera.
Albus però era esausto. Aveva cercato una soluzione per tutta la notte, e non ne aveva trovata nessuna. Scorpius aveva scritto di non cominciare prima del suo arrivo, e l'attesa non faceva che incrinare i suoi nervi. Anche Calypso era taciturna; aveva occhi gonfi e pesanti, tormentata anche lei dalla stessa domanda: che intenzioni aveva Malfoy? Perché li stava facendo aspettare, se non per torturarli?
"Ho dovuto rimandare il mio impegno con Rose per saldare un conto in sospeso con uno di voi." Spiegò Scorpius senza preamboli, quando finalmente apparve in soffitta. Andò al suo posto, trascinò la sedia sul pavimento e ci si sedette sopra, le gambe accavallate sul tavolo. "Albus, in piedi."
Calypso emise un verso soffocato. Albus si sollevò lentamente. Gli sguardi incerti dei confratelli erano puntati su di lui, che lottava con se stesso per mantenere il contegno.
"Scorp, ti prego!" Gemette la ragazza.
"Vai al centro della stanza."
Albus obbedì, ancora intento a fingere di non temerlo. Incrociò soltanto lo sguardo sconvolto di Lily. Non le piaceva ciò che stava accadendo, ma in qualche modo continuava a fidarsi di Scorpius. Il silenzio glaciale della soffitta venne spezzato solo da una serie di respiri pesanti.
"Fosse dipeso da me, non sarei arrivato a tanto." Affermò il capo, accomodato sulla sedia. "Mi auguro che serva da lezione non soltanto a te, ma a chiunque voglia sfidarmi. Crucio!"
Albus avvertì il proprio corpo andare in fiamme. Gli arti e la schiena si contorsero, e lui fu solo vagamente consapevole di essere caduto a terra e di stare urlando di dolore.
Ogni attimo di quella tortura sembrava eterno. Solo quando la Maledizione cessò, si accorse di Calypso che piangeva disperata, di Dylan che gli chiedeva di smettere e dei bisbigli concitati degli altri compagni.
"Calypso sa perché sono stato costretto a punire Al." Affermò Scorpius. "Fatevelo spiegare da lei."
Dato che Calypso continuava a piangere, intervenne Dylan:
"Non ce n'è bisogno, lo abbiamo capito. Ma Scorp, tu hai già Rose, perché non lasci che loro..."
Lily, che sedeva di fronte a lui, gli diede un calcio sugli stinchi. Era pallida al tal punto che persino le lentiggini avevano perso colore.
"Non lo farà mai, perché è un pazzo egoista!" Gridò Calypso. La disperazione le aveva dato coraggio. Si alzò per andare a soccorrere Albus, ancora tramortito al suolo.
"Tu mi appartieni, ricordatelo!" Esclamò Scorpius, infuriandosi. "E per quanto riguarda te, Corner, stai al tuo posto! All'infuori del tuo lavoro sulla Bacchetta, non me ne faccio niente del parere di un Mezzosangue!"
"Detesti tanto i Mezzosangue, ma non manchi di sfruttarli!" Sbottò Lily.
La sua reazione aveva destato stupore persino in Calypso e Albus, che era stato aiutato dalla ragazza a mettersi seduto.
"Cos'altro si potrebbe fare con voi, se non usarvi?" Le disse Malfoy.
Scorpius la fissò più a lungo del dovuto. Gli altri Mezzosangue gemettero di rancore, ma Lily non mosse un muscolo, perché finalmente aveva capito. Pensando agli ordini a cui aveva dovuto obbedire negli ultimi anni, poteva ben dire di avere sempre saputo di essere stata usata; il guaio era stato illudersi di avere delle speranze.
Scorpius stavolta era stato eloquente. Quante volte ancora doveva maltrattarla, perché lei reagisse?
"Come... come hai potuto fare del male al tuo migliore amico!" Gridò la ragazza.
Non riusciva a difendere se stessa, non di fronte a Dylan, che era quasi il suo ragazzo, e non prima di essere venuta a patti con le proprie colpe. In quel momento, alla Gryffindor ferita parve molto più facile e necessario prendere le parti di Albus.
"In tutta risposta, Scorpius lanciò ancora la Maledizione Cruciatus a mio fratello. Provai a intervenire, ma Dylan me lo impedì. Durò per un tempo interminabile, e ci lasciò inorriditi. Prima di allora, ci consideravamo una famiglia. Scorpius era stato arrogante, ma non ci aveva mai fatto del male. Ora cambiava tutto. Eravamo in pericolo. Quel giorno era toccato ad Albus, ma quando sarebbe arrivato il nostro turno?
Albus e Calypso ricevettero l'ordine di lasciarsi, e so che per qualche tempo non si videro affatto. Lui non volle saperne di rassegnarsi alla separazione e presto andò a cercarla. Scorpius - che aveva ordinato al suo elfo domestico di fare la guardia al Greengrass Manor - venne informato dell'oltraggio e quel giorno torturò Albus ancora una volta. Ormai odiavo Scorpius con tutta me stessa. Anche gli altri Mezzosangue avevano un buon motivo per detestarlo: il disprezzo, il fatto che ci trattasse da inferiori, pur bruciando ancora di passione per te, Rose.
Ben presto, arrivai a un punto di non ritorno. La terza volta che Al venne punito, decisi che non potevo più restare a guardare. Il giorno in cui Calypso si rivolse a Draco Malfoy, io progettai un piano completamente diverso e molto più efficace."
Passando dalla via principale di Knockturn Alley, si poteva incontrare un modesto e polveroso negozio di pozioni gestito da una Strega dai capelli grigi e dall'aspetto trascurato. Lily l'aveva già visitato alcune volte in compagnia di Dylan, quando Scorpius li aveva mandati a fare scorta di ingredienti.
La vecchia Madama Jocastra sedeva come sempre dietro al suo bancone. Stava controllando il lavoro metodico dei suoi ferri da maglia che, a quanto pareva, cucivano una sciarpa rosa pastello.
"È per la mia nipotina." Spiegò la donna, strizzando gli occhietti azzurri, ciechi da lontano, sulla cliente appena entrata. "Non la vedo da tanto tempo... non ricordo nemmeno quanti anni abbia. Anche se mio figlio e la sua famiglia non vengono più a trovarmi, io non mi sono dimenticata di loro."
"Mi dispiace." Rispose Lily, e lo era veramente. Aveva di fronte un'anziana signora sola e afflitta, che al ricordo della sua famiglia aveva versato delle lacrime che ancora gocciolavano dal suo mento rugoso. "Com'è possibile che l'abbiano lasciata sola?"
"Oh, è colpa mia, suppongo. Tanti anni fa parteggiai per i Mangiamorte. Mio figlio era ancora un bambino, ma quando crebbe e capì cos'avevo fatto si allontanò da me. Adesso vive negli Stati Uniti. Quando ha avuto la bambina mi ha scritto soltanto due righe."
Aprì uno stretto cassetto della scrivania, e ne tirò fuori un pezzo di pergamena accartocciata che mostrò a Lily. Era datata dieci anni prima e confermava il suo racconto.
"Mi dispiace." Ripeté Lily, con impazienza. A quel punto, voleva solo acquistare ciò che le serviva e andare. "Vedrà che tornerà presto."
La donna le rivolse un tenero sorriso infantile, segno di stanca senilità.
"Sei un amore a dirlo. Vorrei solo poter riabbracciare mio figlio prima di morire. Ora dimmi, tesoro, cosa posso darti? Un filtro d'amore, forse?"
Lily storse il naso.
"È troppo tardi per quello. Ho bisogno della Pozione Polisucco. Non importa il prezzo, mi servono tutte le scorte che ha."
Non era stata indetta alcuna riunione per quel pomeriggio, ma Scorpius si era presentato in soffitta lo stesso. Rose era impegnata con sua madre al Ministero, e lui non voleva restare in casa con suo padre. Sfacciato, aveva persino avvertito Albus del suo arrivo. I rapporti tra i due migliori amici si erano ormai raffreddati, ma Malfoy si comportava ancora come se andasse tutto bene.
Albus raggiunse la soffitta mezz'ora dopo di lui, che si era già immerso nella lettura di un vecchio volume di Arti Oscure. Scorpius si comportò da padrone e lo invitò ad accomodarsi al suo fianco.
"Spero che non sei ancora offeso per il nostro piccolo diverbio." Disse Scorpius con aria vaga, mentre continuava a sfogliare il suo libro. "Non volevo arrivare a tanto, mi hai costretto tu. È importante che tutti sappiano cosa succede a mancarmi di rispetto. E poi, converrai con me che tu e Calypso siete proprio una pessima coppia."
Albus strinse la mascella così forte che sembrava essere pronto a morderlo e divorarlo.
"Ho capito, Scorp." Lo rassicurò, rigido come un tronco d'albero. "Ho sbagliato ad andarti contro. Se sei d'accordo, vorrei farmi perdonare. Ti va di venire con me a Kockturn Alley, uno di questi giorni?"
"Cosa devi fare laggiù?" Domandò il capo, sospettoso.
"Sembra che ci sia un negozio che fa al caso nostro, dalle parti di Dawn Alley. Vende ingredienti interessanti. Ci andrei con Dylan, ma non vorrei dare l'idea di fare qualcosa alle tue spalle."
Scorpius lo stava analizzando, prudente. Era favorevole a permettergli di ricucire i rapporti, ma non abbastanza ad andare nella sudicia Kockturn Alley.
"Alla fine si lasciò convincere. Credo fosse soprattutto curioso di scoprire quali intenzioni avesse Albus. O meglio, che intenzioni avessi io. Ho dovuto trasformarmi in mio fratello per portare Scorpius dove volevo. In un posto equivoco, in mezzo alla Magia Oscura e ai vecchi Mangiamorte. L'omicidio doveva sembrare un ritorno al passato, piuttosto che lo scontro interno a una nuova cerchia di Maghi Oscuri.
Nel giorno della sua morte, avevo già messo a punto la seconda parte del piano. Decisi di coinvolgere quel pusillanime di Trevor Nott. Gli lanciai la Maledizione Imperius e gli dissi di andare ad Azkaban a Confondere suo nonno. È stato Trevor, su mio ordine, a mettergli in testa la storia di cui anche tu sei a conoscenza. Nott Senior doveva credere di avere avuto lui stesso l'idea di fare a cambio con suo nipote e di sfruttarlo come pedina per mettere in atto la sua antica vendetta contro i Malfoy. Bada bene, suo nonno voleva davvero uccidere Scorpius, ma era troppo debole e anziano per tentarci senza nessun tipo di aiuto da parte nostra. Per questo è stato così facile confondergli le idee, anche per mano di un mago così scadente come Trevor.
Nott era già libero quella mattina del quindici agosto. Ma non si è mai camuffato da suo nipote, come ti è stato detto da Madama Jocastra, né è stato lui a ucciderlo, come ha poi personalmente confessato. Sono stata io.
Ho assunto di nuovo le sembianze di Albus. Avrei voluto rivelarmi, ma sapevo che se mi avesse vista sarebbe scappato. Scorpius aveva un conto in sospeso con Albus: lo avrei trattenuto soltanto se fossi stata mio fratello.
Gli ho spiegato i motivi per i quali doveva morire, e poi è successo. Il temibile Scorpius, il terrore dei nostri ultimi anni, l'amore della mia vita, è morto piangendo come un vigliacco.
Se l'è cercata. Ha fatto del male a me e alla mia famiglia, te compresa! Non mi ha dato altra scelta!
Credo abbia capito le mie intenzioni non appena ha visto l'Invincibile. Lui non ha mai voluto che qualcuno la toccasse. Soltanto Albus e Dylan conoscevano la parola d'ordine per prenderla dalla cassaforte, ma è stato facile, una notte, convincere Dylan a rivelarmela. Ho toccato la Bacchetta giorni prima, per assicurarmi che appartenesse a me, e lei mi ha scelto. Ne ho avuto la conferma quando ho evocato la Maledizione Mortale.
Nessuno sapeva cos'avevo fatto. Era stata una missione soltanto mia. Non ho potuto dirlo al gruppo per tutto il giorno, perché, se ben ricordi, sono rimasta intrappolata con voi alla Tana fino a sera. Non ne ho parlato neanche ad Albus, perché era pericoloso provarci davanti a voi, e arrivata la sera ero troppo esausta per partecipare alla riunione nel Quartier Generale. Avevo bisogno di stare da sola e di metabolizzare ciò che avevo fatto.
Ho informato mio fratello la mattina seguente. Al nuovo incontro coi Figli di Salazar, che in mia assenza avevano deciso di toccare a turno l'Invincibile perché eleggesse il nuovo capo, ho taciuto fino a quando la Bacchetta non ha dedicato a me il suo più grande lampo di luce, dimostrando così di avermi scelta su tutti.
Li avevo lasciati senza parole, ma presto compresero. Non ero soltanto la strega più potente del gruppo. Ero colei che li aveva liberati dal tiranno."
Lily sedeva a capotavola, nello stesso posto che solo il giorno prima era appartenuto a Scorpius. La consueta gerarchia a tavola era stato il primo dei vecchi simboli del potere a cambiare. La Gryffindor volle Dylan al suo fianco e suo fratello dall'altro, finalmente libero di prendere posto accanto a Calypso.
"Adesso dobbiamo occuparci di Rose. Se la conosco, vorrà vederci chiaro e temo che ci darà fastidio."
"Dobbiamo ostacolarla in ogni modo." Asserì Albus, e i compagni annuirono.
"No." Disse invece Lily, suscitando lo stupore di tutti. "Ostacolarla sarebbe inutile. Vi dico io cosa faremo: le daremo esattamente ciò che vuole. E cos'è che vuole, secondo voi?"
"Vuole un colpevole." Affermò Calypso. Era felice come non lo era più stata da tempo. Era la prima volta che poteva sedere accanto al suo ragazzo e stringergli la mano.
"Proprio così, e noi le daremo un colpevole. Ho già organizzato tutto, voi dovrete soltanto attenervi al mio piano. Tutte le colpe dovranno ricadere su Nott Senior, che ho già Confuso perché creda di essere stato lui a uccidere Scorpius. L'ho avvisato che presto verrà da lui una ragazza in cerca di risposte. Gli ho detto che quando arriverà dovrà attaccarla."
"Vuoi che uccida nostra cugina?" Esclamò Albus, stupefatto.
"No, voglio solo che prenda un grande spavento. Per fare questo, dobbiamo prima aiutarla a rintracciare Nott. Per questo avrò bisogno di te, Dylan, e di te, Dorian."
I due ragazzi si scrutarono in cagnesco. Niente che prevedeva una loro collaborazione poteva essere indolore. Dorian era anche indispettito perché aveva dovuto cedere il suo posto a Dylan e finire in seconda posizione gerarchica.
"Cosa vuoi che faccia?" Le domandò Dylan, con la voce calda di un amante.
"Tra poche ore si terrà il funerale di Scorpius, nel Wiltshire. Malfoy non ci vuole laggiù, ma so che Rose ci andrà lo stesso. Non sarebbe mia cugina se non lo facesse. Ci saremo anche noi, ci apposteremo e l'aspetteremo. Sono sicura che ci troverà, cercheremo il posto migliore in cui spiare il funerale e lo farà anche lei. La metteremo a suo agio e la convinceremo a venire al Paiolo Magico con noi. Tu, Dylan, dovrai lasciarle intendere di avere un grosso segreto da rivelarle. Fatti vedere nervoso, falle capire che sai qualcosa che noi ignoriamo. Vedrai che Rose aspetterà il momento giusto e poi verrà a parlarti. Tu dovrai portarla a Knockturn Alley. Ed è qui che entra in gioco Dorian." Lo sguardo di Dorian si accese, fremendo di curiosità. "C'è un negozio di pozioni al numero tredici, appartiene a una strega. Un tempo si intendeva di Magia Oscura, ora è solo un'innocua e rimbambita vecchietta. Tu parlale lo stesso, convincila a collaborare con noi. Se non ci riesci, uccidila."
"Il lavoro è stato svolto nel migliore dei modi. Dorian è andato da Madama Jocastra. L'ho seguito in forma di Sparviero e ho visto ogni cosa. Ha cercato di parlare alla strega, ma lei non era lucida e lo ha scambiato per suo figlio. L'ho vista quando ha provato ad abbracciarlo, gemendo di felicità con quella sua vocina gracchiante, ringraziando il cielo che fosse tornato... Dorian le ha spezzato il collo. Ha fatto levitare il cadavere fino alla camera da letto del piano superiore, ma alcune gocce di sangue sono cadute dal naso e hanno macchiato il pavimento. Ecco perché mio padre ha creduto di avere trovato prove della morte della strega.
Dorian le ha tolto alcuni capelli e li ha messi da parte. Avrebbe dovuto a Trasfigurare il cadavere in qualcosa di discreto prima che il tanfo della decomposizione riempisse il negozio, ma se n'è dimenticato. Poco prima del tuo arrivo, ha aggiunto i capelli di Madama Jocastra alla Pozione Polisucco e si è trasformato in lei. Con le sue nuove sembianze, Dorian ti ha raccontato tutto ciò che io volevo sapessi, ti ha indirizzato dai Nott e ti ha letto nella mente. Greengrass è davvero il migliore tra noi in Legilimanzia. Doveva indagare tra i tuoi ricordi. Dovevamo sapere cosa sapessi di noi e del vero Scorpius.
Gli ho anche ordinato di attaccarti. Sapevo che saresti stata reticente ad ascoltare i nostri consigli e a farti da parte, così ho pensato che un grosso spavento ti avrebbe fatto cambiare idea. Ho stabilito che Dylan ti salvasse perché tu potessi fidarti di lui. Quando hai avuto il tuo scontro con Nott, ho sperato che sarebbe finita. Ma no, tu dovevi ancora passare da un Malfoy all'altro, schierarti contro di noi e combatterci. Credi ancora che siamo noi i veri cattivi? Non pensi che Scorpius meritasse di morire e che quindi io ho agito nel migliore interesse di tutti? Anche nel tuo, Rose. Dove saresti, adesso, se non avessi mai scoperto cos'era il tuo ragazzo?"
Gli Auror erano appena andati via. Il tanfo che riempiva il negozio di Madama Jocastra non aveva invogliato gli uomini del Ministero a restare più a lungo, una volta terminati i controlli sulla bacchetta dell'anziana strega. Dovevano avere confuso il fetore di morte con quello delle tante pozioni andate a male che riempivano il negozio, altrimenti avrebbero continuato a indagare. Si trattava di uno dei tanti momenti in cui Dorian si dava dello stupido: per non Trasfigurare il cadavere quando gli era stato chiesto di farlo, aveva rischiato di mandare a rotoli l'intero piano.
Avendo ancora le sembianze della strega, Greengrass salì al piano di sopra, nella stanza dove la carcassa aveva iniziato una precoce putrefazione, colpa del buio prolungato e dell'umidità. La Trasfigurò in un piccolo osso di pollo e se lo mise in tasca. Ci giocò per un po'; quando gli effetti della Pozione Polisucco svanirono e il giovane mago tornò se stesso, andò a gettarlo in uno dei cassonetti di Grimmauld Place, dove venne addentato da un gatto di passaggio.
I Figli di Salazar erano già radunati in soffitta. Dylan era stato l'ultimo ad arrivare. Materializzatosi, si scagliò contro Dorian, che si vantava con gli altri del successo della sua missione.
"A che gioco stai giocando, pomposo idiota?" Esclamò Dylan, prontamente trattenuto per le braccia da Albus. Il Ravenclaw si dimenava, furioso per avere trovato Lily così vicina al suo avversario, intenta ad ascoltarlo con interesse. "Ha cambiato i piani. Ha detto a Rose che eravamo d'accordo perché la portassi a Kockturn Alley! Vi rendete conto? Lei doveva fidarsi di me, e Greengrass me l'ha messa contro!"
"Rilassati, Corvetto!" Ribatté Dorian, con un ghigno. "Ti ho solo fatto apparire ancora più eroico e credibile quando l'hai salvata! Non sapevo che fossi incapace di gestire gli imprevisti!"
"Imprevisti? Tu sei solo un grosso imbecille!"
Dylan avrebbe voluto aggiungere che capiva come mai Scorpius lo avesse tenuto alla larga dalle missioni e sperava che Lily continuasse a farlo, ma ormai pronunciare il nome del loro vecchio capo era nauseante e neanche lui voleva sentirlo risuonare dalla propria bocca o paragonarlo alla ragazza che amava.
"Va tutto bene, Dyl, a me non dispiace che l'abbia fatto." Commentò Lily, rivolgendo a Dorian uno sguardo di approvazione. "Io sono molto fiera di lui."
Dorian non aveva mai mostrato alcun interesse per Lily, fino a quando la Bacchetta non l'aveva eletta a capo. Da allora, aveva iniziato a girarle intorno e Lily non lo aveva rifiutato. Non potendo sopportare ancora quello spettacolo, Dylan uscì dalla soffitta, percorse le scale e cercò rifugio nel salotto con l'arazzo dei Black.
La luce di agosto penetrava dalle fessure delle finestre chiuse. Si sedette sul divano, si curvò sulle gambe e si tenne la testa con le mani. Pochi minuti dopo, la porta si aprì. Lily entrò e se la richiuse alle spalle, andando poi a sedersi accanto a lui.
"Scorpius ti piaceva, lo so da sempre. Quando lo guardavi, era come se vedessi un dio." Esordì il ragazzo. "Io ero il tuo ripiego, ma non mi lamentavo perché almeno eri mia. Ora anche Dorian vuole mettersi in mezzo. Sappi che gli piaci soltanto perché sei una strega potente. Se è lui che vuoi, allora lasciamoci subito. Forse non sei la persona che credevo."
Lily incrociò le gambe sul divano verde.
"Nessuno mi credeva capace di uccidere Scorpius. Immaginavo che a Dorian fosse piaciuta la mia audacia, ma ora che mi ci fai pensare dev'essere come dici tu. Anche lui cerca di usarmi."
"Perché, chi altro ha cercato di...?"
"Lascia perdere." Tagliò corto lei. "Fatti chiedere una cosa. In questi giorni ho ricevuto i complimenti di tutti, tranne i tuoi. Perché? Non sei fiero di me?"
Dylan sgranò gli occhi, ferito dal solo pensiero che lei dubitasse dei suoi sentimenti.
"Certo che sì! Se non ho esternato nulla, è soltanto perché la considerazione che ho per te non è mai cambiata. L'ho sempre saputo che sei una Strega straordinaria. Il tuo potere, i tuoi successi, il tuo ardore, non sono mai stati una sorpresa per me. Ti ammiravo prima, ti ammiro ancora allo stesso modo. Sei unica, Lily."
Dylan dimostrava di amarla con una completezza che la Gryffindor aveva visto soltanto tra i suoi genitori. Sapeva chi lei fosse, apprezzava ognuno dei suoi pregi e ne accettava i difetti. Lily si rese conto che non avrebbe ricevuto la stessa pazienza, la stessa comprensione e lo stesso amore da parte di nessun altro. Anche Dylan era unico.
Si avvicinò per baciarlo.
Benché all'inizio non lo sopportasse, Lily aveva imparato col tempo ad apprezzarlo per il suo buon senso, una qualità che in lei scarseggiava. Non era mai riuscita ad appassionarsi al sesso con lui, ma almeno si era sentita al sicuro tra le sue braccia fin dalla prima volta che erano stati insieme.
Quando lo baciò, ad occhi chiusi, riuscì percepire ogni centimetro delle sue labbra. L'elettricità accese il suo corpo e la sua mente non ebbe altri pensieri all'infuori di Dylan. Si mise a cavalcioni su di lui e gli sfilò la maglia rossa, ansiosa di sentire la pelle del ragazzo sulla propria. Si spogliò anche lei e rimase in reggiseno, lasciando che le mani di Dylan andassero dove volessero.
Stavolta, nell'intimità con lui raggiunse le stelle.
"Dormi da me, stanotte?" Gli domandò più tardi, quando fu tutto finito e loro si abbracciavano seminudi, sdraiati sul divano.
"I tuoi potrebbero scoprirci."
"Staremo attenti. Calypso ha dormito con Al, ieri notte. Se è andata bene a loro, andrà bene anche a noi."
Dylan diede il suo assenso. Lily trovò stupendo il suo sorriso e gli assalì le labbra. Non l'aveva mai visto così felice. Ne era orgogliosa, perché sapeva che era merito suo. Lei gli aveva donato il suo cuore, oltre al suo corpo, che per Dylan valeva di più.
Chiusi a chiave in camera della ragazza, continuarono a fare l'amore per tutta la notte. Li disturbò soltanto la visita notturna inaspettata dello zio Ron. Era venuto a cercare aiuto: Rose era stata aggredita e Hermione l'aveva portata di corsa al San Mungo. Lily scese a recitare la sua parte col resto della famiglia. Quando tornò in camera, fu lieta di informare il Ravenclaw che il piano era andato in porto.
L'indomani, la casa era sgombra. Harry e Ginny erano volati a lavoro, James era andato ad allenarsi coi Cannoni di Chadley.
Dylan e Lily presero altro tempo per loro stessi, ma quando a mattinata inoltrata andarono in corridoio ebbero la sgradevole sorpresa di imbattersi nell'altra coppia clandestina di casa Potter.
"Ascoltatemi bene." Sbottò Albus alla sorella, in pigiama, vicino a un'imbarazzata Calypso vestita di una corta camicia da notte stropicciata. "Non mi da fastidio che stiate insieme, ma non voglio che lui dorma qui! Non mi piace sapere che mia sorella fa sesso nella stanza accanto alla mia!"
"Eppure è successo, un sacco di volte, e tu fino a un attimo fa neanche lo sapevi!" Ribatté lei. "Pensa per te! Questa è già la seconda volta che Calypso dorme in camera tua!"
La discussione non sarebbe terminata tanto in fretta, se qualcuno non avesse attraversato il camino della cucina. I quattro ragazzi avevano sentito i rumori fino al piano superiore, e anche la voce di Dorian che domandava: "Lily, sei in casa?"
Non aveva avuto nemmeno la decenza di nominare Albus. Dylan era già pronto per litigare. I suoi istinti micidiali non erano però così evidenti in lui quanto lo erano in Dorian, quando risalì le scale e si ritrovò faccia a faccia con il Corvetto in pigiama.
Dylan si mise davanti alla sua ragazza, per coprirla dagli sguardi dello scocciatore. Erano tutti a disagio, compreso Albus, il quale non moriva certo dalla voglia di far sapere a Dorian che aveva dormito con sua sorella.
Lily trovò una scusa per togliersi dall'imbarazzo.
"Albus ti aggiornerà sui progressi del piano. Procedono bene. Io devo andare alla Tana. Rose è già stata dimessa dal San Mungo, ho sentito lo zio Ron parlarne a papà stamattina presto."
Tornò in camera per cambiarsi d'abito, e poco dopo sparì dal camino, avvisando che prima di tornare a casa sarebbe andata a fare un giro in paese. Sperava di non trovare più nessuno al suo ritorno, perché confrontarsi coi due ragazzi era una vera scocciatura.
Se ne rese conto anche Albus, costretto ad assistere a loro scenate di gelosia. Ebbe appena il tempo di rivestirsi, poi Calypso scese al piano di sotto per sfuggire alle liti. Dorian e Dylan si accusavano a vicenda. Il primo sosteneva che il secondo avesse ottenuto Lily facendo leva sulla pietà, l'altro che il primo si fosse messo in testa di usare Lily come trampolino di lancio per il potere.
Le cose degenerarono durante la visita inaspettata di Draco Malfoy.
"Ti stai dando troppo da fare, per i miei gusti. Devi darti una calmata, Dorian!"
"Cos'è, hai paura di non reggere il confronto con me? Hai tremendamente ragione."
"Mi stai sfidando? È davvero questo che vuoi? Se è così, io sono pronto!"
"E voi volete che intervenga io e vi Schianti fuori di qui una volta per tutte?" Sbottò Albus.
Mancava davvero poco che Malfoy capisse cosa stesse succedendo. Taqquero non appena se ne accorsero e si chiusero in camera di Albus, concedendosi una tregua.
Il lungo racconto di Lily, al chiuso della vecchia aula tetra e umida, illuminata dalle poche candele accese, aveva avuto l'effetto di una trance nella mente di Rose. Era riuscita a vedere ogni singola scena e a sentire sulla propria pelle il peso dei compromessi che la cugina aveva dovuto stringere con Scorpius. Rose era stata male per lei, aveva provato rabbia e disgusto, sia per ciò che Lily aveva subito, sia per ciò che aveva fatto.
"Quello che ti è successo è terribile, ma le tue azioni non sono state da meno." Sentenziò Rose. "Hai ucciso un ragazzo, Lily. Sei un'assassina. Non importa se pensi di avere ragione, il fine non giustifica i mezzi. Se è approvazione quella che cerchi da me, sappi che è inutile, non l'avrai mai."
Lily portò le mani ai fianchi e sollevò le sopracciglia con condiscendenza.
"Non mi interessa la tua approvazione. La domanda che voglio farti riguarda te, non me. Voglio offrirti un posto nei Figli di Salazar e mi aspetto che tu sia abbastanza sveglia da accettare."
Rose si ricordò delle parole di Trevor: la cosa più stupida che si potesse fare coi Figli di Salazar, era di scendere a patti con loro.
"Non mi hai ancora raccontato di come sei diventata lo Sparviero." Disse a Lily.
"Esercitandomi, ovviamente. Ci ho provato per un anno intero, finché qualche mese fa non sono riuscita a completare la trasformazione per la prima volta. Appena in tempo per spiare te e Malfoy. Ma non lo capisci che stando dalla parte di quell'uomo, stai anche dalla parte di un mostro che meritava la morte? Tu devi stare con noi! Sei mia cugina, sei troppo in gamba per sprecare le tue energie con la feccia! La mia nuova famiglia sarà anche la tua, studierai con noi e raggiungerai livelli di conoscenza che non immagini neanche! Ho ceduto il mio ruolo ad Albus, perché fosse lui il capo, ma tutti ascoltano ancora il mio parere. Basterà solo una mia parola, perché il nuovo capo sia tu."
"È come vivere un brutto sogno. Ti guardo e non so nemmeno chi sei." Commentò Rose, sentendo il cuore a pezzi. "Forse non lo sai neanche tu. Non c'è alcuna differenza tra te e Scorpius, e io ne ho avuto abbastanza di quelli come voi. Se Draco riuscirà a portare in vita suo figlio, e se lui non tornerà cambiato, farò in modo che finisca ad Azkaban. Dove temo debba andare anche tu."
Lily si irrigidì. Impugnò l'Invincibile, i suoi movimenti lasciavano presagire l'intenzione di attaccare.
"Sapevo che sarebbe andata così, ma dovevo almeno provarci. Non sono stata da cugina esemplare, ma tengo a te e non voglio perderti. Le cose tra noi torneranno quelle come prima. Rilassati, tra poco non ricorderai più nulla..."
Rose si preparò a evocare un Incantesimo Scudo, pur sapendo che non sarebbe bastato a fermare il potere dell'Invincibile. Si concentrò su ogni attimo in cui Lily pronunciò le prime sillabe dell'Oblivion. A sua volta, stava per esclamare "Protego Maxima", quando accadde qualcosa di strano.
Si udì un tonfo e Lily precipitò in avanti con un gemito di dolore. L'Invincibile cadde dalla sua mano e rotolò sul pavimento di pietra. Dietro di lei, si stagliava la figura esile di Trevor Nott, che reggeva sopra la testa una larga sedia, pesante almeno la metà di lui. Aveva il fiatone e sembrava sconvolto per ciò che aveva fatto.
"Trevor!" Esclamò Rose, correndo a soccorrere il corpo della cugina. Era svenuta, e un bernoccolo stava già prendendo posto sulla sua nuca. "Sei impazzito? Potevi ucciderla!"
"Volevo solo aiutarti." Rispose lui timidamente, rimettendo la sedia a terra. La scarica di adrenalina stava passando e dovette sedersi. "Volevo... volevo essere coraggioso almeno una volta nella vita. Volevo fare qualcosa di buono. Tu non puoi dimenticarti di noi, è importante che qualcuno sappia che esistiamo."
Rose si sollevò dal corpo di Lily dopo avere accertato che stesse bene, e si concentrò su Trevor. Era impressionata. Sapeva già che fosse infelice tra i Figli di Salazar, ma adesso ne percepiva tutta la sua disperazione.
"Lo sei stato, Trevor, molto." Lo rassicurò. "Ora dovrai tenere duro anche là fuori e continuare ad essere coraggioso."
Trevor annuì, la fronte ancora umida di sudore.
"Significa che non parlerai a Harry Potter?" Domandò.
"Non ancora. Ho delle faccende da portare a termine, ma ti prometto che un giorno lo farò."
Il ragazzo parve confuso, sempre più pallido e umidiccio. Temeva le ripercussioni, ma Rose sapeva che a Hogwarts sarebbe stato al sicuro.
"L'Invincibile." Disse il ragazzo, la voce tremolante, indicando un punto alle spalle di Rose. "È laggiù. Prendila."
Rose se n'era quasi dimenticata. La Bacchetta era a pochi passi da lei. Corse ad afferrarla e la strinse forte, temendo di perderla. Si voltò verso il ragazzo che l'aveva aiutata.
"Grazie Trevor, il tuo aiuto è stato prezioso. Non avevo speranze contro l'Invincibile. Non lo dimenticherò, te lo prometto."
Lo Slytherin arrossì appena, senza avere ancora le forze di alzarsi dalla sedia.
"Ora vai." Le disse. "Il passaggio è libero. Orella sta facendo un pisolino qui fuori. Appena te ne sarai andata mi occuperò di entrambe."
Rose lo ricambiò con un sorriso. Trevor si era trasformato nella speranza in persona, e lei sapeva che sarebbe stato bene. Riuscì a fuggire indisturbata, oltrepassando Orella che dormiva accucciata contro il muro.
Era libera, aveva la Bacchetta. Niente ormai poteva andare storto.
***
Ora entreremo nell'ultima fase di questa storia. I toni diventeranno più dark, e tenderemo al genere gotico e paranormale!
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