Lo Sparviero I

I due capitoli sullo Sparviero saranno molto lunghi! Oltre le 6000 parole. Anche se ho già diviso ogni altro capitolo finora, non mi sento di dividere anche questi. Vanno bene così. Non vi annoierete, i segreti di Lily vi terranno incollati!

*

*

"Scorpius è stato la mia ossessione per anni. Non so quante notti insonni ho trascorso pensando a lui, bramandolo,  sognando di potermi impossessare del suo corpo e della sua mente. Credevo di amarlo. Ed è stato a causa di questo amore che gli ho dato la morte."

*****

"Quando arrivano i ragazzi, mamma?" Domandò Lily, con fare petulante, passando le dita tra i capelli rossi perfettamente dritti.

"I loro genitori li manderanno qui intorno alle sei." Rispose Ginny, sospirando. Sedeva attorno al tavolo della cucina e rileggeva la bozza del prossimo articolo per la sezione sportiva della Gazzetta del Profeta. "Ora però smettila di chiederlo, e togliti quegli orecchini. Sono troppo grandi per te."

Sbuffando, Lily ritornò in camera dei genitori e tolse dai lobi i cerchi dorati di sua madre, quelli che era solita indossare nelle occasioni speciali. Li ripose nel portagioie, pensando con rammarico che era un peccato, perché le stavano benissimo. La facevano sembrare più grande dei suoi dieci anni, che era proprio ciò che voleva. Gli amici di suo fratello ne avevano tutti dodici, Al li avrebbe compiuti presto. Era già dura essere l'unica in casa a non avere ancora frequentato Hogwarts, non voleva pure essere trattata come la sorellina insignificante dei Potter.

Albus aveva da poco terminato il primo anno e, in occasione delle vacanze estive, aveva invitato i suoi compagni a Godric's Hollow per un paio di giorni. Per Lily, la notizia era da considerarsi un evento speciale per due motivi: erano i primi amici che Al portava a casa, dato che tra i Babbani non aveva mai legato con nessuno; il secondo punto coincideva col primo e riguardava il fatto che fossero tutti maghi.

Lily aveva frequentato soltanto amici babbani, e persino suo fratello James continuava a portare a casa più Babbani che compagni di scuola. Per questo era curiosa di conoscerli, e non vedeva l'ora di condividere il dono della Magia con altri maghi e streghe della sua età.

Senza gli orecchini a cerchio il travestimento da ragazza più grande falliva, ma la fiducia in se stessa non le mancava e Lily si preparò a puntare tutto sulla propria personalità. Si apprestò a tornare al piano di sotto, in febbrile attesa dell'apparizione degli ospiti dal camino. La porta della stanza di Albus era però insolitamente aperta, e lei si fermò a guardare: suo fratello aveva spostato il letto contro la parete e sparso sacchi a pelo sul pavimento.

Albus stava salendo le scale proprio in quel momento. La vide sbirciare e la rimproverò: "Non toccare niente! Prendi questi, invece, e portali in camera tua..."

Le consegnò due ingombranti sacchi a pelo arrotolati, che lei riusciva a malapena a sorreggere.

"Dormirò anch'io con voi?" Domandò la sorella, piena di speranze, con soltanto metà faccia che spuntava dalla morbida collinetta.

"Vuoi scherzare? Tu sei una ragazza, non puoi stare con noi! E non possono starci nemmeno Calypso e Lavinia, è per questo che dormiranno da te."

Lily spalancò gli occhi dalla gioia. "Wooow! Due streghe di Hogwarts in camera mia!"

Eccitata dall'evento, andò a stendere i sacchi a pelo e ritornò dal fratello. Albus stava mettendo via la sua roba elettronica - console di gioco, apparecchi per la musica - chiudendola nell'armadio. La usava di rado, quando non aveva nient'altro da fare, ma non voleva che i suoi amici lo sapessero.

"Allora posso stare qua con voi?" Domandò al fratello. "Voglio tanto parlare di Hogwarts!"

"Non parleremo di Hogwarts." Rispose Albus, ma era stata la prima scusa venutagli in mente. Richiuse lo sportello dell'armadio e raccolse i vestiti sporchi dalla sedia. "Tu non puoi ascoltare i nostri discorsi! Perché non fai come James? Appena ha saputo che la casa si sarebbe riempita di Slytherin si è autoinvitato dai Peterson. Sparisci anche tu, così mi mancherà solo di fare sloggiare mamma e papà..."

Lily portò le mani ai fianchi e strinse gli occhi con aria furba.

"Cacciami via, e dirò alla mamma che la vuoi buttare fuori da casa sua!"

"Stavo scherzando!" Si giustificò lui. "E poi non oseresti!"

"Mammaaaa vuoi sapere che ha detto Albus?"

Il fratello le fu subito addosso. Lanciò i vestiti per terra e corse a tapparle la bocca col palmo della mano.

"E va bene! Se non ci darai troppo fastidio, potrai restare!"

*

"Oltre alle ragazze, gli amici maschi di Albus erano due ragazzoni goffi dall'aria tonta che arrivarono per primi attraverso la Metropolvere. Io non ero affatto interessata a loro; stavo aspettando con ansia l'arrivo di un certo Scorpius Malfoy, che avevo sentito nominare molte volte durante l'anno scolastico, tramite le poche e laconiche lettere che Albus spediva a casa e anche origliando mamma e papà discutere di lui in privato. Si domandavano se avesse ereditato il carattere del padre e se sarebbe stato un cattivo esempio per mio fratello. Albus però era entusiasta della sua amicizia e anche i professori parlavano bene di lui, così i nostri genitori si tranquillizzarono. Quella sera furono felici di conoscerlo e Scorpius non li deluse affatto, perché si mostrò educato e pieno di riguardi.

Neanche io mi fidavo di lui. A quel tempo, avevo ancora un odio infantile nei confronti di Voldemort e di chiunque avesse avuto a che fare con lui. Mi sentivo protettiva verso mio padre, che aveva rischiato la vita a causa loro, e nei confronti dei nonni che non avevo mai conosciuto. Tutto venne dimenticato, non appena vidi Scorpius apparire dal camino. Non avevo mai conosciuto un ragazzo più bello. Rimasi incantata dal quel sorriso genuino e dalla forza del suo carattere, così evidente in qualsiasi cosa facesse o dicesse. Rispetto ad Albus, che tendeva ad avere ancora comportamenti infantili, Scorpius dimostrava qualche anno in più. Per tutta la sera cercai di attirare la sua attenzione, ma non ci riuscii. Mi mettevo in mostra, ma a lui non interessavo. Non gli è mai importato nulla di me."

*

A un certo punto, quando ancora sedevano tutti in cerchio, Albus cacciò via la sorella dichiarando esasperato di non sopportarla più. Lily corse a rifugiarsi in camera sua, offesa col fratello e avvilita perché aveva sentito Scorpius esclamare "finalmente!" a proposito della sua uscita di scena. Non molto dopo, Calypso e Lavinia bussarono alla sua porta: i ragazzi avevano deciso di mettersi a dormire e avevano cacciato anche loro due. Lo sapevano tutti che era una scusa per restare da soli e fare "discorsi da maschi", ma questo aveva dato modo anche alle ragazze di organizzare tra loro un piccolo pigiama party.

"Normalmente, mio padre non mi lascerebbe dormire in casa di estranei, soprattutto se non sono Purosangue." Stava spiegando Calypso, sdraiata a pancia in giù nel suo sacco a pelo, alle altre due ragazze che mangiucchiavano patatine dallo stesso pacchetto poggiato a terra. "Ma sapeva che ci sarebbe stato Scorp, e comunque si tratta di Harry Potter, no? Papà ci tiene alle apparenze, non poteva fare uno sgarro al capo degli Auror."

"Mio fratello James odia i Purosangue e gli Slytherin." Disse Lily, affacciata dalla parte inferiore del letto, la mano ancora unta di patatine. "Il che è stupido da parte sua, dato che alcuni dei nostri cugini sono Purosangue, e Al è in Slytherin. Vi descriveva tutti come Troll, invece secondo me siete molto simpatici. Soprattutto Scorpius! Non è solo bello, lui è... non lo so! È strano, ma in senso buono. Non mi importerebbe di diventare una Slytherin, se questo servisse a piacergli di più."

Calypso e Lavinia si guardarono e risero.

"Non essere così sicura di voler diventare una di noi." Le disse Lavinia, anche lei seduta sul sacco a pelo, con un'espressione maliziosa. "Tuo fratello James potrebbe avere ragione, sul nostro conto."

"Io sono più piccola di voi, ma non sono stupida." Ribatté Lily, alzando furbamente il sopracciglio. "Secondo me, siete proprio voi Slytherin a mettere in giro quelle strane voci sul vostro conto. Vi piacciono, perché vi fanno sentire speciali. L'ho visto succedere anche ad Al. Non era così sicuro di sé l'estate scorsa, però ogni tanto era un gran chiacchierone. Ora fa il misterioso con tutta la famiglia, come a dire guardatemi, sono uno Slytherin, sono strano e pieno di segreti!"

Calypso e Lavinia si guardarono di nuovo in faccia, stavolta più seriamente di prima.

"E se avesse ragione?"

"Sta zitta, Lav!" Intervenne Calypso, ma aveva peggiorato la situazione. La bambina si era incuriosita. "Non è niente, Lily! Lavinia stava solo cercando di spaventarti, è fatta così."

"Sì..." Rispose vagamente l'amica. "Scusa Lily, era solo uno scherzo. Anche perché tu non diventerai mai una Slytherin. So che non è la Casa giusta per te. E se lo dico io puoi credermi, sono sempre stata brava con la Divinazione."

*

"Quello che ancora non sapevo, era che Scorpius aveva già messo in testa ai suoi compagni di scuola che non avrebbero mai avuto un'eccellente educazione magica se non avessero appreso anche le Arti Oscure. Le loro abilità erano ancora troppo scadenti per poter fare progressi in un livello così avanzato, ma stavano imparando a conoscere gli autori, le loro opere e i concetti più importanti.

Un anno dopo venni Smistata in Gryffindor. Lavinia me l'aveva predetto, ma non puoi neanche immaginare la delusione che provai. Ricordo che ero ancora seduta sullo sgabello della scuola, con il Cappello Parlante in cima alla testa, quando guardai James e tutti voi cugini festeggiare, in mezzo a gente che esultava in onore della figlia di Harry Potter. Avrei voluto mettermi a urlare. Non volevo stare con voi! Durante le ultime due estati avevo conosciuto meglio i compagni di Albus, e mi ero convinta di avere molte più cose in comune con loro che con quelli come James! Loro sono scaltri e ambiziosi, proprio come me. Inoltre, avevo intuito che fare parte di Slytherin dovesse significare avere accesso a segreti di cui nessun altro parlava, e io avevo sempre adorato i segreti! Avrei dovuto essere una di loro! So che anche Albus e Calypso ci rimasero male. A Scorpius invece non interessava, e io ero triste perché temevo che come Gryffindor non sarei riuscita a conquistarlo.

Presto capii perché ero diventata una Gryffindor. Io amo divertirmi, mi piacciono le feste e stare al centro dell'attenzione, e tutto questo l'ho ottenuto facilmente nella nostra Casa. In pochi anni sono diventata così popolare che ho dimenticato gli amici di Albus e persino di avere sperato di essere una di loro. Soltanto Scorpius è rimasto nei miei pensieri. Tra tutti i ragazzi che mi corteggiavano, non ne trovavo uno che potesse reggere il confronto con lui, che era sempre il più bello e il più interessante, sebbene non ci avessi mai parlato molto. Malfoy non mi prestava attenzione quando veniva ospitato a Godric's Hollow e continuava a ignorarmi anche a scuola. Lui non aveva occhi che per te. Non gli è mai importato di nessun'altra. E questo è anche il motivo per cui ho conosciuto le Arti Oscure."

*

Il quindicesimo compleanno di Albus era stato organizzato alla Tana. La sua cerchia di amici si era ingrandita e non poteva più essere ospitata nel piccolo cottage di Godric's Hollow. Tra le sue nuove amicizie c'era anche il biondo fratello maggiore di Calypso.

A guardarlo, si intuiva che Dorian avesse accettato l'invito soltanto perché non aveva avuto scelta. Se ne stava in disparte, vicino agli alberi, con il volto pallido stirato dallo sforzo di nascondere il disprezzo per la scena che aveva intorno: decine di parenti Weasley, giovani e meno giovani, riuniti a chiacchierare rumorosamente; ma anche Scorpius e Rose, che giocavano con gli altri ragazzi senza mai dividersi, alternando sorrisi imbarazzati a sguardi languidi.

Lily si era allontanata dal gruppo non appena si era accorta che la sua canotta scollata non aveva effetto su Scorpius, e che nemmeno ottenere il monopolio delle conversazioni era d'aiuto. In quel momento, lo strano Dorian Greengrass, che portava da scuola una fama ancora più strana, sembrò la compagnia ideale e gli andò incontro, decisa a sfogare la rabbia su di lui.

"Tu sei il classico suprematista, te lo si legge in faccia. Scommetto che tuo padre ti ha costretto a partecipare solo per paura di offendere Harry Potter." Gli disse, appoggiandosi alla staccionata intorno alla Tana, accanto a lui. Dorian storse il naso e fece come per ritirarsi da lei.

"Se eri così sicura della risposta, potevi risparmiarti di aprire bocca." Ribatté freddamente. "Anche io ti ho osservata, e so che stai per morire di gelosia. Scorpius vuole tua cugina. Ti conviene fartene una ragione."

Sottolineò il consiglio con un tono sprezzante. Guardò di nuovo Scorpius civettare con Rose e scosse la testa.

Lily ebbe un'idea improvvisa. Greengrass era odioso e non era affatto qualcuno di cui potersi fidare, tuttavia in quel frangente poteva tornarle utile.

"Baciami." Ordinò. "Sei suo amico, a scuola vi ho visti andare in giro insieme. Se non riesco a farlo ingelosire, almeno si accorgerà che esisto."

Sicura com'era della sua avvenenza, Lily non aveva neanche pensato di ricevere un rifiuto. Dorian invece si era ritratto orripilato da lei, come se invece di avere davanti una bella ragazza formosa ci fosse un mostro cosparso di pustole. La sua scollatura non aveva effetto neanche su di lui, sebbene Lily potesse vantare un seno già abbondante per l'età che aveva.

"Davanti alla tua famiglia? Non ci penso proprio! Non ti bacerei nemmeno se fossi l'ultima strega rimasta al mondo."

Lily si sentì crollare il mondo addosso. Era stata umiliata. Soffriva per anni a causa dell'indifferenza di Scorpius e ora doveva sopportare che quella secchiona di sua cugina l'avesse in pugno. Dorian era un bel ragazzo, non le sarebbe dispiaciuto un suo bacio, e ora anche lui la rifiutava.

"Voi due non sapete cosa vi state perdendo!" Gli disse rabbiosa.

"Molti mal di testa, a quanto pare." Mormorò lui, guardando altrove.

Andò furiosa a rifugiarsi sul retro della Tana, dove nessuno poteva disturbarla. Sedette per terra, vicina al pollaio abbandonato, e si accucciò tra le gambe, cercando di non piangere. Quei due idioti Purosangue non meritavano le sue lacrime. Mentre rimuginava su quanto li odiasse, uno sparviero andò a posarsi in cima al basso tetto di compensato accanto a lei. La ragazza aveva riconosciuto la specie perché c'erano tanti sparvieri anche a Godric's Hollow, e una volta un Babbano di zona aveva spiegato ai bambini quale fosse la differenza tra uno sparviero e un falco comune. Stavolta, Lily osservò la creatura con più attenzione e rimase affascinata dalla sua elegante maestosità. Probabilmente aveva fame e non trovava abbastanza cibo da portare ai suoi pulcini, eppure non si arrendeva e persisteva nella sua dignitosa ricerca. L'unica figlia dei Potter decise all'istante di voler avere l'animo di uno sparviero.

"Voglio Scorpius e lo avrò." Affermò con fermezza, come se il rapace potesse capirla. "Non mi arrenderò e gli darò tutto ciò che vuole. Qualsiasi cosa. Alla fine mi sarà grato e sceglierà me."

Prima che l'uccello volasse via, e proprio grazie al piccolo falco, Lily aveva già ritrovato la fiducia in se stessa.

Qualche ora dopo, Scorpius tornò a Godric's Hollow insieme ai Potter. Avrebbe dormito nel solito sacco a pelo in camera di Albus. Non appena il fratello si assentò per andare in bagno, Lily si intrufolò nella sua stanza e chiuse la porta. Malfoy era a petto nudo, con addosso soltanto i pantaloncini del pigiama. Non era un ragazzo sportivo, ma era snello e proporzionato, e i suoi muscoli naturali lo rendevano più attraente della maggior parte dei ragazzi che lei conosceva.

"Che vuoi, sorella di Albus?" Le domandò Malfoy con fare sarcastico, mentre ripiegava la maglietta e la infilava ordinata nel borsone grigio poggiato a terra.

La chiamava sempre così, un modo per prenderla in giro e ricordarle che per lui era solo questo, la sorella minore di un amico. Lily avanzò con decisione.

"Ti ho visto fare una magia in giardino, oggi pomeriggio. Tu e Albus avete usato di nascosto l'Imperius su uno gnomo."

"E tu che ne sai della Maledizione Imperius?"

Se un accenno di preoccupazione aveva sfiorato Scorpius, non era durato a lungo. Gli era bastato sentire citare l'Imperius per diventare curioso. Non era previsto che una studentessa appena uscita dal secondo anno conoscesse le tre Maledizioni Senza Perdono, nemmeno se suo padre era un Auror. Lily scrollò le spalle con noncuranza.

"È dalla scorsa estate che frugo nella roba di Albus. Volevo conoscere il suo segreto. È così che ho scoperto che voi due siete impicciati in qualcosa di losco. Nel baule ha dei libri che parlano di Arti Oscure, e non possono che arrivare da casa tua."

"Dovrei avere paura di te?" Scorpius ironizzava, ma era guardingo.

"Volevo solo avvisarti di stare più attento." Precisò Lily. "Se vi ho visti io, poteva vedervi chiunque. Ci tengo a mio fratello, e sarà solo se finirà nei guai per colpa tua che te la farò pagare. Ho preso appunti dai tuoi libri, lo sai? Non costringermi a usare i tuoi stessi incantesimi contro di te."

"Al è un fratello fortunato." Commentò lui, scrutandola. Le minacce non lo avevano colpito, piuttosto sembrava aver notato in lei qualcosa di nuovo. "Ti interessano le Arti Oscure?"

Lily comprese di avere fatto centro. Le Arti Oscure erano la chiave per fare breccia non nel cuore, ma nella mente di Scorpius. Era impossibile che Rose condividesse con lui lo stesso interesse, per cui quella parte della vita dello Slytherin poteva essere soltanto sua, se lei l'avesse accolta. E l'avrebbe fatto. Fece in fretta i conti con l'educazione ricevuta in famiglia e decise che non le importava.

"Può darsi. All'inizio non capivo perché Al si interessasse alla Magia Oscura, dato che quella roba ha ucciso alcuni dei nostri parenti; poi ho capito che non sono le Arti il problema, ma chi le pratica. Mio fratello è giudizioso e so che ne farà buon uso, ma se mamma e papà dovessero scoprirlo non sarebbero d'accordo con me."

"Sono molto colpito dalla tua lungimirante comprensione. Possibile che non vuoi niente in cambio?"

Eccome se lo voleva: le sarebbe piaciuto baciarlo, tanto per cominciare, ma soprattutto avere tutte le sue attenzioni. C'era però una cosa che Lily non poteva proprio sopportare.

"Potresti ricambiarmi stando alla larga da Rose."

Non era riuscita a nascondere la mia insofferenza ed era sicura che Scorpius avesse ormai capito che fossi gelosa. La sua espressione era furba e solcata da un ampio sorriso.

"Non preoccuparti, ho progetti più importanti in mente che perdere tempo con una ragazza. E se proprio dovessi farlo, dovrebbe valerne la pena..."

*

"Durante il terzo anno entrai a far parte della squadra di Quidditch. Puntavo ad essere una Cercatrice, come mio padre, ma l'unico posto libero era quello di Cacciatrice, come mia madre, così partecipai lo stesso. Quando Lou Smith mi disse che ero stata presa, sperai che gli occhi di Scorpius potessero posarsi su di me almeno durante le partite.

Forse mi avrebbe detestata, se avessi battuto la sua squadra, ma a me andava bene lo stesso. L'odio è pur sempre un'emozione. Avrebbe provato qualcosa per me.

Ma anche in questo caso rimasi delusa. Scorpius non assisteva mai alle partite, quando poteva evitarlo. Spesso mancava persino a quelle degli Slytherin. In compenso, nella mia vita entrò in scena qualcun altro. C'era un ragazzo che iniziai a vedere sempre più spesso, sull'angolo più appartato degli spalti, durante gli allenamenti. Era alto e magro, aveva i capelli marroni e portava i colori di Ravenclaw. Seppi più tardi che il suo nome era Dylan Corner. Non parlava a nessuno e non ero sicura che fosse lì per me, ma dato che ci non dava fastidio lo lasciammo restare.

Un giorno, Scorpius venne a parlarmi. Eravamo in Biblioteca e lui aveva aperto un libro, nel posto accanto al mio, per fingere di studiare."

*

"Ciao, nuova Cacciatrice di Gryffindor. Hai notato che da quando sei nella squadra la tua fila di ammiratori è aumentata?"

Lily aveva accolto con diffidenza i suoi bisbigli beffardi. Scorpius non le aveva mai rivolto la parola in tre anni di scuola.

"Io sì, ma mi sorprende che l'abbia notato tu."

"Io vedo sempre di tutto, soprattutto quando taccio."

"Cosa vuoi davvero, amico di Albus?"

Di fronte alla freddezza di Lily, Scorpius decise di andare al sodo. Aveva la testa leggermente piegata sulla pergamena, e bisbigliava quanto bastava perché lei sentisse.

"Spero che tu non abbia parlato a nessuno di certi libri."

"Se intendi a Rose, no." Lily aveva risposto di getto, ma aveva indovinato. Era proprio la risposta che lo Slytherin stava cercando. La gelosia la divorò dall'interno.

"Bene, perché non capirebbe, non è come te. Non perderei il mio tempo a cercare di parlarne con lei."

"Parlare di cosa?"

Si piegò verso il libro della ragazza, come lei gli avesse chiesto aiuto su un paragrafo complesso. Lily si ritrovò più vicina a lui di quanto non fosse mai stata. Aveva sognato soltanto quel momento per anni.

"Dell'opportunità che voglio offrirti." Le rivelò. "Ti darò accesso ai nostri segreti, gli stessi che ho già condiviso con Albus. Ti farò diventare una strega potente e desiderata, avrai tutto ciò che vuoi. In cambio, voglio solo che tu faccia un lavoro per me. Credi che accetterai?"

Tutto ciò che Lily voleva era lui. La promessa di ottenerlo le offuscò la mente, insieme alla consapevolezza di avere il corpo del ragazzo così vicino al suo.

"Farò qualsiasi cosa per te."

*

"Entrai a far parte dei Figli di Salazar ed ebbi accesso ad antichi libri di Magia Oscura. Scorpius aveva mantenuto la sua promessa e mi aveva aiutato ad andare oltre gli insulsi limiti morali dell'istruzione scolastica, che nella loro ipocrita visione del mondo finiscono per coincidere. Dentro di me scorre la storia stessa della Magia. Per ottenerla ho dovuto però sacrificare qualcosa: una parte di me è andata in frantumi, sempre di più."

*

La squadra di Quidditch di Gryffindor aveva vinto con centosessanta punti, quaranta in più rispetto ai Ravenclaw, e tutta la tribuna rosso-oro stava esultando in preda al delirio collettivo, ben sapendo che fossero a un passo dal vincere la Coppa delle Case per l'ennesimo anno consecutivo.

Il Cercatore di una squadra era sempre il più amato sugli spalti, e infatti anche il Cercatore di Gryffindor, Lou Smith, era stato acclamato come un eroe e abbracciato dall'intera squadra, non appena ebbe rimesso i piedi a terra.

Pur trattandosi della squadra avversaria, Dylan non aveva occhi che per Lily Potter, la Cacciatrice che aveva segnato più punti non solo a Gryffindor ma in tutto il campionato. I suoi capelli rossi brillavano al sole mentre cercava di aggrapparsi al collo del suo Cercatore, che aveva ancora il boccino tra le mani e lo teneva in alto per mostrarlo a tutti.

Dylan sentì una punta di gelosia quando la vide baciare la vide Smith sulla guancia, anche se non aveva senso, dato che Lily non conosceva neanche la sua esistenza. Non molte persone, in effetti, si preoccupavano lui. In generale, il suo comportamento era troppo dignitoso per finire nel mirino dei bulli, ma non si poteva certo dire che avesse degli amici.

Era sempre stato solo fin dal primo anno. A Dylan non piacevano i pettegolezzi o le feste, e la sua vita girava intorno ai libri e allo studio, in modo più intenso rispetto a chiunque altro.

Prima di quell'anno scolastico, non aveva mai nemmeno assistito a una partita di Quidditch. L'unico motivo che l'aveva spinto a farlo era stato l'ingresso di Lily nella squadra. Dylan l'aveva conosciuta di vista due anni prima, quando Rose Weasley gli aveva parlato di lei. Adesso aveva soltanto quattordici anni, ma durante l'estate era sbocciata. I suoi fianchi si erano fatti più larghi e il suo seno era cresciuto. Dylan la trovava deliziosa e avrebbe tanto voluto uscire con lei, se solo avesse trovato il coraggio di chiederglielo.

Una volta finita la partita, la tribuna di Ravenclaw iniziò a svuotarsi. Dylan ascoltava le lamentele e gli aspri commenti dei suoi compagni senza avere il minimo desiderio di parteciparvi.

Silenzioso e solitario, uscì anche lui dallo stadio di Quidditch per rientrare al Castello, con l'intenzione di annullare i pensieri nello studio. Durante la strada, però, l'occhio ricadde per caso sulla zona degli spogliatoi, dove una delle giocatrici si era seduta su una panca esterna.

Lily.

I piedi di Dylan si mossero per istinto verso di lei. Anche se qualcosa nella sua testa continuava a ripetergli di non farlo, sapeva che non avrebbe mai avuto un'altra occasione per parlarle. Lily si stava massaggiando la caviglia, poggiata sul ginocchio opposto.

"S-stai... stai bene?" Domandò il ragazzo. In imbarazzo per la propria banalità, Dylan non si era aspettato di ricevere un sorriso da Lily. Era tenera, e il sorriso aveva spostato in modo buffo le sue lentiggini.

"Sto bene, grazie." Rispose la Cacciatrice. "Sto solo aspettando che si liberino le docce. Tu sei Dylan, giusto?"

Il cuore del Ravenclaw fece le capriole. Non riusciva a credere che lei conoscesse il suo nome. Gli fece posto e lo invitò a sedersi accanto a lei.

"Sei... sei molto brava a Quidditch." Le confessò, ormai seduto al suo fianco, così nervoso da vedere le stelle.

Lily annuì e gli sorrise, ma non ringraziò. Si comportava come se i complimenti le fossero dovuti.

"Hai mai giocato a Quidditch?" Gli domandò.

"Oh, no. No, m-mai. Q-quando ero piccolo giocavo coi miei parenti, ma p-perdevo sempre... non fa per me."

"E cos'altro ti piace fare? Insomma, non mi sembra di vederti molto in giro."

"Io non esco molto spesso." Dylan abbassò il capo. Erano già arrivati al punto in cui la ragazza per cui aveva una cotta avrebbe capito quanto fosse noioso.

"Meglio così." Rispose Lily, gioviale. Dylan per un attimo pensò di non aver capito. "Non mi piacciono i ragazzi mondani. Sono così volgari, non trovi? Tu l'avrai notato con le ragazze."

Il Ravenclaw divenne paonazzo. Non aveva mai notato altre ragazze all'infuori di Lily, e comunque aveva sempre pensato che anche lei fosse una ragazza mondana. Aveva tantissimi amici e quando non era a lezione era sempre a fare baldoria con loro. Non poteva darle ragione senza rischiare di affibbiarle l'appellativo di "volgare".

"Io passo gran parte del mio tempo a studiare. Di certo con me ti annoieresti..." Voleva essere una sorta di battuta, invece Dylan si sentì un frignone. Come se non bastasse, aveva persino lasciato intendere di volerla frequentare.

"Perché mai?" Rispose la ragazza, sempre sorridente. "Mi piacciono i tipi intelligenti. Scommetto che sai un sacco di cose interessanti."

Dylan era sempre più stupito per la svolta inaspettata di quella conversazione.

"A-allora vorresti... vuoi... ti andrebbe... s-sai, qualche volta, in biblioteca..."

"O magari sabato prossimo a Hogsmeade?"

Il cuore introverso del Ravenclaw batteva veloce. Stava succedendo davvero?

"Voi andare con me a Hogsmeade?" Ripeté, sconvolto.

"Beh, sì. La biblioteca non è il posto migliore per conoscersi."

"Va bene!"

Lily reagì con un altro sorriso e si mise in piedi.

"Ottimo. Ci metteremo d'accordo in settimana. Ora devo andare."

"Sì, certo, in settimana."

"A presto, Dylan."

*

Scorpius si dondolava sulla sedia con le mani unite dietro la testa e i piedi poggiati alla cattedra della fredda aula vuota dei Sotterranei. Stava fissando una grossa ragnatela sul soffitto quando lei finalmente entrò.

"Era ora! Ha abboccato?"

"Ha abboccato." Rispose Lily, secca. "È fatta. Gli ho detto quello che volevi, che voglio presentarlo a un gruppo di persone che sapranno apprezzarlo, e lui ha accettato. Ce l'hai in pugno."

"Non avevo dubbi." Affermò lui, tronfio. "Ottimo lavoro. Ti ho fatta diventare una Figlia di Salazar e tu mi hai aiutato a ottenere Corner, ma bada che mi aspetto ancora molto da te. Osservo quel Corvetto già da tempo, e sono sicuro che con noi si troverà bene, ma non so quanto lontano sarà in grado di spingersi. La tua influenza su di lui sarà fondamentale."

*

"Dylan venne ammesso nel gruppo attraverso il rito di sangue. La pozione di magia nera e la firma sulla pergamena magica ci vincolano ai Figli di Salazar per l'eternità. Dylan aveva accettato con incredibile rapidità l'esistenza del nostro mondo, come se per tutta la vita non avesse aspettato altro che conoscere noi. Scorpius era entusiasta del nuovo acquisto, ma io no. Temevo che non sarei più riuscita a liberarmi di lui.

Lo avevo attirato nel gruppo fingendo di avere una cotta per lui, ma l'avevo fatto per accontentare il ragazzo di cui ero ossessionata. Se lo avessi lasciato avrei fatto infuriare Scorpius, e poi, ingannare Dylan era l'unico compito che mi avesse mai dato in cambio dell'accesso alle Arti Oscure. Dovevo resistere.

Pur facendogli credere di essere interessata a lui, tenevo Dylan a distanza perché non provasse mai a baciarmi. Lo stuzzicavo quand'era necessario, poi insistevo perché quel poco che c'era tra noi restasse segreto. Era parte del piano di Scorpius. Funzionò. Dylan non si è mai reso conto che tutti i Figli di Salazar, tranne lui, fossero a conoscenza dell'inganno.

Un pomeriggio, incontrai Scorpius in un'aula abbandonata. Eravamo soli, e io avevo certe idee in testa che non vedevo l'ora di mettere in pratica. Avevo svolto bene il mio lavoro, ed ero convinta di meritare una ricompensa. Scorpius, però, mi assegnò soltanto una nuova missione. Il Corvetto era un servo fedele, ma pur sempre moderato. Scorpius aveva trovato il libro di Clodoveo con le istruzioni per la famigerata Bacchetta Invincibile, e voleva che Dylan ci lavorasse. Spettava a me convincerlo a collaborare."

*

"Perché dovrebbe rifiutare?" Domandò Lily. "Ormai è uno di noi, nessuno disobbedisce ai tuoi ordini."

"Perché la Bacchetta verrà forgiata nel sangue, e temo che questo per lui sia un problema. Non lo è mica anche per te, vero?"

Lily si era bloccata, rendendosi conto per la prima volta in cosa fosse stata coinvolta. Scorpius parlava di morte e di sangue come se nulla fosse. E Albus doveva essere d'accordo con lui, perché non aveva mai disapprovato le sue decisioni. In ogni caso, nessuno di loro poteva più tornare indietro.

"Sto bene." Mentì. "Mi stavo solo chiedendo come fare."

"Dagli quello che vuole. E lui, se non sbaglio, vuole te."

*

"Ero sconvolta. Sapevo cosa volesse dirmi. Dovevo usare il sesso per incatenare Dylan al suo volere. Finché avevo dovuto manipolare un ammiratore con delle sciocche moine, per quanto fastidioso potesse essere, lo avevo accettato. Ora però mi si chiedeva di rovinare la mia vita. Era troppo, e per la prima volta esplosi."

*

"Non ti importa proprio niente di me! Tu mi stai usando!" Urlò Lily, sconvolta. "Non ti importa nemmeno se quel ragazzo mi piace o no! Secondo te dovrei farlo e basta, soltanto perché sei tu a chiederlo!"

"Precisamente. Devi farlo perché è un mio ordine. Ti stai ribellando?"

La paura attenuò di poco il bollore della sua rabbia. Le domande retoriche di Scorpius erano sempre cariche di una minaccia incombente.

"Quel ragazzo... Mi fa ribrezzo. Non voglio baciarlo, non voglio farci sesso. Non l'ho mai fatto, perché dev'essere proprio lui il primo?"

Stava piangendo così copiosamente che non riusciva a vedere nulla. Sentì soltanto le mani forti di Scorpius incunearsi nella sua bassa schiena e il suo bel viso scendere a baciarla. Per Lily era come vivere un sogno. Lo aveva desiderato per anni ed era riuscita a ottenerlo prima di sua cugina Rose, ma non era come aveva immaginato.

Nel profondo della sua mente sapeva che lui la stava manipolando. Ne soffriva, ma al contempo era consapevole di non poterlo avere in nessun altro modo. Continuò a baciarlo, si fece adagiare su uno dei vecchi banchi e lasciò che lui le portasse via la verginità. Quel bastardo sapeva che nessun ordine sarebbe stato tanto convincente come darle ciò che voleva.

"Ora so come si sentirà Dylan. Mi hai fatto ciò che io dovrò fare a lui." Gli disse con afflizione, quando fu tutto finito. Era ancora seminuda, seduta sul banco con le gambe accavallate, mentre lui si rivestiva. "Saprà che lo sto usando, ma accetterà qualsiasi cosa gli dirò di fare, perché sarà sempre meglio che non avermi affatto."

"Lieto che la lezione ti sia servita." Mormorò Scorpius.

Quell'estate, la scuola era finita da pochi giorni quando Lily si fece invitare in casa di Dylan. Era un banale appartamento di città ed era vuoto. I suoi genitori stavano lavorando e non sarebbero tornati fino a sera. Fece sesso per la seconda volta in vita sua, e si rivelò meglio di quanto avrebbe immaginato. Ora che la sua fame di Scorpius si era alleviata, si era accorta che il Ravenclaw non era poi così male.

Era alto e magro, sempre in tensione, ma quando si lasciava andare i suoi tratti miglioravano ed era possibile considerarlo "bello". Ma era stato qualcosa nel modo in cui l'aveva stretta durante il sesso ad averla colpita, quella tenerezza, una cura verso il suo corpo che Scorpius non aveva avuto. Si era sentita al sicuro, perché aveva capito di essere amata sul serio, anche se lei rimaneva innamorata di Scorpius. Continuò a fare sesso con Dylan anche in seguito, ma sempre immaginando che al suo posto ci fosse il loro biondo capo.

I piani andarono come previsto. Albus e il Ravenclaw iniziarono il loro settimo anno lavorando alla Bacchetta Invincibile. Un giorno di febbraio, Scorpius incontrò di nuovo Lily in privato, nella solita aula ammuffita.

"Stanno per arrivare le idi di febbraio." Le disse, senza preamboli. "Il giorno coincide con il sabato di San Valentino, e sono sicuro che Dylan preferirebbe uscire con te che pensare al rito per la mia Bacchetta. Ho intenzione di metterlo alla prova, e naturalmente tu mi servirai. Gli ho ordinato di non raccontare a nessuno dei confratelli cos'avremo da fare quella sera. Se si azzarderà a parlartene, riferiscimelo all'istante."

Lily ascoltava le sue parole, ma pensava a quanto avrebbe voluto fare di nuovo sesso con lui, sul vecchio banco in cui erano stati la prima volta e sul quale lei si era appoggiata di proposito. Lo Slytherin però non volle cogliere i suoi segnali. Ormai frequentava Rose. Di conseguenza, Lily decise di dimostrarsi ancora più servizievole, nella speranza di ottenere le sue attenzioni o almeno la sua approvazione.

Seguì alla lettera i suoi comandi. Incontrò Dylan e fece sesso con lui. Lo invitò a passare insieme il San Valentino, provocandolo, lasciandogli intendere che fosse giunto il momento di uscire allo scoperto. Gli altri Figli di Salazar avrebbe saputo della loro relazione e persino l'intera scuola. Sarebbero stati una coppia ufficiale. Lily doveva tentarlo in tutti i modi e osservare la sua reazione. Dylan non si fece distrarre dal suo impegno. Rifiutò lei e mise al primo posto Scorpius e il rito.

"Mi ha rifiutato. Farà quello che vuoi." Andò a riferire allo Slytherin quella sera stessa, ma si trattò di un incontro fugace tra i corridoi. Lily ebbe solo il tempo di scorgere in lui un ghigno soddisfatto.

Lily andò comunque a Hogsmeade, quel sabato di San Valentino. Lou Smith, il Cercatore della Squadra di Gryffindor, l'aveva invitata a uscire. Tra tutti i ragazzi che la corteggiavano, Smith era senza dubbio il più attraente. Era biondo e muscoloso, e pur non sfiorando la bellezza di Malfoy compensava con la sua bravura nel Quidditch. Sperava che uscire con un altro ragazzo avrebbe ricordato a Dylan quale fosse il suo posto; al contempo, sperava ancora di fare ingelosire Scorpius. Una missione impossibile, dato che lo aveva appena visto vicino alla staccionata, attaccato a Rose come una sanguisuga.

"Vai ad aspettarmi da Madama Piediburro, Lou." Gli disse scontrosa, dopo avere superato il punto in cui i piccioncini continuavano a baciarsi. "Io ho bisogno di prendere un po' d'aria."

Lou storse il volto in un'espressione di stupida confusione.

"Ma che significa? Non voglio entrare senza di te, sembrerei un idiota. Andiamo!"

"Basta guardarti in faccia per capire che sei un idiota, quindi non perdere altro tempo e vai!"

Il suo accompagnatore la mandò al diavolo, ma proseguì da solo verso Madama Piediburro. Lily aveva voglia di spaccare qualcosa. Odiava Lou, Scorpius, Rose e persino Dylan che l'aveva rifiutata.

"Adoro le tue soavi maniere." Disse una voce alle sue spalle. Lily si voltò. Era Dorian Greengrass, i cui capelli biondi erano coperti da un cappuccio nero. Scorpius le aveva accennato che sarebbe venuto a portargli il sangue degli innocenti. "Hai visto anche tu Scorpius attaccato alla Mezzosangue, vero?"

Lily credette di esplodere: "Quella è mia cugina, e comunque sono una Mezzosangue anch'io!"

"Sì, beh, non ha importanza. Li dobbiamo dividere, altrimenti non riuscirò a dargli il mio regalo. Sappiamo tutti che sei la schiava di Scorpius, solo quel disgraziato di Corner ti può credere dalla sua parte, ma per questa volta sarò io a chiederti un favore, se sei d'accordo."

"Non sono d'accordo, ma sentiamo la tua brillante idea."

L'opinione che Lily aveva di Dorian non era cambiata dal giorno in cui lui l'aveva umiliata nel giardino della Tana. Semmai era peggiorata. Quel suo atteggiamento da snob schizzinoso le dava ai nervi.

"Prova a farti vedere da un'amica di Rose mentre piangi. Lei andrà ad avvisarla e io avrò il tempo di parlare a Scorpius."

Lily la giudicò una buona idea, dato che anche lei voleva fare separare quei due. Andò di fronte all'ingresso di Madama Piediburro e finse di piangere non appena vide passare Mary Jordan. Quando Mary si fermò a parlare con lei, Lily le raccontò di avere litigato con Smith. Poco dopo, Rose venne effettivamente a cercarla. Dorian aveva visto giusto. Lily distrasse la cugina il più a lungo possibile, fino a quando Lou, infastidito dalla lunga attesa, uscì dal locale per chiedere spiegazioni alla sua presunta accompagnatrice. Rose, a quel punto, preferì lasciarli soli e ritornò da Scorpius - non prima di avere guardato male il maleducato Cercatore di Gryffindor - credendo di avere fatto il suo dovere.

Ingelosita dalla visione di Scorpius e Rose insieme, Lily ebbe ancora più voglia di sfogarsi col corpo di Dylan. Nei giorni successivi si incontrarono più spesso, finché Dylan decise di farsi avanti:

"Vorrei che potessimo riprovarci." Le disse, pieno di speranze. "Voglio andare a Hogsmeade con te, la prossima volta. Che ne dici?"

*

"Doveva essergli costato molto coraggio chiedermi di diventare la sua ragazza. Si era sempre accontentato di poco pur di non perdermi. Ma non potevo spiegargli la verità, cioè che la proposta di San Valentino era falsa, così gli dissi di voler essere uno spirito libero. Lui ne avrebbe sofferto, ma io avrei avuto campo libero con Scorpius. Purtroppo non è andata come avevo sperato. Proprio quando ho creduto di avercela fatta, è cambiato tutto. Ho dovuto fare una scelta, e a quel punto ho scelto la mia famiglia."

*

To Be Continued

*

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