La Trilogia dell'Amore - Scorose

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Febbraio 2024 [flashback]

Draco non metteva piede a Hogwarts da parecchi anni. Aveva evitato di farvi ritorno finché aveva potuto, ma sapeva che presto o tardi sarebbe accaduto a causa di Scorpius. Gli ultimi ricordi che aveva di quel posto non erano migliori di quanti ne serbasse del periodo precedente al settimo anno. Erano solo un agglomerato di malinconia, delusione e rammarico che non smettevano mai di tormentarlo, facendogli rimpiangere ogni singolo errore commesso in passato.

Uno tra questi, pur a distanza di anni, era ancora il più amaro di tutti. Aveva amato una ragazza, tra quelle mura, una che non avrebbe dovuto amare. Era accaduto per poco tempo, ma era sembrata una vita intera. L'aveva percepita nella sua pelle anche quando non c'era, aveva affollato i suoi sogni la notte e i suoi pensieri da sveglio; era stata la ragione stessa per cui era ancora vivo e anche per questo l'aveva amata più della sua stessa vita. Poi, l'aveva persa.

Dopo la scuola aveva ripreso a frequentare Astoria, aveva amato anche lei e aveva avuto Scorpius, ma il rimorso non lo aveva mai abbandonato. Ancora adesso pensava a lei. A Hermione, che ormai portava il cognome di un altro e che, nel suo mondo fatto di figli e carriera, sembrava essersi dimenticata di lui. Dopo tanti anni di solitudine e rimpianto sarebbe impazzito se lei gli avesse dato anche solo una flebile speranza di poter tornare insieme.

Ricacciò indietro i ricordi. Aveva percorso per intero il vialetto innevato che partiva da Hogsmeade. Il Castello si stagliava scuro e imponente sopra di lui, che stava per varcarne la soglia. Essendo una domenica mattina, parecchi gruppi di ragazzi si erano radunati in cortile per giocare con la neve. Da lontano vedeva qualcuno che, dopo essere stato sfidato a camminare sulle rive ghiacciate del Lago Nero, avanzava cauto sotto gli sguardi divertiti dei compagni.

Si stava domandando dove fosse Scorpius, cos'altro stesse combinando credendo che suo padre non potesse scoprirlo, quando lo riconobbe distaccarsi dal gruppo in riva al Lago, assieme a una ragazza dotata di una folta capigliatura rossa. Stavano tornando al Castello, stretti in un abbraccio, e ogni pochi passi si fermavano per potersi baciare appassionatamente.

Draco si fermò a osservare. Scorpius sembrava diverso dal solito. Era felice, come non lo aveva mai più visto dalla tenera infanzia. Lo avrebbe detto innamorato, ma non poteva essere vero. Conosceva suo figlio, e sapeva che non avrebbe mai dato sfoggio di sentimenti se non avesse avuto uno scopo ben preciso per farlo. Di solito, i suoi obiettivi sociali vertevano intorno al rendersi amato e popolare, ma che vantaggio poteva trarre da quella ragazza?

Ricevere l'Hogwarts Express dritto in fronte avrebbe fatto meno male dell'accorgersi che la ragazza avvinghiata a suo figlio era Rose Weasley. L'aveva riconosciuta dalle poche volte che aveva incrociato la sua famiglia a King's Cross. Avrebbe voluto che quella scoperta gli fosse indifferente, voleva concentrarsi soltanto sul fatto che per Scorpius stare con lei fosse una perfetta maschera sociale, ma non ci riusciva.

Le mani tremavano, i piedi scavavano il terreno ghiacciato fin quasi a scioglierlo. La storia si stava ripetendo. Era impossibile che quella ragazzina condividesse le idee di Scorpius. Era più probabile che non ne sapesse nulla e che suo figlio la stesse raggirando. Conosceva già il finale. L'avrebbe fatta soffrire, così come lui aveva fatto soffrire Hermione. Anche Draco provò dolore. In qualche modo, si riteneva responsabile degli atteggiamenti di Scorpius, ed era come se a causa del ragazzo stesse tradendo la fiducia della Granger per la seconda volta.

Permettere al figlio di frequentare Rose sembrava molto più sbagliato che accettare passivamente che praticasse le Arti Oscure. Almeno queste avevano senso di esistere, nella sua vita, ma lei no. Era troppo diversa da lui e dal mondo che lo circondava.

Ma come sarebbe riuscito a separarli? Aveva compreso il gioco del figlio e voleva stare dalla sua parte. Rose Weasley era un'innocente, e questo faceva di lei la migliore gonnella sotto la quale nascondersi. Frequentando una Weasley, nessuno avrebbe messo in dubbio la sua integrità, ed era questo ciò che Draco si augurava per il figlio: che fosse discreto e avesse in salvo il suo futuro. Tutto il resto, era trascurabile. Quasi tutto.

Quando furono più vicini, Scorpius riconobbe il padre. La sua espressione perse ogni accenno di spensieratezza per diventare un duro involucro di ostilità. Non smise però di abbracciare Rose, che nel vederlo cambiare umore doveva avergli chiesto cosa fosse accaduto. Portò anche lei lo sguardo sulla strada, e incrociò quello di Draco. Era così simile al figlio che non poteva avere dubbi su chi fosse, pur ammettendo che non lo avesse mai incontrato prima d'ora. Invece si erano già visti a Londra, seppure di sfuggita, anche se nessuno dei due si era mai interessato all'altro, una troppo piccola e l'altro troppo grande per cercarsi.

Rose nell'aspetto poteva essere molto simile ai Weasley, con quella spruzzata di lentiggini sul viso e il fisico magro e slanciato, ma i suoi occhi erano quelli di Hermione. Uguali nella sua tonalità di nocciola, uguali nel modo intelligente di analizzare la realtà. Era una piccola Hermione quella con cui suo figlio aveva deciso di giocare. Il rimorso di Draco crebbe di intensità. Doveva esserci una maledizione sulle loro famiglie, se i loro geni continuavano ad attrarsi e a farsi del male, malgrado lo scorrere delle generazioni.

Scorpius continuava a tenere il muso, ma la ragazzina si fece avanti senza esitazione. Coi suoi riccioli sciolti dietro le spalle e i colori del tramonto sul naso arrossato dal freddo, sembrava un raggio di sole che splendeva innocente tra le gelide nubi invernali.

"Sono tanto contenta di conoscerla, signor Malfoy!" Esclamò, piena di entusiasmo e con una meravigliosa luce negli occhi. "Mi sono sempre chiesta quando saremmo stati presentati ufficialmente. Scorpius ha frequentato molto la mia famiglia, ma lei non si è mai fatto vedere. Ci è dispiaciuto. L'aspettavamo tutti, lo sa?"

"Dubito che sia così." Commentò Draco, intento a studiarla. Era una brava ragazza, e gli dispiaceva essere complice di qualsiasi cosa le fosse accaduta.

Persino più affettuosa di Hermione e forse un po' ingenua, Rose sembrava una di quelle persone che non ti avrebbero mai fatto sentire sbagliato, a prescindere da chi fossi o da quanti difetti potessi avere. Con lei, saresti stato sempre bene accetto. La scialba risposta del Mago l'aveva disorientata, ma non le aveva tolto la voglia di fare conoscenza. Osservava l'uomo più grande con occhi privi di ogni malizia e una curiosità che aveva un sapore infantile.

"Io l'aspettavo. Sarebbe stato bello averla a casa insieme a Scorpius, in queste ultime estati, ma potremo rifarlo! Ora più che mai ne abbiamo motivo."

Rose era raggiante, al punto tale da non accorgersi che nessuno dei presenti condividesse un briciolo della sua felicità. Draco scosse leggermente la testa lasciando che Scorpius intuisse i suoi pensieri. Non poteva davvero farle questo, non a lei, non alla figlia di Hermione. E se proprio doveva sfruttare la sua posizione sociale per i propri scopi, che almeno si rendesse conto di che tesoro tenesse tra le mani. Il ragazzo rispose alzando il mento in atteggiamento di sfida. Lui doveva vincere sempre, prendersi tutto ciò che voleva senza dare spiegazioni a nessuno.

"Rose è la mia ragazza, adesso." Spiegò al padre, anche se non ce n'era alcun bisogno. Scambiò uno sguardo complice con lei, che arrossì pudica. "Che grande tempismo per presentarvi. A proposito, cosa ci fai qui?"

"Io vi lascio soli." Disse gentilmente. La tensione tra loro non l'aveva messa a disagio. Poteva gestirla, ma voleva anche rispettare la volontà di Draco che, con ogni evidenza, sperava di parlare a Scorpius in privato. Gli piacque che l'avesse fatto, ma provò anche un'altra scossa di dolore. Con la sua cortesia e il suo buonsenso, gli ricordava molto Astoria. Forse iniziava a comprendere un altro dei motivi per i quali Scorpius l'avesse scelta.

"No, resta." Insistette Scorpius. "Non c'è niente che mio padre non possa dirmi davanti a te."

Draco comprese le intenzioni del ragazzo e decise di assecondarle. Avrebbe recitato ancora una volta il ruolo del padre cattivo, ma stavolta l'avrebbe fatto per un proprio tornaconto.

"Passavo da queste parti e ho pensato di venirti a trovare." Gli disse soltanto, ma lo fissò severamente perché recepisse il messaggio. "Volevo assicurarmi che fosse tutto in ordine. La McGranitt ha scritto che il vostro professore di Difesa contro le Arti Oscure è stato ricoverato al San Mungo, la scorsa notte. Davvero una spiacevole notizia."

"Altroché, ha avuto un infarto e si è salvato per un pelo!" Precisò Rose, dando a vedere di esserne rimasta molto colpita. "Sembra che l'abbia trovato il cane di Hagrid. Lo ha scorto sulla neve e ha dato l'allarme. Quella bestia sembra sempre pronta a sbranarci tutti, ma non riesco ad avercela con lui ora che ha aiutato Kettleburn."

"Un infarto." Ripeté Draco, fissando il figlio con ostilità. "A ventotto anni? Questa sì che è sfortuna. Mi auguro che non ci vadano di mezzo i tuoi voti."

Rose passava lo sguardo dal padre al figlio. Percepiva la tensione, ma sembrava attribuirla al fatto che avessero due personalità troppo diverse per andare d'accordo.

"Pensi sempre a questo. Non fai che sottovalutarmi!" Scorpius si era messo sulla difensiva, infervorandosi così tanto da sorprendere Rose. "Io non metterò mai al rischio i miei voti, mettitelo in testa una volta buona!"

"Se solo mi ascoltassi ogni tanto, mi preoccuperei di meno. Che cosa ci fai con una Weasley? Mi sembrava che frequentare Potter e la sua famiglia fosse già abbastanza sconveniente! Non ti è venuto in mente che sarei stato contrario?"

Ignorò l'effetto che le sue parole avevano avuto su Rose. Evitava di puntare lo sguardo su di lei, ma riusciva comunque a vedere i suoi contorni afflosciati, che si ritraevano da lui e da Scorpius. Pensava che suo figlio l'avrebbe ferita, invece lo aveva appena fatto lui. Si mantenne duro e inespressivo, ricacciando indietro i ricordi circolari di Hermione, di quello che le aveva fatto in passato.

Scorpius ebbe una reazione che suo padre non riuscì a decifrare. Non sapeva quanto ci fosse di genuino nel suo gesto, ma quando si accorse del turbamento della Weasley si preoccupò e provò a consolarla con un abbraccio.

Rose non distaccava gli occhi feriti da Draco, come se dovesse ancora metabolizzare l'offesa. Si era presentata a lui con così tanto rispetto, che faticava a capire dove avesse sbagliato.

"Non insultare la mia ragazza!" Sbraitò Scorpius, riportandola tra le sue braccia. "Lei è perfetta, non mi interessa quello che pensi tu. Fosse stato per te, non avrei niente di quello che mi sono guadagnato con le mie forze. Tu sei contrario a qualsiasi cosa, basta solo che sia migliore di te!"

"Scorpius!" Intervenne Rose. "Non puoi parlare così a tuo padre! Non importa cosa dice, tu non devi scendere ai suoi... in basso."

Abbassò lo sguardo. Draco tornò a osservarla e vide solo una ragazzina dai sani principi che era ancora dispiaciuta, ma che a sua volta si rifiutava di scendere agli stessi livelli di chi l'aveva disprezzata. Non c'era nessuna traccia in lei del caratteraccio nervoso di suo padre. Draco non riusciva nemmeno a pronunciare il nome di quel pezzente, ma non ce n'era bisogno, perché la ragazza sembrava essere interamente figlia di sua madre.

"La tua ragazza crede che giocare a fare la moralmente superiore le sia di qualche aiuto." Rispose Draco, con durezza, fissando il figlio. "Non si rende conto che sta soltanto perdendo il suo tempo. I Malfoy non sono per lei."

"Smettila! Taci!" Ordinò Scorpius, sempre più nervoso. "Tu vuoi rovinare tutto!"

"Precisamente!"

La sua schiettezza sconvolse entrambi i ragazzi, anche se in modi differenti. Mentre Rose sembrava aver deciso che Draco fosse odioso, Scorpius accettò la sfida. Prese Rose per mano, pronto a venir via con lei, ma prima disse al padre:

"Dovrai passare sul mio cadavere, prima di riuscire a rovinare il nostro rapporto!"

"Non ho ancora finito con te!" Gridò Draco, al figlio che sgattaiolava via a grandi passi con Rose al suo fianco. Li vide camminare per un po', poi la ragazza lo fermò e gli disse qualcosa. Un attimo dopo, Scorpius ritornava indietro da solo, mentre lei restava ad aspettarlo lontano.

Draco costrinse Scorpius a seguirlo, finché non furono abbastanza isolati in mezzo alla neve da non doversi più preoccupare di essere discreti.

"Con tutte le ragazze che potevi scegliere, proprio lei!" Esclamò. "Cosa credi di fare? E non osare dirmi che quel professore non si trova al San Mungo per colpa tua. Te lo leggo in faccia che c'entri qualcosa! Se nessuno è ancora riuscito a ricollegarti all'accaduto, non credere che non possa succedere in futuro."

"Quel rischio c'è già stato, ma adesso è tutto sotto controllo." Come di suo solito, Scorpius era riluttante a parlare, ma non poteva farne a meno se voleva liberarsi del padre. "Ci hanno pensato i miei ragazzi, li ho addestrati bene. Me la caverò, sempre che tu non continui a farmi visita tutte le volte che a scuola succede qualcosa di strano. Questo sì, che attirerebbe qualche sospetto!"

"La scuola sta quasi finendo. Cos'altro dovrebbe succedere?" Gli domandò Draco, sentendo l'ansia aumentare.

Il ragazzo esitò, poi decise di poterlo informare di quell'unico dettaglio.

"Ho ancora dei conti in sospeso con una persona." Ammise. "Non garantisco che non ci saranno incidenti, ma non ho attaccato io Kettleburn. Se l'avessi fatto, non sarebbe sopravvissuto. Rilassati. Non ho passato ogni singolo giorno degli ultimi sette anni a recitare la parte del Malfoy redento, solo per farmi beccare all'ultimo minuto con le mani nel sacco."

"Non mi piace niente di quello che stai facendo!" Ruggì il padre, che tremava ogni volta che sentiva il figlio esporre con quella calma i suoi pensieri violenti. Gli ricordava certi Maghi Oscuri del passato. "Quella ragazza dovrebbe lasciarti. Non so se la stai usando soltanto per facciata o se speravi anche di irritarmi. Lo sai che non voglio che frequenti quella famiglia! Non voglio contatti con loro, e tu non solo mi presenti una Weasley, ma le permetti pure di invitarmi a cena! Ti sarai divertito un mondo, quando l'ha detto!"

"È stato divertente." Rispose, trattenendo a stento una risata maligna. "Ma non userei una ragazza per torturarti. Conosco altri metodi. Rose è solo il giocattolo che voglio usare per un po'. Non durerà a lungo, quindi puoi anche risparmiarti il disturbo di mettermi il bastone tra le ruote."

"Non devi farle niente." Disse Draco al figlio, afferrandogli il braccio e stringendolo. Aveva agito d'impulso, e di fronte allo sguardo interrogativo del ragazzo fu costretto a cercare una spiegazione. "Potrebbe raccontare tutto a casa. Suo zio potrebbe capire, potresti essere in pericolo. Quella ragazza è un'arma a doppio taglio."

Ma Scorpius non aveva mai sopportato le ramanzine. Chiuse sgarbatamente il discorso e tornò da lei, ostinato a rimanerle accanto per tutto il tempo che avesse voluto.

Il ritorno a Hogwarts di Draco dopo un quarto di secolo si era rivelato inutile e deprimente, ma il Mago non aveva saputo resistere al bisogno di affrontare il figlio. Aveva intuito il pericolo e doveva intervenire per fermarlo, il che era da sempre un'impresa impossibile che lui doveva almeno tentare. Sconfitto, imboccò la strada per Hogsmeade prima che gli insegnanti potessero vederlo.

Con la coda dell'occhio scorse qualcuno corrergli incontro. Era di nuovo lei, Rose, e il suo cuore si fermò. Sentiva uno strano desiderio di proteggerla, di salvarla dall'inganno di Scorpius e voleva farlo per lei, per Hermione, perché anche sua figlia non soffrisse a causa di un Malfoy.

"Signor Malfoy, aspetti. Volevo soltanto salutarla." Corse ponendosi davanti a lui. "Ero davvero contenta di conoscerla. Scorpius non sarebbe chi è se non fosse stato per lei."

"Io sarei più contento se non dovessi ascoltare certe sciocchezze." Sbottò Draco, che avrebbe preferito non doverle più parlare, specialmente non da soli, sapendo che un giorno si sarebbe rimproverato per avere avuto l'occasione di metterla in guardia e di non averlo fatto.

La sua ostilità non colse Rose impreparata. La ragazza accennò un sorriso comprensivo e continuò dicendo:

"Mi dispiace che lei sia così scontento di me, ma la realtà è che io e Scorp stiamo insieme e ci amiamo. Non riuscirà a dividerci. Volevo soltanto che lo sapesse."

Draco sentì di adorare la sua audacia. Gli faceva pensare ai pochi ricordi felici della sua vita, alla determinazione di Hermione, ma anche ad Astoria e alla costanza che aveva avuto nel restargli accanto e mantenere, finché aveva potuto, la promessa che gli aveva fatto a scuola. Quella del per sempre.

"Non permetterò che questa storia vada avanti. Tu non sarai mai una di noi."

Rose raccolse la sfida a testa alta. A quanto pareva, lei e Scorpius avevano almeno qualcosa in comune.

"Lo vedremo."

Gli lanciò un'ultima occhiata da fiera Gryffindor e andò via. Draco la lasciò crogiolarsi nel suo effimero senso di vittoria. Si augurò soltanto che potesse aprire gli occhi molto in fretta, rendersi conto di non voler più stare con Scorpius e lasciarlo, prima che qualcosa di più grave fosse accaduto.

Prima di entrare a Hogsmeade, si voltò verso il Castello, ammirò le sue torri, fissando con particolare attenzione quella di Astronomia. Avrebbe dato tutto il suo oro custodito alla Gringott per avere ancora diciotto anni e perdersi tra le braccia di Hermione. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di avere un'altra opportunità.

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