La prova di coraggio

*

Dylan doveva affrontare la sua prova di coraggio in una notte piovosa, ma Scorpius gli aveva assicurato di essere stato molto fortunato. Se normalmente nessuno avrebbe badato a un omicidio babbano in una città come Londra, dove ne avvenivano a migliaia ogni anno, con un temporale in corso sarebbe stato ancora più facile. Al riparo della tettoia di un negozio chiuso, al quale avevano distrutto con un Incantesimo le telecamere esterne, Dylan ricevette dal compagno un pugnale d'acciaio col manico in madreperla.

"È antico e molto prezioso." Gli rivelò con orgoglio. "Ma non è mio. Me lo sono guadagnato durante la mia Prova, quando ho attaccato il proprietario di un'armeria e ho rubato il suo antico pugnale appeso alla parete. E poi dicono che quelli strani siamo noi, eh?" Ridacchiò.

Il Ravenclaw lo rigirò tra le mani. Era nervoso. Durante le riunioni si era sempre parlato di uccidere i Babbani, e sapeva che Scorpius e i ragazzi più grandi l'avessero già fatto, ma per lui si era sempre trattato di discorsi goliardici, che servivano a fare gruppo e a sentirsi più forte. Ora invece stava per farlo davvero: acciuffare un malcapitato, infilzarlo e porre fine alla sua vita.

E probabilmente vomitargli addosso, non appena avesse visto tutto quel sangue.

"Sarei più a mio agio con la Magia. Se me la lascerai usare, nessuno noterà la differenza..."

Scorpius strinse le sopracciglia chiare.

"No, niente rischi! Ucciderai alla loro maniera, com'è già stato fatto prima di te e come sarà fatto anche dopo. Ora andiamo, io rimarrò indietro a controllarti."

Scorpius non gli concesse di rendersi impermeabile, spiegando che le intemperie avrebbero formato il suo carattere. Doveva corpirsi soltanto col cappuccio. Con l'arma affilata nascosta nella manica, Dylan avanzò verso la strada indicata dal compagno, una in cui erano solite radunarsi le prostitute, che infatti erano lì anche se pioveva.

Dylan le scrutò da lontano, imponendosi di rimanere concentrato come un cacciatore di fronte alla preda. Una donna dalla pelle scura salì in macchina con uno sconosciuto. Ne rimase soltanto una, esile e dalla pelle bianco latte, con i capelli tinti di rosso scuro. Inumiditi com'erano sembravano quasi naturali. Si proteggeva dalla pioggia nascondendosi sotto i rami di un albero. Se anche avesse saputo quanto fosse pericoloso, in quel momento non doveva importarle. Accucciata dentro un impermeabile, si dondolava sconsolata per resistere anche al freddo.

Dylan le fu vicino, scorgendo in lei alla luce dei lampioni delle lentiggini leggere coperte dal trucco.

La ragazza era preparata ad affrontare i tipi loschi. Col suo avvicinarsi, aveva portato una mano alla tasca. Stringeva qualcosa, aspettando il momento giusto per tirarlo fuori.

"Scusa, non volevo metterti paura. È solo che somigli tanto alla ragazza che amo."

Diffidente, lei lo squadrò da capo a piedi, rimanendo in allerta.

"Sei un ragazzino. Torna a casa, scemo, non farmi perdere tempo!" Esclamò la donna, che aveva un forte accento dell'est.

"Non sono un ragazzino."

Avanzò di un passo. La donna indietreggiò e tirò fuori dalla tasca una confezione di spray al peperoncino.

"Stammi lontano o..."

L'avvertimento si interruppe. I suoi muscoli si rilassarono e la fronte si appiattì senza un apparente motivo. Dylan guardò alle sue spalle. Dall'altro capo del marciapiede, Scorpius abbassò la bacchetta e urlò:

"Fallo."

Il Ravenclaw spinse la prostituta fino al muretto, dove intuiva che, coperti dagli alberi e dalla pioggia, nessuno li avrebbe notati. Fece scivolare il pugnale sulla mano. La donna era ormai assente, catturata dalle spire della Maledizione Imperius, e Dylan la cullò tra le braccia prima di infilzare l'arma al centro dello stomaco e tagliare verso l'alto. Un rantolo leggero prima che il corpo senza vita si afflosciasse. La matassa delle interiora scivolò fuori in un suono disgustoso che lui sapeva non avrebbe dimenticato mai più.

Si allontanò da lei a gran passi, sperando che la pioggia lavasse via le macchie dai vestiti e spegnesse il disgusto che stava provando. Scorpius sorrideva soddisfatto. Rivolle il pugnale, e mentre lo afferrava esclamò:

"Ben fatto! Prova superata."

Ma Dylan era pensieroso. Si domandava quante ancora delle angherie di Scorpius sarebbe stato in grado di sopportare.

*

Dylan osservava in disparte Lily che, dopo essersi precipitata a riabbracciare il fratello, si piegava sul letto di Sirius Black per dare un saluto anche a Calypso, che dall'arrivo ultraterreno del loro capo diceva di non sentirsi bene.

La ragazza bionda, seduta sul copriletto a gambe stirate, si allungò per stringere forte la giovane cognata. Era commossa a causa degli ormoni e scossa da una paura in particolare.

"Lily, ti prego, non dirglielo!" La supplicò Calypso a bassa voce. "Scorpius ha già accettato che sia stato Al a ucciderlo. Non è interessato alla vendetta! Lasciamo tutto com'è e non torniamo più sull'argomento. Chi è stato, perché l'ha fatto... non ha più importanza, ormai!"

"Tranquilla, tesoro, so come comportarmi con Malfoy." Affermò la rossa, decisa. "A proposito, se quel pazzo non è in soffitta con gli altri, allora dov'è?"

"Non lo sappiamo. Si è Smaterializzato ieri sera e non è ancora tornato." Spiegò Albus, con chiaro risentimento. "Ci ha mollato con gli Auror fuori dalla porta, e sono arrivati pure gli Spezzaincantesimi. C'è persino lo zio Bill."

"La barriera resisterà?" Chiese ancora Lily.

"Resisterà." Rispose Dylan. "Conosco quella Maledizione. Soltanto Scorpius o la sua morte potranno spezzarla."

Non sapeva neanche lui quale soluzione fosse preferibile. L'importante era che per il momento fossero tutti al sicuro. Quando Albus portò la sorella in un'altra stanza per raccontarle cos'era accaduto in casa Potter, Dylan andò a richiudere la porta. Si avvicinò al letto di Calypso e sedette accanto a lei.

"Ho un problema e credo che tu possa aiutarmi." Iniziò a dire alla ragazza perplessa. "Ho passato la giornata a rileggere rigo per rigo il libro di Clodoveo, e credo di sapere come mai Scorpius abbia assunto le sembianze di un serpente. La Bacchetta era incompleta! Ricordi? Non ho mai fatto in tempo a compiere l'Incanto Tenebra. Senza quel potenziamento, è già un miracolo che sia riuscito a tornare in vita."

Calypso sussultò.

"Vuoi dire che Scorpius è difettoso?"

"Qualcosa del genere. Significa che non è affatto invincibile come crede di essere. La Maledizione che lo tiene in vita potrebbe andare in glitch da un momento all'altro e per lui, come per noi, sarà la fine."

"Perché me lo stai dicendo? Mi spaventi. Non sta bene spaventare una ragazza incinta!"

"È proprio perché sei incinta che voglio un tuo parere. Ora che so cosa è andato storto posso intervenire. La scelta è tra salvare Scorpius oppure distruggerlo. Cosa ti spaventa di meno, se pensi al futuro del tuo bambino?"

*

Trovarsi chiusi in una vecchia casa, sapendo che fuori dalla porta c'era chi tentava di arrestarli, sarebbe stata un'esperienza logorante per chiunque. Lily e Dylan si erano concessi un paio d'ore di euforia per festeggiare in privato la maggiore età della ragazza, ma al loro ritorno in soffitta erano stati contagiati dal malumore silenzioso e imbronciato dei compagni.

Il maggiore problema di tutti era Dorian, che in assenza di Scorpius si era messo a capotavola, rubando il prezioso posto d'onore del loro capo. Dalla sua nuova prestigiosa postazione li controllava con arroganza, giocando a infilzare il pugnale dal manico in madreperla tra le venature del vecchio tavolo.

"Dov'è Scorpius?" Gli domandò Lily, a bruciapelo. Voleva dare un taglio alla monotonia, ma anche assecondare l'irrefrenabile bisogno di discutere con quell'insopportabile opportunista biondo.

"Non lo so, non me l'ha detto." Rispose Dorian pigramente. "So soltanto che mi ha lasciato qui di guardia a controllarvi, quindi attenti a ciò che dite."

I compagni si riscossero dal torpore e rabbrividirono. Lily incrociò le braccia. Aveva una gran voglia di litigare.

"Fai molto in fretta tu, a cambiare padrone. Soltanto ieri ti vedevo pendere dalle mie labbra."

Dorian ghignò di un'insolita spontaneità.

"Potrei farci di meglio con le tue labbra." Si interruppe solo per ridere del nervosismo di Dylan. "In ogni caso, non sono così modesto da rifiutare un ruolo di comando, quando me ne viene offerto uno."

"Ma certo, io lo so bene!" Continuò Lily. "Tu adori ricevere incarichi, tanto quanto adori arenarti vicino al potere. Scorpius sarà felice di sapere che sei stato un cucciolo obbediente anche quando gli ordini li davo io, sempre in competizione con Dylan per cercare di entrare nelle mie mutande!"

"Lily, zitta!" Intervenne Calypso, che le sedeva accanto, strabuzzando gli occhi.

La conversazione aveva preso una piega effettivamente inaspettata, tuttavia Greengrass non ne era affatto dispiaciuto; aveva tutta l'aria di apprezzare la lingua lunga dello Sparviero. Divertito, si raddrizzò e pronunciò le sue parole lentamente:

"Scorp mi conosce bene. Non ha bisogno di qualcuno che gli spieghi che non farei mai nulla senza un tornaconto. E poi, credo sappia anche lui quanto sia soddisfacente entrare nelle tue mutande."

Il respiro di Lily si era fermato e, dal silenzio che la circondò, dedusse anche quello dei compagni. Stavano tutti passando lo sguardo tra lei e il Ravenclaw, qualcuno inveendo sotto voce contro il biondo portatore di zizzania.

Dylan si tolse gli Occhiali Traduttori dal naso e li gettò con noncuranza sulle pagine consunte del vecchio tomo di Clodoveo. Doveva sapere che Dorian parlasse per dispetto, eppure malgrado il reciproco antagonismo non aveva avuto difficoltà a credergli. La colpa stampata sulla faccia di Lily doveva essere stata una conferma sufficiente e, come se non bastasse, l'imbarazzo generale lasciava spazio a pochi dubbi.

"Sei stata con lui?" Domandò sconvolto, in un fil di voce. Si rivolse a Dorian senza aspettare risposta. "Quindi era questo il segreto che non vedevi l'ora di sbattermi in faccia? E tutti gli altri lo sapevano?"

Lily era mortificata. Si era illusa che quella storia non sarebbe più tornata a galla. Vedendo che persino Calypso era sull'orlo delle lacrime, Albus decise di intervenire in loro aiuto.

"Dyl, non saltare a conclusioni affrettate, dacci modo di spiegare..."

Aveva cercato di parlare con ragionevolezza all'amico che gli sedeva accanto, ma aveva solo spalancato in lui una ferita ancora più grande. Anche Lily provò il suo stesso dolore dilaniante.

"Che brutto quarto d'ora per il nostro Corvetto, che scopre soltanto adesso di essere stato ingannato non solo dalla sua ragazza, ma anche dai suoi amici." S'intromise Dorian, con la sua odiosa voce irriverente. "Lo sapevano tutti che Scorpius ha usato lei per manipolarti, Corner. L'unico che non lo aveva ancora capito eri tu. Chi ti ha fatto entrare nel gruppo? Lily. Chi ti ha convinto a lavorare all'Invincibile? Lily. Chi ti ha messo alla prova quel giorno prima di San Valentino? Lily. Chi..."

"Ora basta!" La ragazza era balzata in piedi, urlando. Dorian alzò la voce per sovrastare la sua.

"Ha fatto tutto quello che Scorpius le ha detto di fare, perché era pazza di lui! Quando ha capito di avere più speranze con l'arazzo di Barnaba il Babbeo, si è vendicata e lo ha ucciso. Poi ha ripiegato su di te, il più tranquillo e affabile Corvetto! Chissà, forse lui le piace ancora. Dimmi, Sparviero, i ragazzi per metà morti e per metà rettili ti eccitano?"

Con gli occhi ovattati dalle lacrime, Lily osservava il cuore di Dylan andare a pezzi in silenzio. Era insopportabile. Da parte sua poteva accettare urla e insulti, ma non quella freddezza lacerante.

"Dyl, mi dispiace. Lui mi piaceva fin da bambina, credevo di amarlo..." A quella parola, Dylan strabuzzò gli occhi. Balzò in piedi anche lui. Ne aveva abbastanza, Lily lo sapeva, e per questo la ragazza si affrettò a spiegare: "Ma poi ho capito di amare te! All'inizio non potevo parlartene, e quando tutto è finito volevo solo andare avanti! La colpa è sua!" Puntò il dito contro Dorian. "Lo sta facendo sembrare l'intrigo del secolo perché ci odia e voleva farci litigare! Non dobbiamo stare al suo gioco!"

"Tu parli a me di manipolazione?" La schernì Dylan con compostezza. "Greengrass è un perfido figlio di Troll, ma è stato l'unico ad avermi detto la verità. Perché non me l'hai detto? Ti avevo già fatto capire che volevo passare sopra a qualsiasi cosa ci fosse stata tra te e Scorpius. Lo sapevi che per nessun motivo al mondo mi sarei allontanato da te, mi aspettavo soltanto che tu fossi sincera. Ora è troppo tardi. Lasciatemi in pace, tutti quanti."

Sgattaiolò via dalla soffitta sbattendo la porta, ignorando Lily che in preda ai singulti lo supplicava di restare. La ragazza si accucciò contro il tavolo e sfogò il pianto con la faccia nascosta tra le braccia, tormentata a tal punto dai sensi di colpa che a malapena sentiva sulla sua schiena le carezze confortanti di Calypso.

"Diamogli del tempo per calmarsi." Le sussurrava dolcemente la cognata. "Se vuoi vado a parlargli io."

Dorian continuava a giocare col pugnale, indifferente al fatto che l'intera tavolata stesse sparlando di lui. Dylan aveva ottenuto la stima dei Figli di Salazar soprattutto negli ultimi mesi, quando non c'era più stata l'ombra del controllo di Scorpius sue loro teste. La sua intelligenza era preferibile alla malignità di Dorian, che nessuno sopportava.

"È colpa vostra se è andato via, non mia." Arrancò Greengrass in propria difesa. "Da me se lo aspettava già un tiro mancino. Siete voi che per tutto il tempo gli avete fatto credere di essere suoi amici."

"Dovresti stare attento a come ci tratti, fratello." Lo mise in guardia Calypso, la mano che ancora confortava la schiena di Lily disperata. "Un giorno potresti avere bisogno di noi."

Il senso sibillino delle sue parole si perse nello spavento che percosse tutti quanti, quando Scorpius riapparve improvvisamente in soffitta.

"Siete già tutti qui! Ottimo, non servirà perdere altro tempo."

Al suono insipido delle sue parole, Lily sollevò la testa. Sentì l'odio per lui ribollirle nelle vene. Malfoy era ancora più orrendo di quanto non apparisse in foto: i capelli cresciuti fino alle orecchie lo facevano sembrare un idiota, ma non era nulla in confronto agli occhi serpentini e alle squame bianche che tappezzavano la sua pelle.

Realizzò che quel mostro era tornato in tali condizioni perché era stata lei a ucciderlo. Ricordò di come Scorpius avesse cercato di nascondere la paura dietro l'arroganza, negli attimi precedenti alla morte; di come i suoi ultimi pensieri fossero andati a Rose, la stessa ragazza che adesso era incinta di Draco. E poi, la prima viscida volta che erano stati insieme, tutto ciò che l'aveva costretta a fare per manipolare Dylan... Proprio il suo Dylan, che era così buono, comprensivo, l'unico che l'avesse mai amata...

Balzò in piedi e corse ad affrontarlo, furiosa.

"Non vedevo l'ora di incontrarti, Scorpius, o qualunque cosa tu sia." Affermò la ragazza con rabbia. "Volevo scoprire quante varietà di espressioni può assumere la tua faccia da serpente una volta scoperto che sono stata io a ucciderti."

Albus aveva cercato di intervenire. Voleva forse lanciarle un Incantesimo che la facesse stare zitta, ma si era agitato così tanto che la bacchetta gli era scivolata dalle mani. Quando la recuperò da terra era già troppo tardi. Lei aveva confessato.

Scorpius la osservò con aria divertita. Dal movimento delle sue pupille allungate, Lily capiva che stesse rievocando i ricordi legati al giorno della sua morte: l'incontro col finto Albus, le parole che costui aveva pronunciato...

"Ora ha senso." Commentò infine il Mezzo Serpente, sorridendo di viva ammirazione. "Quel discorso era troppo stucchevole per arrivare da uno come Al. Tanto fervore non poteva che venir fuori dalla nostra Gryffindor."

"Non avresti dovuto sottovalutarmi." Gridò lei, e le sue guance si colorarono di rosso vivo. "Lo farò ancora, se me ne darai motivo! Uccidimi adesso, o lo rimpiangerai!"

I compagni sbigottiti tentennarono. Scorpius scoppiò a ridere e Lily rabbrividì, mentre il capo redivivo iniziava a parlare:

"Avrai posseduto la Bacchetta Invincibile, ma dimentichi che ora è mia." Per nulla turbato, Scorpius squadrò Lily da capo a piedi. "Sono stato io a renderti quella che sei, una meravigliosa donna delle tenebre con le mani sporche di sangue. Ma non riuscirai a uccidermi una seconda volta. Sarai polvere prima ancora di provarci. Tuttavia, non voglio sprecare dell'utile sangue oscuro per delle sciocche vendette personali. Ho dei progetti in mente per i quali anche tu, sorella di Potter, mi servi viva. Se hai finito di sfogarti, torna al tuo posto e ve ne parlerò."

All'arrivo del capo, Dorian si era goffamente allontanato dal posto che aveva usurpato per scivolare in tutta fretta nella sedia libera più vicina.

"Scorp, ce ne hai messo di tempo!" Esclamò, sperando di distrarlo. Indicò il posto vuoto accanto ad Albus: "Ci siamo tutti, manca solo il Corvetto. È sceso di sotto perché stava avendo una crisi isterica."

"Durante la mia assenza, mi sono dedicato a un progetto personale a cui tenevo molto." Spiegò Scorpius con solennità ai seguaci silenziosi, senza badare all'assenza di Dylan. "Ho avuto del tempo per riflettere, e la lettura della Gazzetta del Profeta di oggi mi ha aiutato a prendere una decisione importante. Dobbiamo uccidere Harry Potter, Hermione Weasley e il Ministro della Magia. Non per forza in quest'ordine. Sono abbastanza affezionato ai primi due, quindi direi che possiamo partire da Shacklebolt. Loro rappresentano il Ministero, ed è a loro che si rivolgeranno tutti coloro che intenderanno lottare contro di noi. Per gettare la Gran Bretagna nello scompiglio, dobbiamo eliminarli e prenderci il loro potere."

Lily e Albus si guardarono in faccia, sconvolti. Dorian li scrutò entrambi con una gioia maligna prima di esclamare:

"Sai che oggi è il compleanno della nostra Gryffindor? Diciassette anni. Può andare lei da uno dei tre. Sarebbe una Prova di Coraggio perfetta se dovesse uccidere suo padre o sua zia."

Lily si accorse di tremare. Voleva strappare a Dorian gli occhi dalle orbite, infilzarlo con aghi acuminati, guardarlo soffrire e ridere del suo dolore.

"Sei il solito sadico!" Lo rimbeccò Scorpius, con un sorriso indulgente. "Non sarà necessario. Albus ucciderà suo padre, ma gli servirà a rafforzare il carattere. Lily si è già vantata di avere superato la sua Prova di Coraggio con me. Noi però le daremo un'altra occasione per dimostrarci il suo valore, e chissà che la nuova missione non l'aiuti a calmarsi. Come da tradizione, stavolta ucciderà un Babbano. Faremo così: tu, Dorian, la seguirai durante la caccia, mentre io, Albus e Dylan andremo a studiare gli spostamenti del Ministro. Voi altri, starete di guardia al pian terreno. Gli Spezzaincantesimi non hanno speranze contro la mia barriera, ma io vi invito a Maledirli lo stesso. Giocate con loro, dategli un assaggio di ciò che presto accadrà a chiunque oserà opporsi a me."

Ordinò ai suoi scagnozzi di scendere al piano terra. Albus doveva cercare Dylan e dirgli di prepararsi alla partenza. Il capo trattenne in soffitta soltanto Dorian, dicendo di avere qualcosa da discutere con lui in privato.

Albus si trascinò via allibito; sembrava aver dimenticato come si parla. Teneva la mano a Calypso, la quale si accarezzava la grossa pancia persa anche lei nei suoi pensieri.

L'atmosfera si era incupita anche tra il resto della banda. L'avanzata verso la conquista del Ministero, che in un primo momento aveva pur acceso gli animi ambiziosi dei Figli di Salazar, stava già dando a vedere i suoi lati spinosi.

Se tutto fosse andato secondo i piani, Harry Potter sarebbe morto per mano di suo figlio. Lily non riusciva nemmeno a pensarci. Voleva ancora bene a suo padre, anche se lui soltanto quella mattina aveva sperato di arrestarla. Sperare di uccidere Scorpius era impossibile, lui stavolta l'avrebbe fatta a pezzi. Se proprio doveva morire per mano di quel mostro, doveva essere almeno per una buona causa.

Quando Dorian tornò sghignazzante al pian terreno per dirle che potevano andare, lei non aveva ancora rivisto Dylan né aveva saputo se Albus l'avesse ritrovato e se fossero già partiti. Forse era un bene. Soltanto l'adrenalina la manteneva in piedi, e se avesse incontrato il suo ragazzo sarebbe crollata. Si impose di non pensarci. Avrebbero affrontato i loro problemi al ritorno dalle missioni.

*

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