Knockturn Alley II
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"Io non posso dirti il suo nome, perché non l'ho mai visto in faccia. Però ho guardato nella sua mente e so dove ha vissuto negli ultimi ventisei anni. Ad Azkaban, insieme ai suoi amici Mangiamorte."
"Allora è tutto vero! L'evasione, voglio dire... è vera?"
"Ma certo che è vera. Non è evidente? Devi sapere che per evocare il Marchio Nero non basta conoscere la formula, serve un vero e proprio talento. Bisogna amare le Arti Oscure più della propria vita, o di quella degli altri." Concluse Madama Jocastra, con un'altra risata gelida.
Rose iniziava a pensare che non doveva esserci molta differenza tra il Mangiamorte evaso e la donna che aveva di fronte.
"Quindi è stato seriamente un Mangiamorte." Ripeté la ragazza, e si rivolse a Dylan: "Perché non me lo hai detto subito, invece di portarmi qui a giocare agli indovinelli con questa donna?"
Dylan sobbalzò.
"Non mi avresti creduto se te l'avessi raccontato io. Dovevi sentirlo da lei."
"Ma così abbiamo solo perso tempo! Dobbiamo andarlo a cercare, subito, prima che faccia del male ad altri!"
Andare a caccia di un Mangiamorte senza nome era un'impresa difficile ma non impossibile, e un paio di ricerche alla sezione Archivio del Ministero avrebbero fornito a Rose le informazioni necessarie a rintracciarlo.
"Non lo troverete, se non vorrà farsi trovare." Si intromise Madama Jocastra. "È un mago molto potente. Inoltre, non è chi diceva di essere. Ha assunto la Pozione Polisucco, prima di incontrare la sua vittima." La strega coronò la rivelazione mostrando un largo sorriso sdentato.
"D'accordo, fermiamoci un attimo." Disse Rose, prendendo un profondo respiro al sapore di zolfo, che la fece tossire. "Stiamo parlando di un Mangiamorte, fuggito chissà come da Azkaban, che aveva un conto in sospeso con Scorp e che l'ha attirato in una trappola. Ha usato anche la Polisucco. E tutto questo l'ha visto nella sua testa?"
"Ho visto che il nostro Mangiamorte si fingeva più giovane dell'età che aveva. Ti dirò anche un'altra cosa: è stato così spregevole da trasformarsi in un suo molto più giovane discendente."
"Ma questo cambia tutto." Esclamò Rose, mentre la sua testa rimetteva a posto i tasselli del puzzle. "Se si è trasformato in un'altra persona, significa che Scorp non ha mai discusso con l'uomo che l'ha ucciso, ma con un suo coetaneo. Presumibilmente, un nipote del Mangiamorte stesso."
"È meno ingarbugliato di quanto non sembri." Intervenne Dylan, che non vedeva l'ora di condividere con lei i suoi ragionamenti. "Io ci ho già riflettuto. Tanti anni fa, i Malfoy hanno aiutato gli Auror ad arrestare i loro amici Mangiamorte, e in questo modo hanno evitato Azkaban. Dalle loro celle i Mangiamorte hanno tramato vendetta per anni, finché di recente il nipote di uno di loro ha litigato con Scorp. Era così arrabbiato che è andato a sfogarsi ad Azkaban, e suo nonno ne ha approfittato per convincerlo a bere la Polisucco e a scambiarsi di posto con lui, così che da una vendetta potesse a portarne a compimento due: una per i Mangiamorte sui Malfoy, l'altra per suo nipote su Scorpius stesso."
"Significa che in questo momento abbiamo un ragazzo chiuso ad Azkaban e un Mangiamorte anziano a piede libero." Ragionò ancora Rose. "Ma non mi sembra credibile, Dylan. I Dissennatori non ci vedono, ma sono perfettamente in grado di distinguere un carcerato giovane e sano da uno vecchio e stremato da anni di prigionia. Non avrebbero mai lasciato andare la persona sbagliata."
"La sorveglianza dei Dissennatori si è indebolita parecchio negli ultimi vent'anni. Lascia perdere la definizione che ne hai sentito a scuola, ormai sarebbe facilissimo ingannarli."
"Se le cose stanno davvero così, lo zio Harry potrebbe non accorgersi mai dello scambio, perché ogni prigioniero risulta al proprio posto in cella."
"Sì, ma la domanda che a noi interessa è un'altra: quanti Mangiamorte conosciamo che ventisei anni fa abbiano lasciato a casa figli e nipoti?"
"Vuoi dire i Nott?" Rose aveva pensato a loro perché poco prima li aveva nominati Dorian. Non era una sorpresa che anche Dylan li ritenesse colpevoli. Sicuramente tra di loro avevano congetturato a lungo su chi fosse stato. "Ma io non ho mai conosciuto Trevor, e credo non lo frequentasse neppure Scorp, anche se erano nella stessa Casa."
"Vedi?" Disse il ragazzo, spazientito. "Tu non accetti la realtà. Credo proprio che la causa di tutto questo sia Trevor, e tu che Scorp non era la persona che credevamo."
"Io non devo accettare nulla. Non sappiamo ancora cosa ci sia di vero in tutto questo. E se anche Scorp avesse litigato con Trevor e non me l'avesse detto, non è un buon motivo per dubitare di lui!"
"Nessuno sapeva di Trevor, né io, né Albus, né nessun altro! Eppure non può essere altri che lui il parente del Mangiamorte! Scorp ci ha mentito, e potrebbe non essere stata l'unica volta che l'ha fatto."
"Eravamo una coppia. Se mi avesse mentito, me ne sarei accorta!"
Dylan scosse la testa, come se avesse perso ogni speranza con lei e non sapesse più come farle aprire gli occhi. Ma se lui era rimasto senza parole, non poteva dirsi lo stesso di Madama Jocastra. La donna mostrò a Rose i pochi denti marci rimasti, con una smorfia maligna, e disse:
"Che dolce ragazzina. C'erano cose, nella testa di quel giovanotto, che credo proprio ti farebbero inorridire. Non credo che tu sappia veramente con chi avevi a che fare."
Rose non si fidava affatto di quella strega. Sembrava sadica, capace di inventare cattiverie su Scorpius solo per vederla soffrire. Inoltre, soltanto Rose conosceva bene il suo ragazzo. Gli altri potevano dire ciò che volevano. Recuperò la calma e disse:
"Non dubiterò di lui senza avere un'ottima ragione per farlo, e finora non ne ho avuta nessuna. Scorp ha incontrato un Mangiamorte, questo è tutto ciò che sappiamo. Non abbiamo nessuna certezza sui Nott, né su qualsiasi cosa sia accaduta con Trevor. Queste sono solo delle tue supposizioni, Dylan." Rose evitò di aggiungere che si era basato su informazioni che potevano essere false, proprio perché raccontate da una donna sadica. Poi si rivolse a lei: "Grazie per il suo aiuto, Madama Jocastra, ma il resto dovrò scoprirlo da sola."
"Oh, ne sono certa." Rispose lei, prontamente. "E che ne sarà di me, adesso? Una giovane Weasley, animata da un così forte senso della giustizia, vorrà certamente raccontare a tutti cosa ha saputo, e da chi..."
Dylan lanciò a Rose un'occhiata così eloquente che a lei parve quasi di sentirlo parlare, avvisandola di "non nominare gli Auror."
"Si sbaglia, Madama Jocastra, questa è una ricerca che voglio portare avanti da sola. Troverò Nott senza coinvolgere... nessuno." Ma non era stata abbastanza convincente, così precisò: "Le prometto che non farò mai il suo nome, qualsiasi cosa accada. Nessuno saprà mai che ho parlato con lei."
"Mi fa molto piacere sentirtelo dire. Ma cosa succederà dopo? Se accerterai che sotto le spoglie di Trevor Nott si nasconde niente meno che suo nonno sfuggito ad Azkaban, cosa farai? Lo ucciderai per vendetta? Una ragazza così giovane e delicata vuole davvero sporcarsi le mani in un gesto così mostruoso? O, almeno, provarci..." La sua bocca cadente si trasformò in un sorriso sinistro.
Dylan continuava a lanciare a Rose dei silenziosi segnali d'allarme. Lei sperò di avere interpretato bene i suoi messaggi, e formulò ogni parola con attenzione.
"Se dovessi scoprire che tutto questo è vero, lo dirò agli Auror. Ma non prima di esserne assolutamente sicura. Non voglio mettere nei guai una famiglia intera prima di avere le prove."
Madama Jocastra scese dallo sgabello sul quale sedeva, ma era una strega piccola e ricurva e non fece molta differenza. Barcollò quando i piedi toccarono terra, segno che fosse instabile e con poche forze. Eppure, quando tirò fuori la bacchetta e la puntò verso l'alto con quel sorriso sghembo e marcio, Rose ebbe paura di lei.
"Molto saggio, davvero molto saggio." Gracchiò la donna. "Si può sempre contare sul tuo animo nobile, senza dubbio, vista la famiglia che ti ha generato. E io ho agito bene, facendoti portare qui dal nostro giovane amico."
Lo stomaco di Rose aveva fatto le capriole e, per la prima volta da quando erano apparsi a Knockturn Alley, Dylan aveva ripreso a tremare. Guardava la vecchia strega ad occhi spalancati, come se non credesse a ciò che aveva sentito.
"Dylan, è vero?" Gli domando la Gryffindor, con un filo di voce. "Voi due eravate d'accordo?"
"I-in un certo senso..." Balbettava e non sapeva bene cosa fare. "L-lei sapeva già di te, ti aveva visto nella testa di Scorp e poi anche nella mia, v-voleva parlarti."
"Potevi dirmelo!" Strillò Rose. "Hai appena smesso di insinuare che Scorp fosse un bugiardo, e alla fine il bugiardo eri tu!"
"Non essere troppo severa con lui, cara. In fondo, ha solo esaudito il desiderio di una povera vecchia strega." Madama Jocastra ghignava soddisfatta.
"Lei mi ha presa in giro, ha fatto finta di non sapere chi sono! Perché dovrei pensare che quello che mi ha detto su Scorp sia vero?"
"Perché lo è, mia cara." Disse ancora la donna. "È tutto vero, e te ne accorgerai presto."
"Chi è lei?" Le domandò Rose.
Madama Jocastra cercò di ergersi oltre la sua statura minuscola, forse dimenticando che non era possibile raddrizzare quella schiena anziana e ricurva. Malgrado l'aspetto debole e la voce stanca e gracchiante, aveva una grande forza d'animo e i suoi occhi rugosi esprimevano un vigore ancora giovanile.
"Sai già chi sono, ma forse vorrai sapere perché ti ho cercata. Da quando quel ragazzo è stato ucciso ho capito che qualcuno doveva tenere a bada gli impiccioni, e in particolare te, Rose Weasley. Ho visto nella sua testa quanto ti amasse, e sapevo che tu non avresti accettato la sua morte. Eri disposta a fare di tutto pur di portare a galla la verità, non è così? Anche intrometterti in faccende più grosse di te, portando scompiglio in questo povero quartiere, che si svuota sempre di più, dove maghi e streghe incredibilmente abili sono costretti a vivere nell'ombra e nella paura, solo perché quelli come voi si rifiutano di accettare il loro diritto a dedicare la vita ad Arti antichissime e prestigiose. Bene, io ti ho reso le cose più facili. Ho evitato che andassi in giro a perdere tempo, facendo domande a gente che non ti avrebbe potuto dare risposta. Ho trovato il tuo amico Dylan, ti ho attirata in casa mia e ti ho rivelato tutto quello che dovevi sapere, così che tu trovassi la pace. L'unica cosa che mi aspetto in cambio da te, è che non venga mai più a disturbarci. Tutto questo ti sembra illogico, mia cara?"
Madama Jocastra aveva venduto la verità a Rose in cambio del suo riserbo. Ma la testa di Rose aveva viaggiato oltre le parole che aveva ascoltato, e in quel discorso aveva scovato troppe zone d'ombra.
"Come faccio a sapere che non sta cercando di depistarmi?" Le domandò, sospettosa.
"Non puoi." Rispose la donna, stranamente comprensiva. "Ma ascolta la tua coscienza e chiediti questo: cos'altro dovrebbe esserci? Non è giusto indagare sul passato di una persona morta. Concentrati sul Mangiamorte. So che sei abbastanza in gamba da trovarlo. Consegnalo agli Auror e cura le tue ferite. Scoprirai che non ti serve altro, per andare avanti."
"Lei è davvero premurosa." Asserì Rose, con un velo di sarcasmo. "Ma a me non basterà scalfire la superficie. Non mi aspetto che lei capisca, ma voglio trovare il responsabile tanto quanto voglio portare a galla la verità."
Gli occhietti piccoli di Madama Jocastra si strinsero e le guance ricaddero flosce e minacciose.
"La verità un'arma pericolosa. Non puoi impossessartene e basta, devi anche saperla usare." Spiegò a Rose, con pacata ostilità. "Tu non sei degna di possederla, tesoro. Continua così, e vedrai che prima o poi qualcuno perderà la pazienza. E tu non vuoi ritrovarti a riabbracciare il tuo ragazzo tanto presto, vero?"
Rose aveva scorto con chiarezza la minaccia, oltre che la provocazione.
"È un rischio che sono disposta a correre." Affermò con orgoglio.
Le sopracciglia di Madama Jocastra si piegarono verso il basso e le labbra si strinsero, in un'espressione di finta commozione.
"Molto toccante, sì. Ma vedo che continui a non capire." Era falsamente dispiaciuta. "Se non riesco a spiegartelo con le buone, dovrò usare le cattive. Sappi che lo faccio per il tuo bene, mia cara..."
Era già troppo tardi quando Rose impugnò la bacchetta. Madama Jocastra aveva già pronunciato le parole magiche più terribili e, e niente poteva più impedire alla magia verde di colpirla e mettere fine alla sua vita.
Proprio quando realizzava che sarebbe morta, Rose venne spinta a terra e cadde tra gli spessi strati di polvere del pavimento. Ancora stordita, si accorse che non poteva muoversi perché bloccata dal peso di un altro corpo.
Era Dylan, ed era ancora vivo.
"Stai bene?" Le domandò lui, spaventato.
Rose annuì. Dylan si era gettato addosso a lei per salvarla. Si voltò per capire cos'era successo, e le parve di vedere un topo sfortunato giacere stecchito nello stesso punto in cui, un attimo prima, si trovava lei.
La strega stava ridendo gelidamente dell'insuccesso della sua Maledizione. Fece il giro del bancone, che nascondeva i due giovani alla sua vista.
"Potete sfuggire a questa vecchia, ma non sfuggirete a lui." Disse con la sua vocina rauca e minacciosa.
Nello stesso momento, dalla strada solitamente silenziosa si levarono dei rumori. Una voce autoritaria impartì degli ordini, e qualcuno parve correre proprio in direzione del negozio.
"È Teddy!" Sussurrò Rose a Dylan, entrambi ancora sdraiati a terra. "È mio cugino, è un Auror!"
"La Traccia!" Esclamò Dylan. "Dobbiamo andarcene!"
Afferrò Rose per un lembo del mantello e la portò via, lasciando Madama Jocastra da sola con gli Auror.
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