Knockturn Alley I
***
Lasciato il Paiolo Magico, Dylan e Rose si Materializzarono in un angolo particolarmente buio di Knockturn Alley.
Era la prima volta che Rose visitava quel posto, ma in tutta onestà non si era aspettata niente di meglio. Il contrasto tra il freddo delle strade buie e la calda atmosfera del pub non era l'unico motivo per cui le era venuta la pelle d'oca.
Le mura attorno a lei erano tappezzate di tetro muschio ingrigito, accompagnato da un'enorme ragnatela che bivaccava nell'incavo della finestra più vicina. Il tutto, era coronato dal tanfo di urina di gatto frammista a pozioni andate a male, che le facevano rimpiangere le Caccabombe del Paiolo Magico.
"Ora che facciamo?" Domandò, incerta, toccandosi le braccia infreddolite.
"Tanto per cominciare, ci copriamo." Affermò Dylan a bassa voce. Il suo sguardo viaggiava frenetico tra le due estremità della strada. Con un movimento di bacchetta, fece apparire due mantelli scuri, ben ripiegati attorno al suo avambraccio. "Qua lo fanno tutti. A proposito, ti informo che sei tornata normale."
Rose controllò uno dei suoi ricci, e vide che erano di nuovo rossi. Dorian Greengrass, poco più di un'ora prima, aveva Trasfigurato il suo volto e scurito i suoi capelli, così che potesse nascondersi dalla famiglia; ora però non le importava più. Prese il mantello dalle mani del compagno e lo indossò, felice di avere trovato qualcosa con cui tenersi al caldo.
La strada sembrava deserta. Anche i rumori parevano indicare che a parte loro due non ci fosse nessun altro. Non si udivano passi, né voci sommesse, ma soltanto il verso intermittente degli uccelli che volavano lontano.
"Dovresti mettere il cappuccio." Ordinò Dylan.
Lei accettò il consiglio, ma il suo atteggiamento le piaceva sempre meno. Da quando avevano abbandonato il Paiolo Magico con una scusa, Dylan era diventato strano.
Era guardingo e faceva lo sfuggente con Rose, evitando di rispondere alle sue domande a proposito della vecchia strega che stavano per incontrare. Non le piaceva il fatto che tutto dovesse restare un mistero.
Dylan sobbalzò quando udì uno strano uccello stridere sopra le loro teste. L'animale oscillò a pochi metri dal suolo e andò a planare con eleganza su di un davanzale non molto distante da loro. Somigliava a un falco.
"Sembra che tu conosca molto bene questo posto." Disse ancora Rose, osservando le reazioni del ragazzo. Lui trasalì e distolse gli occhi dal falco.
"L-lo sanno tutti come funziona Kockturn Alley. Non ho bisogno di venirci cento volte per sapere che anche la muffa è fradicia di Magia Oscura." Sbottò, facendosi scontroso.
Rose non voleva contrariarlo. Era pur sempre l'unico tra gli amici di Scorpius che si era offerto di aiutarla, anche se lo stava facendo a modo suo.
"È solo che... non sembri spaesato quanto me."
"Cosa dovrei fare, mettermi a piangere?" Ironizzò Dylan. "Ho altro a cui pensare."
Dylan si ricordò di non avere ancora indossato il suo mantello. Lo sistemò in fretta sulle spalle e sollevò anche il cappuccio. Quando il naso rimase la sola protuberanza ancora esposta, si rilassò.
"C'è qualcos'altro che non capisco." Domandò Rose. "Perché dobbiamo nasconderci? Anche se non dovremmo trovarci qui, non stiamo facendo nulla di male. Cosa dovremmo temere?"
"Non bisogna dare nell'occhio a Knockturn Alley, lo sanno tutti." Ribatté il giovane mago, esasperato, facendo del suo meglio per restare educato. "A meno che non ti trovi nelle stesse condizioni in cui si è trovato Scorp."
"Che vuoi dire?"
"Te lo racconterà Madama Jocastra." Ma Dylan non aveva fatto i conti con la testardaggine di Rose. Quando capì che lei non l'avrebbe lasciato in pace se non si fosse spiegato meglio, precisò: "Scorp ha fatto il possibile per non passare inosservato. Non si è coperto ed è andato in giro vestito da Babbano, ed è per questo che lei lo ha notato."
"Secondo te lo ha fatto apposta?"
"Sono convinto che abbia cercato di lasciarci una traccia, nel caso gli fosse successo qualcosa."
"Sì, sarebbe molto da lui." Confermò Rose, giocando con la manica del mantello mentre rifletteva. "Ed è la prova che era innocente, altrimenti si sarebbe comportato diversamente. Avrei voluto che ci avesse lasciato più tracce, però. Cosa sai di Madama Jocastra?"
Dylan non aveva rinunciato a controllare la strada, e anche Rose osservò con diffidenza la fila di negozietti bui davanti a sé, domandandosi quale tra tutti appartenesse a Madama Jocastra.
"Non molto." Rispose Dylan, dopo aver controllato che nessuno li stesse ascoltando. "So che vende strani intrugli e che è molto abile in Legilimanzia."
"Te l'ha detto lei?"
"L'ha usata su di me." Dylan non voleva parlare neanche di questo, ma si era già rassegnato al fatto di non poterlo evitare. "È stata lei a trovarmi, ieri, mentre ero in cerca di indizi. Mi ha portato al suo negozio. Credo abbia guardato nella mia mente e abbia capito cosa stavo cercando."
"Ma è molto inquietante, non trovi? Forse ha l'abitudine di forzare la mente degli sconosciuti."
Dylan si rabbuiò. "Tu non capisci. Qui è normale. Nessuno teme le conseguenze."
"Allora sbrighiamoci." Tagliò corto Rose. "Da che parte andiamo?"
Dylan indicò un ingresso aperto a metà della strada. Proprio di fronte a quella porta c'era il falco, ancora appollaiato sul davanzale.
"Lì dentro, il negozio è quello."
Non c'erano insegne di nessun tipo. L'unico elemento che facesse pensare a un negozio era la presenza di una vetrina, lercia da cima a fondo, da cui era impossibile sbirciare oltre.
Il falco stridette, scrollando le grandi ali, quando i due ragazzi si avvicinarono. Rose lo guardò con attenzione: aveva una lunga coda, la testa bianca e il petto striato di rosso. La creatura parve ricambiare lo sguardo, poi si librò in volo, oltre i palazzi.
Solo pochi passi separavano Rose dal nome dell'assassino di Scorpius: dopo, poteva essere tutto diverso. Anche se tutto dentro di lei reclamava vendetta, timori ancora sconosciuti si facevano strada dentro di lei.
Stava per ascoltare qualcosa che forse non le sarebbe piaciuto. Valeva la pena andare avanti? Voleva davvero sollevare domande alle quali non ci sarebbe stata risposta? Scorpius non poteva più difendersi, né darle spiegazioni; qualcosa di inspiegabile poteva rovinare per sempre il ricordo che aveva di lui.
"Se non ti senti pronta possiamo andarcene." Dylan l'aveva osservata e aveva colto con esattezza i suoi timori. "È solo che mi sembrava giusto farti ascoltare la verità da chi la conosce."
Proprio quando stava per cedere alle sue incertezza, Rose si risollevò più forte di prima. L'amore per Scorpius si era riacceso e ogni dubbio era scomparso. Non c'era nulla da temere. Ogni cosa avrebbe avuto una spiegazione. E se non c'era, l'avrebbe trovata lei.
"Sono pronta." Rispose Rose, con decisione. "Voglio sapere cos'ha da dire questa strega."
Se pensava che non potesse esserci niente di peggio dell'urina di gatto, non aveva ancora fatto i conti con quell'orribile tanfo di zolfo che aveva trasformato il negozio in una insopportabile camera a gas. Quando entrarono, persino Dylan si mostrò insofferente, facendo come a volersi tappare il naso ma poi rinunciando.
Madama Jocastra sedeva immobile al suo bancone, del tutto indifferente all'odore di morte intorno a lei. Era una donna molto anziana, con capelli ricci e grigi e gli occhi scuri intensi e vividi.
Il suo negozio era piccolo e disordinato, con tavolini e mensole affollati di boccette di pozioni impolverate. Rose notò alcune di esse, disposte accanto a una scopa abbandonata, contenenti liquidi neri come la pece, marciti già da tempo.
"Buongiorno, Madama Jocastra." Salutò cautamente Dylan. "Si ricorda di me?"
"Ma certo." Rispose la voce rauca della donna. "Dylan Corner! Un caro ragazzo, un amico così leale." Si fermò e lo fissò negli occhi. Dylan distolse lo sguardo, ma la donna continuò per un po' prima di spostare gli occhi su Rose. "E chi è questa adorabile ragazza?"
"Lei è Rose Weasley, una mia amica."
Gli occhi della strega si accesero di avida curiosità.
"Weasley, eh? Appartieni proprio a quei Weasley?"
Rose poteva solo supporre che si riferisse a Ron e Hermione, vista la loro popolarità.
"Sì, proprio loro."
"Oh, sì, gli amici del famoso Harry Potter! Dev'essere un onore per te essere la loro figlia. Ho sentito parlare molto di loro. So che tuo padre è stato un Auror, una volta. Tua madre invece lavora ancora al Ministero. Dopo tutti questi anni e con la sua popolarità, mi sorprende che non sia già diventata Ministro della Magia."
"È la Direttrice dell'Ufficio Applicazione della Legge Magica." Precisò lei, anche se trovava molto faticoso parlare e respirare in quel posto.
"Oh, naturalmente. E tu che progetti hai per il futuro? Di quale dei due genitori seguirai la strada?"
"Mia madre. A settembre lavorerò con lei all'Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche."
"Sì... Sei molto ambiziosa. Gli ostacoli non ti spaventano."
Rose aveva avuto un capogiro. Credeva fosse stata colpa dell'aria viziata, ma poi si era resa conto che la donna era entrata nella sua testa.
Distolse lo sguardo come aveva fatto anche Dylan, sperando servisse a farla smettere, ma l'emicrania continuava e ad ogni capogiro vedeva riaffiorare un ricordo su Scorpius.
"Non è né di me né dei miei genitori che voglio parlare." Insistette Rose, cercando di Occludere la mente all'intrusione.
"Certo che no." Rispose prontamente la donna, gli occhi tondi spalancati su di lei. "Tu sei qui perché vuoi sapere com'è morto il giovane Malfoy. Eri la sua ragazza, e non riesci ad accettare che te l'abbiano portato via, senza neanche una buona ragione... Povera cara, posso capirlo. Che modo orribile di perdere la persona amata. Adesso hai bisogno di risposte e sai che io posso dartele."
"Lo spero proprio." Continuò a lottare per liberare la sua mente.
"Vorrei che le raccontasse tutto ciò che ha detto a me." Intervenne Dylan, atono.
"È accaduto molto in fretta, se può consolarti." Iniziò col dire a Rose. Poteva sembrare un bel gesto da parte della strega, ma non c'era traccia di empatia nelle sue guance cadenti.
Uscì dalla testa della ragazza proprio quando lei sobbalzò. Rose non aveva ancora pensato in modo così diretto al momento della morte di Scorpius; non si era chiesta quanto avesse sofferto o a cosa avesse fatto nell'attimo prima di morire. Era troppo doloroso.
"Chi?" Domandò Rose, esasperata. "Chi è stato?"
"Si è Materializzato proprio qua davanti al mio negozio."
"L'assassino?"
"No, mia cara, il tuo ragazzo. Capelli biondo chiaro, viso pallido, portamento elegante. L'ho capito subito che doveva essere un Malfoy."
"Era da solo?"
"Lo era, e come tutti i Malfoy che vanno in giro da soli era spaventato come un bambino."
La donna esplose in una risata gelida, e Rose cercò di incrociare lo sguardo con Dylan, che la evitò accuratamente. C'era qualcosa che non andava in Madama Jocastra: o non era del tutto sana di mente o era anche lei molto malvagia.
"Sta mentendo." Ribadì Rose, con la calma della ragione. Non era tanto l'aver insinuato che Scorpius fosse un vigliacco a farle dubitare di lei, ma il modo offensivo con cui l'aveva fatto.
"Aveva paura." Ribadì la strega, alzando la voce. "Era ignaro di ciò che sarebbe successo, ma poteva fiutava la morte, così come un cane può fiutare la preda. Sapeva già che sarebbe successo quando è arrivato, il che può renderlo coraggioso ai tuoi occhi, se è così che preferisci ricordarlo."
Rose non si era neanche accorta di avere cominciato a piangere. Le lacrime erano scese da sole e le solleticavano la guancia. Le asciugò col dorso della mano.
"Quindi lei sa davvero tutto. Entra nella testa delle persone e ne tira fuori tutto ciò che vuole. Allora perché non mi dice per quale motivo era qui?"
"Aveva un conto in sospeso con una persona, e questa persona era arrabbiata. Lui lo sapeva ma sperava di poterla contrastare, anche se si erano dati appuntamento in un ambiente a lui ostile. Capisci, Knockturn Alley non è sotto il controllo dei Malfoy. Qui possono esserci degli imprevisti, e il suo assassino è stato molto furbo: lo ha fatto andare laggiù a Dawn Alley, dove non va mai nessuno e tutti i negozi sono chiusi."
"Quello che mi sta dicendo è che Scorp ha incontrato il suo assassino spontaneamente." Elaborò Rose. Trovava ancora faticoso parlare in mezzo allo zolfo, ma iniziava ad abituarsi. "Lo conosceva e sapeva che poteva esserci uno scontro. E c'è stato? Scorpius ha lottato col suo assassino?"
"Io ho visto soltanto un lampo di luce verde che colpiva il tuo ragazzo, e lui che cadeva al suolo."
La descrizione fatta dalla donna era insensibile, ma doveva significare che Scorpius era stato ucciso a tradimento da un vigliacco. Albus aveva avuto ragione, poco prima al Paiolo Magico: era morto perché non gli era stato dato modo di difendersi, ma se l'avesse fatto sarebbe finita diversamente.
"Vuole dirmi chi è stato?" Disse Rose, trattenendo appena l'impazienza. "Chi è l'uomo che ha ucciso Scorpius?"
***
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top