Io posso darti tutto 🍋

*

Rose afferrò la maniglia e l'abbassò lentamente, cercando di non fare rumore. Non sapeva se Draco si fosse chiuso a chiave. Non aveva ancora appreso tutte le sue abitudini, ma si stava divertendo a scoprirle un po' alla volta. Quasi non osava pensare a quale altro genere di abitudini potesse avere sotto le lenzuola, lo trovava imbarazzante, anche se stava entrando nella sua stanza esattamente per scoprirle.

Il cuore batté più forte, sapendo cosa stava per fare. Coricarsi con Draco. Toccarlo. Essere sua.

La camera da letto era buia; poteva sentire il suo respiro regolare, sdraiato al centro del letto, coperto solo a metà da lenzuola candide, che lasciavano in mostra un pigiama di seta verde. Soltanto una candela sul comodino, ormai in procinto di spegnersi, illuminava l'ambiente spazioso di una luce soffusa.

Rose temeva di non farcela. Si coprì la bocca per impedire all'emozione di rovinare tutto, e camminò piano fino al bordo del letto. Insinuò prima un ginocchio, poi l'altro. Il materasso ondeggiò, ma la figura addormentata di Draco era già sotto di lei, supina. Rose scese a lasciare un bacio leggero sulla guancia più vicina. Sapeva ancora di Firewhisky ed era caldo e morbido nonostante la corta peluria della barba.

Rose lasciò sul suo viso altri piccoli baci, volendo dargli un delicato risveglio. Lui però continuava a dormire, inconsapevole della sua presenza.

La mossa successiva di Rose era molto audace per una come lei. Le sue esperienze sessuali pregresse erano state intense, ma limitate, potendo vantare soltanto una relazione durata pochi mesi. Non era quindi sicura di cosa stesse facendo quando decise di sedersi a cavalcioni su di lui. Tutto ciò che sapeva era che almeno avrebbe potuto sentirlo.

A separare i loro corpi erano ancora le lenzuola di lusso - Rose era stata troppo pudica per rimuoverle - ma la loro presenza non le impedì di accarezzare il suo petto coperto di seta, poggiare le mani oltre le sue spalle e calarsi su di lui per rubargli un bacio sulle labbra.

Inaspettatamente, Draco reagì a quel contatto. Aveva ancora gli occhi chiusi quando ricambiò il bacio, una mano che si incastrava tra i ricci della ragazza e l'altra che scendeva ad accarezzarle i fianchi, spingendola contro quella parte di sé che si stava svegliando.

Entrambi ansimarono sulle labbra dell'altro. Afferrandola per i fianchi, Draco la spinse sulla schiena e si distese sopra di lei, catturando le sue labbra.

Rose si sentì euforica e appagata per il solo fatto che lui la stesse ricambiando. Non desiderava altro che vedere quell'uomo distaccato perdersi per lei, guardarla finalmente come la donna che era e non come una bambina, o... la figlia di qualcun'altra. Draco si contorceva su di lei, cercando la posizione perfetta mentre avevano ancora i vestiti addosso. Rose aveva già spalancato la gambe per garantirgli il migliore accesso. Lo voleva così tanto da impazzire; non riusciva a sopportare quell'emozione forte che le esplodeva nel cervello, aspettando soltanto di essere consumata. Draco accarezzava i suoi fianchi, le sfiorava il seno, la baciava con una passione che Rose aveva mai conosciuto.

Voleva restare stretta a lui per sempre. In quel momento erano uguali. Non c'era differenza di età, non c'era la Magia Oscura né un figlio violento da rimpiangere o una madre di cui essere gelosa per avere già avuto tutto ciò che anche lei agognava tanto. C'era soltanto l'uomo che amava, che la baciava, la toccava e che stava per averla.

Draco fece scivolare la mano verso il basso, dove sfiorò la biancheria intima della ragazza. Senza smettere di baciarla, afferrò la stoffa sottile e la strappò, gettandola via. Rose trattenne il fiato. Stava per succedere. Si concentrò sul momento in cui sarebbe entrato in lei, in cui il suo desiderio avrebbe trovato un sollievo.

Si vergognava dell'effetto che lui le faceva, quel senso di totale abbandono per il quale sapeva che lui potesse farle tutto ciò che voleva e lei ne avrebbe chiesto di più. Voleva essere soltanto sua, diventare una sola persona. Non aveva mai provato niente di simile e sapeva di essere vergognosamente in fiamme. Il bisogno aumentò, quando intuì dai suoi movimenti nella parte inferiore del pigiama che stava per sentirlo, carne contro carne.

E invece Draco si fermò. Aveva smesso di baciarla e il suo organo sfiorava la sua umidità senza andare avanti. Domandandosi il perché di quella tortura, Rose aprì gli occhi. Lui la stava fissando a sua volta, sconvolto. Si spostò in gran fretta, rimettendo il pigiama al suo posto e muovendosi indietro come un gambero.

Ricoprì le cosce aperte della ragazza con le lenzuola, e sussurrò:

"Che cosa hai fatto?" Il suo smarrimento si tramutò in rabbia: "Che cosa mi hai fatto fare? Mi hai lasciato credere che fossi un'altra!"

"Chi credevi che fossi?" Ribatté Rose. La delusione aveva acceso la sua gelosia, offesa come un'amante tradita. "Come potevi non sapere che ero io?"

Poi se ne rese conto: Draco doveva averla baciata nel sonno, senza capire cosa stava facendo, sognando un'altra...

"Esci fuori di qui." Le ordinò, scivolando via dal letto e rimettendo i piedi a terra.

"No, prima dobbiamo parlare." Rose si impose. Si spostò, inginocchiandosi sul materasso. "Non fingere che ciò che stava per succedere tra noi sia il vero problema! Tu stai male, Draco! Ti sento la notte, in quella dannata stanza! Stai sbagliando tutto, e lo sai anche tu!"

"È vero, ho sbagliato a lasciarti vivere in questa casa! Sei cambiata. Non sei più la Rose che conoscevo. Non credo che la ragazzina piangente che è venuta a cercarmi quel giorno d'agosto si sarebbe mai infilata nel mio letto di soppiatto!"

"Sì, sono cambiata! Ora so cosa voglio e so anche come prendermelo. Cosa c'è di sbagliato, in questo? Io ti amo, non ho nulla di cui vergognarmi!"

"Ti ho già spiegato perché tra noi non può funzionare!"

"Ma non hai altra scelta! Ci sono soltanto io, per te! Dimentica mia madre, dimentica Scorpius! Loro non possono darti più nulla, ormai! Soltanto io posso!" Abbassò le bretelle della sua camicia da notte, arrotolandola sul ventre e mettendo in mostra i seni. "Io posso darti altri figli, se lo vuoi... Posso darteli anche adesso."

Draco era rimasto senza fiato. Non riuscì a impedire ai suoi occhi di ammirarla seminuda, con la veste appoggiata ai fianchi, leggermente allargati a causa della posizione inginocchiata. Il suo autocontrollo era stato messo a dura prova, ma trovò ancora le forze per tirarsi indietro.

"Ho rovinato anche te..." Mormorò.

Rose si rivestì, scese dal letto e si avvicinò a lui. Sconvolto, Draco aveva abbassato le sue difese, e lei ne approfittò per gettarsi al suo collo.

"Va tutto bene." Gli disse, teneramente, toccandogli i capelli morbidi. "Io sto bene. Lasciati andare."

Il solo tocco della sua pelle la faceva impazzire. Con pazienza, attraverso carezze e i sussurri rassicuranti, riuscì a vincere le sue reticenze. Draco l'afferrò per i fianchi, come per allontanarla, solo che stavolta la strinse forte a sé. Incastrò la testa sulla spalla della ragazza, respirandole sul collo, mentre la sua durezza premeva imponente contro di lei.

"Se entrerai nella mia vita soffrirai, e io ti perderò." Le disse, affranto. "Lo so, perché è già capitato troppe volte."

Che doloroso scherzo del destino, per la ragazza, sapere che avrebbero sofferto soltanto se Draco si fosse ostinato a rifiutarla; se non avesse deciso in fretta di lasciarsi la sua vecchia vita alle spalle.

"Non stavolta. Andrà tutto bene, io lo so. Dimentica il tuo passato. Io sono il tuo futuro..."

Rose soffocò le restanti proteste baciandolo. Draco gemette nel restituirle il bacio. La sua passione si fece violenta. Afferrò la ragazza per la nuca e la costrinse a scontrarsi con la sua lingua, in una lotta sensuale che non terminò quando la sollevò per i fianchi e la gettò a letto. Si sdraiò su di lei, incastrandosi tra le sue gambe e costringendola ancora a dei baci aggressivi, intanto che le sue mani spingevano l'orlo della camicia da notte verso l'alto, spogliandola.

Rose si era persa. Non c'era più confine tra se stessa e la passione bollente che si era accumulata nel suo basso ventre. Ormai sapeva di averlo conquistato e che sarebbe andato avanti. Ma lui si fermò di nuovo:

"Non può essere..." Mormorò, apparendo improvvisamente lucido. "C'è qualcosa che ti fa agire così. Qualcuno ti ha condizionata. Hai parlato coi Figli di Salazar?" Le domandò.

Rose, ancora intontita dal piacere, non capì. Lo vide perdere velocemente ogni traccia di lussuria, e avvertì soltanto un vuoto, quando Draco si allontanò dal suo corpo caldo e disponibile per rimettersi seduto.

Sembrava impossibile che fosse riuscito a pensare a qualcosa che non fosse lei. Sentendosi d'un tratto inappropriata, Rose si coprì ancora una volta e si sedette accanto a lui.

"Ho parlato con Calypso." Ammise, rassegnata. Non sapeva come, ma in qualche modo lui l'aveva capito. "Abbiamo stretto un accordo. Convincerà Albus a non ucciderci, se noi rinunceremo a riportare in vita Scorpius. Lo odiano. Credo che abbia fatto loro qualcosa di molto grave."

"Perché Calypso dovrebbe convincere Potter a fare qualcosa?" Domandò Draco, dopo avere riflettuto sulle sue parole.

"Perché stanno insieme. Lo so da un pezzo, ma ho dimenticato di dirtelo."

Non gli era mai sembrata un'informazione importante, ma per Draco evidentemente lo era, perché il suo stupore si unì a un'improvvisa comprensione. Si mise comodo e iniziò a raccontare:

"Tanti anni fa, quando i ragazzi erano piccoli, strinsi un accordo col padre di Calypso. Mio figlio e sua figlia erano molto amici. Pensammo che lo sarebbero rimasti anche da grandi, e così stringemmo per loro una promessa di matrimonio."

"Ma è una cosa così antica." Commentò Rose. "Si sarebbero sposati lo stesso, se avessero voluto."

"È soltanto una formalità, una vecchia tradizione tra le famiglie Purosangue che vogliono mantenersi tali."

"Non mi sembravi uno che tiene ancora alla purezza del sangue."

Dato che la questione riguardava anche lei, Rose si era preoccupata. Draco, comprendendo le sue perplessità, iniziò a spiegare:

"I Greengrass volevano che Calypso portasse a casa dei figli Purosangue. Io volevo soltanto ridare a Scorpius una figura materna. Quella ragazza era cugina di secondo grado di Astoria, ha ricevuto la sua stessa educazione e credevo che avrebbe reso felice mio figlio come mia moglie ha reso felice me."

Le si stringeva il cuore ogni volta che lo sentiva parlare di Astoria. Rose era
gelosa di quella donna morta troppo presto, ma la rispettava. Aveva avuto un gran cuore e aveva amato Draco quando lei non poteva farlo. Pensò di voler bene ad Astoria per essersi presa cura di lui in attesa del suo arrivo.

"Che ne è stato di questo accordo? Scorpius non me ne ha mai parlato."

"C'è sempre stato. In estate insistevo con lui perché ti lasciasse e pensasse a sposarla. Non avevo nessuna particolare simpatia per Calypso, ma ormai erano promessi e io credevo che almeno lei lo amasse. È stata proprio Calypso a raccontarmi di te, di quanto l'intero gruppo ti odiasse. Sia a causa della profezia, che credevano dovesse rovinarli, sia perché avevano visto Scorpius cambiare, e non nel modo in cui tu speravi cambiasse. Non lo stavi spingendo al bene. Più ti frequentava, più diventava aggressivo. Voleva domare i loro dissensi col terrore. Credevo che Calypso avesse parlato per gelosia, ma a quanto pare non è così. Quando hai scoperto che quei due stanno insieme?"

"A settembre, quando sono entrata a Grimmauld Place di nascosto. Calypso ne parlava al quadro di Walburga Black. Perché è così importante?"

Draco sospirò e rispose, fiacco:

"Perché forse adesso sappiamo il motivo per cui è morto. Rivestiti, Rose. Ho ancora qualcosa da raccontarti, e non ti piacerà."

"Raccontamelo dopo."

Rose scivolò di lato, sedendosi a cavalcioni sulle sue gambe. Desiderava stringersi di nuovo a lui. Gemette, quando Draco afferrò per istinto i suoi glutei.

"Sei troppo maliziosa." Mormorò, stringendola. "Avrei dovuto avvisarti che stai giocando col fuoco."

"Io non sto affatto giocando!" Sbottò Rose, indignandosi per quanto possibile, stretta al suo petto. "È solo che non voglio parlare di cos'ha fatto Scorpius alle mie spalle. Volevi dirmi che mi ha tradito, vero? È stato con Calypso mentre stava con me. Beh, non mi interessa. Ha ucciso delle persone. Non c'è niente peggiore di questo."

"Ti distrai, e non capisci cosa cerco di dirti." Ribatté Draco. "Credo che Albus e Calypso abbiano causato la morte di Scorpius per stare insieme. Mio figlio glielo avrà sicuramente proibito visto che, sì, è stato con lei nello stesso arco di tempo in cui stava con te. Avranno pensato di non avere altra scelta che eliminarlo."

"Spiegherebbe molte cose, tra cui uno dei motivi per cui lo vogliono morto." Ammise Rose. "Ma allora cosa c'entra lo Sparviero in questa storia? Perché la Bacchetta è in suo possesso e non, piuttosto, in mano ad Albus o Calypso? Non ha alcun senso."

Draco le afferrò i fianchi e la sistemò meglio attorno ai propri. La sua durezza la colpì al centro, e lei portò il collo indietro, in preda alla passione.

"Non ho una risposta." Le mormorò sulle labbra. "Ma sento che è questa la strada giusta. Siamo così vicini a scoprire la verità, che fermarci adesso sarebbe da perfetti idioti. E tu non devi prendere mai più accordi con quei ragazzi, soprattutto alle mie spalle."

"Volevo aiutarti."

"Non mi aiuti affatto. Ti dico io cosa faremo. Arriveremo fino in fondo, ci prenderemo quella Bacchetta e riporteremo in vita Scorpius. A quel punto, tu sarai libera di rifarti una vita lontano da noi. Questo è il piano e non cambierà."

Rose sentì la mente annebbiarsi. Draco aveva leggermente sollevato i suoi fianchi. Con le unghie infilzate nella sua pelle bollente, la guidò piano lungo la sua durezza.

Le stelle esplosero tra le sue sinapsi, mentre lui la riempiva. Lo sentiva, ed era incredibile. Era reale. Non doveva più accontentarsi di sognarlo.

Draco scivolava sempre più a fondo con una lentezza esasperante. Faceva male. Rose era stata impaziente di averlo, ma scopriva di essere troppo stretta per lui. Anche Draco tratteneva i gemiti, con gli occhi chiusi, mordendosi un labbro.

"Sembri una vergine." Mormorò, prima di baciarla.

Rose aprì le labbra per lui, ma non poteva concentrarsi sui baci. Più in basso, Draco continuava ad allargarla più di quanto non lo fosse mai stata. L'umidità attutiva l'impatto. Malgrado il dolore, lo voleva lì dentro e lo voleva per sempre. Lo amava, si sentiva sua, voleva esserlo.

Quando lui l'aiutò con dolcezza a scivolare fino in fondo, foderandosi nel suo corpo con un'ultima spinta, Rose gridò. Si sentiva piena e poteva sentire ogni centimetro di lui.

Erano completamente incastrati. A quella consapevolezza, le emozioni la tramortirono e lei scoppiò in lacrime. Gli avvolse le braccia intorno al collo e lo baciò con passione, muovendosi istintivamente su di lui. Draco l'aiutò a muoversi guidando ancora i suoi fianchi e stabilendo per lei un ritmo lento.

Il suo seno inturgidito, spogliato della sottile camicia da notte, tracciava delle linee sul suo petto ancora rivestito di seta. Aveva caldo dappertutto, e ogni lamento trattenuto di Draco infuocava il suo piacere.

Stava annegando nella sensazione di essere sua, ma riusciva ancora a realizzare che stesse accadendo davvero. Era entrata in camera sua pensando di sedurlo, credendo fosse questo l'unico modo per mantenerlo in vita. Lui non aveva voluto rinunciare ai suoi progetti, ma non era riuscito a rifiutare lei. Ora gli sedeva in grembo, piena di lui, stimolata dalle sue spinte, lo baciava e lo sentiva gemere per lei.

Voleva dirgli di amarlo, ma temeva di non essere creduta. Sarebbe stato troppo facile dichiarargli il suo amore anche se non fosse stato vero, visto il piacere che le stava donando. Rinsavì un momento dalle passioni e aprì gli occhi per guardarlo in faccia. Il suo bel viso pallido era contratto dallo sforzo di resistere al piacere.

Si ricordò di lui la prima volta che lo aveva visto, al binario 9 e 3/4. Lo conosceva di fama, e quando lo vide passare le parve così austero da incutere timore. Ripensò alla prima volta che gli aveva parlato, a Hogwarts, quando i suoi sforzi di gentilezza erano stati ripagati con la maleducazione. Lui le aveva affermato di non volerla in famiglia, eppure adesso era lì, intrecciato al suo corpo, godendo con lei.

Socchiuse gli occhi, sentendo la pressione crescere, là dove i loro corpi si univano. Sapeva cosa stava per succedere e di colpo ripensò al suo piano: Draco avrebbe lasciato Scorpius riposare in pace, se avesse avuto un altro bambino?

Mentre un'onda di piacere risaliva prepotente la sua spina dorsale, una frase le sfuggì dalle labbra:

"Mettimi incinta."

Draco la trascinò sotto di sé, sbattendola sulle lenzuola scombinate. Si tirò fuori da lei un attimo prima che qualcosa di caldo bagnasse il suo inguine. Rose sapeva cos'aveva fatto e pensò di essere stata rifiutata, sebbene lui non si fosse ancora allontanato. La sovrastava, cercando di non pesare sul suo corpo; i gemiti che le sussurrava all'orecchio le facevano venire voglia di ricominciare.

Rose lo abbracciò. Draco non si mosse; la guardò negli occhi appannati e scese a baciarla intensamente sulle labbra.

Ti amo. Rose pensò a quelle parole senza avere il coraggio di pronunciarle.

"Non doveva succedere." Le disse in un sussurro. "L'hai voluto tu. Ma non ti metterò incinta. Non potrei mai farti questo. Dovresti portare in grembo il figlio di un Mangiamorte, per quale motivo? Ne abbiamo già parlato. Sei troppo piccola per me. Il tuo mondo non è come il mio. Quando tutto sarà finito, andrai avanti."

Rose lo strinse forte, come se così facendo potesse fargli cambiare idea. Ma era inutile. Draco l'accarezzò, la baciò e la coccolò a lungo, ma quando ormai rischiavano di addormentarsi la cacciò via.

"Devi tornare in camera tua." Le disse. "Non puoi passare la notte con me. Sarebbe come approvare quello che abbiamo fatto."

Si sollevò da lei, sistemandosi e tornando in piedi. Era triste, ma mai quanto Rose, che si sentì privata di una parte di sé.

"Speravo potessimo farlo ancora." Gli confessò timidamente, coprendosi il seno e i fianchi, avvertendo di nuovo la propria nudità come qualcosa di sbagliato.

Draco doveva essere molto stanco. Non aveva voglia di imbattersi in lunghi discorsi, così disse soltanto:

"Voglio stare da solo."

Prima di andare via, stanca, sudata e felicemente sconvolta, Rose realizzò che Draco aveva bisogno di sentirsi dire di non essere severo con se stesso. Non voleva che rimuginasse, trovando chissà quali colpe da addossarsi, né tantomeno che si tormentasse pensando a Hermione.

"So che sei ancora innamorato di mia madre." Gli disse, stringendosi le braccia al petto. "Ma lei non tornerà da te. Se avesse voluto lasciare mio padre, l'avrebbe già fatto. Non te lo dico solo per gelosia. È la verità, dovresti accettarla."

"Non stavo pensando a lei." La rassicurò Draco. "Ma hai ragione. Non tornerà."

Alla scoperta di essere stata l'unica nella sua mente, Rose si riscoprì felice. Draco però non era in vena di scherzi. Squadrò il suo corpo slanciato e formoso, coperto soltanto da una camicia da notte che non arrivava alle ginocchia, e si addolorò come neanche la realizzazione della perdita di Hermione era riuscita a fare. Le intimò di andarsene e lei, per timore di contrariarlo, dovette rinunciare a chiedergli un ultimo bacio.

*

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