In Missione a Hogsmeade

*

Trevor tremava come una foglia. Aveva gli occhi scavati da due occhiaie nere e l'aspetto emaciato di un malato. Malgrado ciò, stava forzando un sorriso così esagerato da sembrare la caricatura di se stesso.

Rose si sentiva a disagio. Seduta di fronte a lui, a un tavolo dei Tre Manici di Scopa, non sapeva come iniziare la conversazione. Non c'erano domande che potesse fargli per rompere il ghiaccio: nelle lettere, aveva già ribadito abbastanza che la sua vita scolastica fosse molto noiosa. Ma neanche il ragazzo parlava, così i primi minuti del loro incontro trascorsero avvolti nel silenzio.

La Gryffindor ne approfittava per riflettere. Aveva notato, infatti, una ragazza di Slytherin molto robusta, che era entrata subito dopo di lui ed era andata a sedersi a un tavolo dal quale poteva avere una visuale perfetta su loro due. Aveva ordinato da bere e si era messa a leggere una rivista, comportandosi come una cliente qualunque. Rose però sapeva che in lei c'era qualcosa di strano.

Per il resto, i Tre Manici di Scopa erano lo stesso pub allegro e affollato di sempre. Tra i tanti bei ricordi che Rose aveva di quel posto, gli ultimi erano indissolubilmente legati a Scorpius. Non era stato questo il solo motivo per cui, inizialmente, avrebbe voluto incontrare Trevor da un'altra parte. Secondo lei, sarebbe stato meglio parlargli in privato. Draco però aveva insistito: "Più un posto è affollato, più probabilità avete di non essere ascoltati." Rose gli aveva dato retta per l'abitudine che aveva di ascoltare le persone più grandi, ma continuava ad avere la sensazione che avrebbero avuto più fortuna altrove.

"Allora, Trevor, c'è qualcosa che vuoi dirmi?" Rose comprese che, se non fosse andata dritta al sodo, sarebbero entrambi morti di vecchiaia in attesa dei convenevoli. "Mi dicevi che qualcuno a scuola ti infastidisce. Ti va di parlarne?"

Trevor sobbalzò nervoso, tanto che il bicchiere gli scivolò di mano rischiando di finire a terra. Era diventato ancora più verdognolo e malaticcio.

"Sei molto diretta." Commentò, con un filo di voce. "Ma io non voglio annoiarti. Sei... sei stata molto gentile a incontrarmi. Quasi non ci speravo che accettassi il mio invito."

Rose intuì che il ragazzo stesse ancora provando a confondere le acque. Non sapeva che Dorian le avesse già parlato della loro complicità. In ogni caso, ritenne saggio anche da parte sua mantenere quello stesso alone di ambiguità.

"Non c'è problema, io capisco come ti senti." Lo rassicurò lei. "Possiamo parlare di quello che vuoi."

Trevor prese alcuni respiri, che non cambiarono affatto il suo umore. Rose credeva che stesse boccheggiando, invece parlava a voce bassissima:

"Quella cosa che stai cercando... è qui. A Hogwarts. Ma non chiedermi di prenderla per te, perché non posso. Non arriverei vivo a portartela. E poi, provarci è impossibile. Nel posto in cui è tenuta, io non posso entrare."

Era un rebus. Nel posto in cui è tenuta, io non posso entrare. Soltanto a Hogwarts, potevano esserci centinaia di luoghi in cui era possibile nascondere una bacchetta, usando magie più o meno sofisticate. Bisognava per forza restringere il campo.

"Non puoi entrare perché non sei una ragazza? Voglio dire, a Gryffindor esiste una magia antichissima che impedisce ai ragazzi di accedere ai dormitori femminili. Suppongo che da voi sia lo stesso."

Trevor aveva spalancato la bocca per la sorpresa, poi aveva abbassato lo sguardo. Rose tornò per istinto a guardare in direzione della grossa ragazza di Slytherin. Sospettava di lei, per questo gli aveva posto quella domanda.

"Neanche a Slytherin possiamo entrare nei dormitori femminili, è vero." Confermò, fissando in basso e divenendo sempre più verde. "Non che io ci abbia mai provato."

"Chi è la ragazza che ci sta osservando, Trevor?"

I sospetti di Rose trovarono conferma nel fatto che Nott avesse risposto senza esitare.

"Sì chiama Orella. Orella Flint. Frequenta il mio stesso anno. Lei è una di quelle persone che... sì, mi disturbano. Quando ha scoperto che ti avrei incontrato, ha insistito per conoscerne il motivo. Le ho detto che sono libero di chiedere di uscire a chi voglio, ma lei non era d'accordo."

Rose focalizzò di nuovo lo sguardo sulla ragazza paffuta, che in quel momento fingeva di leggere il suo giornale. Registrò nella mente i suoi tratti fisiognomici, la fronte larga, le sopracciglia scure, sapendo che presto l'avrebbe rivista ancora. Orella era certamente un altro membro dei Figli di Salazar. Che fosse anche lo Sparviero era tutto da verificare, ma non sembrava probabile. Finora si era sempre parlato al maschile, di questa figura misteriosa.

"Tra le persone che ti disturbano, c'è per caso un professore?"

Trevor alzò lo sguardo su di lei. Si era perso nel vuoto, vagando tra sorpresa e confusione. Rose rimase concentrata su di lui, in attesa di un qualsiasi gesto che confermasse le sue teorie su Kettleburn, quando si accorse di alcune sagome familiari che si facevano largo per il pub.

Erano Hugo e Lily, che erano appena entrati e stavano cercando qualcuno tra i tavoli. Salutarono alcuni compagni, poi Lily riconobbe Rose. Illuminandosi di felicità, la indicò al cugino e insieme si affrettarono a raggiungerla.

Rose si ritrovò combattuta tra la gioia di rivederli e la premura di parlare a Trevor. Quando si accorse che stavano per avere compagnia, il ragazzo si paralizzò come una statua.

"Mi sei mancata così tanto!" Esclamò Lily, correndo ad abbracciarla. "Avvicina quelle sedie, Hug."

Hugo incantò le sedie di un tavolo vuoto e le fece levitare sotto ai loro fondoschiena. Sedettero entrambi accanto a Rose. Il fratello le fu esageratamente vicino, rivolgendo allo Slytherin soltanto una smorfia di disprezzo.

"Io vado..." Mormorò Trevor, alzandosi in piedi, pallidissimo.

"Sarebbe meglio!" Sbottò Hugo.

"No, Trevor, puoi restare..." Disse Rose, ma lo Slytherin si era già voltato senza dire una parola e si stava dirigendo al bancone per pagare. Orella, dimenticata la rivista, lo seguì con lo sguardo ingrugnito e fece la stessa cosa. "Hugo! Perché gli parli in quel modo? Te l'ho già spiegato nelle lettere che suo nonno ha manipolato anche lui!"

"Se non ti conoscessi, direi che hai preso troppi Bolidi in testa, ultimamente." Commentò il fratello, gli occhi ridotti a fessure, fissando una sorella che da qualche tempo a questa parte non riconosceva più. "Prima scappi di casa, poi difendi uno Slytherin che ha aiutato Scorpius a morire... Cosa accidenti ti succede?"

Rose ricordò che anche Hugo era stato molto affezionato a Scorpius, o almeno al personaggio dietro al quale il vero Scorpius si nascondeva. Quel tipo di inganno era stato, a conti fatti, la colpa meno grave del suo ex ragazzo.

"Trevor ha subito un duro trauma quest'estate, come tutti noi." Spiegò al fratello. "Mi ha scritto di avere bisogno di compagnia e io ho accettato di incontrarlo."

Mentre parlava, osservò il ragazzo andare verso la porta e accingersi a uscire, accompagnato da Orella. Non cercò il suo sguardo: non sembrava incline a fare nulla, con la compagna vicino.

"Sarà, ma ti avverto che tra poco diventerò un emarginato pure io, in questa dannata scuola." Continuò Hugo. "Sto insultando tutti quelli che sento parlare di come mia sorella sia diventata l'amante di Draco Malfoy. Una volta sono quasi venuto alle mani con due idioti di Slytherin, proprio davanti al professor Kettleburn! Ho mancato la punizione per un soffio, e tutto questo per colpa tua!"

"Lasciala in pace!" Ribatté Lily. "Ti avevo detto che se avevi intenzione di lamentarti, avresti fatto meglio a non venire affatto!"

"Certo, perché la cosa giusta da fare è coccolarla, così continuerà a comportarsi da stupida!"

A Rose dispiaceva avere causato dei problemi al fratello, ma non riusciva a dare al discorso la giusta importanza. Stava guardando fuori dalle vetrine, seguendo la schiena esile di Trevor che si disperdeva tra la folla in direzione del castello. La sua unica possibilità di scoprire l'identità dello Sparviero se ne stava andando.

Non riuscì a trovare una buona scusa per congedare Hugo e Lily, e di conseguenza rimase a chiacchierare con loro ai Tre Manici di Scopa per tutto il pomeriggio. Se non avesse avuto una missione da portare a termine si sarebbe divertita - rivedere la famiglia era confortante - ma in quel frangente il tempo tolto alle indagini pesava come un macigno.

Quando finalmente uscirono in strada, Hugo venne intercettato dai compagni del club di Scacchi Magici, che lo convinsero a venir via con loro. A quanto pareva, era in corso una faida tra la squadra di Gryffindor e quella di Ravenclaw, e Hugo era il migliore a controbattere.

"Tuo fratello è arrabbiato perché ti vuole bene." Disse Lily a Rose poco dopo, mentre passeggiavano per le vie di Hogsmeade. "Vorrebbe che tornassi a casa, alla Tana, ma io gli ho detto che deve farsi gli affari suoi. Bastano i genitori, per questo genere di pressioni. I fratelli sono fatti per stare dalla nostra parte, non trovi?"

"Un fratello deve anche poterti dire quando sbagli. Se lui la pensa così, fa bene a dirmelo."

Lily era molto legata ai suoi fratelli, ma se avesse saputo chi era davvero Albus, si sarebbe allontanata anche lei.

"Per me non stai facendo nulla di male. Ti stai soltanto divertendo!" Precisò Lily, e abbassò la voce. "Perché, ammettiamolo... Farai sesso tutto il giorno!"

Rose avvampò. Non aveva mai affrontato argomenti simili con Lily. Non credeva nemmeno che sua cugina pensasse al sesso così facilmente, anche se non aveva mai nascosto di amare le attenzioni dei ragazzi.

"Io non faccio sesso." Precisò, fermandosi per la strada e parlando pianissimo, tanto che neanche lei riusciva a sentire le proprie parole. "Anche tu credi che abbia una relazione con Draco?"

"Che ne so? Ce l'hai? Lo chiami pure per nome! A me puoi dirlo. Suona così intrigante, andare a letto col padre del proprio ragazzo!"

Rose valutò l'ipotesi di scavarsi una fossa nel terreno e seppellirsi lì dentro per sempre. Non poteva averlo detto davvero! Sperò che nessuno dei passanti avesse sentito una mezza sillaba di quella follia.

"Smettila! Non farmici pensare. Messa così sembra ancora più orribile di quello che è..." Le disse, amareggiata.

Non che non ci avesse già riflettuto, su quanto strano e perverso fosse il rapporto che si era creato con Draco. Era il padre di Scorpius. L'ex ragazzo di sua madre, ancora innamorato di lei, al punto che la sposerebbe, se lei lasciasse suo padre. Ma cosa poteva farci se l'amava lo stesso? Rose lo voleva per ciò che era, non perché stare con lui fosse eccitante. Era la malizia altrui a rendere malato un amore che per lei era soltanto giusto e naturale.

"Quindi c'è qualcosa?" Lily era in fibrillazione, come se stesse per ascoltare la notizia più entusiasmante del secolo.

"No. Ma ammetto che mi piacerebbe." Confessò Rose, a bassa voce, guadagnandosi gli schiamazzi di una Lily elettrizzata. "Non dirlo a nessuno, ti prego!"

"Puoi giurarci, che non lo dirò a nessuno! Rose Weasley, sei proprio una mascalzona. Ma Scorpius? L'hai già dimenticato?"

Draco non voleva che circolassero voci troppo precise sulla vera natura di Scorpius, e Rose gli aveva promesso di aiutarlo a mantenere intatte la apparenze. Il suo lato goliardico era però già emerso durante il processo e lei si fidava di sua cugina. Sapeva che non ne avrebbe parlato a nessuno.

"Di recente ho scoperto che era molto diverso da quello che sembrava. Violento, bugiardo... E ha fatto il bullo con Trevor per tutto l'anno."

"Oh, sul serio? Mi dispiace... Anche se, a dirtela tutta, non sono molto stupita. Non ho mai pensato che fosse il tuo tipo. Era troppo perfetto per essere vero, mi spiego?"

Rose capiva perfettamente. Peccato non poterle raccontare quanto avesse ragione. Entrarono da Mielandia, cercando di stemperare il malumore con la dolcezza di qualche caramella.

"Allora, cosa trovi di così interessante in quel Trevor?" Le domandò Lily, quando furono di nuovo per strada, scartando i dolci appena comprati. "Cioè, mi ricordo che in estate è stato il tuo indiziato numero uno, ma credevo che ormai fosse finita. O hai fondato una specie di Club dei Maltrattati da Scorpius?"

"Qualcosa del genere." Rispose Rose, masticando le sue Lumache Gelatinose. "In realtà, mi ha scritto che c'è ancora qualcuno a scuola che lo tormenta. Non so in che modo, ma ho visto che quella Orella Flint non lo molla un attimo... Tu ne sai qualcosa?"

"La cara Orella!" Esclamò Lily sarcastica, alzando un sopracciglio. "Un Bolide in formato ragazza, e non parlo nemmeno dell'aspetto fisico! Beh, quello che so io è che vanno sempre in giro assieme perché lei ha una cotta per Trevor. Pretende che lui la ricambi, e così gli impone la sua presenza. Povero Nott, sarebbe difficile per chiunque dire di no a Orella."

Non era certo la vera ragione, ma Rose trovò ugualmente interessante apprendere in che modo i Figli di Salazar riuscissero a camuffarsi tra i compagni di scuola.

"Comunque, non credevo che vi foste mai conosciuti, tu e Nott." Disse ancora Lily, stringendo gli occhi come per ricordare. "Vi siete presentati durante l'udienza?"

"Sì." Confermò Rose. Stava per raccontarle che non era stata l'unica occasione nella quale si erano visti, quando si ricordò che nel mondo magico anche i muri avevano orecchie, e che lo Sparviero era ancora a Hogwarts. Anche se non lo vedeva, non poteva escludere che la stesse spiando. "Ci siamo conosciuti al Ministero, poi lui ha iniziato a scrivermi. Draco credeva che volesse provarci con me, ma se lui è già impegnato con Orella..."

Rose e Lily risero della grottesca situazione del povero Nott. Come se lo avessero evocato, Trevor apparve furtivo dietro l'angolo in direzione della Testa di Porco. Sua cugina non lo aveva visto perché di spalle. Il ragazzo portò una mano alle labbra per indicare a Rose il silenzio, poi sparì alla vista.

Lily le stava raccontando una delle scene più esilaranti a cui aveva assistito tra i due Slytherin. Rose però stava pensando ad altro. Voleva raggiungere Trevor. Era chiaro che avesse qualcosa di importante da dirle. Sua cugina si accorse del cambio di umore e la interrogò. Rose spiegò di essersi ricordata di un impegno al quale doveva proprio andare e Lily non fece domande: da tempo aveva messo gli occhi sul Cercatore di Hufflepuff, e tutto quel parlare di sesso le aveva fatto venire voglia di andarlo a cercare.

Si separarono con un ultimo affettuoso abbraccio, prima di dirigersi ognuna in direzioni opposte. Rose svoltò l'angolo verso la Testa di Porco. Trevor si era nascosto nello stretto vicolo della porta sul retro.

"Che sollievo, sei ancora qui!" Esclamò la ragazza. "Mi dispiace se ai Tre Manici di Scopa siamo stati interrotti, ma vedi, è un periodo strano per la mia famiglia, avevano bisogno di parlarmi..."

Il muso appuntito di Trevor si era stretto di insofferenza. Non gli importavano le sue spiegazioni.

"Hai chiesto a Calypso una tregua?" Le domandò, con un'aggressività trattenuta. Non cercava una risposta, sapeva già che fosse vero. "Ci hanno visto parlare, e ora sono arrabbiati. Con me, con te, con Malfoy che ti ha spedito qui. È finita, Rose. Non ci sarà nessuna tregua. Troveranno un modo per uccidermi e lo faranno."

"No, Trevor, calmati." Disse Rose di getto, confusa e spaventata, volendo suggerirlo anche a se stessa. "Spiegami meglio cos'è successo, fammi capire!"

Il volto verdognolo e terrorizzato del ragazzo si sforzò di mettere insieme le sue ultime energie.

"Non doveva andare così. Le lettere che ti mandavo dovevano restare un nostro segreto. Lei però mi ha scoperto. Mi ha intercettato mentre andavo in Guferia e ne ha letta una. Non conteneva nulla di grave, ma ai Figli di Salazar non è piaciuto che fossi in contatto con te. Per questo Orella è entrata con me nel pub."

Interruppe la frase, dopo avere plasmato le ultime parole con l'ansia infausta di una tragedia imminente.

"Troveremo una soluzione, ce n'è sempre una!" Affermò Rose, cercando ancora di convincere se stessa.

"No. Sanno cosa ci siamo detti. È finita! Loro non perdonano! Se non dovessi farcela, dì a mio padre che è stato un gran bastardo."

Rose non voleva pensare al peggio. Trevor non sarebbe morto. Un omicidio a Hogwarts sarebbe stato uno scandalo troppo grande da gestire, persino per dei camaleontici assassini come loro. Ma in fondo, cosa ne sapeva lei dei Figli di Salazar e delle loro strategie? Draco era al castello, in quel momento. Era andato a parlare col professor Kettleburn. Se anche l'insegnante era un complice, forse stava già provvedendo a eliminarlo.

"Come posso parlare allo Sparviero? È lui che comanda qui, vero? Gli spiegherò la situazione!"

"Non è un lui!" Trevor aveva vinto la paura con un altro moto rabbia. "E non è un professore! Ma non posso dirti di più! È finita, Rose! È finita..."

Lo Sparviero non è un lui. Orella Flint! Non poteva che essere lei! I pedinamenti, il carattere di un Bolide, gli occhi malvagi... Non era soltanto una strega dei Figli di Salazar, era anche lo Sparviero! Rose riuscì a scorgere un principio di ordine in mezzo a tanta confusione, e questo le diede maggiore coraggio. Disse al compagno di correre a nascondersi a scuola, mentre lei andava a occuparsi di Orella. Gli domandò dove potesse trovarla, quando lo vide sgranare gli occhi e indicare qualcosa alle sue spalle.

Un maestoso rapace dal petto striato di rosso, identico a tutti gli altri che avesse incontrato fino a quel momento, era planato su di una pedana di legno, abbandonata nel vicolo. Rose non aveva più paura. Se lo Sparviero avesse voluto attaccarla, l'avrebbe già fatto. Invece, aveva deciso di concederle un incontro.

"So che puoi sentirmi, quindi apri bene le orecchie." Affermò la ragazza, avvicinandosi all'esemplare. "Tu non mi fai paura. Odio te e tutti i tuoi amici, ma ho intenzione di mantenere la promessa che ho fatto a Calypso. Io e Draco non saremo i vostri nemici."

Una voce innaturale le parlò nella testa. Non era la sua, ed era impossibile capire a chi altri appartenesse.

"I Figli di Salazar prendono gli accordi molto seriamente, e a te è stato spiegato bene cosa fare. Dovevi rinunciare alla Bacchetta, e tu non solo non l'hai fatto, ma hai pure cercato di usare Nott per arrivare a me."

"Ti sbagli!" Ribattè Rose, rivolta all'uccello silenzioso, rendendosi conto di quanto apparisse strana quella scena se vista dall'esterno. "Se sono qui è soltanto per Trevor."

"Non mentirmi! Io ho occhi e orecchie dappertutto. Inoltre, non cercare di farmi credere che uno come Trevor possa mai competere con un Malfoy."

"E va bene. La verità è che non sono ancora riuscita a fare cambiare idea a Draco." Ammise la ragazza. "In ogni caso, tu sei un bel mistero, Sparviero. Non puoi biasimarmi se la mia curiosità ha avuto la meglio."

"Biasimerai te stessa, quando vedrai Malfoy morire per i tuoi errori."

"Basta!" Gridò lei, sentendo la paura mozzarle il fiato. "Ho solo bisogno di tempo! Devo dargli un altro motivo per cui vivere!"

Lo Sparviero scosse le ali. Parlò, ancora all'interno della testa di Rose, dopo un momento di silenzio.

"Ammetto che giustiziare tre elementi di spicco come voi ci darebbe non pochi problemi. Noi puntiamo a nasconderci. Ecco perché siamo disposti a darti un'ultima possibilità. Ti concedo del tempo, Rose, ma non troppo. Parla con Malfoy una volta per tutte, o la prossima volta verremo a cercarvi."

Rose ritrovò la speranza. Si sentiva forte e decisa perché sapeva esattamente cosa fare. Poi si ricordò del ragazzo impaurito accanto a lei.

"E Trevor? Anche lui deve salvarsi, non ha colpe. Ha assecondato le mie domande solo perché sperava di guadagnarsi un'amica."

"Lui è affar nostro, ma per questa volta è salvo. Non tirate troppo la corda, o si spezzerà."

Trevor aveva osservato Rose rispondere a domande che non aveva udito. Quando lo Sparviero volò via, rimase in febbrile attesa di spiegazioni. La ragazza lo rassicurò. Erano tutti salvi, gli era stata concessa un'altra possibilità. Non per questo, il ragazzo ebbe meno paura.

"La cosa più stupida che si possa fare coi Figli di Salazar, è stringere un patto con loro." La rimproverò, tristemente. "Vedrai, rimpiangerai il giorno in cui hai bussato alla porta del numero dodici di Grimmauld Place."

Rose rivide Draco alla stazione di Hogsmeade. Era lì che si erano dati appuntamento. Il suo colloquio con Kettleburn si era rivelato fallimentare.

"Non ho mai visto un giovane più spaventato di lui." Raccontò Draco. "Ha paura di tutto. Letteralmente, anche della sua stessa ombra. Posso ben dire che quello lì è lo Sparviero come io sono il Ministro della Magia. Temo che dovremo continuare a cercare. O almeno tu hai scoperto qualcosa di utile?"

"No." Disse Rose, inespressiva. "Trevor non mi ha detto molto. Quando sono arrivati mio fratello e mia cugina, lui è andato via."

Draco sospirò amareggiato, lamentando di avere sprecato il pomeriggio con un nulla di fatto. Ritornarono al Manor tenendosi per mano. Rose aveva le idee più chiare che mai e, quella stessa notte, le avrebbe messe in pratica.

*

TBC

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