Il piano di Dorian II
*
Da una parte, Rose poteva vedere James che si stava svegliando, lottando per rialzarsi. Dall'altra parte, qualcuno si era appena Materializzato all'ingresso di casa. Era Dorian, che avanzò spavaldo, trascinando sul pavimento - tirandolo per il colletto - un Draco Malfoy addormentato; mani e piedi erano stati legati con diversi giri di corde.
"È stata più dura del previsto." Dichiarò Dorian ai suoi amici. "Gli ho detto tutto quello che avevamo concordato, ma non mi ha creduto. Alla fine, l'ho attaccato."
Spintonò Malfoy rudemente contro la parete. Vederlo inerme spezzò qualcosa che Rose, fino a quel momento, non aveva saputo di avere. Non gli aveva detto di essere tornata a Grimmauld Place, ma aveva comunque sperato che lui la salvasse. Non che avesse un'immagine eroica di Malfoy, ma era l'unico sul quale potesse contare: dato che lei era mancata all'appuntamento, forse lui sarebbe venuto a cercarla.
Ora che anche Draco era stato catturato, niente l'avrebbe più salvata dall'Oblivion.
"Hai già ispezionato la sua mente?" Domandò Calypso al fratello.
"Io sì, e voi?" Dorian indicò Rose, comportandosi come se avere una compagna di scuola incollata alla parete fosse un fatto del tutto normale. Calypso annuì, e lui disse ancora, con un ghigno: "Bene, metà del lavoro è fatto. Ma chi è il Troll che ha lasciato James e la Babbana slegati?"
Stando alle reazioni della coppia diabolica, Rose intuì di stare assistendo a una scenata che era già accaduta mille volte: Albus alzò gli occhi al cielo, Calypso si massaggiò le tempie e Dylan gridò, tremando:
"Stà zitto, imbecille! Ci fai impazzire tutti, sei buono soltanto a portare zizzania!"
"E a manipolare i seccatori." Ribadì Dorian, perfettamente calmo, in contrasto con lo scoiattolo tremolante che era il Ravenclaw. "Portami rispetto, Corvetto! Sai benissimo che non reggeresti due secondi in una missione delle mie. Levati di mezzo!"
Gli impartì un vigoroso spintone, si avvicinò frettolosamente a James e aprì la bocca per pronunciare un incantesimo. Solo in quel momento James spalancò gli occhi e, con una mossa fulminea, gli sottrasse la bacchetta di mano. Dorian si bloccò, sbigottito dalla rapidità con cui tutto era appena successo.
"Greengrass, ma ci sei anche tu? Ne è passato di tempo." Esordì James, balzando in piedi e minacciando lo Slytherin con la sua stessa bacchetta. "Ti vedo bene. Hai ancora l'abitudine di decapitare i polli?"
"Potrei avere cambiato soggetto." Rispose l'altro digrignando i denti. L'odio aveva deformato il suo bel viso, facendolo somigliare a un demone.
"Expelliarmus!" Ordinò Albus. La sua ira non era rivolta all'amico, bensì interamente a James.
"Protego Maxima!"
James avvolse sia se stesso che la sua ragazza, ancora sdraiata a terra e priva di sensi, all'interno di un potente scudo magico. Rose notò Dylan e Dorian scambiarsi degli sguardi ostili, mentre Calypso osservava lo scontro con preoccupazione. Nel frattempo, Albus si avvicinò al fratello di qualche passo, desideroso di sfidarlo nonostante la barriera magica che li separava.
"Ho sempre saputo che ci nascondevi qualcosa." Esordì il fratello maggiore. "Ma avere un Mago Oscuro in famiglia non era nei piani."
"Sorpresa." Albus socchiuse le labbra e mosse la bacchetta in aria, in apparenza senza ragione. Quando terminò, disse ancora: "Ora non potrai più Smaterializzarti. Resterai lì dentro fino a quando lo Scudo non si sarà dissolto."
"Benissimo!" Lo provocò James. "Ti ricordo che siamo stati cresciuti da un Auror. So perfettamente come difendermi da quelli come te! Tu, ridammi la mia bacchetta e io gli ridarò la sua!"
Parlava con Dylan e Dorian, i quali manifestarono reazioni contrastanti. Mentre il secondo mostrava impazienza nell'accettare lo scambio, il primo desiderava semplicemente godersi il suo momento di gloria. Di fronte alle esitazioni, Dorian cominciò a ringhiare come una bestia. Il Ravenclaw gioì della sua rabbia, prima di decidere di lanciare la sua legittima bacchetta al prigioniero. James mantenne la sua promessa e restituì quella in suo possesso al suo ex compagno di classe.
Riavuta la bacchetta, Dorian provò a infrangere la barriera. Dopo alcuni attacchi in cui riuscì soltanto a farla vibrare, Calypso lo costrinse a smettere.
"Questa è una faccenda tra fratelli." Gli disse.
La barriera cedette agli attacchi di Albus, mentre i suoi tre complici si ritirarono in disparte. Rose li vide borbottare accanto alla finestra chiusa. Sebbene non riuscisse a udire ogni singola parola, intuì che i due ragazzi stavano litigando, con Calypso a fare da arbitro imparziale.
"Lanciami una Maledizione, una di quelle che conosci tanto bene, coraggio!" James sfidò Albus, ormai del tutto esposto ai suoi attacchi. "Fai scattare la Traccia del Ministero. Voglio vedere la faccia che farà papà quando scoprirà chi sei. Forse la smetterà di crederti così speciale."
"Io sono speciale. Tu sei soltanto l'ombra sbiadita di un mago degno di questo nome!"
Con James e Albus impegnati a fronteggiarsi, nessuno stava più badando a Draco e Rose. L'unico adulto nella stanza era ancora incosciente, la schiena contro il muro, la testa bionda piegata in avanti. Neanche lei poteva fare nulla per aiutarlo: per quanto ci provasse, non poteva muoversi. Osservò il duello tra i due fratelli. Nessuno attaccava per fare del male, ma si capiva dal modo in cui urlavano i loro Incantesimi che stessero sfogando anni di frustrazione repressa.
Albus lanciò al fratello una magia che emanava scintille gialle. James la deviò e pronunciò a sua volta un Incantesimo Non-Verbale, ma sbagliò la mira. L'incantesimo mancò il fratello e cadde sul pavimento, ai piedi di Rose.
Albus rise.
Non ebbe modo di accorgersi che James e Rose avevano appena scambiato uno sguardo eloquente, il cui messaggio era chiaro: James aveva sbagliato di proposito. Rose, con attenzione, si assicurò che nessuno stesse osservando e quindi tentò di muovere le dita: ci riuscì. Sganciò le mani dal muro, fletté le ginocchia e sollevò i piedi da terra. Era libera!
Piena di sollievo, non poté impedire che Albus Schiantasse nuovamente il fratello. James cadde addosso alla sua ragazza, ancora inerme. Chinato a terra, fece un cenno di diniego a Rose e continuò a lottare.
La ragazza si finse immobile e rivolse la sua attenzione agli altri tre Figli di Salazar, che erano ancora impegnati in una discussione dalla quale lei non riusciva a ricavare nulla di utile.
Decise di concentrarsi sugli Incantesimi Non-Verbali. Estrasse la bacchetta, schiacciata tra la pelle e l'elastico dei leggings, e la puntò su Calypso. Una sottile patina opaca avvolse la ragazza di Slytherin, paralizzandola. I due ragazzi erano così distratti dal loro diverbio che non se ne accorsero, ma Rose sapeva di doversi sbrigare. Si concentrò ancora una volta, Petrificando prima Dorian e infine Dylan, il quale, riconoscendo l'effetto del Petrificus, aveva tentato di difendersi.
Rose avrebbe voluto applicare lo stesso trattamento ad Albus, ma aveva ragione Calypso nel dire che quella tra lui e James una faccenda tra fratelli. Entrambi i Potter stava traendo soddisfazione da quello scontro.
James badava che Albus continuasse a darle le spalle, così che non potesse vedere che la cugina era di nuovo libera. Approfittando della situazione, la ragazza corse da Dorian ed estrasse una bacchetta dalla tasca, che dedusse essere quella di Draco.
Si accovacciò di fronte a Malfoy e lo scosse leggermente per le spalle. "Dobbiamo andare, svegliati!" Gli sussurrava con premura. Portarlo via in altro modo era impossibile, specialmente ora che non potevano Smaterializzarsi. Poi Draco spalancò gli occhi, completamente lucido.
Rose trasalì, ma non c'era tempo da perdere; si affrettò a tagliare le corde che gli impedivano di muoversi. Nel frattempo, le iridi del colore del ghiaccio di Draco scrutavano attentamente gli avversari. Una volta liberato, si preparò alla fuga. Accertatosi che Albus non potesse vederli, si alzò, prese la mano di Rose e insieme scapparono. La ragazza tremava all'idea di essere scoperta, ma i due fratelli non avevano occhi che per se stessi.
Superarono i resti della lampada frantumata sul pavimento e salirono le scale. Rose aveva cercato di raggiungere l'uscita, ma Draco l'aveva tirata dalla parte opposta. La ragazza non riusciva a capire che intenzioni avesse, se non forse quella di perlustrare il covo dei Figli di Salazar. Capì di dovergli spiegare in fretta che il Quartier Generale era soffitta e che loro due, lassù, non potevano andarci.
Intanto, il rumore dei passi sugli scalini aveva insospettito Albus, che infatti urlò:
"Stanno scappando! Li avete fatti scappare... Ma cosa...?" Nel momento in cui doveva essersi accorto che i suoi amici erano stati Petrificati, James lo aveva attaccato.
Albus si trovò costretto a occuparsi del fratello, e rinunciò a inseguire i fuggitivi. Pur sapendo che il vantaggio acquisito non sarebbe durato a lungo, Rose fermò Draco con uno strattone, mentre attraversavano il pianerottolo del primo piano:
"Non posso abbandonare James! Ci ha salvati, potrebbe farsi male!" Gli disse.
"Non gli accadrà niente." Rispose Draco, sbrigativo. "Suo fratello lo Oblivierà, come avrebbe fatto con noi. Lascia che se la sbrighino da soli, non abbiamo bisogno di un altro Potter alle calcagna."
"Sei stato cosciente per tutto il tempo?" Gli domandò Rose. "Tu sai cosa sta succedendo?"
Era evidente. Draco, naturalmente, lo sapeva.
*
"Devi fidarti di me. Ho già organizzato tutto." Stava dicendo Dorian, seduto a gambe aperte sull'umile sedia di legno del suo laboratorio, con un braccio distrattamente poggiato alla superficie del tavolo da lavoro.
"Sarebbe a dire?" Insistette Draco, diffidente, piazzato davanti a lui a braccia conserte. Gli sembrava di parlare a Scorpius, vista la fatica con cui doveva indurlo a parlare.
"Stamattina ho fatto visita a quello sbruffone di James Potter. Gioca come riserva nei Cannoni di Chudley, il che la dice lunga su di lui. L'ho incontrato negli spogliatoi e potrei averlo Confuso... Gli ho detto che, proprio stasera, avrà voglia di portare la sua ragazza Babbana a Grimmauld Place. Gli ho anche suggerito di aiutare Rose, nel caso in cui fosse in pericolo, e di aiutarvi a scappare. Naturalmente, ho anche messo in chiaro di non avermi mai incontrato, ma questo a noi non interessa."
"Quindi James Potter sotto Confundus e la Babbana che esce con lui sarebbero il nostro diversivo? Mi sembra decisamente poco, come garanzia."
Dorian non si scompose: "Non preoccuparti, sarò presente anche io, no? Mi assicurerò che tutto proceda come previsto."
*
Stava accadendo in fretta, ma era la sera in cui tutti i personaggi invischiati coi Figli di Salazar si svelavano per quelli che erano. Dopo Albus e i suoi amici, anche Draco aveva perso la maschera. Non era più austero, non stava opponendo a Rose il solito muro emotivo. Preso dal furore del momento, si capiva che avesse uno scopo e che smaniasse dalla voglia di raggiungerlo.
Rose non era sicura di apprezzare quell'alone di fanatica avidità che vedeva in lui. Draco sembrò ponderare per un istante l'idea di confidarsi con lei, poi la fretta ebbe la meglio:
"Stammi a sentire, la fortuna non ci sorriderà in eterno. Puoi venire con me in soffitta, oppure puoi andartene. Hai tu la mia bacchetta?"
Rose gliela restituì, ritrovandosi poi a sgambettare dietro di lui, lungo la seconda rampa di scale buie, dove provò a parlargli:
"Aspetta! Non possiamo andare lassù, è impossibile! L'ho scoperto proprio stamattina. Il loro covo è in soffitta, lo so perché ho riconosciuto l'effetto degli Incantesimi Dissuasori!"
L'informazione non parve sorprendere il mago, che proseguì nella sua corsa in direzione del terzo piano. Da lassù, sentivano ancora le voci dei due fratelli che lottavano e urlavano.
"Quindi c'era sicuramente qualcosa di vero, nelle parole del teppistello." Commentò Draco, riflettendo. Si era fermato in prossimità dell'ultima rampa di scale, quella che conduceva al quarto piano, poggiando una mano alla ringhiera. "Sto parlando di Dorian Greengrass. È lui che ci ha permesso di arrivare quassù. Albus gli ha lasciato disattivare gli Incantesimi. Volevano che provassimo ad attaccare la soffitta, ci aspettavano per catturarci e Obliviarci. Dorian me lo ha rivelato perché abbiamo un accordo. A quanto pare, sta cercando di fare il doppiogioco."
I Figli di Salazar potevano essere ancora un mistero per Rose, ma non c'erano dubbi che fossero dei grandi bugiardi. Dorian era anche un tipo davvero ambiguo, tra tutti il più scalmanato. Fiutando il pericolo, Rose bloccò con la sua la mano di Draco sulla ringhiera.
"Non puoi fidarti di Dorian. Non so come ti abbia convinto, ma quella lassù potrebbe ancora essere una trappola!"
"Può darsi." Ammise Draco, che aveva l'animo turbato da un ansioso fanatismo. "Ma vale la pena di rischiare, soltanto per questa volta."
Si liberò della mano della ragazza e iniziò a percorrere gli ultimi gradini che lo separavano dalla soffitta.
Scoprirono che gli Incantesimi erano stati annullati per davvero. Draco aveva raggiunto l'ultimo piano senza prima assumere comportamenti strani. Rose lo raggiunse in soffitta: era una stanza illuminata da candele che fluttuavano per aria come a Hogwarts, ma decisamente piccola e soffocante; c'era una grande libreria piena di libri antichi e strani oggetti, e un lungo tavolo tarlato vicino alla parete più corta, accompagnato da alcune sedie in disordine.
Nulla di eccezionale, per essere il covo di un gruppo di Maghi Oscuri. Rose si sarebbe aspettata un ambiente più simile alla Sala Comune di Slytherin, che aveva visitato qualche volta in segreto con Scorpius, e che, malgrado le dicerie, aveva trovato molto elegante.
A ben guardare, c'era qualcos'altro nell'angolo più in fondo, nascosto dal tavolo: una piccola scatola rettangolare che aveva tutta l'aria di essere una tipica cassaforte babbana.
Anche Draco la trovò interessante. La raggiunse a grandi passi e si accovacciò, puntando la bacchetta contro l'apertura. "Morsmordre", mormorò.
"Quella non è la formula per evocare il Marchio Nero?" Domandò Rose, con stupore.
Scorpius era stato ucciso da qualcuno che sapeva come evocare il Marchio Nero; la cassaforte dei Figli di Salazar ne aveva per parola d'ordine la formula esatta. Rose pensò che tutto questo poteva essere una coincidenza, oppure doveva significare qualcosa.
La cassaforte si aprì. Draco spalancò in fretta l'apertura, ma a quel punto il suo entusiasmo si spense. Rose si avvicinò per guardare meglio: all'interno, non c'era altro che un piccolo cuscino di velluto rosso. Qualunque cosa il mago stesse cercando, era già stata portata via.
Draco si aggirò per la stanza, pensieroso. A causa della distanza, Rose non sentiva più le urla al pian terreno. Per quanto sperasse che James fosse riuscito a cavarsela, c'era da aspettarsi che Albus venisse a prenderli da un momento all'altro.
Guardò verso il soffitto e notò la presenza di un piccolo lucernario quadrato. Si trovava proprio al di sopra del tavolo da pranzo. Aggiungendo una sedia, sarebbe stato possibile raggiungere il tetto e attraversarlo per Smaterializzarsi.
"Draco." Lo chiamò gentilmente. "Andiamocene! Qui sopra c'è una finestra, possiamo farcela..."
Malgrado la cocente delusione, Draco tornò in sé e aiutò la ragazza a sistemare la sedia sul tavolo; la tenne ferma, permettendo a Rose di aprire il lucernario e di darsi una spinta per uscire. Il tetto era leggermente inclinato, ma le tegole erano abbastanza rovinate da fare attrito con la stoffa dei leggings.
L'aria di Londra era gelida. Rose tese la mano a Draco, perché la raggiungesse il più in fretta possibile. Quando ogni centimetro dei loro corpi fu all'esterno, la ragazza avvertì una strana pressione attorno all'ombellico. Fu risucchiata in un vortice, e poco dopo si ritrovarono entrambi in un lussuoso salotto, dove il camino era acceso di fronte ai divani comodi e i cuscini ricamati.
*
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