Dylan Corner - Flashback

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Febbraio 2024 [flashback]

Dylan poteva ben dire di stare vivendo il peggior anno scolastico della sua vita. Tanto per cominciare era l'ultimo, e lo studio per ottenere degli ottimi M.A.G.O. richiedeva tutto il suo impegno. Ma non era il solo. Se il suo unico sforzo fosse stato quello di studiare, non sarebbe stato un problema. Dylan adorava dimenticarsi di se stesso tra le pagine dei libri, apprendere e poter contare su di una conoscenza sconfinata, che gli apriva la mente e lo conduceva verso le infinite possibilità magiche.

Il guaio era che almeno la metà del tempo che avrebbe dovuto trascorrere studiando lo perdeva tra le pagine incomprensibili del libro di Clodoveo, preoccupandosi di ricopiare le traduzioni su pezzi di pergamena strappati, ed elaborando complicati calcoli che servivano a stabilire con meticolosa certezza quale fosse il giorno esatto in cui compiere il sacrificio.

Servendosi dei suoi studi di Astronomia - l'unica risorsa alla quale poteva appellarsi, essendo il cielo al di sopra del Castello perennemente coperto da nuvole cariche di neve - e consultando libri e manuali, riuscì infine a stabilire che il lavoro andasse compiuto precisamente quel sabato.

Gettò la pergamena sul tavolo, tirando un profondo sospiro di sollievo. Fece scricchiolare il collo, teso per le lunghe ore passate ricurvo sulle pergamene, al chiuso della Biblioteca scolastica, che si era andata svuotando rapidamente. Controllò l'orologio al polso e scoprì che si era fatta l'ora di cena già da un pezzo. Non si era reso conto del tempo che passava ma, per quanto sentisse lo stomaco brontolare, ritenne più conveniente continuare a fare con calma, invece di correre soltanto in Sala Grande. Se non altro, il suo ritardo sarebbe servito a fare bella figura con Scorpius.

Quel pazzo esaltato lo controllava ogni giorno, e se non lo avesse visto a cena avrebbe pensato che fosse impegnato a lavorare per lui, il che corrispondeva al vero.

Non molto convinto che ci fosse qualcosa di cui vantarsi nel cercare approvazione come uno schiavo, Dylan si incamminò con calma verso la torre di Ravenclaw e poi nel suo dormitorio, dove nascose il prezioso libro dentro al baule, sotto una pila di vestiti puliti. Quando passava in mezzo ai suoi compagni di Casa era praticamente un fantasma. La Sala Comune era occupata da pochi degli studenti che avevano già terminato la cena, che ugualmente non lo degnarono di uno sguardo.

Si diresse in Sala Grande, ma durante il tragitto incontrò una giovane Gryffindor dai capelli rossi. Camminando lungo il lato opposto del corridoio, stava facendo ritorno alla sua Torre insieme alle compagne, con le quali chiacchierava vivacemente nonostante le palpebre leggermente abbassate a causa della sonnolenza e del senso di sazietà.

Quando stavano per avvicinarsi, Dylan sentì la ragazza dire alle sue amiche di andare avanti, essendosi appena ricordata di avere qualcosa da chiedere all'insegnante, a proposito della lezione di quel giorno.

Le amiche non lo trovarono strano e proseguirono senza di lei. Rimasta sola, invece di tornare indietro cercò rifugio in un'aula vuota. Dylan controllò che nessun altro stesse guardando, ed entrò anche lui, affrettandosi a chiudere la porta.

"Dove sei stato?" Mormorò Lily suadente, saltandogli addosso e infilandogli la lingua in bocca.

Dylan aveva appena ritrovato la pace dei sensi tanto agognata. La baciò e, per la foga, la sollevò da terra.

"Lo sai che non ho mai un momento libero." Rispose, mischiando le parole ai baci.

Inebriato da lei, dalla carne calda che stava toccando intrufolando le mani sotto la camicia bianca, dall'odore dei suoi capelli, la portò sopra un banco e la fece sdraiare.

Sentiva di non farcela più, era troppa la tensione che portava sulle spalle, insopportabile lo stress che gli stava facendo scoppiare il cervello. Entrò in lei senza nemmeno pensarci, spinto dal bisogno e dall'accecante passione che Lily era sempre in grado di accedere in lui.

Adorava annegare in lei, sbatterla e non permetterle di sentire nient'altro che il piacere che lui le stava dando. Lei che era così bella e popolare, la Cacciatrice della squadra di Gryffindor, desiderata da ogni ragazzo che fosse minimamente dotato di cervello, amava farsi fottere da un umile Ravenclaw che nessun altro in tutta la scuola considerava, o quasi. Sembrava incredibile. Dylan non aveva mai saputo se l'interesse di Lily nei suoi confronti fosse sincero o se lo volesse tra le sue gambe soltanto a causa di una strana perversione.

Finire in lei era sempre una gioia, ma anche un dolore. Significava che nel giro di pochi minuti l'avrebbe persa di nuovo. Lily scappava sempre quando finivano. Tra un momento sarebbe ritornata alla Torre di Gryffindor, dalle sue compagne, come se niente fosse accaduto, finendo magari per civettare con gente come quello Smith, che da sempre le ronzava intorno.

Lily però non aveva fretta di andare. Sollevò il busto, con lui ancora bloccato dentro di lei, gli prese il viso e lo baciò con passione, stringendogli i fianchi con le gambe.

"Hai intenzione di parlarmene o continuerai a fare il misterioso?" Gli domandò, andando a mordergli un orecchio.

Dylan capì che stesse parlando dei continui impegni che gli riempivano le giornate fuori dalle lezioni, rubandolo alla gioia dei loro incontri segreti. Non poteva darle molte spiegazioni, ma aveva voglia di sentirsi attraente e desiderato:

"Non è questo che ti piace di me? Il fatto che sono misterioso?"

Lily gli diede un altro piccolo bacio sulle labbra, aggrappandosi al suo collo.

"Sì, credo proprio che sia questo ad attrarmi, sai?" Ammise. "Sei così ombroso, sembra che la tua mente sia sempre piena di pensieri. E poi, da quando ho saputo cos'è successo a lezione da Kettleburn... Devo proprio dirtelo, era da una settimana che non vedevo l'ora di farmi scopare da questo Mago così cattivo e bravo, che riesce a eliminare più creature di chiunque altro!"

Dylan rise compiaciuto e tornò a baciarla. Lily fece scontrare le loro lingue in modo sensuale ma poi, suo malgrado, lo allontanò. Il ragazzo ne conosceva già il motivo.

"Devi andare, vero?"

La Gryffindor scivolò dal banco e rimise a posto gli abiti, mentre Dylan faceva lo stesso.

"Purtroppo sì, le ragazze mi stanno aspettando. Ci vediamo al bagno dei Prefetti, la prossima volta?"

Il Ravenclaw non stava già nella pelle. L'avrebbe presa una seconda volta anche subito, se ne avesse avuto il tempo.

"Contaci. Ti scriverò un biglietto non appena potrò."

"Il mio ometto." Mormorò Lily, tirandogli le guance.

Dylan arrivò per un pelo a consumare la cena, prima che si facesse troppo tardi e fosse costretto a rinunciare. Uscendo dalla Sala Grande, incontrò Scorpius e Albus, fermi nei pressi delle scale per i Sotterranei.

Scorpius appariva rilassato e di buonumore, com'era solito essere in pubblico. Chi lo conosceva finiva per detestare la sua ipocrisia, ma questo atteggiamento da ragazzo per bene gli aveva fatto guadagnare una grande popolarità e persino la spilla da Caposcuola. Quanto a quest'ultima, però, Dylan sospettava l'avesse ottenuta soprattutto perché la Preside aveva voluto aiutarlo a ripulire l'immagine dei Malfoy.

Un occhio esterno avrebbe creduto che i due Slytherin si trovassero lì per caso, ma il Ravenclaw sapeva che non fosse affatto così. Scorpius stava aspettando proprio lui, e Dylan sapeva di dovergli parlare anche se non ne aveva voglia.

"Ehi, sei scomparso per tutto il pomeriggio!" Esclamò lo Slytherin biondo, con disinvoltura, mentre qualche altro studente ritardatario gli passava accanto.

"Ho avuto molto da fare coi compiti di Astronomia." Spiegò il Ravenclaw, sembrando indifferente. "Lo sapete che il prossimo plenilunio cadrà proprio questo sabato?"

Gli occhi di Scorpius si allargarono impercettibilmente.

"Davvero una brutta notizia, se sei un licantropo e hai un impegno galante."

Albus guardò il suo orologio da polso, dicendo:

"Non siete in ritardo per il vostro giro di ronda? I mascalzoni della scuola si staranno dando la pazza gioia, senza di voi a rimetterli in riga."

"È vero." Ammise Scorpius, e passò con difficoltà un braccio sulle spalle del compagno con la cravatta blu, che era molto più alto di lui. "Questa settimana siamo di turno assieme. Andiamo, Dyl."

Insieme salutarono Albus e si diressero al primo piano. Una volta sicuri di essere soli, Scorpius si fermò e trascinò Dylan vicino a una finestra, al riparo dalle fastidiose orecchie dei quadri:

"Voglio sperare che sia tutto pronto. Dorian si metterà a lavoro venerdì. Sabato a Hogsmeade ci consegnerà il materiale. È la nostra unica occasione, non devi sbagliare." Gli mormorò, minaccioso tanto quanto un attimo prima era stato amabile.

"C-certo, è tutto pronto. Ma come faremo ad attirare l'unicorno? Non sono bestie stupide."

"A quello penserò io, tu preoccupati soltanto del compito che ti ho assegnato. Hai fatto pratica con gli incantesimi?"

"Sì... Ammetto che all'inizio non è andata molto bene. È solo da quando ho parlato con Kettleburn che, non so... mi sento più forte."

Scorpius ghignò, deliziato come quella volta che aveva ascoltato di come Kettleburn avesse messo i suoi alunni in guardia dai temibili Maghi Oscuri ancora in circolazione.

"Lo so. Le baggianate dei filobabbani hanno lo straordinario potere di farti sentire migliore di loro. Ti sfidano, ecco, ti fanno venire voglia di dimostrargli quanto vali."

Dylan non poteva essere più d'accordo. Il professore aveva cercato di distoglierlo da certe losche intenzioni, ma a conti fatti era solo riuscito a motivarlo di più. Le Magie che aveva trovato nel libro di Clodoveo erano difficili e, in un primo momento, lo avevano decisamente spiazzato - oltre a mettergli ancora più ansia, sapendo come Scorpius avrebbe reagito ai suoi insuccessi - ma poi da un giorno a un altro, dopo l'avventura coi demoni notturni, aveva recuperato tutta la fiducia in se stesso. Anche la presenza di Lily nella sua vita e l'attrazione che aveva per lui erano fonte di motivazione, sapendo che più appariva forte e ombroso più diventava interessante ai suoi occhi.

"Sarà difficile, ma posso farcela. Possiamo dare inizio ai nostri Riti Oscuri." Ammise il Ravenclaw con un ritrovato entusiasmo, più a se stesso che a Scorpius.

Qualche giorno dopo, Dylan stava di nuovo scaricando la tensione immerso in Lily e, contemporaneamente, nella vasca del bagno dei Prefetti. Lei era il toccasana di cui aveva bisogno. Dato che mancava poco al rito, stare con lei era anche il modo più rapido ed efficace per placare i nervi e restare lucido. Quando stava con Lily, ogni disagio svaniva. Si sentiva più grande, attraente, ma soprattutto potente, essendo riuscito a ottenere ciò che il resto dei ragazzi della scuola poteva soltanto sognare.

La teneva stretta, mentre lei si muoveva su di lui, sul volto un'espressione di totale perdizione che lo faceva impazzire. Si curvò per baciarlo proprio mentre la loro unione giungeva al culmine. Dylan, estasiato, la baciò con dolcezza, sperando che lei capisse quanto le fosse profondamente devoto.

"Cos'hai intenzione di fare per San Valentino?" Gli domandò lei poco dopo, uscendo dalla vasca da bagno.

Recuperò un asciugamano grande e lo usò per coprirsi. I capelli bagnati avevano assunto una tinta più scura, incorniciandole il viso sveglio tempestato di lentiggini. Non ci sarebbe mai stata una sola versione di lei che Dylan non avrebbe amato perdutamente.

"Tu... vuoi fare qualcosa?" Non gli sembrava possibile. Lily aveva sempre messo in chiaro che la loro relazione era e sarebbe dovuta restare segreta.

"È per questo sabato, e mia cugina Rose ha un appuntamento con Malfoy. Forse io potrei fare la strada con lei, e tu con lui... Noi due potremmo fingere di esserci incontrati per caso e approfittarne per scambiare due chiacchiere... nessuno farà domande, se troviamo un posticino isolato in cui appartarci."

Dylan aveva quasi scordato che il sabato del plenilunio sarebbe stato anche San Valentino. Ecco il perché della battuta di Scorpius sul licantropo e l'impegno galante, anche se adesso aveva l'impressione di essere proprio lui il lupo mannaro in questione. Non sapeva che Scorp avesse preso un appuntamento con Rose, non gliene aveva parlato e lo trovò irritante. Quell'arrogante era sempre pronto a dare ordini e a fare domande, ma poi i suoi segreti se li teneva da parte. Doveva però stare attento a non mostrare il suo disappunto a Lily, che non doveva saperne nulla.

Anche lui uscì dall'acqua e si coprì con un accappatoio blu scuro.

"Non riesco neanche a trovare le parole per dirti quanto sono felice che tu voglia vedermi per San Valentino. So che già molta gente ti ha chiesto un appuntamento... Le voci girano in fretta quando si tratta di te. Ma purtroppo non posso. Ho... molto da studiare."

Lily si rabbuiò, sebbene ci fosse anche un'ombra di rispetto nel suo sguardo. L'estremo senso del dovere del Ravenclaw era pur sempre uno tra i fattori che lo rendevano interessante.

"Spero che almeno ne varrà la pena, studiare invece che stare con me. Dato che mi hai rifiutato, mi aspetto di vederti eccellere il triplo, qualunque cosa tu stia facendo."

Si vedeva che fosse ferita. Dylan si sentì morire. Se non fosse stata la notte in cui doveva prepararsi per compiere il rito, per nessun motivo al mondo avrebbe rifiutato di uscire in pubblico con lei. Essere ufficialmente il suo ragazzo era tutto ciò che voleva.

"Devi credermi, non rinuncerei mai a te se non fosse per qualcosa di davvero importante. Mi trovo in una situazione delicata. Devo prepararmi, non posso lasciare niente al caso. Lo sai che ti amo."

Lily guardò dall'altra parte, con aria offesa. Si stava già rivestendo, senza darsi pena della nudità, ma con un'evidente voglia di andare via.

"I tuoi impegni saranno sempre più importanti di me. Mi piace che tu sia tanto serio, ma se fossimo una vera coppia non so se continuerebbe a piacermi."

Non aspettò nemmeno di asciugare i capelli, prima di fuggire via dal bagno. Dylan riuscì solo a lanciarle un Incantesimo di aria calda, poco prima che aprisse la porta e sparisse, per assicurarsi che almeno fuori da lì non prendesse una bronchite. Rimasto solo, Dylan continuò a contemplare il vapore che veniva su dall'acqua ancora calda, appannando ogni superficie.

Non poteva fare a meno di odiare Scorpius. Aveva dato appuntamento a Rose, di nascosto, in un giorno importante, dopo avere stressato Dylan per mesi. E mentre Scorpius si arrogava il diritto di fare tutto ciò che voleva, in virtù della propria sprezzante autorità, Dylan doveva rinunciare a Lily, che era tutto ciò che aveva.

Per la rabbia, afferrò una saponetta e la lanciò contro il pavimento marmoreo, spaccandola in mille soffici pezzi, sognando il giorno in cui quel dannato prepotente avrebbe avuto la lezione che si meritava.

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To Be Continued

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