Due volte padre
*
Scorpius camminava con un'andatura zoppicante. Rientrato al Manor, il ragazzo si era spogliato della sua tunica intrisa di morte e si era vestito normalmente. I jeans non permettevano a Draco di osservare cosa ne fosse stato del suo polpaccio, ma era plausibile che si fosse decomposto al punto tale che neanche la Magia Nera poteva ripararlo.
Se ne dispiacque; in fondo, non era possibile avere tutto. Continuò a studiare il figlio in attesa di scorgere altri cambiamenti. Scorpius sembrava di buonumore, incuriosito dalla casa come se ne avesse dimenticato i contorni. Entrò nella sala da pranzo, ammirando il lungo tavolo abbellito da molteplici vasi di rose appassite.
"Non ero più sicuro che tutto questo fosse reale." Commentò il ragazzo. "I ricordi stavano sbiadendo. Soltanto la tua voce continuava a tenermi legato alla Terra."
Draco soffrì alla sola idea che Astoria si fosse dimenticata di lui. Anche se aveva pensato a sua moglie ogni giorno da quando era morta, non era sicuro di averlo fatto abbastanza intensamente.
"Quali erano i tuoi pensieri?" Domandò a Scorpius, cercando di capire qualcosa in più sul figlio appena tornato.
"Volevo raggiungere la mamma e stare con lei." Spiegò Scorpius, dopo averci riflettuto. "Volevo anche ritornare da te. Lassù ero così solo. Avevo bisogno di voi."
Draco non trattenne l'emozione. Raggiunse il figlio e fece in modo che lui poggiasse la fronte alla sua spalla. Lo abbracciò, sfiorandogli la nuca e i capelli troppo lunghi con la dignità di un padre non avvezzo ai sentimenti. Scorpius si lasciò coccolare nel rigido abbraccio. Non opponeva resistenza, non cercava di sfuggirgli. Per la prima volta si lasciava andare: voleva essere un figlio ed essere trattato come tale.
"Ora sei al sicuro." Lo rassicurò Draco. "Papà è con te. Ti proteggerò io."
Gli batté le mani sulla schiena un paio di volte, il segnale virile che il momento degli affetti era passato. Si sentiva meglio. Aveva di nuovo Scorpius, e lui era cambiato. Potevano ricominciare, magari trasferirsi all'estero, nella nuova casa dei suoi genitori, dove nessuno li avrebbe disturbati.
Ma quando guardò Scorpius di nuovo in faccia, si rese conto di non poter andare da nessuna parte. Non ci sarebbe stata pace per un ragazzo con le sembianze di un serpente. Il meglio che poteva fare per lui, era nasconderlo alla vista degli altri maghi.
"Tu non sei il solo di cui ho sentito la voce." Annunciò Scorpius, strizzando gli occhi dallo sforzo di ricordare. "C'era anche Rose. Le sue emozioni erano così intense... Credo... sì, credo di essere mancato anche a lei. Voglio rivederla."
Le gambe di Draco tremarono. Da mesi non pronunciava più quel nome. Soltanto Daisy l'elfa domestica l'aveva nominata una volta, quando la ragazza era appena andata via e la vecchia creatura lo aveva rimproverato per avere cacciato di casa l'unico tesoro che avesse trovato in tanti anni di solitudine.
In particolare, nel sentire Scorpius chiedere di Rose si era ingelosito. Anche se Draco si era costretto a cancellare la giovane strega dalla sua vita e dai suoi pensieri, non poteva fare nulla per sopprimere quegli inaspettati sentimenti. Gli tornò in mente il suo sorriso affettuoso, l'odore dei suoi capelli, il modo pudico con cui aveva inclinato gli occhi quando erano stati insieme.
Scopriva di sentire la sua mancanza. Di averla sempre sentita, sebbene l'avesse negato a se stesso sia per orgoglio che per prudenza. Incontrarla davanti a Scorpius sarebbe stato molto strano, ma se solo la vita gli avesse concesso di avere entrambi non gli sarebbe più importato di nient'altro.
"Non ho più notizie della Weasley da molto tempo." Spiegò al figlio, cautamente. "Ma credo che ora stia meglio, ha superato la tua perdita. Onestamente, credo che dovresti dimenticarla."
Una scintilla sinistra balenò negli occhi azzurri dell'erede, le cui pupille nere erano strette e allungate come quelle di un serpente.
"Hai già provato a separarmi da lei, e hai fallito. Da allora, la mia risposta non è cambiata. Non rinuncerò a Rose. Tu sei mio padre, mi hai dato la vita due volte, ma prova a ostacolarmi e sarò il tuo peggior nemico."
Draco fu scosso da un brivido. Si era ingannato: suo figlio non era cambiato. I pensieri corsero a Rose, alla dolce ragazzina che aveva cercato di metterlo in guardia, che pur non volendo il ritorno di Scorpius aveva continuato a lottare al suo fianco soltanto perché lui fosse felice.
"Dunque ricordi chi eri e ciò che hai fatto?"
"Sì, ora ricordo." Affermò Scorpius, col suo placido buonumore. "Albus. Aveva la mia Bacchetta e mi ha ucciso. Ma lo sai anche tu, vero? Non sarei qui, se non avessi tolto l'Invincibile dalle sue mani. Mostramela, voglio vedere se è proprio come la ricordo."
Gli occhi da rettile si ingrandirono di cupidigia. Draco decise di accontentarlo e gli mostrò la Bacchetta. Aveva calcolato che Scorpius fosse disarmato e che non potesse prenderla, se non era lui a consegnarla. E Draco non l'avrebbe fatto. Voleva soltanto concedere al figlio l'occasione di guadagnarsi la sua fiducia. Era ancora troppo presto per darsi completamente per vinto.
"Abbiamo la Bacchetta, ma ora sei qui, non ci serve più." Gli disse cautamente. "Vendicarci di Albus significherebbe iniziare una guerra che potrebbe non finire mai. Hai avuto una seconda occasione, non puoi sprecarla ancora una volta coi Figli di Salazar. Devi andare avanti."
"Hai proprio ragione." Ammise Scorpius, condiscendente. "È arrivato il momento di cambiare. I Figli di Salazar sono il passato, io sono il futuro. Aiden!"
Il giovane elfo comparve in sala da pranzo in un battito di ciglia. Subito si gettò in ginocchio ai piedi di Scorpius, le braccine sottili aperte in avanti, in segno di preghiera, i grandi occhi colmi di stupore e venerazione.
"Il padroncino è tornato!" Esclamò, adorante, cieco ai nuovi elementi serpenteschi che lo deturpavano.
"Sì, razza di nano rugoso, sono tornato. Riprenderemo il nostro piano da dove lo avevamo interrotto. Intanto vai da Rose e portala qui. Sarà felice di rivedermi, ho così tante cose da raccontarle!"
Aiden era rimasto incantato da ogni sillaba pronunciata da quella voce che aveva temuto di non ascoltare mai più, ma al nome di Rose le sue orecchie da pipistrello si erano afflosciate. Si voltò per istinto verso Draco, come a cercare il suo consenso. Il padrone scosse la testa in silenzio, sperando che l'elfo si mostrasse fedele anche a lui.
"Che intenzioni hai con la Weasley?" Domandò Draco al figlio. "Ricorderai sicuramente cosa ti dissi quella notte: lei non è giusta per gente come noi."
Sperava che Scorpius non si accorgesse di quanta tensione ci fosse nella sua voce. Il ragazzo serrò la mascella.
"E io ti ho risposto che ti sbagli. Lei mi amerà, che lo voglia oppure no."
Indifferente alla minaccia, Aiden si Smaterializzò dopo un profondo inchino e vari epiteti di devozione. Aveva mantenuto il segreto di Draco, ma non avrebbe fatto nulla per proteggere anche Rose.
La ragazza apparve pochi minuti dopo alle loro spalle, in una sala da pranzo in cui regnava la tensione, le dita lunghe di Aiden che si staccavano dal suo polpaccio sottile.
I boccoli vermigli erano arruffati, tenuti insieme da un fermaglio dorato che le penzolava malamente dietro la nuca. Uno spesso maglione rosso allargava la sua figura, ricadendole sui pantaloni neri come un vestito molto corto. Osservandola, Draco scoprì che gli era mancato tutto di lei.
Rose però lo stava ignorando. Fissava Scorpius a bocca aperta, tradendo nei suoi confronti un'ostilità molto vicina all'odio che lui, però, parve non notare. Scorpius splendeva di grottesca euforia, aprendo il petto come aspettandosi di vederla correre tra le sue braccia. La strega invece indietreggiò.
"Sembra che tu abbia visto un fantasma!" Scherzò il ragazzo redivivo. "Non temere, sono proprio io! Abbracciami, sono tornato per restare!"
"La stai spaventando." S'intromise Draco. "Dalle tempo, almeno parliamole prima..."
"Che cosa sei?" Domandò Rose. "Non sei umano!"
Scorpius scrollò le spalle, imperturbabile, e sfiorò con le dita le proprie squame sul volto.
"Credo di no, non del tutto. Però sono vivo. Ho di nuovo un corpo e un cervello pieno di progetti da realizzare. E in ognuno di questi ci sei tu, Rose. Vedrai, conquisterò il mondo, sarò il re! Ma tu sarai la mia regina."
Non potendo più aspettare che colei che considerava la sua fidanzata si riprendesse dallo shock, le fu addosso e sbatté le labbra squamose sulle sue. Soltanto allora Draco divenne realmente cosciente della propria gelosia. Rose era l'unica ragione per la quale avrebbe mai agito contro suo figlio. Voleva allontanarlo da lei e mollargli un ceffone per assicurarsi che non ci riprovasse. Rose si era dichiarata innamorata del Malfoy più grande. Forse aveva cambiato idea, ma in qualche modo era ancora sua.
Interrotto il bacio gelido, Scorpius prese per buona l'assoluta mancanza di entusiasmo di Rose e la guardò euforico.
"Non vuoi sapere com'è accaduto?" Le domandò. "Mio padre ha il giusto merito, ma non ci sarebbe mai riuscito se io non avessi fatto realizzare una Bacchetta infallibile."
"Non è possibile sconfiggere la Morte, tu ne sei la prova." Ribatté Rose. "Non hai riavuto il tuo corpo! Fossi in te lo tratterei bene, o la tua anima oscura potrebbe farlo a pezzi più di quanto non lo sia già!"
"Sono lieto di sapere che ti preoccupi per me." Convenne Scorpius, molto seriamente. "In effetti, il libro di Clodoveo parlava di Resurrezione totale. Qualcosa dev'essere andato storto. O magari no?"
Puntò distrattamente la mano verso Draco, che venne tirata da una forza invisibile. L'Invincibile scivolò via dalla sua tasca e si levò in volo verso il figlio. Non fece in tempo ad accorgersene che l'arma era già tra le mani del ragazzo.
"È impossibile!" Esclamò Draco. Per quanto ne sapesse, Scorpius non aveva mai imparato a manovrare la Magia senza l'uso della bacchetta; la ragione di un tale potere non poteva che risiedere nel suo nuovo aspetto.
Scorpius contemplò l'arma stretta tra le sue dita. Ci fu un lampo di luce e con un brivido socchiuse gli occhi.
"Mi ha scelto! La Bacchetta ora è mia!" Esultò. "Ormai sono diverso. Ho poteri che prima non avevo, sento istinti che prima non sentivo. Sono invincibile! Oh Rose, amore mio, non immagini cosa faremo insieme! Padre, grazie a me avrai la tua rivalsa su tutti coloro che ti hanno disprezzato! Avremo la nostra vendetta, e sarà totale!"
Esplose in una risata diabolica, con Aiden che saltellava ai suoi piedi in una danza goffa ed esagitata.
"Il padrone è risorto!" Gridava. "Il padrone è invincibile!"
Rose era pallida; si teneva la bocca come se fosse sul punto di rimettere. Scorpius andò da lei - ignaro dei suoi veri sentimenti - e la prese per i fianchi.
"Devo fare visita ad alcuni amici, tesoro. Potrebbe volerci del tempo, ma non temere, al mio ritorno saprai ogni cosa. Puoi aspettarmi qui. Questa ormai è anche casa tua."
La costrinse a un altro veloce bacio sulle labbra prima di scomparire. Rimasti soli, Draco e Rose si guardarono attoniti. Lui cercò il suo perdono con gli occhi.
"Non voglio che quel mostro mi tocchi mai più!" Strepitò Rose. "Hai sbagliato tutto! Non dovevi portarlo qui, non dovevi dargli l'Invincibile, non dovevi lasciare che mi baciasse!"
Draco non l'aveva mai vista così furiosa. Anche nella rabbia, però, rimaneva stupenda, come un fiore appena sbocciato.
"È ossessionato da te. Lo hai sentito, ti crede sua. Se lo avessi fermato ti avrebbe fatto del male." Spiegò il mago, affranto. "Torna a casa tua. Io andrò a cercarlo e gli parlerò. Forse sono ancora in tempo per..."
"No!"
Rose gridò e si avvicinò a lui. Draco valutò di sfidare la sua furia e baciarla - fosse solo per farle dimenticare il bacio squallido di Scorpius - ma la strega aveva altre intenzioni: gli afferrò la mano, sollevò le pieghe del maglione largo e la fece aderire al suo ventre, che non era più piatto come Draco lo ricordava.
"Sono incinta." Gli rivelò, fissandolo negli occhi con un misto di orgoglio e disperazione. "Devi decidere quale figlio vuoi salvare. Se uno morto e malvagio o un Mezzosangue che deve ancora nascere."
*
Durante quei primi mesi di gravidanza, Rose aveva pensato a lungo al momento in cui avrebbe dovuto comunicare a Draco che sarebbe diventato padre per la seconda volta. Non c'era mai stato un esame scolastico più difficile. A volte immaginava di non dirglielo mai e di lasciare che lo scoprisse per caso. Tuttavia, un figlio era un motivo più che valido per tentare un riavvicinamento, e questo era ciò che Rose voleva davvero.
Quando Aiden era venuto a chiamarla, aveva capito che era anche giunto il momento di dirgli la verità, sebbene non sapesse come iniziare; dopo avere incontrato Scorpius, però, non aveva più pensato ai modi ma soltanto ai risultati: doveva proteggere il suo bambino a tutti i costi.
Draco, superato un primo momento di sconcerto, tastò il ventre della ragazza con la dimestichezza di chi l'avesse già fatto in passato. Rose era sempre stata molto magra, per cui la rotondità dei suoi quattro mesi era già visibile. Toccare la rigidità della sua gravidanza gli diede la certezza che fosse vero. Ritrasse la mano e si allontanò da lei.
"Merlino!" Esclamò, portandosi le mani alla testa. "La Magia Contraccettiva, dovevi usarla! Ero convinto che l'avresti fatto."
"Io volevo questo bambino!" Strillò Rose, come se questo ponesse fine alla discussione. "E in quel momento lo volevi anche tu! Sai cosa? Non mi importa se hai cambiato idea. Sarà mio figlio, e sarà al sicuro. Se tu non vuoi proteggerlo, lo farò io! Andrò a parlare allo zio Harry, e non cercare di fermarmi! Questa follia è andata avanti anche troppo."
"Loro lo sanno?" Domandò Draco. Un pensiero improvviso lo aveva fatto impallidire di quanto non lo fosse stato di fronte allo Scorpius ibrido.
"Non ancora." Spiegò Rose, intuendo che parlasse della sua famiglia e calmandosi, in rispetto alla sua comprensibile paura. "L'ho tenuto nascosto. Ho indossato maglioni larghi e ho finto di avere l'influenza quando stavo male. Se avessi confessato la verità, mamma e papà avrebbero capito che eri stato tu. Volevo tenerci fuori da questi problemi il più a lungo possibile."
Improvvisamente, si trovò avvolta dalle sue braccia, e il suo abbraccio le fece dimenticare ogni rancore, lasciandole spazio solo per il bene del suo bambino. Trovare rifugio nel suo petto, ancora una volta, era un'emozione indescrivibile. Non aveva mai dimenticato quanto fosse confortevole stare accanto a lui. Draco le stava dimostrando di aver accettato sia lei che il bambino, e per Rose non poteva esistere una gioia più grande.
"Dovevi dirmelo subito." Mormorò Draco al suo orecchio. "Se l'avessi saputo prima, non ti avrei messa in pericolo."
"Non dirmi che avresti interrotto il Rito, perché non ci credo. Avresti continuato, e lo so perché lo stai facendo ancora adesso." Rose si rendeva conto di essere aggressiva, ma odiava il fatto di non essere mai riuscita a farlo ragionare. "Lo hai sentito, poco fa? Qualcosa è andato storto, avrebbe dovuto tornare esattamente come prima! Nemmeno Scorpius si era aspettato di diventare un ibrido pieno di poteri! Questo è accaduto perché non si possono cambiare le leggi di Natura. Le conseguenze per chi le viola sono imprevedibili! Mia madre aveva ragione, e persino Albus ne aveva. Abbiamo liberato un mostro, e ora ne pagheremo le conseguenze!"
Draco la lasciò andare. Una lotta interiore lo stava consumando.
"Scorpius va fermato." Ammise infine, forzatamente. "Ma non sarà il solo. È arrivato il momento di mettere la parola fine alla storia dei Figli di Salazar. Andrò io a parlare a Potter, gli racconterò tutto. Deve sapere cos'ha fatto suo figlio."
Guardare Draco prendere una decisione era stato un sollievo così grande per Rose che si sentì travolta da una nuova ondata di tranquillità e coraggio. Tuttavia, aveva intuito che Draco volesse agire anche per vendetta e sentì l'urgenza di correggerlo.
"Albus non ha mai ucciso Scorpius. È stata Lily, è lei lo Sparviero. Me l'ha confessato lei stessa, la notte in cui ti ho consegnato l'Invincibile. Ha sedici anni, Draco. Scorpius si era approfittato di lei e aveva Cruciato suo fratello. Tu sei un adulto, dovresti capire che si è già rovinata la vita con le sue stesse mani. È davvero la vendetta quella che cerchi?"
"Certo che sì." Rispose lui, che pure era rimasto colpito da quella rivelazione. "Per me non cambia nulla. Vorrà dire che Potter saprà cos'hanno combinato entrambi i suoi figli, e avranno ciò che si meritano. Credi che Albus non abbia mai ucciso nessuno? Pensi che Lily non lo rifarà ancora? Aspetta che compia diciassette anni e ricordati di controllare i necrologi babbani."
"Cosa vuoi dire?" Domandò Rose, col cuore in gola. Sembrava impossibile che ci fossero altri segreti.
Draco esitò. La osservò, la pancia coperta dal maglione abbondante, riflettendo. "Non ho tempo, devo andare."
"Verrò con te!" Esclamò la ragazza. "Cercherò di parlare ai Figli di Salazar, mentre tu parli allo zio Harry. Anche loro meritano di sapere. Tu vuoi che vengano puniti, non che muoiano, giusto?"
"No. Preferisco sapervi alla Tana, al sicuro."
Rose sorrise delle sue premure e per il fatto che già considerasse lei e suo figlio come due persone distinte.
"Andrà tutto bene." Lo rassicurò, accarezzandosi la pancia. "Non rischierei la vita di mio figlio se non fossi sicura di farcela. Noi due siamo forti. Lotteremo finché ce ne sarà bisogno."
Draco perse sia la voglia che la pazienza per fare obiezione. La prese per mano, carezzevole, e si Smaterializzò con lei.
*
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