Discussioni
(Continua dal precedente capitolo)
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Ottobre 2024 [presente]
Albus non riusciva mai a gestire le riunioni nella soffitta di Grimmauld Place con qualcosa che ricordasse almeno in parte l'austerità di Scorpius.
Quando Malfoy dichiarava aperta una seduta, i compagni smettevano persino di respirare. Ascoltavano in silenzio ciò che lui avesse da dire, senza distrarsi, o almeno senza dare a vedere che lo fossero. Da quando era Albus a sedere a capotavola, invece, le riunioni avevano assunto l'aspetto di un pranzo tra amici, seppure particolarmente solenne.
Calypso, seduta al suo fianco, ascoltava solo poche frasi prima di dedicarsi alla lettura dei Tarocchi. Quando Albus le aveva chiesto spiegazioni, aveva risposto di volersi assicurare che l'Universo fosse dalla loro parte. Aveva preteso che Lavinia le stesse accanto, in barba alla gerarchia, solo perché le serviva un secondo parere sui responsi. Come se non bastasse, erano solite consultarsi sull'interpretazione delle carte con dei bisbigli che davano fastidio ad Albus, il quale nel frattempo stava ancora parlando.
Dorian e Dylan si distraevano in continuazione, perché nessuno dei due riusciva a stare nella stessa stanza senza sfidare l'altro. Il fatto che a causa della nuova gerarchia si trovassero a sedere vicini, non faceva che peggiorare la situazione.
Anche tra i posti in fondo c'erano sempre degli ottimi motivi per distrarsi. I più sfacciati facevano commenti, come se fossero a scuola e Albus non fosse in grado di sentirli.
In ogni caso, riuscivano sempre tutti a fargli perdere il filo del discorso almeno a ogni riunione. Dopo l'ennesima interruzione da parte di Caius, il quale aveva chiesto a Caleb di ripetergli l'ultima parola di Albus, il nuovo capo perse la pazienza. Sbatté il pugno sul tavolo, in una inquietante imitazione di Scorpius, e alzò la voce:
"Smettetela di distrarvi! Sto cercando di farvi un discorso serio!" Era stato più il ricordo di Scorpius, riapparso improvvisamente nelle menti di tutti, a focalizzare l'attenzione su di lui. Albus osservò i compagni sbigottiti e disse loro: "Credo sia arrivato il momento di attaccare Malfoy. Ci serve per riportare a casa i nostri appunti. Non ci interessa più il libro, badate bene, ciò che conta sono le traduzioni. Lasciamolo pure alla prese col francese arcaico, si divertirà un mondo a cercare di capirci qualcosa. Se Rose non potrà vederlo, come spero accadrà ora che la sua famiglia sa dov'è che spreca il suo tempo, Malfoy non avrà più neanche sul suo aiuto. Deve rinunciare alla nostra Bacchetta, deve rinunciare alla Pozione della Resurrezione. Se sarà necessario, lo uccideremo. Ci sono domande?"
Stella alzò timidamente la mano. Da come storceva il naso, sembrava in disaccordo. Era un altro di quegli atteggiamenti che sarebbero stati impensabili se al posto di Albus ci fosse stato Scorpius.
"Scusa Al, ma non capisco cosa ti aspetti che facciamo. L'errore è stato tuo." Gli disse. "Dovreste pensarci tu e il Corvetto a recuperare le vostre cose."
"Non rivolgerti ad Albus con quel tono." Scattò Calypso. Aveva gli occhi infuocati. Da qualche tempo, aveva perso la sua eleganza e si era trasformata in un essere facilmente suscettibile. "Lui e Dylan hanno già fatto tanto, più di tutti voi messi insieme. Non possono pensare sempre a tutto. Invece di lamentarvi, fate qualcosa anche voi!"
"Ooh Cal, che ti prende? Ti ha morso un Pixie?" Ironizzò Aster.
"La stronza ha ragione." Con grande sorpresa di tutti, Dorian si stava riferendo a Stella, la quale sembrava non saper decidere se fosse più seccata per l'appellativo o lieta che per una volta fosse dalla sua parte. "Siamo d'accordo che Al avesse altro a cui pensare ad agosto, ma Corner? Immagino che tra una scopata e l'altra con la sorella del suo amico, poteva anche ricordarsi di avere cura delle sue traduzioni."
Dylan aveva già sopportato abbastanza. Si alzò in piedi e tirò un pugno sul naso al rivale. Dorian rimbalzò addosso ad Aster; lo usò come leva per rialzarsi e tirò all'avversario un pugno di eguale potenza.
Mentre, da una parte, Albus stava ancora gridando: "Tenete fuori mia sorella da questa discussione!", gli altri ragazzi erano già accorsi a dividerli.
"Non osare parlare di Lily!" Gridava il Ravenclaw, mentre Caius e Caleb lo trascinavano indietro per le braccia. Aveva degli ematomi sullo zigomo e il labbro spaccato.
"La verità fa male, vero, Corner?" Gridava Dorian di rimando. Aveva anche lui una contusione sull'occhio e perdeva sangue dal naso come una fontana. Aster lo teneva fermo, ed era così grosso e forzuto che per Greengrass era come essere inchiodati alla parete. "Non vedo l'ora di dirtene una che ti farà perdere la testa."
Albus sentì il sangue ribollire. "Ora basta, Dorian!" Sbottò Albus contro di lui. "Non crearmi altri problemi!"
Dorian lo guardò ghignando, col sangue scivolato dal naso che si era intrufolato tra i denti, ancora trattenuto per entrambe le braccia dal ragazzo gigantesco dietro di lui.
"Tante storie contro Scorpius, ed ecco che anche tu stai imboccando la sua strada." Lo schernì, con una ridicola voce nasale.
Non c'era forse niente che irritasse Albus quanto sentirsi paragonare al suo aguzzino. Non si somigliavano affatto. Prima che potesse rispondere, fu di nuovo Calypso a esplodere:
"Vergognati, Dorian! Dovresti almeno guardarti allo specchio. Sei ridotto come un qualsiasi stupido Babbano che cammina per queste strade!"
"Non sarò mai stupido quanto te, che hai rischiato la vita per un Mezzosangue!"
A quell'affermazione, Aster mollò la presa dicendogli soltanto "vaffanculo", e tornò a sedersi accanto a Stella, molto irritato. Erano tutti stufi dei suoi inutili particolarismi sul sangue, e a quel punto fu il turno di Calypso di sbattere il pugno sul tavolo.
"Ah! Quindi avresti preferito sapermi tra le grinfie di Malfoy!"
"Non ho detto questo."
"Allora portagli rispetto! Albus è la tua famiglia, adesso, che ti piaccia o no!"
Caius e Caleb, più solidali con Dylan di quanto non lo fossero stati cinque minuti prima, lo lasciarono andare, quasi sperassero di vederlo gettarsi di nuovo su Greengrass.
"Al, lo vedi?" Esclamò il Corvetto. La rabbia si mischiava alla sua tipica razionalità. "Greengrass è diventato un problema. Si comporta come Scorpius! Devi fare qualcosa, punirlo, se necessario."
Sembrava che in soffitta fossero tutti d'accordo con lui, anche se nessuno aveva il coraggio di ammetterlo apertamente. Lo Slytherin più grande si ripulì il sangue dal naso con la manica della tunica, gettando sguardi d'odio su Dylan.
Albus sapeva di doverlo punire, ma Greengrass era pur sempre suo cognato e lui non voleva dare un dispiacere a Calypso. Inoltre, poteva comprenderlo se covava del rancore nei suoi confronti: sua sorella aveva seriamente rischiato di morire solo per avere accettato di legarsi a lui. Albus stesso aveva avuto dei ripensamenti dopo avere stretto il Voto Infrangibile, non perché non amasse la compagna ma perché allora niente lasciava presagire che sarebbero sopravvissuti. Guardò la sua ragazza, che era ancora viva, proprio come lui, e si sentì grato di averla.
Calypso si rivolse ancora al fratello: "Perché ti comporti così? Ci tieni tanto a farti odiare?"
Dorian la guardò sprezzante. "Forse siete voi che tenete a farvi odiare da me."
La ragazza, che era già abbastanza nervosa, gridò di esasperazione e abbandonò la soffitta, prontamente seguita da Lavinia.
"Sei proprio un coglione, Dorian." Commentò Stella, inespressiva.
Albus lo fissò severamente. Dorian era tornato al suo posto, con le mani incrociate al petto, comportandosi come se quello che era stato offeso fosse lui.
"Se non avessi già fatto un ottimo lavoro per il gruppo, starei seriamente mettendo in dubbio la tua lealtà." Gli disse Albus, poggiando una mano al tavolo e curvandosi in avanti. "Forse non puoi tradirci, ma puoi sabotarci. Ti rendi conto che non sei poi così furbo come credi di essere? Prima o poi scoprirò cosa stai architettando. Se sbaglierai, non me ne fregherà niente se sei mio cognato o se il tuo stupido sangue è puro. Ti ucciderò personalmente, prima ancora che lo faccia la Maledizione."
Dorian alzò lo sguardo su di lui, con un ghigno di sfida: "Finalmente inizi a ragionare."
"Facciamo così." Continuò Albus, accomodante. "Voglio darti un'altra possibilità. Almeno potrò dire a Calypso di averci provato. Malfoy ti crede ancora dalla sua parte e noi dobbiamo approfittare di questo vantaggio. Hai più avuto contatti con lui?"
"Sì, mi ha chiesto di procurargli una vipera, e io gliel'ho portata. Nel nostro terreno ce ne sono tante. Ha preteso espressamente che fosse un maschio. Non so cosa volesse farci, forse era la sua cena." Dorian ripulì col dorso della mano il sangue che continuava a gocciolare dal naso. Vedendo che la sua risposta aveva suscitato scalpore, si affrettò a precisare: "È successo solo ieri sera, ve l'avrei detto! Mia sorella lo sa! È stata la prima a cui l'ho raccontato, ma poi ce ne siamo dimenticati perché lei è stata male. Vaglielo a chiedere, se non mi credi!"
Albus tentennò, non sapendo se fosse più preoccupato per Calypso o per il comportamento di Dorian, che aveva comunque agito in segreto, senza prima informare lui o lo Sparviero.
"La vipera maschio serve per la Pozione della Resurrezione, stupido pallone gonfiato." Commentò Dylan, aspramente, toccandosi la ferita aperta sul labbro.
"Come potevo saperlo? Qualcuno di voi due si è mai preso la briga di informarmi?" Si difese l'altro. "Cercavo soltanto di tenermi buono Malfoy."
"Hai fatto bene." Albus aveva ancora intenzione di venirgli incontro. Soprattutto, voleva terminare quella discussione il prima possibile e andare a cercare la sua ragazza. "Dagli tutto quello che vuole, mostrati dalla sua parte. Scopri dove tiene il libro e gli appunti, ma non toccarli. Non deve dubitare di te. Scopri anche con che genere di Magie Difensive ha circondato la casa. Queste informazioni ci serviranno, quando andremo a riprenderci la nostra roba."
Poco dopo, Albus scese in camera di Sirius Black, quella che ormai da qualche tempo era diventata l'occasionale camera da letto sua e di Calypso. La porta era socchiusa, e trovò lei seduta a cavalcioni sul materasso, di fronte a Lavinia, la quale stava ridendo in maniera convulsa, portandosi le mani alla faccia e gridando in fibrillazione: "Oh mio Dio! Oh mio Dio!"
Confuso, Albus si fece avanti. Nel vederlo, Calypso mostrò un sorriso timido e Lavinia si mise in piedi, pronta a lasciarli da soli, senza riuscire a smettere di distorcere la sua grossa bocca in un sorriso ancora più enorme.
"Cosa c'è che non va? Ieri sei stata male e non me l'hai detto." Domandò alla ragazza, mentre sentiva i passi di Lavinia correre su per le scale. Aveva il sentore che fosse successo qualcosa di grave, ma lei si alzò tranquilla dal letto e si avvicinò a lui.
"Non c'è niente che non va. Sono soltanto... Stavo aspettando l'occasione giusta per dirtelo." Calypso rimuginò sulle parole, cercando il modo giusto per confessare il suo segreto. Qualsiasi cosa fosse, la rendeva felice nel profondo e sembrava sperare che, una volta al corrente dell'accaduto, potesse esserlo anche Albus. "Sono incinta." Gli disse, non sapendo più trattenere un largo sorriso gioioso. "Avremo un bambino."
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