Aster e Stella I

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Il ritorno di Harry al Ministero non passò inosservato. I giornalisti non erano ancora arrivati, in compenso, ai colleghi dell'ufficio che erano accorsi ad accoglierlo e che lo stavano martellando di domande, mancavano soltanto il taccuino e la piuma di riserva dietro l'orecchio perché la trasformazione fosse completa.

Harry era molto stanco e provato dalle lunghe ore di lavoro. Cercò di seminare i curiosi nel modo meno brusco di cui fosse capace. Nella fretta, però, finì per schiacciare il piede di un ragazzo molto ingombrante con la faccia squadrata, col quale si scusò almeno dieci volte ma distrattamente, senza neanche vederlo e col pensiero rivolto alla fuga. Una volta libero dalle grinfie dei colleghi, trovò rifugio presso il suo ufficio al Quartier Generale degli Auror. Da laggiù, chiese a Teddy di andare in cerca di Hermione e Draco, al quale aveva dato appuntamento e che doveva già essere arrivato al Ministero.

Nel frattempo la folla si era dispersa, lasciandosi alle spalle soltanto una scia di teorie e supposizioni. Soltanto Aster - che aveva dei piedi così grossi che quasi non aveva sentito Harry camminargli sopra - rimaneva piantato in corridoio, sbirciando senza vergogna oltre i grandi battenti del Quartier Generale. Si accorse così che Teddy - tornato dalla missione insieme a Harry - si stava avvicinando.

I capelli blu di Teddy erano più gonfi e arruffati del solito, reduci d'aver sfidato climi differenti nell'arco di poco tempo, umidi e ventosi. Era un ragazzo giovane e le avversità non avevano ancora spento il suo entusiasmo per un lavoro che considerava elettrizzante. Suggeriva quest'idea il fatto che si muovesse con studiata noncuranza facendo vanto del proprio disordine, con la camicia a maniche corte che gli ricadeva storta su una spalla e quei graffi sulla maglietta grigia che facevano pensare all'attacco di una creatura misteriosa, anche se probabilmente se li era fatti da solo strisciando goffo su di una superficie rasposa.

Concentrato com'era, si accorse del grosso collega solo quando rischiò di sbattergli addosso: Aster gli stava sbarrando la strada con la sua mole imponente e un'espressione curiosa.

"Scusami, sono di fretta, non posso parlare." Gli disse l'Auror.

"Sicuro, Ted? Veramente mi sembra che al signor Potter farebbe comodo starsene cinque minuti da solo." Teddy lo studiava con la stessa severità che era solito avere nel suo lavoro, ma Aster non ne era impressionato. Se in passato era sopravvissuto indenne all'intransigenza di Malfoy, poteva certamente cavarsela col più affabile Lupin. "Ti dico solo questo: io ho dell'idromele in reparto e tu ne hai bisogno."

Non servì altro perché Teddy si convincesse a seguirlo fino al suo cubicolo nel reparto dei Servizi Amministrativi Wizengamot.

Aster aveva stretto amicizia con l'Auror dai capelli blu fin dai suoi primi giorni al Ministero. Ad avvicinarli era stato il buon carattere del ragazzo più grande, ma soprattutto il fatto che Lupin rappresentasse una pedina importante per i Figli di Salazar, avendo pure l'utile dono di parlare a ruota libera sotto l'effetto dell'alcol.

Giunto alla sua postazione, Aster tirò fuori la bottiglia di idromele da un cassetto e Trasfigurò due delle sue piume in bicchieri.

"Ti dispiace se mi siedo qui?" Domandò Teddy, calandosi sulla sua sedia con un gran sospiro. Aster riempì i due bicchieri fino all'orlo, sapendo che l'Auror si sarebbe lamentato per la quantità solo se fosse stata troppo poca. "È stata una giornataccia. Un bicchierino ci voleva proprio."

"È sempre un piacere, amico mio." Rispose Aster, passandogli il bicchiere e facendolo tintinnare col suo. Dopo essersi presi un lungo momento per bere, l'impiegato si sedette comodo sul bordo della scrivania e domandò: "Allora, cosa c'è di nuovo? Avete preso il grande cattivo? Puoi dirmelo, tra poco ci sarà la conferenza stampa, non è un segreto nazionale."

Solitamente, gli Auror non andavano in giro a spifferare l'esito delle loro indagini a parenti e amici. La procedura esigeva riservatezza e Teddy non era così sprovveduto da dimenticare il proprio dovere. Indugiò, bevendo un altro sorso di idromele.

"E va bene! Non ti dirò nulla di cui non verranno a conoscenza anche i giornalisti tra poco, quindi... Non abbiamo ancora preso il grande cattivo, no, ma ci siamo andati vicini. Caspita, dovevi vederci! Abbiamo messo su un appostamento perfetto intorno alla seconda casa dei Nott, ma quando siamo entrati era già sparito! Abbiamo Incantato ogni stanza con tutti gli Incantesimi Rivelatori possibili, ma niente, lui se n'era proprio andato. Probabilmente ci ha sentiti arrivare. Harry è convinto che abbia usato degli Incantesimi Sensori Segreti che sono sfuggiti al nostro Disinnescatore. È seccante, ma può capitare." Aggiunse, in risposta allo sguardo interrogativo di Aster. "A volte i Maghi Oscuri modificano gli Incantesimi in un modo così complesso che in un primo momento non riusciamo a individuarli, e questo dà loro un grande vantaggio."

"Questo è uno dei motivi per cui non potrei mai diventare un Auror." Commentò Aster, scotendo il suo faccione serio. "Troppa pressione, troppa responsabilità sociale. Un Mago Oscuro ti sfugge perché è troppo in gamba e tu finisci a chiederti dove hai sbagliato."

Teddy svuotò il bicchiere e lo poggiò alla scrivania, completamente sobrio. In quanto ad alcol non era un dilettante. Si era fatto le ossa durante le numerose feste notturne che lo avevano coinvolto nei suoi anni da recluta, prima di diventare un Auror a tutti gli effetti.

"Ci sono anche dei lati positivi dell'essere Auror." Disse Teddy con voce dolciastra, senza negare il peso dell'eccessiva responsabilità sociale. "Tipo salvare il mondo, essere dei grandi eroi agli occhi di tutti. Siamo gli unici addestrati ad affrontare il male, quindi siamo gli unici che possono batterlo. È una missione sacra, la nostra."

Aster, che stava ancora bevendo, si affrettò a dargli ragione.

"Certo, certo, la vostra è una grande missione, ma a volte mi chiedo se il male sia davvero ciò che noi siamo soliti intendere. Voglio dire che forse, ogni tanto, ve la prendete non con chi è davvero malvagio ma con chi lo è solo in apparenza. Capisci, no? C'è chi uccide e lancia Maledizioni a caso perché è fuori di testa, e poi c'è chi pratica le Arti Oscure perché le rispetta e le vuole proteggere. Forse quello che viene etichettato come Mago Oscuro è soltanto qualcuno che ha scelto di vivere in maniera diversa dalla nostra, ci hai mai pensato? Mi chiedo se merita davvero di essere dato in pasto ai Dissenatori per il solo fatto di essere diverso. Sono malvagi tutti quelli che praticano le Arti Oscure o è malvagio chi pensa che siano malvagi?"

Teddy non aveva capito una sola parola del discorso di Aster e si limitò a fissarlo con aria confusa.

"Stiamo ancora parlando di Nott? Lo stesso Mangiamorte che l'altro giorno ha ucciso un ragazzo? Un tuo amico, per essere precisi?" Gli domandò, molto perplesso.

Aster posò il bicchiere accanto a quello di Teddy.

"Naturalmente no, stavo solo pensando ad alta voce. Il concetto di bene e male è così misterioso, vorrei solo capirlo meglio."

"Non è affatto misterioso." Rispose Teddy, ma lentamente, come se anche lui adesso avesse dei dubbi. "Non puoi confonderti, è molto semplice: il bene è bello e ti rende felice, il male è brutto e ti rende infelice. Chi è malvagio uccide i tuoi amici o ha le potenzialità per farlo, chi è buono si assicura che tu e i tuoi amici stiate bene, acciuffando i malvagi. Funziona così da sempre, no?"

Aster scrollò le spalle, non molto convinto, ma ben deciso a lasciar cadere il discorso.

"Suppongo di sì. Beh, tornando a noi, non ti abbattere se oggi è andata male. Di sicuro il signor Potter ha già in cantiere un nuovo piano. Ne sa una più del diavolo, quello lì, ci credo che ha battuto il Signore Oscuro."

Teddy era ancora stordito dal discorso sul bene e sul male e annuì in ritardo.

"Sì, lui... Oh no, accidenti!" Balzò in piedi facendo strisciare la sedia. "Mi sono trattenuto troppo. Quando mi hai fermato stavo andando a chiamare Hermione e Malfoy. Harry li vuole incontrare prima dell'inizio della conferenza stampa e adesso si starà chiedendo che fine abbiamo fatto!"

Non perse altro tempo a salutare e schizzò via così veloce da tracciare l'aria con la scia dei suoi capelli blu. Mentre Teddy usciva, Stella entrava pensierosa, le labbra tirate da un lato.

"Malfoy e la Weasley sono ancora chiusi in quella stanza, e io non sono riuscita a trovare un'altra buona scusa per entrare." Raccontò ad Aster. "Ho cercato di convincere Betsy, la sua segretaria, a passarmi delle carte da firmare, ma lei ha insistito per portargliele personalmente, che questa era la prassi. Comunque, ho sbirciato in ufficio quando Betsy è entrata, e li ho visti parlare. Niente più fuochi d'artificio, solo chiacchiere. Non mi convincono affatto, lo sai?"

Senza chiedere il permesso, la ragazza aprì uno dei cassetti di Aster e ne tirò fuori un foglio di pergamena. Mentre lo appoggiava in un angolo libero della scrivania, lanciò un'occhiata interrogativa alla bottiglia di idromele e ai bicchieri usati.

"Ho fatto parlare Teddy. Mi ha detto che non hanno ancora beccato Nott." Spiegò Aster, mentre Stella tirava fuori dal portapiume l'ultima piuma, immergeva la punta nell'inchiostro e si curvava a scrivere qualcosa. "Posso sapere che stai facendo?"

"Sto scrivendo allo Sparviero." Spiegò lei. "Deve sapere cosa sta combinando il padre di Scorp con la Weasley. Mi auguro che Albus non sia stato troppo sgarbato con quell'uomo, stamattina, o potremmo ritrovarci nei guai."

Stella tornò a concentrarsi sulla lettera, ma Aster aveva capito: un contrasto molto acceso con Albus o con gli altri Figli di Salazar poteva bastare perché Malfoy decidesse di punto in bianco di tradire gli accordi.

Un'idea improvvisa spinse il ragazzo a correre in corridoio, appena in tempo per vedere passare Teddy ancora trafelato, accompagnato da Hermione e Draco che procedevano spediti in direzione dell'ufficio di Harry.

Aster analizzò i due adulti, cercando di scorgere in loro qualcosa di sospetto. Camminavano ravvicinati come una coppia e ogni tanto le loro mani parevano sfiorarsi. Scomparvero alla vista non appena varcata la soglia del Quartier Generale, lasciando Aster preoccupato e nervoso. Il pericolo che Malfoy potesse fare la spia era ormai reale.

Il suo sguardo viaggiò per caso verso la parte opposta del corridoio, dove un altro personaggio interessante attirò la sua attenzione.

"Dev'essere la nostra giornata fortunata." Mormorò tra sé, mentre osservava Rose Weasley uscire dall'ascensore, la spilla dei visitatori del Ministero attaccata con precisione maniacale a un lembo della maglietta rosa.

*

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