Ancora insieme 🍋

*

Al mattino, Rose si svegliò infreddolita. Scorse per prima la luce del sole che bagnava la sua stanza; vide poi il proprio corpo nudo giacere scoperto in un letto ormai ridotto a un groviglio di lenzuola scombinate e coperte scivolate sul pavimento. L'unica fonte di calore proveniva da dietro di lei: era insieme morbida come la seta e dura come l'acciaio.

Draco le respirava piano sull'orecchio, ancora vestito del pigiama che, per tutta la notte, si era ostinato a tenere addosso. Rose supponeva che si vergognasse delle sue ferite, anche se non ne capiva il motivo dato che lei le aveva già viste. Le sarebbe piaciuto toccare la sua pelle, morderla, durante quella che era stata la notte più folle e passionale della sua vita. Lui la stava ancora abbracciando. Il peso del suo braccio addormentato, scivolato sullo stomaco, limitava i suoi movimenti. Non poteva fare altro che ruotare su se stessa, fino a ritrovarsi bocca a bocca con lui e ammirarlo dormire.

Era stupendo, anche con la leggera barba bionda che la graffiava se gli stava troppo vicino. In realtà, Rose aveva fastidi un po' ovunque, sul suo corpo. Le dolevano muscoli che non sapeva di avere, e anche quelli più intimi li avvertiva stanchi. Draco l'aveva colpita senza sosta per ore. Si era lasciato guidare dalle passioni con sempre maggiore intensità, fino a diventare una macchina così aggressiva da riuscire a darle solo un piacere doloroso che l'aveva fatta gridare senza controllo. Aveva avuto orgasmi continui coi quali aveva raggiunto le stelle, ma lui resisteva, la baciava, le sussurrava che era meravigliosa e quanto le piacesse vederla in estasi, gridare per lui.

Quando nel bel mezzo delle spinte più violente lo aveva sentito ritirarsi da lei, era ormai troppo stanca per preoccuparsene. Voleva ancora dargli una nuova famiglia, distrarlo dalla sua perdita e convincerlo ad andare avanti, ma era stata così bene con lui che il resto scese in secondo piano. Loro due insieme erano l'essenziale.

Draco si risvegliò lentamente, quando lei prese a baciargli le labbra socchiuse. Rose aveva imparato quanto fosse sensibile a quel contatto. Lui ricambiò il bacio con gli occhi ancora chiusi, mentre la sua mano andò a toccarla sulla parte bassa della schiena.

Fa che stia pensando a me.

"Rose..." Mormorò lui, spingendosi sul suo corpo.

Ormai non aveva freddo e nemmeno le importava nulla dei muscoli indolenziti. Provava soltanto calore e un desiderio insaziabile di lui. Draco le fu subito dentro, ma stavolta era un movimento più lento. Anche lui era rimasto senza forze.

Così era anche meglio. Meno intenso, ma poteva sentire ogni cosa, lui che la scalfiva piano, centimetro dopo centimetro, come se ad ogni spinta cercasse di scavare più in profondità. Aprì gli occhi e lo scoprì a fissarla. Lo sguardo assonnato e intontito dal piacere sembrava studiarla. C'era ancora qualcosa di triste in lui, che Rose non riusciva a spiegarsi. Non gli disse nulla, ma riprese a baciarlo per dissipare qualsiasi suo dubbio su ciò che stavano facendo.

"È tutto stupendo." Lo rassicurò, mentre ancora si muoveva. "Non lo dimenticherò mai."

Draco non disse nulla, ma velocizzò le spinte fino a ritirarsi di nuovo bruscamente da lei.

"Neanche io." Sussurrò pianissimo, ancora preso dall'onda travolgente del suo corpo, accarezzandole i capelli. "Ma adesso basta."

Scese dal letto con i segni della tristezza sul volto. Qualunque fosse il motivo, doveva riuscire a superarlo da solo. Rose acciuffò il lenzuolo per coprirsi, e lo guardò dirigersi verso la porta e andare via.

Si incontrarono più tardi. Rose non fu sorpresa di trovarlo in salotto. La porta era aperta e lei entrò senza annunciarsi. Draco sedeva in poltrona, di fronte al camino acceso, con un bicchiere di liquore in mano e la solita bottiglia di cristallo quasi vuota sul tavolino, imbrattato di cerchi umidi. Avanzò incerta. Era brillo e di malumore, quindi forse l'avrebbe cacciata. Sollevò lo sguardo alticcio su di lei e inspirò il suo profumo. Si era fatta una doccia, per cui odorava di pulito e i suoi capelli erano più gonfi che mai. Gli si sedette di fronte, sul tavolino, come una barriera che lo separava dal Firewhisky.

"Devo dirti una cosa." Gli disse Rose, titubante, torcendosi le mani. "Ma mi sembri ubriaco e non so come potresti reagire. Spero solo che non stai bevendo a causa mia."

Draco esitò, prima di posare il bicchiere sul tavolino e rimproverarla: "Tutta questa storia è causa tua. Ogni cosa sarebbe stata diversa, senza di te. A volte, persino più semplice. Ma non tutto ti gira intorno. Parla. Cosa volevi dirmi?"

Rose si preparò alla confessione. Tossì per schiarirsi la voce e centellinò le parole, scegliendole con cura.

"Lo Sparviero. So chi è. O meglio, credo di saperlo." Aveva ottenuto la sua totale attenzione. Si fece forza e aggiunse: "È una ragazza, la compagna di classe di Trevor."

Gli raccontò di quanto fosse realmente accaduto a Hogsmeade, dopo avere salutato Lily e aver rivisto Trevor, impaurito e così tanto confuso da confessarle che lo Sparviero "non era un lui" e nemmeno un professore. E poi l'incontro con l'Animagus e il suo ultimatum per lei. Draco ascoltò ogni sillaba con attenzione. Alla fine del racconto, come lei aveva temuto, la sgridò:

"Prima l'incontro con Calypso, adesso questo! È già la seconda volta che mi nascondi delle informazioni importanti. E tutto per inseguire delle ridicole illusioni, come quelle che ti hanno portata da me stanotte!"

Rose avrebbe voluto ribattere che ricordava il loro incontro notturno come qualcosa di molto concreto, che niente aveva a che fare con le illusioni. Ma lui si riferiva agli altri discorsi, quelli che se realizzati avrebbero cambiato la vita a entrambi.

"Mi dispiace, so che non avrei mai dovuto prendere accordi coi Figli di Salazar. Ma anche senza di loro, credo che allontanarti dalla tua ossessione per Scorpius fosse la cosa più giusta da fare... È troppo pericoloso. Avevo paura di lui già da prima, ma adesso ne ho molta di più."

Gli prese una mano e intrecciò le dita alle sue, guardandolo impaurita negli occhi. Ormai erano stati insieme, e Scorpius non era tipo da scoprire un simile scandalo e farsene una ragione. Anche lo sguardo di Draco si dipinse di terrore. Si agitò, le pupille che saettavano da un lato all'altro, immaginando le cose orribili che sarebbero potute accadere.

"Non dovrà mai sapere di noi. Questo è essenziale." La sua voce bassa era intrisa di panico.

"Anche tu lo temi!" Esclamò Rose. "Ma allora perché non lo lasci andare?"

Draco, indispettito, si alzò in piedi per spostarsi al centro della stanza. Fece pochi passi nervosi, prima di esplodere:

"Perché non posso! Avevo promesso ad Astoria che mi sarei preso cura di lui, e non l'ho fatto. Ho già deluso mia moglie una volta, privandola della sua vita, non riesco a sopportare di averle dato un altro dolore. Ovunque lei sia."

Rose non comprendeva la sua presunta colpa nei confronti di Astoria. Provò a fargli delle domande, che lui ignorò.

"Non riuscirai a cambiare neanche lui, vedrai." Gli disse ancora la ragazza, fieramente convinta. Si era alzata anche lei per parlargli faccia a faccia. "So che non vai fiero del tuo carattere, ma ti giudichi troppo severamente. Sei stato proprio tu a dirmi che Scorpius è irrecuperabile, che essere violento era nella sua natura."

Gli spiegò che doveva esserci una ragione se neanche Calypso le aveva creduto, quando le aveva promesso che Scorpius non sarebbe tornato in cerca di vendetta, se loro li avessero aiutati a riportarlo in vita.

"Mi irrita che credi più a quei ragazzi che non a me." Sbottò Draco.

"Io credo in te più di ogni altra cosa!" Rispose con fervore, aggrappandosi alla sua veste all'altezza del petto. Fece pressione con le unghie, come a convincerlo che dicesse il vero. "Ma quando parli di tuo figlio, come quando parli di Arti Oscure, non sei lucido. Non voglio litigare con te, ma ho tanta paura. Il suo ritorno sarà un disastro, e noi non potremo più stare insieme. So che pensi che quello che abbiamo debba finire lo stesso, ma è veramente quello che vuoi?"

Quando un'anonima civetta marrone bussò col becco alla finestra, Draco colse l'occasione per sfuggire alla domanda. L'animale portava una lettera incartata in una busta bianca indirizzata a lui. Non c'era il mittente, ma quando il mago la tolse dalle zampe e la lesse, si rabbuiò e disse soltanto: "È per me."

Era così turbato, che Rose intuì di dover aspettare prima di fare domande. Si accorse allora che Draco aveva già accumulato sul tavolo le lettere che anche quella mattina erano arrivate per lei. Una di queste proveniva da Trevor. Rose la scartò per prima.

Cara Rose, ti scrivo questa breve lettera per dirti che non voglio più vederti. Dimenticati di me così come, nel periodo in cui ci siamo scritti, hai dimenticato che in fondo sono un cattivo anch'io. Voglio restare coi miei simili, qualsiasi cosa accada. Addio.

Rose aveva letto ad alta voce. Draco era ancora scombussolato per la sua lettera anonima, prontamente nascosta in tasca, ma aveva ascoltato e i suoi neuroni brilli stavano elaborando qualcosa.

"Devo tornare a Hogwarts." Affermò la ragazza, cercando in lui una conferma. "Devo scoprire cosa gli hanno fatto. Non posso abbandonare Trevor, ha rischiato la sua vita per noi. Non è uno sforzo da poco."

"Allora dovrai anche entrare nei sotterranei di Slytherin." Le disse Draco. Suonava come la cosa più ovvia da fare. "È probabile che Orella Flint tenga la Bacchetta in dormitorio. Sembra banale, ma è quello che avrei fatto anch'io. È il posto in cui può controllarla meglio."

Rose annuì. Non voleva che Draco usasse la Bacchetta per riavere Scorpius, ma preferiva che l'avessero loro piuttosto che i Figli di Salazar. Al momento giusto, lei l'avrebbe consegnata allo zio Harry, che avrebbe provveduto a distruggerla.

"Sarebbe più facile intrufolarmi se avessi un travestimento." Suggerì la giovane strega. "Potrei indossare la divisa di Slytherin e Trasfigurare il mio aspetto."

Draco era d'accordo e le disse di poter adattare la divisa di Scorpius per lei. Doveva solo cercare gli incantesimi giusti e lavorarci su.

"Io penserò alla Trasfigurazione Umana!" Esclamò Rose. "Se ne è capace Dorian, allora posso farlo anch'io."

Raccontò a Draco che Greengrass le aveva Trasfigurato il volto quella volta che si erano nascosti al cimitero dei Malfoy per assistere al funerale di Scorpius. I Figli di Salazar stavano ancora fingendo di essere dei bravi amici in lutto, per quanto, a ricordare bene, nessuno di loro avesse versato una sola lacrima. Draco però cascò dalle nuvole. Non aveva mai saputo che qualcuno, quel giorno, li avesse spiati.

"C'erano i Greengrass, Dylan Corner e Albus." Raccontò Rose, in risposta alla sua domanda. "In effetti, non mi spiego neanch'io cosa ci facessero lì. Se l'omicidio di Scorpius lo hanno organizzato loro, perché rendergli omaggio?"

Draco si era ormai svegliato, l'alcol non lo intontiva più. Guardò Rose con aria di sufficienza, deluso della sua mancanza di ingegno.

"Forse perché non erano lì per Scorpius, ma per te." Le disse. "Ti conoscevano abbastanza da immaginare che saresti andata al funerale anche se io te lo avevo proibito. O almeno, hanno tentato la sorte, e hanno vinto. Non è anche lo stesso giorno in cui sei andata a Knockturn Alley? Scommetto che sono stati loro a metterti in contatto con la strega."

Era così evidente. Rose non riusciva a credere di non averlo capito prima, di non averci mai nemmeno pensato. Era stata una trappola. Dylan non aveva mai cercato di aiutarla, stava solo eseguendo un ordine, e l'ordine era quello di condurla da Madama Jocastra. Rose doveva ascoltare la storia che avevano elaborato per lei, perché dicesse a tutti che il colpevole era Nott. Dylan e la strega avevano cercato di convincerla che Scorpius fosse malvagio, ma anche questo faceva parte del piano: anche in questo caso, era servito a confezionare l'alibi per cui i Nott erano i veri e unici responsabili dell'omicidio.

"Sono stata il loro burattino." Esclamò, sconvolta. "Mi hanno fatto fare tutto ciò che volevano. Chissà se anche Lily è stata manipolata? C'era anche lei, quel giorno. Aveva accompagnato Al, perché altrimenti la madre non lo avrebbe fatto uscire di casa."

Ma a nessuno dei due interessava parlare di Lily. Rose si gettò in poltrona e si portò le mani ai capelli. Rabbia e desolazione lottavano ancora una volta dentro di lei. Era stata usata, di nuovo, e non se n'era accorta, di nuovo. Cosa c'era di sbagliato in lei? Certo, i Figli di Salazar erano stati abili e avevano recitato bene la loro parte: Albus che si fingeva protettivo, Dylan che le aveva pure salvato la vita...

"Lo Sparviero." Esclamò, vedendo adesso la realtà per quella che era. "Era a Knockturn Alley per controllarci. Doveva assicurarsi che tutto procedesse secondo i piani, infatti l'ho rivisto per la seconda volta nella brughiera, dai Nott. E quando Dylan ci ha Materializzati a Grimmauld Place, non è stato casuale. C'era qualcun altro in casa a controllare che anche quella tappa fosse stata raggiunta. Madama Jocastra ha tentato di uccidermi, ma se l'avesse fatto di proposito? Se era d'accordo con Dylan, così che io potessi fidarmi di lui?"

Draco si inginocchiò di fronte a lei. Le afferrò delicatamente la guancia e la baciò. Era stato inaspettato. Rose non aveva mai sperato in un suo bacio fuori dal letto; si sciolse sulle sue labbra, desiderando che il loro attimo potesse durare a lungo. Aveva il sapore del conforto.

"Calmati." Le disse dopo il bacio. "Ormai è andata, non c'è nulla da fare. Pensa soltanto che avere compreso il loro inganno ti ha già resa più forte."

Rose si gettò al suo collo. Aveva paura, si sentiva vulnerabile, ma Draco era con lei. Stare insieme rendeva entrambi più forti. Confortata dalla sua presenza, la ragazza iniziò a elaborare il nuovo piano. Niente più dialogo coi Figli di Salazar, da quel momento in poi, soltanto guerra aperta. Avrebbe tolto quella Bacchetta dalle loro grinfie, a qualunque costo.

*

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