Capitolo 7
Nell'appartamento vi era una vaga atmosfera di attesa.
L'acqua della doccia andava, aperta neppure da cinque minuti e all'istante la ragazza dedusse che l'alleata doveva essersi -finalmente, se doveva aggiungere il termine- alzata.
Erano infatti le nove del mattino e lei si ritrovava a giocare al computer ad un videogioco per portatile che gli ricordava alquanto l'anime giapponese di Sword Art Online.
Dietro di sé, il suo angelo aveva ripreso a dormire, sdraiata sul tavolo e soprattutto con la faccia immersa in una ciotola di latte e cereali, i capelli biondi lunghi che crollavano a cascata sul suo "cadavere".
Aveva insistito parecchio, quella, per provare a reggere l'essere mattiniero della castana, la quale si era alzata alle sei e mezza del mattino per trafficare con il proprio PC, ma aveva ceduto in meno di dieci minuti -forse per la noia di stare ad assistere senza fare niente, forse perché Uriel era l'angelo più sonnolento mai esistito in... Quanti anni? Beh. Forse era la prima-prima con queste caratteristiche, la protetta non ne aveva idea-
-Baka- borbottò la giovane, emettendo un -Pffff- subito dopo, scacciando una ciocca di capelli castani che le era finito davanti all'occhio, cambiando poi la canzone che stava ascoltando tramite le sue adorate cuffie -La aveva ascoltata quasi dieci volte, aveva preso ad annoiarla, se doveva dirlo- .
Le sue braccia esili e sottili si tesero nel premere un tasto ripetutamente per sferrare continui attacchi tramite il personaggio che nel gioco interpretava.
Parzialmente invidiava le capacità di quella tipa elettronica: era una ragazza muscolosa, agile e scattante, abbastanza diversa da lei che se si metteva a correre per una decina di secondi si ritrovava già ansante.
Ammetterlo era un gran pugno alla sua stima, ma diciamo che non era il suo forte.
In cambio, aveva qualcosa di meglio, a suo parere.
Sconfisse a suon di destri con il tasto x il nemico che si volatilizzò come polvere, ricordandole vagamente il finale dell'ultimo film degli Avengers, quello contro il Titano pazzo.
Ridacchiò vagamente tra sé e sé, scuotendo la testa, pronta a passare al livello successivo, gli occhi grandi tra il verde ed il marrone che fissavano lo schermo illuminato con la massima delle attenzioni...
O almeno così fu finché l'angelo, Uriel, non alzò la testa dalla ciotola, rivelando una faccia colante, con i cereali tutti appiccicati alla fronte.
L'angioletto sbadigliò, coprendosi la bocca con la mano, tornando a terra e camminando come un bambino piccolo, le ali bianche che sbattevano ad ogni movimento di gamba.
-Nonh mi ssshhono addormendada- fece ella, masticando le parole con espressione ancora stralunata.
-No, no bella addormentata, non ti sei appisolata nella ciotola della mia colazione, é stata solo un illusione- la prese in giro la protetta, con un lieve sorrisetto, mentre prendeva ad aggredire il nemico del livello seguente.
-Chiaaaara- gli occhi di Uriel, sepolti dalle occhiaie, sembravano star per chiudersi di nuovo - Mi porti tu dooopo?-
-No. Non di nuovo! Non ti porterò in braccio per tutto il centro!-
Un altro sbadiglio -Maaaa...- rimase in silenzio, strofinandosi le mani sulle palpebre -Alloraaa...-
-Non ti porto neanche sulla schiena-
-Mmmmm ...- Uriel semplicemente crollò a terra, provocando un tonfo, riaddormentandosi di colpo.
-Che é stato?!- una voce insorse dalla stanza del bagno, portando Chiara ad un breve aspettare, tacendo, sentendo un camminare frettoloso per la casa, rivelando la figura dell'alleata con il proprio accappatoio viola addosso ed i capelli rosa chiaro, lunghi, che risultavano grondanti.
Quando ella vide Uriel sdraiata a terra, se ne uscí con un alzare il sopracciglio ed uno sbuffo divertito.
-Dovevo aspettarmelo- disse in un borbottio.
-Sí, dovevi- concordò Chiara con tono scherzoso -Quest'angelo dorme continuamente-
-Ed ovunque- aggiunse quella, strofinando le dita contro il cuoio capelluto e sorridendo di tutta risposta.
In quei quattro, cinque giorni, lei e Chiara avevano preso a relazionarsi positivamente tra di loro, forse perché entrambe si erano date rispetto a vicenda e si erano trattate come delle sorte di compagne di viaggio più che come alleate.
Forse il primo giorno non erano andate propriamente d'amore e d'accordo, un po' per l'imbarazzo di essere due sconosciute costrette a stare quasi insieme ventiquattr'ore su ventiquattro, un po' perché Chiara si era fatta sfuggire il soprannome che aveva dato all'altra appena la aveva incontrata -e la cosa aveva creato una vaga irritazione nella rosa-, ma poi, parlando del clima generale, questo era decisamente migliorato.
-Perché vi é praticamente tutto il latte sul tavolo?- chiese, guardando il liquido sparso sul legno -Ti prego, dimmi che non ha...-
-E invece sì, Rose- un altra risata da parte di Chiara.
Le due, entrambe, fecero delle facce che ricordavano vagamente quelle di due bambine che cercavano di non ridere ancora più forte mentre stavano ricevendo una buona dose di solletico.
-Okay. Non dico niente- la giovane in accappatoio ritornò in direzione del bagno -Io mi cambio e vedo in che stato è Ananchel. Quando la ho lasciata stava russando e parlando nel sonno-
-Come ogni notte- Chiara agitò una mano due volte di fila, alzando le spalle -Una motosega fa meno rumore... Lei é... Stranamente infernale-
- Basta con queste freddure!- se avesse avuto una bandiera bianca, sicuramente la ragazza la avrebbe sventolata nel mentre che si avviava per raggiungere il corridoio, laddove varie porte si distinguevano per un legno di cedro laccato e decorato finemente da ghirigori ben scolpiti.
Entrò nella terza porta sulla destra, mostrando una stanza quasi vuota, se non per un armadio striminzito in cui lei aveva momentaneamente cacciato il suo bagaglio e dei futon, uno dei quali occupati dall'angelo degli animali, ancora addormentata, circondata da canarini e da altre specie di uccellini che al momento non ricordava molto e che le svolazzavano sulla testa nonostante ella, mentre dormiva, facesse più rumore di un camion sui settantacinque chilometri all'ora in autostrada.
I capelli arancioni di Ananchel erano intricati in una serie di nodi che sembravano impossibili da sciogliere con un pettine umano.
Rose la guardò, sospirando, andando a rovistare tra i suoi vestiti, preparandosi al pessimo umore che l'angelo avrebbe avuto dopo che l'avrebbe svegliata.
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Io pubblico capitoli due a due lol. I commenti, come al solito, sono sempre graditi
Ah. Per chi non lo sapesse, ho un altra storia ad oc.. si chiama Solo Noi. Se vi interessa ... Sapete cosa fare *wink*
La coppia che fino ad ora vi piace di più? (Intendo di demone-protetto/ angelo-protetto)
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