Capitolo 5
Non se lo sarebbe mai aspettata, se doveva essere sincera.
Era una tipa testarda, ribelle, una di quelle che mai si sarebbe fatta sottomettere, anzi, generalmente era lei a farlo fare, manipolando e sfruttando.
Anche il suo essere infernale ne era a conoscenza, era a conoscenza di quanto potesse risultare doppiogiochista e malvagia ... Eppure, proprio nel momento in cui si era preparata ad utilizzare il suo ciondolo per fare ciò in cui era la più brava in assoluto, si era sentita sfiorare alle spalle da una mano delicata, morbida, estremamente sensuale e qualcosa era scattato in lei, qualcosa di troppo.
Le erano tremate vistosamente le gambe come mai era accaduto.
Mai, ma davvero mai nella sua vita.
Come aveva fatto a farsi sorprendere in quella maniera?
A farsi toccare?
A farsi anche solo sfiorare da lei sapendo che era così pericolosa, siccome Forneus le aveva elencato ogni singolo talento per ogni singolo demone e che lei , nonostante il suo talento inaspettato, risultasse decisamente capace di gettare a terra le sue difese...
Proprio non lo capiva.
Credeva di essere stata abbastanza attenta, di aver seguito le sue nemiche a sufficienza...
E invece a quanto pareva... Non era così.
Era riuscita soltanto a reinserire l'amuleto all'interno della sua pelle grazie al tatuaggio, prima che qualcosa potesse accadere, nonostante la difficoltà immensa e poi... le erano crollate le gambe, mentre un gemito le era scappato, involontario, dalle labbra.
Si era ritrovata a fissare quello sguardo malizioso, argenteo, i cui occhi grandi la osservavano intimidatori mentre si avvicinava a passo lento in sua direzione.
-No, no- fece l'avversaria, con i capelli platino che andavano a scivolare delicatamente in direzione del suo seno, quasi a cascata nei suoi boccoli, con quel sorrisetto unico, folle e quasi perfetto dipinto su quelle labbra sottili e rosee che sembravano quasi ipnotizzarla.
Forneus non era troppo distante da lei, ma era frenato dalla stessa figura che la aveva toccata e che stava facendo lo stesso con lui, semplicemente paralizzandolo e portandolo ad inghiottire a vuoto.
Certo, i demoni non avevano più questo genere di istinti, in generale, ma con quella ... Tutto cambiava, era un altra storia.
Gremory era davvero particolare.
-Cattiva bambina- la bionda sogghignò ancora di più, mettendosi a cavalcioni sulle sue gambe, accarezzandole i fianchi con un movimento di mani delizioso che i suoi sensi catturarono a pieno, portandola a boccheggiare vistosamente -Non dovevi metterlo via, quel bel gioiellino- le percorse il petto con i polpastrelli, andando a scendere sui suoi seni, strappandole anche un sussulto, facendola sentire a dir poco alla sua mercé, soprattutto per via dell'eccitazione che nonostante tutto continuava a scorrere nelle sue vene come sangue.
-Hai solo... Peggiorato la situazione per voi- ella sorrise, guardandola, andando a sfiorare un probabile nervo, premendolo non troppo delicatamente, anche perché perse i sensi.
Quando si risvegliò, la ragazza era legata ad una sedia, circondata da un oscurità tremenda, così tremenda che non vedeva più lontano del suo naso e la cosa non le piaceva affatto.
Perché? Beh. Perché se c'era qualcosa che la terrorizzava, quella era la sensazione di cecità, la quale si sommava alla seconda sua paura più grande: la sconfitta.
Sì sentiva umiliata, umiliata perché nel giro di due giorni era stata già beccata da una delle sue avversarie... E praticamente era stata rapita, da lei.
Annaspò, neanche fosse un pesce fuor d'acqua, nel momento in cui uno spiffero d'aria andò a correrle contro la pelle, realizzando di essere in intimo, privata dai restanti vestiti.
-Forneus? Sei qui?- chiese con tono fintamente altezzoso, nascondendo il terrore che si insinuava in lei più i secondi passavano, inesorabilmente lenti.
Non mentiva, generalmente, ma di certo non avrebbe mostrato al proprio demone che era spaventata come una bambina davanti all'idea di dover andare in bicicletta senza rotelle in discesa per la prima volta.
Nessuna risposta giunse inizialmente dalla creatura infernale, tanto che inizialmente pensò che non ci fosse proprio nessuno vicino a lei.
Poi però udí un -Alis?- con tono che sapeva di un estrema calma, forse troppa per i gusti della sedicenne.
-Perché hai permesso che ci rapissero?- fece con stizza -Sono più che sicura che avresti potuto stenderla a Missis occhi dolci da cerbiatto-
Nessuna risposta. Di nuovo.
Forneus non era un gran chiacchierone.
-Mi hai capito? Spero che, quando usciremo da qui, ti rifarai! Non ho intenzione di stare al di sotto di un essere incapace-
Nonostante Alis non lo vide, il demone alzò il sopracciglio -Non è che tu abbia fatto di meglio-
-Io sono umana- puntualizzò -Tu dovresti essere un essere super potente, un...-
-Lo é anche Gremory- puntualizzò egli, agitando i capelli grigi come se fosse una sottospecie di criniera.
La ragazza stava per controbattere quando di colpo la porta, la quale era di un metallo piuttosto pieno di sé, sia per come si ergeva, sia per robustezza e che emise un suono inquietante: non uno scricchiolio, era qualcosa di più profondo, qualcosa che avrebbe rizzato i capelli a chiunque.
La luce che proveniva dall'apertura della porta la accecò.
La bionda vi entrò con del trionfante, i tacchi che sbattevano contro il suolo, mentre lei tornava ad avvicinarsi alla sedicenne, seguita ovviamente da Gremory.
La demone che controllava il piacere sessuale rise leggermente, prendendo una propria ciocca della frangia, messa lateralmente e rigirandola tra le dita, per poi staccare da essa qualche capello viola senza emettere un fiato e legarlo attorno al polso della bionda, la quale aveva sempre lo stesso sorriso pieno di malizia.
-Ora facciamo un gioco- disse quella, mettendosi pienamente di fronte alla più piccola legata -Tu mi darai il ciondolo che hai lí- indicò il suo petto, accarezzandoglielo in direzione del primo capezzolo e strappandole un ennesimo sussulto, dovuto ad un ennesima scarica che la aveva portata a fremere appena dopo che la aveva toccata -E io vi lascerò liberi ad entrambi- si piegò su di Alis, andando a lasciarle un morso sul collo che la fece mugugnare, con un altro brivido che le attraversava la schiena e che le rizzava ogni singolo cenno di lei, la pelle d'oca già inizialmente accennata e che prendeva possesso delle sue cosce, delle sue braccia... Ovunque, in generale.
-Anzi... Se me la darai... Potremmo divertirci più di così, lo sai?- fece cantilenante -Potrei anche slegarti-
Le baciò la scapola, portando la minore ad inarcare il collo e ad ansimare con frequenza, sentendo le guance che si infiammavano vistosamente e che diventavano ancora più rosse nel momento in cui le mani dell'altra andavano a rimuovere il suo reggiseno, calandosi sui suoi pendii per staccarsi rapidamente, aspettando una risposta che non venne e così continuando.
Leccava la sua pelle, la succhiava, la mordeva, la rendeva sua, non aspettando altro che quella crollasse.
Alis non voleva e non aveva intenzione di darle il suo amuleto: farlo avrebbe portato solo due tipi di svolte.
O venir ipnotizzata e costretta a combattere per Gremory senza che potesse svolgere un nuovo patto in cui avrebbe potuto riceverne qualcosa in cambio...
O venir uccisa.
Nonostante tutta l'eccitazione del mondo, nonostante quella sconosciuta, quella protetta della creatura infernale del sesso fosse estremamente inebriante per i suoi sensi scombussolati dal desiderio... Non avrebbe mai accettato nessuna delle due opzioni.
Oltre che una che imponeva le sue idee, Alis Lee era, difatti, più testarda di un mulo quando ci si metteva.
Avrebbe resistito, avrebbe sicuramente resistito a tutto.
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