Capitolo 14

- Hai seriamente provato a toccarla?- chiese con tono allibito Ananchel, guardando Uriel che sembrava sul punto di addormentarsi di nuovo, proprio come tutte le volte in cui faceva qualsiasi cosa, con l'unica differenza che se avesse provato a dormire in quel momento, lei e la sua protetta avrebbero rischiato una morte atroce per caduta ad altezza disarmante.
-Uh-uh- fece la biondina di tutta risposta, mentre Chiara prendeva a mollarle pizzicotti per tenere i suoi sensi accesi almeno per volare -Mi ssshembrava... - uno sbadiglio, ancora - Una persona simpatica... La volevo come amica-
-Okay- Rose alzò appena il sopracciglio -Però mi sembra che così adesso la hai fatta arrabbiare. Ci darà sicuramente la caccia. O più che altro, ti. Non sa che siamo alleati, credo-
-No, direi proprio di no- fu l'immediata risposta dell'angelo dai capelli arancioni, fissando due volatili - erano dei piccioni - che facevano una rapida picchiata al di sopra della sua testa, andando ad appoggiarsi ad entrambe le sue spalle.
-Allora? Avete visto nel raggio di venti chilometri dove potrebbe essere finita Helel con la pietra?-
I due animali tubarono, prima uno e poi l'altro, scuotendo leggermente le piume.
Per un istante sembrò tutto calmo, poi il viso della giovane si piegò in una smorfia mista ad uno sbiancare.
-Cosa? E come ci è arrivata?-
-Eh? Ananchel, cosa succede?-
Una delle mani della nominata andò ad aggrapparsi alla sua chioma, quasi strattonandola, ma lasciando i capelli pochi istanti dopo, porgendo risposta alla domanda.
-Sembra che Helel sia già a dieci chilometri da qui... E che si sia fermata lì per tornare a salire in paradiso. Probabilmente vuole sapere dal pozzo dov'è la seconda pietra... Ma la mia domanda è... come diamine ha fatto ad arrivare a dieci chilometri di distanza da qui? Cos'é, flash?-
-Magari sì- borbottò Chiara di tutta risposta, all'inizio con lieve sarcasmo, per poi illuminarsi di netto -Magari è davvero così! La sua protetta... Potrebbe avere un arma con un potere che c'entra con la velocità-
-É così si spiegherebbe perché è sparita tutto in un colpo- aggiunse Rose, convinta, lanciando uno sguardo di complicità all'altra.
-Ma riguardo all'odore? Perché non lo sentiamo più? Questa è un altra cosa che rimane un grosso punto di domanda- Ananchel pizzicò di nuovo la guancia ad Uriel, la quale stava tornando a chiudere gli occhi di nuovo e che sussultò appena al gesto.
-Riguardo questo non lo so. Non ho ben capito come funzionano le pietre- fu l'immediato commento della diciassettenne dai capelli marroni.
-Teoricamente- intervenne dunque Ananchel - Quando un angelo o un demone afferra una pietra, questa emette una scia di odore. E sempre teoricamente, questa pietra continua a dare odore se vuoi che diventi definitivamente tua... A meno che non si sia già collegata a lei-
-Quindi potrebbe aver già acquisito il potere della terra?- Rose si mordicchiò le labbra con nervosismo
-No, io ne dubiterei.- Chiara aggrottò la fronte -Non credo che sia così facile fare in modo che una pietra diventi "tua"-
-No, infatti. In teoria, se vuoi davvero che lo diventi, é come se azzerasse le tue energie per sostituirsi al tuo essere. E ti fa soffrire un bel po'... Lo so perché mia madre, tempo addietro, prima che morisse in combattimento per via di una maledizione di una strega e permettesse dunque alla pietra di rinascere, era riuscita ad ottenere quella del fuoco. Questo accadde dopo che mi partorì, facendomi nascere da una sua coscia, proprio come Eva nacque da Adamo. Purtroppo accadde dopo. Sennò probabilmente io avrei la pietra delle fiamme nel sangue. E sarei, oltre che in controllo degli animali, capace di trasformarmi in tutto e per tutto in una brace con ogni singola cellula del mio corpo-
-Bhe. Se allora porta così tanta fatica ottenere il potere... Non è che forse, Helel, ha mollato la pietra, cacciandole forse in una borsa, o tasca che sia?-
La domanda di Rose lasciò perplessa Ananchel per una serie di secondi, tanto che l'angelo si ritrovò a battere le palpebre a ripetizione, come cercando di capire...
Capire perché non ci avesse nemmeno pensato.
Dannazione, era così ovvio! Se a tatto provocava una scia, evitando il contatto, la scia di bloccava.
E fu in quel momento che realizzò quanto aveva scelto bene riguardo al gruppo e quanto, in generale, adorava ed era orgogliosa della propria protetta.

***

-É ovvio, no?- asserí Satana, guardandosi le mani e soprattutto lanciando, in seguito, un occhiata alla figura in lacrime davanti a Mason, nel mentre che il Demone si difendeva dall'attacco della nemica, schivandolo con un salto.
-Hai scelto di non servirmi . Preferisci pure Lucifer a me, non è un problema... Ma sappi che le conseguenze sono palesemente notabili, cara Ravan-
La demone della natura si piegò, andando a sfiorare il terreno con un dito, permettendo alla radice di un albero di innalzarsi, uscendo da esso, cercando di colpire uno dei due signori dei Demoni, il quale se la sghignazzava appena.
-Mason. Uccidilo- asserí Satana con voce fredda, ma con quella stessa espressione a mezzo ghigno che sembrava costantemente stampata sul suo volto, intendendo il protetto dell'altra Demone, ancora in lacrime, con qualche singhiozzo che gli sfuggiva dalle labbra.
Jack era piegato su sé stesso, con il collo palesemente perforato dai segni di quelli che sembravano due canini, i quali erano ancora sporchi di sangue.
Era accaduto tutto in un attimo, talmente tanto velocemente che Ravan si era pentita di aver lasciato solo per un secondo che la sua guardia crollasse, cercando di pensare cosa fare come prossima mossa.
Un attimo prima tutto era stato "okay", un attimo dopo quel bastardo di Satana aveva assaltato il collo di Jack, bevendo parte del suo liquido vitale, così da poter attivare il proprio potere su di lui.
E lo aveva fatto.
Satana aveva attivato le proprie capacità su Jack, inondandolo di emozioni che lo stavano straziando e lo rendevano incapace di fare anche solo il più piccolo movimento.
"É colpa mia" si disse la Demone, stringendo i pugni, continuando ad attaccare a ripetizione con le piante nel mentre che cercava di indietreggiare per frenare quel ragazzo che minacciava totalmente la vita del suo protetto, cacciando fuori dal proprio tatuaggio l'arma con cui si apprestava a colpirlo.
"Avrei dovuto fare qualcosa ... Stargli più vicino..."
Ravan scatenò un ennesima radice, ricevendo il solito schivare, ma riuscendo però a raggiungere l'etereo, preparandosi a mollargli un calcio, pur sapendo che se lo avesse fatto, molto probabilmente si sarebbe ritrovata in un due contro uno.
E glielo mollò, cercando di essere il più rapida possibile, ma ottenendo l'unico risultato che, ovviamente, aveva già immaginato.
Mason schizzò via, allontanandosi dal suo attacco nel momento in cui Satana urlò il suo nome, obbligandolo a girarsi e a notare l'aggressione in arrivo.
Ravan tornò a toccare terra con entrambe le mani, andando a stringersi al biondo che risultava ancora paralizzato dalla situazione che scuoteva il suo petto e la sua mente, creando un fiore con cui avvolse entrambi, mentre le radici - di cui ve ne si erano aggiunte parecchie - si muovevano spasmodiche, attaccando una parte e poi l'altra, difendendo il bocciolo con cui la Demone stava difendendo sé e il protetto, sentendo i colpi dell'arma del nemico che tranciavano pezzi di natura, strappandole dei versi di dolore.
Sperava vivamente che Jack si riprendesse presto... Altrimenti sarebbero stati spacciati.
 

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