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Oooh Tesoro ! Amore della mamma. Vita. Dimmi che stai bene, ti prego. Ogni volta con te é sempre un colpo » esclamò la donna, andando direttamente verso il figlio rimasto sbigottito. Gettò la borsa a terra e gli prese le guance nei palmi della mano, schioccandogli a destra e a manca baci qui e la.
« S-sí. M-mamma ».
Rispose Kenny, con voce insicura e un'espressione indecifrabile nel viso.
Sí, okay. Aveva perfettamente capito che questa persona appiccicosa altro non era che la mamma del ragazzo a cui aveva imprestito il corpo. Ma cazzo. Era così dannatamente asfissiante. E poi tutti quei baci, non era mica ancora morto. Era ancora lí.
E menomale che non si ricordava della vecchia vita passata. Se questo aveva significato avere due genitori così - sempre se era ammesso che c'è gli avesse avuto - allora, avrebbe preferito continuare a non ricordare. Nonostante quella sensazione di vuoto che sentiva. Come se dal suo cuore pezzi di sé erano venuti a staccarsi.
« Jonny. Jonny il nostro bambino ».
Disse la donna scoppiando poi in lacrime mentre chiamava il marito.
Alla fine anche il marito poi si unì a quella unione famigliare e Kenny non poté che sentirsi - anche se in minima parte - in colpa per quello che stava avvenendo. Per lui era un po' come si sentisse prendergli in giro. Lui non era veramente loro figlio e in più nessuno meritava credere in qualcosa che non c'era più. Che era morto e che mai sarebbe più ritornato. Certo c'era anche il rischio che decidendo di dire la verità, sarebbe potuto perfettamente passare per quello che non sapeva quello che stava dicendo. Allora tanto valeva zittirsi e lasciare che la ruota del limbo procedesse con il suo giro.
Tanto prima o poi tutto sarebbe finito e amen.
Il fidanzato che fu rimasto in disparte accennò una finta tosse, come per cercare di attirare l'attenzione su di sé.
« Sarebbe meglio se io andassi. Prendetevi pure un po' di tempo per voi » disse mettendosi le mani in tasca.
I due ultimi arrivati accennarono un sí con la testa, mentre il povero Kenny rimasto intrappolato dove in quel momento non voleva essere, lo fulminò con uno sguardo come per dirgli " ti prego. Non puoi lasciarmi da solo con questi due ".
Il più grande scosse appena la testa e gli sorrise per motivarlo.
« A più tardi Dailén ».
E nel dirlo si premurò di prendergli una mano e baciarne il dorso.
Kenny alzò un sopracciglio e lasció le labbra dischiuse. Aveva solo voglia di fare una cosa, una volta rimasto solo. Quello di pulirsi la mano contaminata da quella bocca che non sapeva se avesse lavato i denti o se avesse chissà quale batterio o infezione. Al solo pensiero un brivido gli rizzò i chiari peli chiari. Annuì appena con la testa, e lasciò che il ragazzo si dirigesse fuori dalla porta.
« Bene. Ascolta tesoro. Promettimi che dopo questo. Dopo che una volta ritornato a casa, ti riguarderai un po' di più. La tua salute, amore, arriva prima di tutto. Perché ti ostini a voler fare sempre di più. Sai che non puoi. Sai che non puoi sforzarti. I tuoi polmoni non te lo permettono. Abbandona tutto e cerca di salvaguardare la tua di salute. Non ci giocare più brutti scherzi » gocce salate e amare solcarono il viso della giovane donna.
Qualunque cosa facesse quel ragazzo, nonostante la sua malattia, aveva dovuto almeno avere una forza di volontà o ostinazione altissima.
Sospirò appena e deglutí.
« Mh. Ve lo prometto ».
Promise, pur sapendo che quella bugia falsa presto si sarebbe dissolta nell'aria.
La donna gli gettò le braccia al collo e una mano sul retro della nuca ad accarezzare quei fili sottilissimi di capelli. L'uomo, addolorato e con due occhiaie sotto agli occhi lo guardò accarezzandogli una spalla. Chissà quanto avevano sofferto queste due persone ? Chissà quante notti in bianco - con la speranza che il figlio si risvegliasse e tornasse da loro - avevano passato. Chissà a quante cose avevano abbandonato per il dolore subíto.
Kenny non poteva saperlo. Ma quelle sensazioni di impotenza che sentiva picchiargli alla bocca dello stomaco, non faceva altro che rendere quel sentimento più vivido e strano che mai.
Lui... Cosa era stato nella passata vita ? Aveva avuto qualcuno che lo aveva amato ? Che gli aveva voluto bene e che aveva sofferto per la sua perdita ? O era stata una persona sola ? A volte, porsi certe domande, andava l'oltre dei dubbi e della tristezza che in noi si scatenava. Domande che mai - molto probabilmente - avrebbero avuto risposte.
Sapeva che dicendo questo, sarebbe potuto apparire come incoerenza, ma al momento aveva solo bisogno di dire ciò che pensava. Questo Dailén era stato fortunato e così egoista nel pensare solo a sé, senza aver pensato che conseguenze disastrose avrebbero susseguito le sue azioni. Non poteva giudicarlo senza conoscerlo, ma solo questo gli era parso di essere.
In molti avrebbero dato tutto pur di avere dei genitori amorevoli e asfissianti come i suoi, un fidanzato che al capezzale aveva avuto premura giorno e notte di lui. Si vedeva che ne era innamorato, mai aveva lasciato il suo fianco. Era stato l'unico a credere in un ipotetico risveglio di questo " Dailén " e tutto questo, in Kenny non poteva soltanto che provocargli tanta rabbia.
Avrebbe voluto tanto versare quella pugnalata in lacrime, ma non poteva. Non gli era possibile. Era risaputo che le anime non potevano mostrare i veri sentimenti. Erano solo essenze dall'involucro vuote. Aria vuota. Solo questo.
***
Una settimana dopo...
« Hei. Ho buone notizie ».
Irruppe Darien con un raggiante sorriso sulle labbra mentre entrava nella stanza del fidanzato e si chiudeva la porta alle spalle.
Kenny alzò lo sguardo un po' preoccupato e una fitta di dolore lo colpì al centro del petto. Non sapeva se però era dovuta allo sforzo che aveva compiuto per sedersi un po' sul bordo del lettino, aveva avuto una strana voglia di camminare. Per un momento sudò freddo e si tenne la zona dolorante con una mano.
« Va' tutto bene amore ? Vuoi che chiami un medico ? » chiese un preoccupato Darien andando a passo spedito verso il ragazzo. Gli appoggiò un braccio intorno alle spalle e gli fece appoggiare la testa sul suo petto.
Kenny lo guardò con uno sguardo vuoto in un primo momento, ma poi si riprese e scosse la testa. Gli sorrise appena, come per rassicurarlo. Ma nella sua testa già le immagini della fine ebbero la meglio fra tutte.
« Sai che penso ? Che hai bisogno di rilassarti. Vieni un po' con me » se ne uscì il più grande, schioccandogli un dolce e veloce bacio all'angolo della bocca.
Il più piccolo si riprese dallo stordimento e per quanto non fosse abituato a tutto questo, non poté che sentire una piccola parte di sé riscaldarsi da uno strano calore. Ricordava vagamente un po', a un sole che pian piano e timidamente cercava in qualche modo di riscaldare un cielo morto dopo un lungo piovoso inverno gelido.
Debole. Ecco com'era quella sensazione germogliosa e rigogliosa.
« Dove ? »
Chiese questo.
Darien gli sorrise malizioso per poi chinarsi leggermente con un ginocchio sul pavimento e prenderlo con le mani al retro delle ginocchia, portandolo così sulla schiena.
A Kenny scappò un piccolo urletto per niente virile e preso di sprovvista col batticuore, si aggrappò alla meglio con le mani sulle ampie spalle. Appoggiò la tempia contro la schiena e per un momento alle sue narici arrivò un buon odore misto muschio selvatico. Quanto era confortevole quel Darien, il suo battito un poco più accelerato che nelle orecchie sentiva, il suo profumo avvolgente e la sua schiena che gli faceva da cuscino.
Sciocco di un Dailén, ad averlo lasciato cadere dalle mani creta. Ad aversi lasciato alle spalle una vita così.
« Aggrappati solo più forte ».
E iniziò a correre verso il corridoio esterno.
« Ma rispondimi per favore. Dove mi stai portando ? » chiese il più piccolo ridendo e con gli occhi lucidi dallo stupore.
« Ti porto vedere il sole ».
Rispose, correndo giù per le scale.
« Aspetta ».
Ma l'altro non lo ascoltò. Lasciò solo che la sua mente divagasse nei suoi pensieri " non lascerò che le mie ceneri volino troppo lontano da te. Finché il tempo non ci separi mi goderò ogni istante di questi miei ultimi giorni ".
***
Kenny cadde di schiena sul prato fresco e con il volto rivolto verso il cielo ormai prossimo all'alba. A quell'ora prendeva sempre a rischiararsi sempre di più, di varie sfumature bellissime e sgargianti. Era davvero un panorama da mozzafiato ai suoi occhi.
Darien nel frattempo si era solo seduto sopra, mentre le braccia erano state messe sopra le ginocchia rivolte in su. Era davvero tutto bello. Ma se c' era una sfumatura ancora più bella, che rendeva ancora più nitido il cielo, quella era la creatura che gli stava affianco sorridente.
« É bellissimo ! ».
Il più grande sospirò appena e quel sorriso che sino a pochi minuti prima aveva impreziosito le proprie labbra, ora si era del tutto spento. Scattò con la testa verso il suo ragazzo. Il suo Dailén. Messo se era ancora lui. A quel pensiero scosse la testa.
« Ma lo sei ancora di più te ».
Rispose con una sensazione di amarezza nel viso.
Kenny voltò lo sguardo nella sua direzione e lo guardò con le labbra dischiuse. Era stata davvero una bella sorpresa quella frase. Ma peccato che non era destinata a lui. Perché lui non era Dailén. Quel corpo che adesso aveva, non era altro che un guscio. Uno scudo.
Darien all'improvviso con uno scatto inchiodò il corpo vicino a sé, sotto di lui bloccandolo con le braccia tese ai lati dei fini fianchi. Un solo gesto, un solo battito, uní le loro labbra per poi accarezzare con i pollici le guance scarne del più piccolo che a malapena riuscì a ricambiare. Non ci riusciva. Certe effusioni non facevano parte di lui.
Kenny con le mani lo distaccò leggermente da sé. Affannato e accaldato. Perché il suo cuore stava battendo come un forsennato ? Questo non era dannatamente possibile.
« No. Non posso, mi dispiace ».
Gli disse senza riuscire a guardarlo in faccia però.
A malincuore il più grande si separò del tutto da lui, rimettendosi nuovamente a sedere. Inumidí le labbra secche con la lingua e gli occhi si fecero appena lucidi.
« Va bene così. Non devi scusarti. Lo capisco » lo rassicurò, mentre gli regalava un finto sorriso che nascondeva solo tanta amara tristezza. Non poteva di certo fargliene una colpa, specialmente dopo tutta quella merda che aveva dovuto passare. Ma non riusciva a fare finta di nulla. Per quanto non volesse premergli con le proprie paranoie, dentro di sé - invece - lo sentiva sempre più distante. Dal suo risveglio sembrava essere del tutto un'altra persona e non più il suo quello di una volta, testardo e amato Dailén. Ma non poteva assolutamente fare nulla per cambiare quei sentimenti. Lo amava e nonostante tutto, avrebbe continuato indipendentemente ad amarlo ancora.
« Vuoi andare a riposarti ? »
Gli chiese, regalandogli una carezza sui capelli.
Il più piccolo riuscí solo ad annuire con la testa. Non sapeva il perché, ma le parole che gli erano rimaste sulla punta della lingua sembravano non voler uscire fuori affatto.
Si sentiva in colpa nei confronti di quel premuroso ragazzo che non gli era nemmeno destinato, ma non sapeva per quale motivo. Doveva semplicemente non importargliene. Ma allora perché voleva dire tutta quanta la verità ? Che non era lui quel Dailén di cui l'altro era innamorato, ma semplicemente Kenny. Un'anima persa e senza identità che aveva preso sotto custodia il corpo di quel ragazzo, ma solo per farlo sopravvivere un poco di più. Nonostante il corpo del tutto collassato ? Ma non ci riusciva e questo faceva piuttosto male.
« Mi dispiace davvero tanto ».
Mormorò nuovamente chiudendo per un momento gli occhi lucidi, ma che non volevano lasciare libere quale lacrime, anziché continuarle a tenere prigioniere. Sarebbe stato tutto molto più facile.
- 1 giorno e tutto sarebbe ritornato alla normalità.
***
Quella mattina dopo, stranamente Dailén non si era risvegliato. Anzi continuava a dormire incurante di tutto.
I medici intorno al suo corpo che facevano di tutto per rianimarlo, mentre la linea della macchinetta non faceva altro che calare i bip e quei numeri che allo schermo scendevano sempre più giù.
« 1. 2. 3. Libera ! ».
Gridò un infermiera, dopo avergli scaricato una fibrillazione piuttosto alta.
Ma niente, quel corpo era senza più battito. Subiva e subiva scariche elettriche e continui massaggi cardiaci, ma niente di tutto questo riuscì a portare in vita quel corpo.
Inutili quei tentativi, il decesso era stato dichiarato. Dailén era morto nel pomeriggio del 13 novembre alle ore 10:30 dopo un improvviso attacco cardiaco.
Un medico dovette per forza informare gli spettarori che speranzosi di un esito positivo erano in sala d'attesa. Forse questa era la parte più difficile per il lavoro di un dottore. Dare l'ammazzata finale, quella che avrebbe fatto soffrire, cadere e rompere un unione.
C'era da dire che ci furono un lago di lacrime, ma alla fine quello che riuscì a entrare per dare un addio era stato un Darien addolorato e smarrito. Addosso portava il peso di un mondo. Invece i due genitori in lacrime non c'è la fecero. Era stato tutto molto più grande di loro. E così soffrirono uno tra le braccia dell'altro.
Darien si avvicinò al corpo priva di vita e freddo del fidanzato. Si accasciò vicino a lui e gli prese il volto tra le mani. Lo baciò ripetutamente a stampo sulle labbra con la speranza di che facendo così avrebbe aperto nuovamente gli occhi. Un po' come ne favola no. Ma niente successe.
«Ti amo. T-ti amo.... P-perché te ne sei a-andato. PERCHÉ ? Rispondi cazzo ! N-non avevi promesso c-che saresti rimasto con me, f-finché il tempo non ci avrebbe separato ? P-perché te ne sei andato via prima di me? S-senza di me » singhiozzò variando la modalità di tono, un po' come le montagne russe. Straziava il cuore vedere una scena del genere, perciò i medici decisero di lasciarli soli, sino allo scadere del tempo richiesto.
Pianse come mai aveva fatto in vita sua Darien. Pianse con il volto sul petto del suo amore, disperandosi come un dannato. Alla bocca dello stomaco una sensazione di nausea perenne.
Nessuno se ne accorse e nemmeno Darien, ma dal corpo del suo amato l'essenza che in lui aveva vissuto per un poco di tempo, chiamato Kenny, lasciò per sempre quello scudo in una macchia nera di farfalle che nel nulla sparivano una ad una.
La cosa più triste di tutte era che una volta che corpo e essenza si separeranno, l'essenza non avrà alcun nessun ricordo. Come se lo sforzo di Kenny per fare sopravvivere Dailén risultasse una cosa mai esistita. Invana. Non fosse valso nulla.
The End.
Nota Autrice : é abbastanza lungo come ultimo capitolo. 2466 parole. Ma penso che ne sia valsa la pena :)
Ricordo che questa storia é tratta per il contest di...
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