Un dolce Natale
Sirius's pov
"Shh non svegliamoli".
"Avranno fatto pace?"
"Per dormire insieme, direi proprio di si, Dora"
"Ora andiamo, Remus, gli altri ci stanno aspettando, diremo che Sira non ha voluto lasciarlo solo".
"Credo che lo avrebbe fatto lo stesso, Dora, ora filiamo avranno parecchio da recuperare dopo cinque mesi".
Sento la porta chiudersi in un cigolio, apro gli occhi e vedo il mio comodino con sopra un biglietto.
Mi strofino gli occhi con la mano sinistra, e mi accorgo che non ho la vestaglia, è caduta sul pavimento e mi scoccio di prenderla.
Rivolgo nuovamente lo sguardo verso il comodino, prendo il bigliettino, e con il pollice lo apro.
Buon Natale Sirius.
Siamo andati a trovare il signor Weasley, ma non volevamo che Sira si svegliasse per cui l'abbiamo lasciata dormire accanto a te, avrete parecchio da recuperare, immagino.
Ci vediamo più tardi.
Remus.
D'istinto mi giro alla mia destra.
Sira dorme tranquilla al mio fianco e con le braccia mi cinge la vita.
Sorrido lievemente e porto una mano sul suo capo e l'accarezzo.
Lei si muove di poco sotto al mio tocco ma non si sveglia.
I suoi capelli sono più ribelli del solito ma mi piace molto toccarli e credo che per lei sia piacevole.
Se penso solo a quello che stavo facendo qualche sera fa, adesso mi prenderei a schiaffi.
Cambierò costi quel che costi.
Lentamente mi chino e gli bacio la punta del naso.
"Hmmm" mugugna lei, e vedo, con piacere, che ha gli occhi aperti" ma Buon Natale" dico sorridendogli "ciao" dice per poi sbadigliare.
"Dormito bene?" Lei annuisce "dopo tanto tempo, finalmente ho chiuso occhio" dice spostando lo sguardo da me verso il soffitto.
Io aggrotto la fronte " Che intendi con 'finalmente ho chiuso occhio'?" Sira si volta verso di me e mi guarda, allunga la sua mano e stringe la mia che ho sul cuscino.
"Sono cinque mesi che non dormivo molto bene, facevo incubi o sogni strani, non riuscivo a seguire bene le lezioni, infatti Piton se ne accorto e ha voluto parlarmi....." dice mettendosi seduta con le ginocchia al petto.
Io eseguo il suo esempio mettendomi con la schiena alla testiera.
"Come come come? Mocciosus si è interessato a te? E perché mai lo avrebbe fatto?" Chiedo sconcertato.
Lei ruota gli occhi " Se non mi interrompi, forse riesco a dirtelo"
Giustamente ha ragione, ma perché non mi tappo la bocca?
Perché sei un cane con la bocca larga!
Mai ti stai zitta te?
No mai.
"Come stavo dicendo, Piton ha voluto parlarmi io ero sulla torre di astronomia, non stavo bene quella mattina, moralmente. Avevo letto la gazzetta del profeta, sulla soffiata di Malfoy senior. Mi sono preoccupata, oltre ad essere incazzata, ma poi mi ha preso la tristezza perché comunque mi mancavi troppo..."dice rivolgendomi lo sguardo, io allungo la mano e gli sposto una ciocca di capelli dal viso "Non ti biasimo sai, infondo sono meravigliosamente fantastico, dubitavo che non ti mancassi" cerco di trattenere una risata alla sua faccia, che è mutata in un occhiata seria e con un sopracciglio alzato.
A Lene dava fastidio quando mi pavoneggiavo, ma il mio scopo era farla sorridere, non sopportavo di vederla triste così il mio ego veniva fuori, prima di Lene, ammetto che usavo il mio fascino per fare colpo sulle ragazze di Hogwarts, credevo che una storia seria non fosse per me eppure dopo tanto che James si frequentava con Lily, pian piano io e Marlene ci eravamo avvicinati, io la facevo sempre arrabbiare, mi piaceva vederla rossa di rabbia, ma è stato in uno di questi momenti che l'ho baciata, e ho capito che non volevo baciare altre labbra aldifuori delle sue.
Sira mi guarda ancora con un sopracciglio alzato mentre io faccio un sorriso innocente.
Tutto si può dire di me tranne che sono un santo, perché è l'esatto opposto e io mi piaccio così, anche se per gli altri sono un pochino rompipluffe.
"Egocentrico" dice a denti stretti.
Ah si?
"Sbruffona". Lei mi guarda con uno sguardo a dire 'vuoi la guerra? E guerra sia'
"Animagus dei miei stivali".
"Lupa perdi pelo".
"Pulcioso".
E no, del pulcioso tu non me lo dai.
"Come hai osato? Brutta peste!" Detto questo prendo il mio cuscino e la colpisco, lei ride e cerca di allontanarsi mentre io continuo a colpirla.
Sira scivola fuori dal letto e corre, scalza, via dalla mia stanza "prova a prendermi se ci riesci!" Urla dal corridoio e ride" Aspetta e vedrai!" Esclamò a mia volta, scendo dal letto, mi trasformo in cane e vado alla rincorsa.
Sira sta scendendo le scale, corro a mia volta sulla scalinata e la raggiungo al piano di sotto, lei si gira, ma non ha il tempo di farlo completamente che gli salto addosso e cadiamo entrambi, io comincio a leccargli il viso e il collo, mentre lei continua a ridere.
"Sei AHAH fortunato Ahahah Che non posso trasformarvi altrimenti te la facevo pagare tanto salata AHAHAH".
Io torno normale stando sopra di lei e ghigno " Ah si ? E che avresti fatto?" Domando.
Lei ghigna a sua volta "ti avrei morso la coda" io ridacchio.
"E poi sarei io lo stronzo".
"Oh, bhe allora so da chi ho preso" dice facendomi l'occhiolino.
"Mi spieghi come abbiamo fatto a passare dall'argomento di Hogwarts a rincorrerci?" Aggiunge.
Io alzo le spalle.
"Bho"
Entrambi scoppiamo a ridere e io le bacio la fronte.
Mi alzo e prendo mia figlia in braccio a mod sposa e lei mi mette le braccia al collo per reggersi.
"Non sai quanto mi è mancato tutto questo" dice appoggiando la testa sul mio petto.
Posso solo immaginare quanto ti ho fatto soffrire, tesoro.
Mi sento in colpa per questo, terribilmente in colpa.
"Hey" gli rivolgo di nuovo lo sguardo incastrando i nostri occhi grigio/azzurri.
"Non pensarci più, papà" sussurra.
"Facciamo colazione?" Domando.
"Non devi neanche chiedere" risponde con un sorrisetto.
Cammino verso la cucina e vi entriamo, mi avvicino al grande tavolo e con un piede sposto una sedia, mi chino e metto Sira a sedere.
"Grazie, ma comunque potevo camminare da sola" dice con un ghigno stampato in faccia.
Io alzo gli occhi al cielo, mentre lei ride sotto i baffi.
"E per una volta ti ho portato io. Allora cosa vuoi da mangiare?" Chiedo aprendo la dispensa, questa volta gliela preparo io la colazione, non voglio quel elfo tra i piedi.
"Latte" dice.
"Con biscotti?"
"Ovvio".
Appello un pentolino e due tazze, prendo il latte dalla dispensa, lo apro e lo verso nel pentolino, e mia volta lo metto sul fornello in modo che si riscaldi, in questi giorni freddi ci vuole.
"Allora, stavi dicendo su Piton?" Domando guardando verso di lei appoggiandomi al mobile dietro di me.
"Oh, ecco credevo che mi avrebbe messo in punizione, invece mi ha portata in infermeria, e ha voluto parlarmi, mi ha chiesto cosa mi turbasse, ma io gli ho detto che non sono affari suoi, poi mi fa cenno dell'ultima riunione dell'ordine, e ti ha visto con una brutta cera....." lei china lo sguardo torturandosi le mani.
"E?" Chiedo esortandola a parlare.
Lei respira profondamente segno che si sta arrabbiando, spengo il fornello e la raggiungo e gli cingo le spalle.
"Tesoro, dimmelo" lei alza lo sguardo su di me e si morde il labbro inferiore.
"Ha cominciato a schernirti, e io ti ho difeso, ero arrabbiata con te, ma sei pur sempre mio padre" gli accarezzo una guancia "e mi sono beccata venti punti in meno per averti difeso, quel giorno madame Pomfrey mi ha fatto dormire tutto il giorno, e basta chi ci ha parlato più, quell'uomo mi ha fatto solo incazzare" Mocciosus non cambierà mai, è vero lo abbiamo schernito, eravamo ragazzi, ma io, personalmente, mi sono in un certo senso pentito, perché se dovesse succedere a mia figlia, credo che manderei a fanculo tutti e andrei fino a scuola a spaccare la testa a chi l'ha ferita.
Sarà meglio che gli do il regalo di Natale, così stemperiamo la tensione che si è formata.
"Bhe era per una buona causa i venti punti in meno" dico andando a prendere il pentolino con il latte con tanto di tazze.
Una gliela metto davanti e gli verso il latte caldo, mentre lei va a prendersi dei biscotti al cioccolato, nel mobile vicino ai fornelli, io mi verso il latte nella mia tazza.
"Nel frattempo tu mangi io vado a prendermi la vestaglia" lei annuisce e addenta un biscotto bagnato di latte.
La lascio sola e vado in camera mia, riprendo la mia vestaglia e me la metto, apro un cassetto della mia scrivania prendendo un pacchettino triangolare e lo metto in tasca, riscendo e torno in cucina.
Sira è seduta scomposta con una gamba sulla sedia e mangia in silenzio.
"Caldo al punto giusto?" Chiedo riferendomi al latte " Si" afferma sorseggiando.
Io mi siedo al suo fianco e bevo il mio latte " mi fa piacere, l'unica cosa che ho imparato. Riscaldare il latte, lo facevo a te quando eri piccola e non riuscivi a dormire, tua madre mandava sempre me, perché sapeva che con me stavi di più e ti addormentavi subito" lei sorride e si toglie la tazza dal viso, e si sono formati due bei baffetti di latte.
Io rido.
"Che c'è?" Domanda sconcertata.
"Ora mi somigli di più ahahah".
"Perché?" Chiede ancora una volta.
"Hai dei baffi di latte ahahah"
Artemid si passa una mano sul viso, asciugandosi immediatamente.
"Tolti?" Annuisco.
È ora del suo regalo.
Prendo il pacchetto dalla tasca e glielo porgo.
Ella mi guarda confusa "è per te" dico soltanto.
Lei allunga la mano e lo prende "grazie" dice e lo scarta venendo fuori il suo regalo.
"Un pezzo di vetro?" Domanda di nuovo confusa.
"Non è un pezzo di vetro, vieni con me" entrambi ci alziamo e andiamo in corridoio, dove si trova lo specchio magico.
"Questo non è un comune specchio, guarda dentro al tuo pezzo" lei ubbisce e inarca le sopracciglia.
"T-ti vedo qui dentro".
"Esatto, e io vedo te" lei alza lo sguardo verso la mia direzione, io le sorrido "così quando avrai bisogno di me, ti basterà chiamarmi e io verrò davanti allo specchio, io e James lo usavamo sempre quando eravamo in punizione" lei sorride "è molto utile, grazie papà, anche io ti ho fatto qualcosa, aspettami qua" annuisco, e la mia lupa si avvia di sopra.
Sira's pov
Corro in camera mia, mi precipito alla scrivania e apro il primo cassetto prendo l'orologio, impacchettato in una scatola grigia.
Esco dalla stanza e scendo le scale.
Vedo mio padre seduto sul secondo gradino, io lo raggiungo e mi siedo accanto a lui.
"Eccomi" dico e lentamente gli porgo la scatolina, spero tanto che gli piaccia.
Felpato la prende e se la gira fra le mani.
"Forse non lo merito" dice in un sussurro.
Io assumo uno sguardo interrogativo.
"Perché dici così?"
"Per quello che ti ho fatto" sussurra.
Io gli metto una mano sulla spalla "papà, lascia perdere il passato, ti ho perdonato, so che non lo rifarai di nuovo, e so anche che tu ora stai facendo il padre.
Un padre che amo alla follia" lui si gira verso di me con occhi un po' dilatati " davvero?" Io annuisco.
"Ora aprilo, però" lui china la testa verso il pacchetto, se lo rigira tra le mani e finalmente lo scarta, ritrovandosi con la scatolina di velluto nera tra le mani.
Fa un piccolo sospiro e apre, in modo delicato, la scatolina, rivelando l'orologio color grigio metallico.
"Oh tesoro, è bellissimo" dice con un sorriso e apre l'orologio rivelando non solo il quadrdelle ore, ma anche la foto donatami da Remus.
Lo vedo sorridere e una lacrima cade sulla sua guancia, ma l'asciuga subito, evidentemente non gli piace farsi vedere in preda alle emozioni.
"Guarda che ti ho visto" dico in modo autoritario.
"Nono è solo polvere".
"Hmmm certo, e io sono babbo Natale".
Papà ridacchia.
"È molto bello, d'ora in poi lo terrò sempre con me" dice, lo estrae dalla scatola e lo stringe in un pugno.
"Tonks e Remus mi hanno dato una mano, volevo che fosse una cosa semplice, ma efficace...."
"E credimi, tesoro, ci sei riuscita" dice e mi attira a se in un abbraccio.
Buona sera signori, scusate se questo capitolo fa un po' schifo, ma ho avuto poco tempo per scriverlo, poiché domani è il mio compleanno e compio diciotto anni, Dio sono maggiorenne😱😱.
Comunque vi dico solo che dal prossimo torneremo ad Hogwarts.
Spero che vi sia piaciuto, mi raccomando scrivetemelo quaggiù nei commenti e se avete consigli sono sempre bene accetti.
Ciao e buon weekend a tutti.
Ps. La foto l'ho fatta io.
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