Niente più segreti

Voce narrante.

Sirius Black assolto dall'accusa di Omicidio.

Sirius Black è stato riconosciuto innocente dalla accusa della morte di Lily e James Potter.

Il signor Black è stato dichiarato innocente, poiché il caso dei Potter mostravano alcune lacune, lui infatti, come ha dimostrato sua figlia, Sira Black, sul braccio non aveva il marchio nero.
Il colpevole in realtà è Peter Minus, l'uomo in questione è ancora vivo." Il pezzo di dito che è stato trovato, era soltanto per fingere la sua morte, se l'è tagliato di proposito!" Sira Black parla chiaro e ha scoperto le sue carte, Sirius Black è definitivamente innocente.

Sirius non appena lesse la notizia sulla gazzetta del profeta, sorrise verace e andò in camera di sua figlia.
La ragazza era stata congedata, da Silente, dalla scuola per qualche giorno, in modo che potesse passare più tempo con suo padre e riprendersi dalla gamba rotta.
Madame Pomfrey gliela aveva aggiustata, ma aveva bisogno di ristabilizzarsi al meglio e fare degli esercizi.

La ragazza ora riposava in camera sua avvolta dalle lenzuola di seta, con una espressione serena, nonostante ciò aveva una benda intorno alla testa per coprire la ferita profonda, che Bellatrix gli aveva procurato.

Sirius, non appena aprì la porta, la vide raggomitolata nelle sue calde lenzuola, muoveva di poco la testa, evidentemente stava sognando.

L'uomo chiuse la porta alle sue spalle, e si avvicinò al letto della figlia dove vi sedette, posò la gazzetta sul comodino, e portò una mano sul capo della fanciulla e l'accarezzò dolcemente, la ragazza si mosse ma non si svegliò.
"Ti devo tutto, tesoro" disse in un sussurro.
"Mi hai salvato più di una volta, e ora mi hai concesso la libertà. Io non so cosa ho fatto per meritarti, e non credo di essere degno di una figlia come te" disse l'uomo continuando ad accarezzarla fino ad arrivare alla guancia.
"E invece si" la voce assonnata di Sira, gli fece sgranare gli occhi, poiché ella l'aveva sentito.
Sira aprì gli occhi e li incatenò a quelli uguali del padre, l'uomo rimase immobile la sua mano si era fermata sulla guancia di lei, era convinto che dormisse e invece era sveglia.
"S...Sei sveglia?" Ella annuì.
"Sono sveglia da quando sei entrato" disse con la voce assonnata, e ella gli fece un sorriso.
Lui lo ricambiò.
"Il ministero ha assolto le mie accuse".
Disse lui.
"Lo so, era la cosa giusta da fare, e poi hanno avuto la loro prova schiacciante" ribattè ella mettendosi seduta, dove lo guardò meglio.

Lui non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo viso, era perduto negli occhi della ragazza, non c'era bisogno di parlare, erano gli occhi di entrambi a comunicare parole avvenenti.

"Tesoro...io non saprò mai e poi mai come ripagarti di tutto ciò che hai fatto per me, e neanche lo merito per quello che è successo tra noi...io non so proprio....".
"Shh!" Esclamò Sira con un risolino, alzando la mano verso le sue labbra intimandogli di tacere.
"Tu non devi ripagarmi di niente, era giusto. E credimi sei una persona più buona di quello che credi, e per me lo meriti in tutto e per tutto. Sei mio padre non lo avrei mai permesso che ti portassero di nuovo via da me.

Ho desiderato per tutta la vita di averti accanto e non permetterò che ci separino ulteriormente".

Sirius era senza parole, guardava sua figlia in modo amorevole, non avrebbe potuto sostituirla con nessun'altra ragazza.
Lei era sua.

La sua immagine.

La sua luce.

La sua anima.

In un certo senso l'uomo si vedeva riflesso in lei,come uno specchio, e non solo come somiglianza fisica, ma anche di carattere.
Da un lato non voleva che avesse il suo di carattere, temeva che lei potesse fare gli stessi errori, che in gioventù fece lui.
Dall'altro lato, però, era uno dei motivi del loro legame, forte, profondo e difficile da spezzare.
Ogni sorriso che lei gli donava era un raggio di sole riservato solo a lui, lo stesso sorriso della sua Marlene.

Sirius prese il volto della figlia con entrambe le mani e glielo accarezzò dolcemente, e, con modo lento e delicato, l'attiró a se, abbracciandola, tenendola stretta al suo petto, lei intrufolò il viso attraverso la vestaglia del padre, entrando in contatto con la sua pelle calda, dove chiuse gli occhi lasciandosi cullare e ispirando il profumo di menta che apparteneva solo a lui.
Per quanto stettero così non ve lo saprei dire, potevano essere passate ore, ma ad entrambi non importava, erano pochi gli attimi di serenità concessi e loro non li avrebbero sprecati.

Sirius gli accarezzava i capelli e la schiena, la stringeva con un po' di possessività, temeva che da un momento all'altro gliela avrebbero portata via, da quando l'aveva vista su quel pavimento freddo del ministero, aveva paura per lei, paura che le facessero del male nella guerra ormai imminente.
La stringeva come un gioiello prezioso e pregiato.

"Papà" lo chiamò in un sussurro lei.
"Hmm?" mugugnò Sirius staccandosi di poco il giusto per poterla guardare.
"Non mi lascerai, vero?" Disse lei in tono preoccupato, aveva le sopracciglia inarcate come se fosse insicura.
Lui portò una mano ad accarezzargli la fronte e gli sorrise.
"Mai! Perché sei insicura?"
Sira abbassò lo sguardo, e lo pose distrattamente sul tatuaggio impresso nel petto del padre, dove lo accarezzò con un dito.
"E...che...prima della visione di Harry...ho...ho fatto degli incubi, vedevo che qualcosa ti portava via da me.
Poi un giorno sognai la stessa identica cosa, ma apparve qualcun'altro nel sogno" Sira alzò nuovamente lo sguardo sul viso dell'animagus che la guardava curioso e confuso, e senza che lui glielo chiedesse continuò il discorso.
"Ho sognato la mamma"

Sirius sbattè gli occhi incredulo, guardava il viso di Artemid in modo confuso, avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì nessun suono, si ritrovò d'improvviso con la bocca arida e secca.

Lei sospirò e deglutì.
"Lo so che sembrerà assurdo, ma l'ho vista ci ho parlato, lei mi ha messo in guardia su un avvenimento che poteva essere cambiato.
E l'avvenimento era la tua morte, l'ho capito subito dopo che Harry vide la farsa di Voldemort nella sua mente".

Sirius rimase pietrificato a questa verità, e si accigliò rivolgendogli uno sguardo un po' alterato.
"Perché non mi hai chiamato? Se me lo avessi detto saremmo stati in allerta tutti quanti.
Perché te lo sei tenuto?" Domandò in tono aspro l'uomo.
La ragazza chinò nuovamente lo sguardo, era conscia del suo errore, credeva di fare la cosa giusta, ma comunque alla fine sono caduti nella rete de signore oscuro.
"Credevo di potermela cavare da sola. Non volevo che ti preoccupassi, sapendo che dovevi stare nascosto in questa casa che detesti, non volevo darti altro a cui pensare".
Disse tutto d'un fiato la giovane, e strinse i lombi della vestaglia del padre fino a far sbiancare le nocche.
"Avresti dovuto parlarne con noi, e a quest'ora tu non avresti una gamba rotta".
Disse l'uomo in tono di rimprovero, la ragazza strinse ancora di più la veste, e rispose con lo stesso tono.
"Allora vedila così, tu a quest' ora non saresti libero!
Preferisco avere una gamba rotta, che vederti innocente, ma chiuso in una cella!"

Sirius sgranò gli occhi, in un certo senso aveva ragione, ma anche torto.
Aveva rischiato tanto per lui, ed egli cosa aveva fatto per lei?
Bhe gli aveva salvato la vita più di una volta, si poteva dire che erano in parità tutti e due.
"Sira, da un lato hai ragione, ma hai rischiato di morire, salvandomi" disse in tono neutro.
Lei scosse la testa "Non mi interessa, lo rifarei per altre cento mila volte se fosse necessario" ribattè.

"E io non te lo chiederei mai di farlo" sussurrò Felpato.
"Ma tu non me lo puoi impedire" concluse la giovane.
"D'accordo, solo una cosa però" disse accarezzandogli nuovamente la testa, lei lo guardava attenta, e si mordeva il labbro come segno di preoccupazione.
Sirius gli sorrise.
"Promettimi che non avremo più segreti, signorinella" disse con un risolino l'uomo guardandola dritta negli occhi.
Lei sorrise veritiera e annuì.
"Te lo prometto. Niente più segreti".

L'uomo la lasciò e si rimise in piedi, guardandola dall'alto; poi si chinò e le avvolse il braccio sinistro intorno alla vita e con il destro prese le gambe.
La ragazza in risposta gli circondò il collo con le braccia per potersi mantenere, egli la sollevò di peso facendola aderire al suo corpo.
"Ti porto io" disse con un sorrisino malandrino e uscì dalla stanza con lei tra le braccia.
"Papà, dovrò esercitarmi prima o poi" ribattè lei con lo stesso sorriso.
"Si ma prima di quel poi, ti porto in braccio io, signorina niente più segreti".
Sira scoppiò a ridere seguita dal malandrino, che le diede un bacio sulla guancia.

Buon giorno maldrini come va?
Scusate la mia assenza ma con tante cose ho poco tempo, spero che questo capitolo vi piaccia.

Ah devo avvertirvi di una cosa!
Siccome l'ordine è finto e dovrò cominciare il principe mezzosangue, ecco wattpad mette a disposizione solo duecento capitoli quindi, siccome sarà molto lungo questo libro.
Sono costretta a fare un ulteriore libro, per mettere sia il principe che i doni della morte.
Poiché mi sembra brutto interrompere la storia e mettere capitoli continui in un altra, il principe lo comincerò su un'altra storia, il titolo sarà uguale con la differenza che è la parte seconda.

E con questo io vi lascio Il capitolo, spero che sia di vostro gradimento.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
State fuori dai guai,e cercate di non avere buone intenzioni😉😉😉 con la speranza di rivederci presto, ciaoo😘😘😘😘

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