La profezia.
Voce narrante.
Sira strinse di più la mano del suo migliore amico.
Harry puntò di nuovo lo sguardo verso la porta in mogano verde, sospirò e abbassò il capo verso il suolo indeciso sul da farsi.
Era tormentato dal pensiero di mettere in pericolo i suoi amici, ma sapeva benissimo che loro non avrebbero mai cambiato idea, perché avrebbero seguito comunque.
Il ragazzo alzò il capo e strinse di più la mano dell' amica, fece un respiro profondo e, seguito dai compagni, iniziò a camminare verso la porta: quella si spalancò al solo sfiorarla e lui avanzò, guidando gli altri oltre la soglia.
Si trovarono in una grande stanza circolare, tutto era nero, pavimento e soffitto compresi; nelle pareti nere si susseguivano a intervalli regolari porte nere tutte uguali, prive di contrassegni e di maniglie, e fra l'una e l'altra ardevano grappoli di candele dalle fiammelle azzurrine; la fredda luce tremolante riflessa nel lucido pavimento di marmo dava l'impressione di camminare su una pozza di acqua scura.
"Qualcuno chiuda la porta".
Neville obbedì , ma una volta chiusa, svanì anche la scia di luce emessa dalle torce del corridoio dietro di loro.
Difronte a loro vi erano una dozzina di porte, ma il ragazzo non sapeva quella giusta, e mentre rifletteva, si udì un rombo e le candele cominciarono a muoversi.
La stanza stava ruotando.
"Che cosa succede?" chiese Ron spaventato.
"Credo che serva a non farci ritrovare la porta da dove siamo entrati" rispose Ginny con voce sommessa.
Aveva ragione: ormai riconoscere la porta per tornare indietro era impossibile quanto scorgere una formica sul pavimento nero; e quella che avrebbero dovuto varcare poteva essere una qualunque delle tante attorno a
loro.
"Come faremo a tornare indietro?" chiese inquieto Neville.
"Per ora non ha importanza" replicò Harry, sbattendo le palpebre nel
tentativo di cancellare le striature azzurrine e stringendo con più forza la bacchetta. "Prima dobbiamo trovare Sirius..."
Sira per poco non perse l'equilibrio, ma riuscì a stabilizzarsi.
Il cuore gli batteva all'impazzata nella cassa toracica, come se volesse uscire.
"Stai bene?" Gli chiese Jack affiancandola.
Ella annuì senza guardarlo.
"Ho un brutto presentimento" disse lei mentre ricominciarono a camminare verso un'altra porta.
Jack non fece niente incapace di dire o fare qualcosa, in un certo senso voleva consolarla ma temeva che lei lo avrebbe respinto come l'ultima volta in biblioteca.
Sira invece non gli badò e si mise al fianco di Harry. "È la strada giusta?" Harry si girò verso di lei con sguardo preoccupato.
"Non lo so, nel sogno varcavo la porta e mi ritrovavo in una stanza....che... luccica tipo" disse con tono amaro.
"Riconoscerò la strada quando la vedrò" continuò e si avvicinarono completamente alla porta.
Harry tese la mano contro la fredda superficie levigata e la spinse, tenendo la bacchetta levata,
pronto a colpire.
Il battente girò silenzioso sui cardini.
In quella stanza la luminosità era molto elevata rispetto alla prima.
La stanza era vuota, a parte qualche scrivania e un'enorme vasca di
cristallo al centro, piena di un liquido verde scuro, abbastanza grande ché potevano anche nuotarci dentro tutti quanti; vi erano dei cosi che galleggiano pigramente.
"Che schifo è?" Chiese Sira, con disgusto, guardando nella vasca.
"Cervelli" disse Hermione.
Sira sentì un moto di disgusto che gli saliva dallo stomaco, ma respinse il tutto continuando a camminare verso un'altra porta.
Questa portava ad una sala vuota con solo un arco con un velo, nonostante l'antichità del monumento, Harry trovava in se una sua bellezza, dove gli dava la voglia di attraversarlo.
Il ragazzo sentiva dei bisbigli, che provenivano dall'arcata dandogli l'impressione che, quelle voci, gli parlassero.
"C'è qualcuno li dentro" bisbigliò
"Harry, Harry non mi piace. Andiamocene" disse Sira, ma Harry non la ascoltò e continuò ad osservare l'arco.
"Harry, andiamocene, non c'è nessuno, e solo un arco vuoto, non c'è spazio per nessuno.
Siamo venuti qui per Sirius" disse Hermione con tono spaventato.
Harry si riconpose, ricordandosi della sua missione.
Sira gli si avvicinò e gli prese il braccio portandolo via dal monumento.
"Stai bene?" Harry annuì.
"Che cosa credi che fosse?" Gli chiese.
"Qualcosa di non buono" rispose asciutta la riccia.
Il gruppo si avvicinò ad un'altra porta, ma questa era chiusa, Harry cercò di aprirla anche con il coltello che Sirius gli aveva regalato ma senza successo.
Harry si rassegnò e passò ad un'altra porta, che il ragazzo riconobbe essere la stanza giusta.
Questa era piena di scaffali con sopra delle sfere di cristallo che emanavano un luccichio.
Il giovane, senza pensarci iniziò a camminare a passo svelto tra gli scaffali, affiancato dalla giovane Black con ormai l'ansia alle stelle.
Credeva che ormai era troppo tardi.
Il ragazzo iniziò a contare gli scaffali fino a quello numero novantasei dove si fermò di colpo e si guardò intorno spaesato.
Guardò i suoi amici altrettanto confusi.
"Lui dovrebbe essere qui" disse con voce inclinata.
Sira lo guardò con espressione smarrita, non riusciva a capire.
"Che vuoi dire? Dov'è papà, Harry?" Chiese preoccupata.
Ma Harry non gli rispose chinando lo sguardo.
"Ho visto quello che ho visto, Sira e lui dovrebbe essere qui. Ma a questo punto sto cominciando a pensare che forse è stato uno sbaglio".
La Grifondoro non sapeva cosa fare o dire, la sua tensione era ormai incontrollabile.
Non aveva idea se suo padre fisse vivo o no.
"Harry!" Tutti si girarono verso Neville che stava guardando una sfera di cristallo posta su uno scaffale.
"Qui c'è scritto il tuo nome" disse Neville non smettendo di guardare la sfera.
Harry gli si avvicinò, e posó le dita sulla sfera prendendola, sembrava fredda ma al tatto era calda come se fosse stata al sole.
Sira non riusciva a capire erano lì per suo padre ma se lui non era nell'ufficio misteri ci doveva essere un motivo.
"Con l'inganno verrà condotto nel luogo, dove colui-che -non -deve-essere-nominato, vorrà che lui andrà, con l'inganno un'anima innocente può essere risparmiata da una fine certa, ma se tu lo proteggerai lui vivrà" Sira sussurrò queste parole e cominciò a capire.
"Harry dobbiamo andarcene, e subito!"
I giovani si voltarono verso la Black totalmente confusi.
"Che stai dicendo?" Chiese Harry con un sopracciglio alzato.
"È una trappola! Fidati" disse Sira pregandolo
"Ma...non è possibile Kreachear ha detto che lui non era a casa!"
"Ti ha mentito! Andiamo via, ti prego, siamo tutti in pericolo!"
"Sira tu come lo sai?" Chiese Hermione.
"Lo so e basta! Ma vi prego andiamocene subito!" Disse la giovane ormai consapevole che il pericolo era imminente.
Harry la guardò, sapeva che Sira non mentiva, non sarebbe stata capace di farlo, soprattutto in quella situazione, ma aveva il dubbio che Sirius fosse lì era indeciso, dare retta a sua sorella o assecondare la visione che aveva avuto?
"Avresti dovuto dare retta a mia nipote, Potter" una voce biascicata veniva dalle loro spalle.
Sira riconobbe la fredda voce, si voltò lentamente e si ritrovò Lucius Malfoy che li scrutava con un ghigno.
"Ora dammi la profezia".
Buon pomeriggio signori.
Lo so sono in ritardo ma scuola e altre cose ma hanno impedito di aggiornare.
Spero comunque che ne sia valsa la pena.
Mi raccomando come sempre se vi è piaciuto commentate...insomma le solite cose.
State lontano dai guai e noi ci rivedremo presto (spero)😉😉😉
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