La giustizia della libertà

Voce narrante.
Il vuoto ecco cosa sentiva Sirius dentro di sé, un vuoto incolmabile.
Nel vedere sua figlia inerme davanti ai suoi occhi gli aveva spezzato qualcosa, la rabbia prese il sopravvento in lui e inseguì Bellatrix, fino all'atrio del Ministero , dove era intento a sconfiggerla una volta e per sempre.

La donna sghignazzava e istigava Sirius in modo sadico.
L'uomo, accecato dalla rabbia, lanciò la maledizione cruciatus contro la donna; dove, con un urlo soffocato, cadde per terra contorcendosi dal dolore.
L'uomo, aveva il desiderio di farle il più male possibile, aveva osato toccare sua figlia, la cosa a cui teneva di più "hai osato farle del Male" disse digrignando i denti.
La donna sorrise con malignità "avresti dovuto pensarci, prima di procreare, cugino" disse ridendo.
L'uomo stava per lanciargli un'altra maledizione, ma Harry gli si parò davanti, e lo prese per le spalle.
"Sirius, Calmati".
"No! Harry togliti di mezzo" disse cercando di scostarlo, ma Harry rimase sul posto con l'intento di fermarlo.

"Lo so cosa provi, Sirius, lo provo anche io, e la vendicheremo insieme" disse Harry, e la donna sghignazzò di nuovo.

"Non potete vincere contro di me!" gridò Bellatrix.
Harry la sentì muoversi sulla destra, per cercare un punto da dove tenerla sotto tiro. Girò attorno alla statua, lontano da lei, e si rannicchiò dietro
le gambe del centauro, la testa all'altezza di quella dell'elfo domestico.
"Io ero e sono la serva più fedele dell'Oscuro Signore. Da lui ho appreso le Arti Oscure e incantesimi tanto potenti che tu, patetico ragazzino, nemmeno puoi sognarti di affrontare..."
"Stupeficium!" Harry e Sirius si erano spostati dietro il goblin che sorrideva estatico all'ormai decapitato mago, e Sirius le aveva puntato la bacchetta alla schiena mentre lei tendeva il collo per guardare dietro la fontana. Bellatrix reagì così rapidamente che Sirius ebbe a stento il tempo di schivare il colpo.
"Protego!"
Il getto di luce rossa del suo stesso Schiantesimo gli rimbalzò contro,
costringendola a buttarsi ancora dietro la fontana. Un orecchio del goblin attraversò al volo la stanza.
"Black, Potter, Vi darò una possibilità!" urlò Bellatrix. "Datemi la profezia... fate
rotolare la sfera verso di me... e forse vi risparmierò la vita!"
"Be', allora dovrai ucciderci, perché la profezia non c'è più!" urlò di rimando Sirius, e in quell'istante un dolore acutissimo lacerò la fronte di Harry; la cicatrice era di nuovo in fiamme, e per un attimo si sentì soffocare da una collera non sua. "E lui lo sa!"  esclamò Harry, con una risata folle, simile a quella di Bellatrix, Sirius lo guardò stranito, e non ci volle un secondo per capire che la cicatrice aveva cominciato a bruciargli. "Il tuo caro vecchio amico Voldemort sa che non c'è più! E la cosa non gli farà piacere, non trovi?"
"Cosa? Che vuoi dire?" gridò lei. Per la prima volta, nella sua voce c'era una nota di paura.
"La sfera si è rotta, Lucius l'ha fatta cadere! " Esclamò Sirius.

"Come credi che la prenderà, Voldemort?" Domando Harry.
La cicatrice scottava, bruciava... un male atroce che gli fece salire le lacrime agli occhi...
"BUGIARDI!" Strillò Bellatrix, ma ormai dietro la collera si sentiva il
terrore. "UNO DI VOI C'ÈL'HA, POTTER, E ME LA CONSEGNERETE! Accio profezia! Accio PROFEZIA!"
Lottando contro il dolore terribile che quasi gli spaccava il cranio, Harry
rise di nuovo, perché sapeva che questo l'avrebbe fatta infuriare ancora di più. Rimasero al riparo del goblin con l'orecchio mozzato, Harry agitò la mano vuota, ma Sirius gliela ritrasse in fretta quando lei gli scagliò contro un altro getto di
luce verde.
"Harry ma che ti prende?!" Domandò Sirius ormai al di sopra della furia.
"La sto facendo incazzare di proposito" sussurrò Harry con un ghigno che non gli apparteneva.

"Niente!" le gridò. "Niente di niente! Si è rotta, e nessuno ha sentito che
cosa diceva... vallo a raccontare al tuo capo!"
"No!" urlò lei. "Non è vero, tu menti! PADRONE, CI HO PROVATO,
HO TENTATO... NON PUNITEMI..."
"Non sprecare il fiato!" gridò Harry, stringendo gli occhi nello sforzo di
resistere alla fitta lancinante della cicatrice. "Qui non ti può sentire!"
"Non posso, Potter?" disse una voce acuta e gelida.
Harry sbarrò gli occhi, impietrito e guardò Sirius che aveva la stessa espressione del ragazzo.

Alto, emaciato, avvolto in un manto nero col cappuccio, l'orrida faccia
da rettile bianca e scarna, gli occhi scarlatti dalle pupille verticali fissi su di Harry e su Sirius, che rimase paralizzato.

"E così hai rotto la mia profezia?" chiese a voce bassa, scrutandolo con
gli spietati occhi rossi. "No, Bella, non dice il falso... vedo la verità nella
sua mente indegna... mesi di preparativi, mesi di sforzi... e ancora una volta i miei Mangiamorte hanno permesso a Harry Potter di tagliarmi la strada..."

"Padrone, mi dispiace, non sapevo, stavo combattendo la figlia di
Black!" Singhiozzò Bellatrix, gettandosi ai piedi di Voldemort che avanzava lentamente. "Padrone, voi lo sapete..."
"Taci" ordinò minaccioso Voldemort. "Con te farò i conti fra poco.
Credi che sia venuto al Ministero della Magia per ascoltare le tue scuse e i
tuoi piagnistei?"
Bellatrix continuava a piagnucolare ma Voldemort non gli badò.

Sirius non sapeva che fare, erano sotto tiro di lord Voldemort, certo avrebbe lottato anche contro lui pur di vendicare Sira e proteggere Harry, ma aveva anche un altro motivo per voler combattere contro il Lord.
Dinanzi a se vi era l'assassino dei suoi migliori amici. 

"Mi hai infastidito anche
troppo, e per troppo tempo. AVADA KEDAVRA!"
Harry non tentò nemmeno di difendersi: aveva la mente vuota, la bacchetta inerte rivolta contro il pavimento.
Sirius, però emise un incantesimo di protezione per proteggere entrambi.

Ma d'un tratto la statua d'oro decapitata del mago prese vita e balzò giù dal piedistallo per atterrare fra Harry, Sirius e Voldemort.

La maledizione rimbalzò sul petto della statua, respinta, mentre la statua spalancava le braccia per proteggere Harry, e l'Animagus.
"Che cosa...?" Urlò Voldemort, guardandosi attorno. E poi sussurrò: "Silente!"

Il preside era apparso davanti ai cancelli e sfidava con lo sguardo il Signore oscuro.
"Sciocco da parte tua venire qui sta notte, Tom, gli Auror stanno arrivando".

"Per allora me ne sarò già andato, e tu...sarai morto".

I due maghi cominciarono un'accesa battaglia.
Entrambe le bacchette si unirono in un solo contatto, nessuno dei due voleva cedere all'altro.
Gli incantesimi uniti, crearono un unico e solo fascio di luce, che esprimeva tutta la furia dei due.

Harry voleva andare in aiuto del professore, ma Sirius lo teneva stretto a se.
"Dobbiamo aiutarlo!" Esclamò Harry cercando di liberarsi dalla presa del padrino, ma senza successo.
Sirius non gli diede ascolto, il suo sguardo era poggiato su Bellatrix che era intenzionata ad andarsene.

Dentro Sirius, era rinata di nuovo la rabbia, strinse la bacchetta fino a far sbiancare le nocche.
Accecato dalla frustrazione lasciò Harry con la statua, e corse verso la strega, con la bacchetta puntata verso di lei.

"STUPEFICIUM!" Bellatrix parò il colpo del mago con l'incantesimo di protezione, dove fece rimbalzare l'incantesimo verso l'animagus che lo schivò agilmente.
La strega rise di gusto "Oh caro, cugino, sei proprio caduto in basso, devi volerlo per farmi davvero del male. Infondo ti stai accanendo tanto solo perché ho schiantato contro il muro una mocciosa".
Sirius la guardò con tutto l'odio che gli scorreva nelle vene, una venatura gli fuoriuscì dalla fronte,  dove vi era un piccolo taglio che dimostrava l'urto che era dentro di lui.
"Lei non è una mocciosa qualunque, è mia figlia. EXPULSO!"

Bellatrix venne investita da scariche elettriche che la fecero cadere al suolo, contorcendosi, serrava i denti per soffocare le sue urla di dolore, ma a Sirius non importava voleva farla solo soffrire.
La statua di una strega, che Silente aveva animato, arrivò e le saltò addosso, bloccandola sul pavimento, facendo smettere Sirius di combattere.
"Sei soltanto feccia, cugino, il disonore della nostra famiglia, putridume, non sei degno di portare questo cognome" disse la Lestrange cercando di liberarsi dalla statua.
Sirius strinse gli occhi in due fessure e rispose " E chi ha detto che volevo far parte della famiglia? Il nostro è solo un cognome, ma decido io chi devo essere".

Bellatrix rimase esterrefatta dalle parole del mago, se avesse potuto lo avrebbe ucciso, ma la forza della statua era superiore alla sua.

Sirius gli diede le spalle e si incamminò a testa bassa verso Harry.

Ora più che mai l'uomo era distrutto pensava a Sira, che giaceva sul pavimento, nella sala con l'arco velato.
Vederla a terra gli aveva spezzato il cuore, aveva giurato di proteggerla,  e sentiva di aver fallito.

"Uccidimi adesso, Silente...Se la morte non è nulla, Silente, uccidi il ragazzo...".

Sirius alzò lo sguardo.
Quello che vide gli fece sgranare gli occhi.
Harry era a terra, aveva uno sguardo malvagio che poneva a Silente, inginocchiato accanto al ragazzo, uno sguardo pieno di odio.
Sirius ci mise poco a capire che Voldemort era entrato dentro il suo figlioccio, impossessandolo.
L'uomo corse verso di lui e si inginocchiò, ma Il preside lo bloccò, Harry emetteva urli striduli e soffocati e respirava a fatica.
Sirius voleva aiutarlo ma non sapeva come.

Che il dolore cessi, pensò Harry... che ci uccida... fai finire tutto, Silente... la morte è nulla, in confronto a questo... Mentre il cuore di Harry si gonfiava di commozione, le spire della creatura si allentarono, il dolore svanì, e il ragazzo crollò faccia a terra, gli occhiali chissà dove, tremando come se fosse disteso sul ghiaccio, non sul
legno...

Sirius pose una mano sul capo del ragazzo ormai svenuto e gli toccò i capelli.
"Silente..."
"È svenuto, Sirius" gli disse il preside.

"Per ora, ma basteranno pochi minuti per ucciderlo". Sirius e Silente si voltarono di scatto, la sagoma del Signore uscuro gli puntava la bacchetta dritto verso di loro con un ghigno stampato in volto.
"AVADA KEDAVRA!" Un fascio di luce verde fuoriuscì dalla bacchetta dell'oscuro, scagliandosi contro i due maghi.
Silente si spostò dinanzi a Sirius e al ragazzo, dove eresse una barriera protettiva.

L'incantesimo dell'oscuro rimbalzò sulla barriere, scagliandosi nuovamente verso Voldemort dove lo schivò.
Codesto aveva un ghigno beffardo in volto, i suoi occhi rossi avevano una scintilla di pura goduria nel vedere l'espressione di rabbia che vi era sui due.

Voldemort puntò di nuovo la bacchetta verso entrambi, ma non fece in tempo a scagliargli un'altra maledizione, poiché da uno dei camini del ministero apparve il ministro della magia Cornelius Fudge, seguito da degli Auror.

Il ministro appena vide l'oscuro signore si pietrificò sul posto, terrorizzato, la sua fronte incominciò a sudare e guardava incredulo la figura dell'oscuro.

"È tornato" disse con voce sussurrata e inclinata.
Voldemort si volatilizzò ma prima di andare si ricongiunse con la sua serva fedele, per poi sparire senza lasciare traccia.

Gli occhi del Ministro ancora increduli, si posarono su Silente e su Sirius intento a guardare Harry.
"Sirius Black!" Esclamò Fudge spaventato.
Ma Sirius non era spaventato, no assolutamente, ciò che lo consumava era la paura, paura di aver perso la sua bambina.
L'uomo, avvolto completamente dai suoi pensieri verso la ragazza, non aveva neanche fatto caso che il ministro aveva ordinato agli Auror di arrestarlo, sotto opposizione di Silente.

Ma Fudge non diede ascolto al preside, credeva finalmente di aver acciuffato il famigerato, pluromicida, Sirius Black.

Sira's pov.
Mi sento senza forze, mi duole la testa, e molto più forte mi duole la gamba sinistra.
Sento la schiena appoggiata a qualcosa di ruvido e freddo.
Apro gli occhi.
Vedo una luce fioca davanti a me, riesco a distinguere solo un'arcata con un velo.
Un minuto.
Adesso ricordo! Sono al ministero della magia!
"Oh Sira, finalmente ti sei svegliata!" La voce preoccupata di Tonks mi fa voltare verso di lei, che è inginocchiata dinanzi a me, affiancata da Remus.
"Come ti senti?" Mi chiede Rem con sguardo preoccupato.
"Credo di avere una gamba rotta" dico con una smorfia di dolore, nel tentativo di muovere l'arto.
"Cosa è successo?" Chiedo tenendomi la testa, dove mi accorgo di avere un taglio sulla fronte, ho ancora la bacchetta in mano fortunatamente non ha danni.
"Bellatrix ti ha lanciato un incantesimo, e ti ha fatto schiantare contro il muro, abbiamo temuto il peggio" dice Tonks.

Aspettate un attimo, dov'è papà?
Ricordo che stavo combattendo con lui contro Bellatrix.
"Cosa c'è, Sira?"
"Remus, dov'è papà?"
L'uomo alla mia domanda fa una faccia confusa" non lo sappiamo, stava inseguendo Bellatrix insieme ad Harry" dice Tonks.

Cerco di alzarmi, ma la mia gamba non me lo permette" No! Non ti sforzare".
"Devo andare da lui" dico secca.
Poggio le mani sul pavimento  e mi spingo in piedi con la gamba destra, con molta fatica.

Il dolore che sento è allucinante, si vede a vista d'occhio che la gamba e rotta, non è un bello spettacolo.
Comincio a camminare verso l'atrio del Ministero molto lentamente, non mancando di stringere i denti per le fitte che arrivano dopo cinque secondi.

"Sira!" Mi fermo alla voce di Remus, ma non mi giro, continuo a dargli le spalle.
"Non puoi andarci in queste condizioni!" Dice in tono che non ammette repliche.
Io scuoto la testa" non mi interessa, devo vederlo, devo sapere se sta bene, con o senza la gamba, se volete potete accompagnarmi, ma non cercate di fermarmi" rispondo  a tono, e ricomincio a camminare verso il corridoio degli ascensori, dove ne prendo uno e comincio a salire.

Nessuno dei due osa seguirmi, e non ne capisco il motivo, ma poco importa voglio vedere mio padre, avrà creduto il peggio vedendomi svenuta.
E Spero con tutto il cuore che lui stia bene, altrimenti non so cosa succederà.

L'ascensore si ferma con un tonfo, che mi fa sbattere verso le pareti di legno, procurandomi dolore alla gamba, nel tentativo di frenare il contatto.

Le sbarre si aprono, facendomi trovare nell'atrio.
Mi agrappo ad una colonna per sorreggermi, per riprendere fiato e far riposare la gamba.

Vedo un sacco di persone, Auror presumo, Harry a terra svenuto con affianco il preside inginocchiato a lui, e i ragazzi che parlano con altre persone.

"Sirius Black, lei è in arresto per aver  ucciso dodici persone, e per l'evasione da Azkaban".

Il mio sguardo viene catturato dal ministro della magia Cornelius Fudge, che è dinanzi a mio padre, dove egli è affiancato da due guardie.
Felpato ha la testa china, non osa dire o fare qualcosa, e la cosa mi spaventa, non possono portarlo via.
Non di nuovo.
"Non avete niente da dire?" Chiede il ministro a mio padre, che in tutta risposta china di più lo sguardo e tace.
"Cornelius, Sirius non c'èntra niente su quello che è accaduto a Lily e James Potter". Dice il preside ma il ministro non gli da ascolto.
"Ci sono le prove, Silente" dice fiero Fudge.

Io mi acciglio "Prove dirottate, Ministro!" La mia voce echeggia per tutta la sala, tutti i presenti si girano verso di me con fare confuso, ma a me  mi importa di una sola persona.
Che ora è girata verso di me, con uno sguardo che non saprei decifrare, ha gli occhi lucidi, dove il loro colore diventa più vivido al contatto con le goccie che gli escono dagli occhi.
"Sira" sussurra lievemente, io gli sorrido"papà"

Papà si libera dalla presa dei due Auror e corre verso di me, io cerco di avvicinarmi a lui a piccoli passi, ma la gamba non me lo permette più di tanto.

Papà mi raggiunge e senza pensarci due volte , mi butto tra le sue braccia stringendolo fortissimo e appoggio la testa sul suo petto, sono felice di essere stretta a lui, ho temuto di non poterlo più fare, di non sentire mai più il suo calore.
"Credevo di averti perduta" sussurra nel mio orecchio, dove mi lascia anche un lieve bacio sulla fronte.
"E io credevo di aver perso te" sussurro sul suo petto.
"Tu stai bene vero?" Mi chiede con tono preoccupato.

"No, credo di avere una gamba rotta" dico staccandomi da lui e lo guardò intensamente negli occhi.
Lui sposta lo sguardo sulla mia gamba, dove nota che non ha una posizione normale.
"Ti fa molto male?"
"Bhe sai, bene non mi fa, ma ora non pensiamo a me, dobbiamo pensare a te"dico decisa, lui assume una faccia confusa.
"Cosa intendi?"
"Intendo dire che se quindici anni fa, non hai avuto il processo, lo dichiaro io ora, e non mi importa delle conseguenze, sei innocente ed è arrivata l'ora di dimostrarlo" dico spostando lo sguardo verso il ministro, dove ci guarda confuso.
"Sei sicura?" Rivolgo nuovamente lo sguardo verso Felpato, lui porta una mano sulla mia guancia e mi accarezza.
"Certo, sono sicura" dico convinta.

"Silente cosa vuol dire tutto ciò?" Domanda il ministro irritato.
"Significa, che io non parlerò e cedo la parola alla signorina Sira Black, dove, credo, sarebbe lieta di dimostarvi l'innocenza di suo padre" Ribatte il preside schioccandomi un'occhiata benevola e mi invita ad avvicinarmi.

Il comincio a camminare verso il ministro sorretta da mio padre, una volta arrivati al centro dell'atrio,  il ministro mi squadra da cima a fondo.
"Ebbene? Dove sarebbero queste prove?" Domanda con astio.
Io ghigno.
"Signor Ministro, so che non crederete a quello che dirò, perché secondo le prove che avete raccolto, mio padre è colpevole.
Ma se aveste studiato meglio il caso, vi renderete conto che alcuni tasselli non coincidono" il ministro non parla rimane impassibile a fissarmi.
"Ebbene io vi dirò, che quella notte a tradire la famiglia Potter e mia madre, non è stato mio padre, ma bensì Peter Minus" gli Auror che sono intorno a noi cominciano a sussurrare cose che non riesco a comprendere percui continuo il mio discorso.
"Non era mio padre, il custode segreto, bensì Peter.
Convinsero lui, per essere più protetti, ma era codesto il traditore, signore.
Si tagliò un dito così che fosse creduto morto facendo cadere la colpa su mio padre.
Che per colpa vostra, neanche senza processo lo avete rinchiuso ad Azkaban.
E questo non lo tollero, signor Ministro, ogni criminale ha diritto ad un processo.
E se non glielo avete dato è solo perché siete degli incompetenti!" Esclamo  stringendo i pugni.
Il ministro sgrana gli occhi, .
"Come osi..."
"Io oso eccome, organizzate un processo per un caso di semplice magia minorile, ma non un caso importante come quello della famiglia Potter.
Questo non è tollerabile Ministro! Che giustizia è se non date la libertà agni innocenti e la condanna ai veri criminali?" Dico a gran voce, tutti i presenti non scollano gli occhi da me o dal ministro, come se fossimo due squadre di Quidditch che si affrontano per la coppa del mondo.
"Queste parole sono vane, senza una prova schiacciante, signorina Black.
Senza una prova per il ministero, Sirius Black è ancora colpevole".

Io ghigno nuovamente"volete una prova, ebbene io vi darò una prova" mi giro verso mio padre, che è totalmente confuso.
"Non abbiamo prove, Sira" dice mio padre, io gli sorrido" fidati di me" dico.
"Sbottonati la manica della camicia sinistra e alzala più che puoi, per favore" mio padre ubbidisce e tira la manica su verso il gomito.
Io gli prendo il polso e lo giro, il braccio è immacolato proprio come dovrebbe essere, porto il braccio verso il ministro dove rimane sbigottito.
"Come potete vedere, mio padre non ha il marchio nero, ed è questa la prova che conferma che le mie parole sono vere".

Il ministro ci scruta nuovamente, indeciso sul da farsi, sa bene che la prova che gli ho mostrato è schiacciante.
Il tassello che dimostrava la sua innocenza era proprio sul braccio di mio padre dove nessuno ha osato mai guardare.
"Innocente fino al midollo, Cornelius, come puoi ben vedere, la giovane Black ha vinto la causa su tutti i fronti, Sirius Black deve essere scagionato e liberato dalle sue colpe come è giusto che sia" dice Silente affiancandomi, mettendomi una mano sulla spalla.
Fudge china lo sguardo verso il pavimento.
"E sia, Sirius Black sarà scagionato dalle sue colpe, e assolto dalle sue accuse, indagheremo per trovare Minus".

Siiiii.
Abbraccio mio padre , lui mi prende e mi stringe a se.
Tutta la sala scoppia in un enorme applauso, eccetto il ministro ma chissenefrega
"Ce l'abbiamo fatta " dico guardando il viso sorridente di mio padre
"No, tu ce l'hai fatta"

Buona sera belli e lo so aspettavate da un secolo questo capitolone.
Bhe 3435 parole non sono poche.
Spero che questo capitolo vi sia gradito, mi raccomando commentate fatemi sapere se vi è piaciuto insomma le solite cose.
Mi raccomando state lontano dai guai e noi ci rivedremo ciaooo.

Ps, si il disegno è opera mia 😉

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