L'inquisitore supremo di Hogwarts

Voce narrante
"Le cose ad Hogwarts sono ben peggiori di quanto temessi. Cornelius effettuerà un immediato intervento".
E fu così che il ministro della magia nominò Dolores Umbridge inquisitore supremo di Hogwarts.
E con questo nominativo, la professoressa aveva il potere di stabilire regole per gli studenti, e mettere sotto esame  gli insegnanti.
Silente non fece niente tantomeno si faceva vedere, e questo non fece che peggiorare la situazione.
La Umbridge ora premeva ancora di più sul fatto che gli studenti non imparassero a difendersi, ma soprattutto metteva alle strette gli insegnanti disturbandoli nelle ore di lezione.
Per di Più la professoressa punì nuovamente Harry, facendo perdere parecchi punti alla casata da parte della professoressa Mcgonagall, dove Harry gli aveva detto che era finito nuovamente in punizione.

Era quasi mezzanotte quando Harry uscì dall'ufficio della Umbridge
quella sera; la sua mano sanguinava così copiosamente che macchiò la
sciarpa in cui l'aveva avvolta. Era convinto di trovare la sala comune vuota al suo ritorno, ma Ron, Hermione e Sira erano rimasti alzati ad aspettarlo. Fu contento di vederli, soprattutto perché Hermione sembrava più disposta alla solidarietà che alla critica.
"Ecco" disse preoccupata, spingendo verso di lui una piccola ciotola
piena di liquido giallo, "mettici dentro la mano, è una soluzione di tentacoli di Purvincoli filtrati in salamoia, dovrebbe farti bene".
Harry immerse la mano insanguinata e dolorante nella ciotola e provò
una meravigliosa sensazione di sollievo. Grattastinchi gli si strusciò contro le gambe, facendo le fusa, poi gli saltò in grembo e si acciambellò.
"Grazie" disse, accarezzando il gatto tra le orecchie con la mano sinistra.
"Io sono sempre convinto che dovresti protestare" dichiarò Ron a bassa
voce.
"No" replicò Harry in tono piatto.
"La Mcgonagall diventerebbe matta se sapesse..."
"Sì, probabilmente sì" disse Harry. "E quanto pensi che ci metterebbe la
Umbridge a far passare un altro decreto per cui chiunque critichi l'Inquisitore Supremo viene licenziato all'istante?"
Ron aprì la bocca per ribattere ma non emise alcun suono, e dopo un
momento la richiuse, sconfitto.
"È una donna tremenda" disse Hermione con voce flebile.
" Laida, Malvagia vecchia Gargoyle" disse Sira in un ringhio.
"Tremenda. Sai, stavo dicendo a tutti e due quando sei arrivato... dobbiamo fare qualcosa".
"Io ho suggerito il veleno" borbottò cupo Ron.
"No... intendo, qualcosa per il fatto che è una pessima insegnante, e che
da lei non impareremo nulla sulla Difesa" disse Hermione.
"E che cosa possiamo fare?" domandò Sira sbadigliando. "È troppo tardi, no? Il posto ce l'ha, e nessuno glielo toglie. Garantisce Fudge".
"Be'" azzardò Hermione. "Ci stavamo pensando oggi..." Lanciò a Harry
un'occhiata nervosa e proseguì. "Pensavamo... forse è ora che... che cominciamo a fare da soli".
"Fare da soli cosa?"chiese Harry in tono sospettoso, la mano ancora
immersa nella soluzione di tentacoli di Purvincoli.
"Sì... imparare da soli la Difesa contro le Arti Oscure" rispose Sira al posto di Hermione.
"Scordatevelo" gemette Ron. "Vuoi darci altro lavoro? Vi rendete conto che Harry e io siamo di nuovo indietro con i compiti ed è solo la seconda settimana?"
"Ma questo è molto più importante dei compiti!" esclamò Hermione.
Harry, Ron e Sira sgranarono gli occhi.
"Non pensavo che nell'universo ci fosse qualcosa di più importante dei compiti" disse Ron.
"Hermione sei sicura di stare bene?" Chiese Sira con un sopracciglio alzato.
Hermione gli fece un'occhiataccia.
"Non fate gli scemi" disse Hermione con sguardo luminoso.

"Dobbiamo imparare a difenderci, altrimenti non sapremo mai affrontare, come ha detto Harry alla Umbridge, quello che ci aspetta là fuori" aggiunse poco dopo.
"Ok, allora prendiamo i libri in biblioteca e esercitiamoci!" Esclamò Ron.
"Potremmo farlo si.."
"Ma?" Domandò Ron.
"Ron, ci serve un insegnante, lo capisci?" Disse Sira incrociando le braccia.
"Intendete Lupin?" Domandò nuovamente Ron.
"No, Remus ha già da fare con l'ordine e poi dovrebbe venire ad Hogsmead solo nei fine settimana" disse chinando lo sguardo sul fuoco. "E poi non sarebbe sufficiente, dobbiamo allenarci costantemente " disse Hermione.
"Allora Chi?" Disse Harry, aggrottando la fronte.
"Harry, stiamo parlando di te" disse Sira, puntandogli lo sguardo. 
Harry si mise a ridere credendo che lo stavano prendendo in giro, ma non era affatto così. Infatti il suo sorriso svanì.
"Sul serio? Io? Non sono un insegnante, non ne sono capace..."
"Harry, tu sei il migliore del nostro anno in difesa contro le arti oscure" disse Hermione.
"Io?"
"Si tu, testa di cicatrice" ribattè Sira, e Ron fece una leggera risata.
"Ma Hermione mi ha battuto in tutti i test!"

"Veramente no" disse Hermione con disinvoltura. "Tu mi hai battuto al
terzo anno, l'unico in cui abbiamo fatto l'esame con un professore competente. Ma io non sto parlando di voti, Harry. Pensa a quel che hai fatto!"
"In che senso?"
"Sai, non sono sicuro di volere un insegnante così scemo" disse Ron a Sira che gli diede una gomitata.
Hermione si rivolse a Harry. "Vediamo" cominciò, imitando Goyle che si concentrava. :Uh... primo anno: hai salvato la Pietra Filosofale dalle mani di Tu-Sai-Chi".
"Ma quella è stata fortuna» disse Harry, "non bravura..."
"Il secondo anno" lo interruppe Ron, "hai ucciso il Basilisco e distrutto
Riddle".
"Sì, ma se non fosse arrivata Fanny..."
"Il terzo anno" proseguì Sira, a voce ancora più alta, "hai battuto un
centinaio di Dissennatori in un colpo solo ed hai salvato mio padre..."
"Lo sai che è stato un caso, se il Gira Tempo non avesse..."
"L'anno scorso" continuò Ron, quasi urlando, "hai battuto Tu-Sai-Chi
un'altra volta..."
"Ascoltatemi bene!" esclamò Harry, quasi arrabbiato, perché Ron, Hermione e Sira sorridevano. "Ascoltatemi, d'accordo? A dirlo così
sembra grandioso, ma è stata tutta fortuna... Io non ho mai saputo che cosa stavo facendo, non ho mai avuto un piano, ho solo fatto quello che mi passava per la testa, e quasi sempre sono stato aiutato..."
I tre sorridevano ancora e Harry sentì montare la collera; non sapeva nemmeno perché fosse così infuriato.
"Non fate quella faccia come se la sapeste più lunga di me, io c'ero, ca-
pito?" gridò, accalorato. "Io so che cosa è successo, va bene? E me la sono cavata non perché ero bravo in Difesa contro le Arti Oscure, me la sono
cavata perché... perché mi è arrivato un aiuto al momento giusto o perché
ho indovinato... ma sono andato alla cieca, non avevo la minima idea di
quello che facevo... PIANTATELA DI RIDERE!"
La ciotola di essenza di Purvincolo cadde a terra e si ruppe. Harry si ritrovò in piedi, anche se non ricordava di essersi alzato. Grattastinchi schizzò via sotto un divano. Il sorriso di Ron e Hermione era svanito.
"Voi non sapete che cosa vuol dire! Voi... nessuno di voi... ha mai dovuto affrontare niente del genere! Pensate che basti imparare a memoria un
paio di incantesimi e buttarglieli addosso, come si fa in classe? Invece nonc'è nulla fra te e la tua morte tranne il... il cervello, o il fegato, o quello che è... come fai a ragionare quando sai che tra un nanosecondo sarai assassinato, o torturato, o vedrai morire i tuoi amici? Non ce l'hanno mai insegnato, in classe, ad affrontare una cosa come questa... e voi tre ve ne state lì come se io fossi ancora vivo perché sono in gamba, mentre Diggory è stato uno stupido, ha sbagliato tutto... non lo capite, poteva capitare a me, sarebbe capitato a me se Voldemort non avesse avuto bisogno di me..." Disse Harry frustrato, i tre si guardarono per un istante per poi rivolgergli nuovamente lo sguardo.
"Non volevamo dire questo, Harry" disse Ron. 
"Ma è proprio per questo che abbiamo bisogno di te...dobbiamo sapere cosa significa affrontarlo...affrontare V-Voldemort".
Per Hermione era la prima volta che pronunciava quel nome e fu questo a calmare Harry. Così si risedette con la mano ancora pulsante e si maledì di aver rotto la ciotola di Purvincolo.

"Allora...pensaci, per favore" disse Hermione.
Il ragazzo non risponse, era già pentito per la sfuriata di prima.
Annuì solamente.
"Bhe noi andiamo a dormire, tu vieni?" Disse Hermione.
"Tra un minuto, ripulisco qui e vengo" disse Harry con un sospiro.
Hermione e Ron se ne andarono nelle proprie stanze, ma Sira rimase con lui.
"Harry" disse sedendosi accanto al ragazzo. "So cosa pensi".
"Se lo sai allora non dovreste parlarne " rispose secco.
Lei aggrottò le sopracciglia.
"Lo so, ma noi abbiamo bisogno di te, solo tu puoi insegnarci. Questa rospa del cazzo ci vuole mettere alle strette, e non ci sto. Io voglio combattere. Voglio per noi, per l'ordine...."
" Per Sirius" disse interrempendola.
Sira sbarrò gli occhi, che qualcuno gli avesse detto della litigata che aveva avuto con il padre?
"Che vuoi dire?"
"Ho sentito la vostra conversazione, l'altra sera. Avete discusso!" Esclamò convinto.
Lei non negò, chinò lo sguardo e strinse i lombi della gonna.
"Si, abbiamo discusso. Cose tra padre e figlia. Niente di grave" disse con un mezzo sorriso.
"Sicura?" La giovane cercava di trattenere le lacrime, non poteva dirgli ciò che era successo con Sirius. Lui sarebbe stato peggio.
E non voleva che soffrisse.
"Sicura. Solo delle futili discussioni, tranquillo.
Ora pensiamo alle cose importanti..."
"Non lo so, Sira, devo riflettere" disse, la giovane annuì.
"Va bene, buonanotte" disse e gli diede un bacio sulla guancia, si alzò e andò in camera.

Buona sera signori belli. Come state? Spero meglio di me.
Purtroppo psicologicamente non sto molto bene.
Non chiedete.
Spero che il capitolo vi piaccia ciao.

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