L'ES viene tradito
Sira's pov.
"Sira, mi spieghi ancora una volta, non ho capito" io ruoto gli occhi.
"Devi pensare ad un ricordo felice, deve essere molto intenso, Ginny" la ragazza annuisce e chiude gli occhi.
Siamo nella stanza delle necessità, Harry mi ha chiesto una mano per far imparare il patronus ai ragazzi, Ginny ci sta provando con tutte le forze, e lo stesso vale per Neville.
"Non sei male come insegnante" mi giro e mi trovo Jack davanti.
"Ti ringrazio. Allora come va?" Chiedo riferendomi al patronus.
Lui estrae la bacchetta "giudica tu stessa. Expecto Patronum" dice a gran voce.
Dalla sua bacchetta fuoriescono delle scintille color argento, che si uniscono e formano la sagoma di un cane, di un pastore tedesco in realtà.
"Non male, per essere uno che non ha mai evocato un patronus prima d'ora.
Bravo Turner".
Dico con fare altezzoso.
"Hmm mi sta forse facendo un complimento, signorina Black?" Io ridacchio.
"Oh no, sono solo professionale, non posso dire che il tuo patronus faccia schifo, per cui finiamola qui" dico con un ghigno stampato in faccia.
Lui sorride e si avvicina, forse anche troppo.
"So che anche il tuo patronus è un cane" io rimango impassibile.
"E allora? L'ho fatto vedere, con Harry, a tutto al gruppo in modo che imparaste! Non mi sembra così surreale" dico mettendomi le mani sui fianchi in modo autoritario.
Turner sorride ancora di più e mi scruta, non nascondo che mi imbarazza.
"Non ti sembra strano che sia il mio che il tuo patronus sia un cane?" Dice e mi squadra ancora di più, e si avvicina.
Ma che cavolo vuole fare? Nessuno oltre a mio padre, può avvicinarsi a me così.
Metto una mano sul petto di Turner, lo fermo e lo allontano.
"Allarga le distanze, signorino, e poi no, non mi sembra strano che i nostri patronus siano dei cani, dipende dal ricordo che hai pensato" dico e mi allontano, e vado da Ginny, che mi guarda maliziosamente" Che c'è?!" Dico a gran voce.
"Oh niente, avete fatto una bella chiacchierata interessante, tu e Jack?" Domanda con un luccichio negli occhi blu.
"Niente di interessante voleva solo fare il gradasso mostrandomi che sa evocare un patronus" dico senza emozione nella voce, però ammetto che un po' è strano, quante volte può capitare che due persone abbiano un patronus simile?
So che può succedere quando qualcuno è innamorato di una certa persona, ma potrebbe essere anche una stupida coincidenza, lo dice il libro di cui mi ha parlato Remus al secondo anno, ma io non provo nulla per Turner, apparte, forse un po' di simpatia.
Uff ma perché mi faccio i complessi?
È una cazzo di coincidenza punto.
"Ginny Weasley chiama Sira Black".
Mi riscuoto dai miei pensieri "Eh?"
La rossa sbuffa.
"Ti eri immersa di nuovo nel tuo mondo, pensavi al belloccio di Turner?" Mo ci si mette pure lei? Ma perché tutte a me porco Crono!
"No, e non fare la stupida".
"Hmm certo e come mai prima si stava avvicinando molto a te?".
Che cavolo intendi Ginny? Ti prego Dio fa che non pensi quello che io sto pensando.
"Te l'ho detto prima, voleva fare il gradasso!"
"Si certo, e come mai sei rossa?" Io sbatto gli occhi.
Cavolo è vero! Sento le guance avvampare.
"Vaffanculo, Ginny".
Lei si mette a ridere, meglio allontanarsi va.
Voce narrante.
Sira si allontanò dalla sua amica più imbarazzata e confusa che mai, è vero c'era dello strano sui patronus simili, ma lei credeva che era solo una coincidenza.
La piccola Black non aveva tempo per simili smancerie doveva decifrare le parole che la madre gli aveva detto in sogno, doveva scoprire chi doveva proteggere, aveva timore che si trattasse di una persona che lei teneva più.
E questo non la faceva più dormire, infatti era stata costretta da Ginny a chiedere delle pozioni sonno senza sogni dal professor Piton, che, dopo un bel po' di domande poste alla giovane, aveva accettato ad una condizione, ovvero Sira doveva andare in infermeria per dei controlli e se Piton avrebbe scoperto che non ci andava allora avrebbe dovuto prendere dei provvedimenti.
Sira, scocciata, stette alle condizioni di Piton, e una volta a settimana andava da madame Pomfrey per dei controlli.
Ma ora questo non ci interessa, torniamo a fatti concreti.
Mentre Sira aiutava un giovane tassorosso con l'incanto Patronus, all'improvviso, la porta della Stanza delle Necessità si aprì e si richiuse.
Harry si voltò per vedere chi era entrato, ma non vide nessuno. Gli ci volle un momento prima di rendersi conto che i ragazzi più vicini alla porta erano ammutoliti. Un attimo dopo si sentì strattonare la veste all'altezza del ginocchio, e abbassando stupefatto lo sguardo vide Dobby l'elfo domestico che lo guardava da sotto i suoi otto berretti di lana.
"Ciao, Dobby!" disse. "Che cosa fai... Cosa succede?"
L'elfo aveva gli occhi sbarrati e tremava da capo a piedi. Gli studenti più vicini a Harry si erano zittiti, gli occhi fissi su Dobby. I pochi Patronus che erano riusciti a evocare svanirono in una nebbiolina perlacea, lasciando la stanza molto più buia di prima.
"Harry Potter, signore..." squittì l'elfo, senza smettere di tremare. "Harry
Potter, signore... Dobby viene per avvertire... ma gli elfi domestici non
possono parlare..."
Si lanciò a capofitto contro il muro. Harry, ormai abituato alle autopunizioni di Dobby, fece per agguantarlo, ma l'urto fu attutito dagli otto berretti e l'elfo si limitò a rimbalzare sulla pietra. Hermione e qualche altra ragazza emisero strilli di paura e compassione.
"Cos'è successo, Dobby?" chiese Sira avvicinandosi all'elfo, afferrandolo per un braccio sottile, per tenerlo alla larga da qualunque cosa potesse fargli del male. "Padroncina Sira, Harry Potter... lei... lei..."
Dobby si colpì con il pugno libero, e Harry si affrettò a bloccargli anche
l'altro braccio.
"Chi è 'lei', Dobby?"
Ma sospettava di conoscere la risposta; soltanto una 'lei' poteva terrorizzare Dobby fino a quel punto. L'elfo lo fissò strabuzzando gli occhi e mosse le labbra senza emettere suono.
"La Umbridge?" sussurrò Harry inorridito.
Dobby annuì, e subito tentò di sbattergli la testa sulle ginocchia, ma con pari prontezza Harry tese le braccia per tenerlo a distanza.
"La Umbridge che cosa? Dobby... non avrà per caso scoperto di noi...
dell'ES?" Chiese Sira con sguardo preoccupato.
La risposta era scritta chiaramente sul viso sconvolto dell'elfo. Dato che
aveva le braccia bloccate, Dobby tentò di prendersi a calci e cadde sulle
ginocchia.
"Sta venendo qui?" chiese Harry piano.
Dobby lanciò un ululato e cominciò a pestare i piedi nudi sul pavimento.
"Sì, Harry Potter, sì!"
Harry si raddrizzò di scatto a fissare i compagni che assistevano paralizzati alle contorsioni dell'elfo.
"CHE COSA ASPETTATE?" urlò. "SCAPPATE!"
Si lanciarono tutti insieme verso l'uscita, accalcandosi sulla porta; poi
cominciarono a riversarsi nel corridoio. Harry sentì i primi allontanarsi di corsa e si augurò che avessero il buonsenso di non andare verso i rispettivi dormitori. Mancavano ancora dieci minuti alle nove: se si fossero rifugiati in biblioteca o nella Guferia, tutt'e due più vicine...
"Vieni, Harry!" strillò Hermione dal centro della mischia.
Harry sollevò di peso Dobby, che ancora tentava di procurarsi qualche ferita grave, e si mise in coda ai fuggiaschi insieme a Sira.
"Dobby..." disse. "Questo è un ordine: torna in cucina con gli altri elfi, e
se lei ti chiede se mi hai avvertito, menti e rispondi di no! E ti proibisco di farti del male!" aggiunse. Lasciò andare l'elfo e lui e Sira uscirono per ultimi dalla Stanza delle Necessità, sbattendosi la porta alle spalle.
"Grazie, Harry Potter!" squittì Dobby e filò via. Harry si guardò intorno:
i suoi compagni se la stavano svignando così alla svelta che per un momento intravide solo un turbinio di piedi in fondo al corridoio, e poi più nulla.
Voltò la testa verso Sira, gli prese il polso e insieme si slanciarono verso destra; più avanti c'era un bagno, se fossero riusciti a raggiungerlo potevano fingere di essere sempre stati lì.
Sira arrivò al bagno per prima, ma sentì un tonfo nel corridoio e si accorse che Harry non era con lei.
Così la giovane si sporse dal ciglio della porta del bagno e vide il suo amico a terra, voleva correre per aiutarlo, ma Harry con un gesto della mano gli disse di rimanere dov'era, e lei a malincuore annuì.
Qualcuno rideva alle sue spalle. Rotolò sulla schiena e vide Malfoy nascosto in una nicchia, dietro un orrido vaso a forma di drago.
"Incantesimo d'Inciampo, Potter!" disse soddisfatto. :"Ehi, professoressa... PROFESSORESSA! Ne ho preso uno!"
Se non fosse che Harry gli aveva intimato di stare nascosta, Sira avrebbe volentieri dato un pugno a Malfoy.
La Umbridge arrivò di gran carriera dall'altro capo del corridoio, col fiato corto e un sorriso deliziato.
"È lui!" esultò, vedendo Harry sul pavimento. "Eccellente, Draco, eccellente, oh, sì... cinquanta punti a Serpeverde! Adesso ci penso io... in piedi, Potter!"
Harry si rialzò, fulminandoli con gli occhi. Non aveva mai visto la Umbridge così soddisfatta. Gli strinse le dita come una morsa attorno al braccio e si voltò sorridendo verso Malfoy.
"Cerchi di acchiapparne qualcun altro, Draco. Dica agli altri di controllare in biblioteca... chiunque abbia il fiatone... e anche nei bagni, la signorina Parkinson può controllare quello delle ragazze... andate, svelti...
Quanto a lei, Potter..." aggiunse con la sua voce più sommessa e più pericolosa, mentre Malfoy si allontanava, "verrà con me nell'ufficio del Preside".
Sira a sentire la Umbridge si rintanò in uno dei gabinetti, non sapeva cosa fare, la Parkinson o qualcun'altro l'avrebbe scoperta da un momento all'altro.
Pensava a cosa avrebbero fatto a Harry, non sapeva nemmeno se gli altri ce l'avessero fatta a sfuggire alla Umbridge.
In quel momento non sapeva niente.
"Hmm chi abbiamo qui? Sira Black se non sbaglio" una voce veniva da sopra la testa di Sira, la giovane alzò il capo e si ritrovò il fantasma Mirtilla malcontenta che la guardava con fare altezzoso.
"Sei nei guai vero?" Domandò il fantasma scendendo davanti a lei.
"Si, ma ti prego fa silenzio".
"Non prendo ordini da te" disse con quella sua voce squillante.
"L'avete combinata grossa".
"Mirtilla, per favore" disse Sira a denti stretti.
"Sei noiosa" sbuffò il fantasma" ammetto che avete dato del filo da torcere alla professoressa Umbridge, se lo è proprio meritato" disse ridendo; ma Sira non aveva nulla da ridere, aveva timore di essere scoperta e Mirtilla non aiutava con la sua parlantina e la voce squillante che aveva.
"Ah ah! Eccone un'altra!" La porta del gabinetto si era aperta, Draco Malfoy l'aveva afferrata per il braccio e la strattonò fuori"hai finito di giocare a nascondino, Black?" disse Draco con un ghigno soddisfatto.
"Che Cazzo vuoi?" Sbottò la giovane dimenandosi dalla sua presa.
"Non fare l'innocente, Black, tu eri nella stanza delle necessità con Potter e altri di voi a imparare difesa contro le arti oscure, lo neghi?" Disse sempre con il suo tono dispettoso.
"Lasciala stare, Malfoy!" Esclamò Mirtilla avvicinandosi al ragazzo.
"Tu non ti impicciare, stupido fantasma"ringhiò il serpeverde.
"Io mi impiccio quanto mi pare, lasciala stare lei non ha fatto niente!" Esclamò, di nuovo, Mirtilla, con tono rabbioso.
Malfoy fece una risata senza emozione " se lei non ha fatto niente perché è nei bagni dei ragazzi?" Domandò con un sorrisetto meschino.
Ma Mirtilla sorrise.
"Si da il caso che anche lei ha dei bisogni, Malfoy, se tu avessi urgenza di pisciare non andresti nel primo bagno che capita?" Disse mettendosi le mani di fantasma sui fianchi.
Sira invece non capiva perché Mirtilla la stesse coprendo, aveva mille domande in testa da porgere al fantasma ma non era il momento.
Malfoy invece rimase sbigottito, non aveva prove che Sira fosse nella stanza delle necessità con Harry, e non aveva prove che Mirtilla stesse dicendo la verità, ma di sicuro sapeva che la ragazza aveva un alibi, era ignaro che fosse fasullo ma era pur sempre un alibi.
Draco lasciò la presa sul braccio di Sira, e si allontanò verso l'uscita.
"Per ora te la cavi, Black, ma ti assicuro che troverò le prove della tua complicità con Potter! Non finisce qui" il serpeverde se ne andò lasciando le due.
La giovane si girò verso il fantasma e con un sussurro domandò" Perché lo hai fatto? Perché mi hai coperto, Mirtilla?" Domandò Sira più confusa che mai, il fantasma gli rivolse uno sguardo benevolo.
"Perché avete fatto una cosa giusta, Voldemort si sta muovendo, avete tutto il diritto di imparare a difendervi, e se la Umbridge ha rifiutato di insegnarvi é perché è una bigotta rosa" rispose Mirtilla sorridendole.
Sira annuì "Grazie Mirtilla" disse e se ne andò dal bagno.
Camminò a passo svelto verso la torre dei Grifondoro, con la speranza di non fare altri incontri spiacevoli.
Appena arrivata al quadro, disse la parola d'accesso e vi entrò senza esitazioni.
Percorse il piccolo corridoio fino alla sala comune vera e propria.
"Sira!" Qualcuno gli si fiondò tra le braccia e non era Ginny.
"Jack, per favore, così mi stritoli" disse con voce soffocata.
Lui ubbidì e si staccò da lei in modo da poterla guardare in faccia. "Stai bene?" Domandò Jack in tono allarmante.
Lei annuì, per poi rivolgersi ai ragazzi che erano nella sala "Si, ma Harry è stato preso" disse chinando lo sguardo sul pavimento, i Grifondoro rimasero spiazzati da questa affermazione.
"Non è possibile!" Esclamò Hermione indignata.
"Volevo aiutarlo, ma lui mi ha detto di rimanere nascosta.
La Umbridge lo ha condotto nell'ufficio del preside" disse sempre con tono mellifluo.
"Deve esserci una Talpa tra di noi, soli così la Umbridge ha potuto scoprirai!" Esclamò Ginny irritata.
"Si lo penso anche io" disse Fred.
"Nessun dubbio" ribbatè il gemello.
"Chiunque sia se la vedrà con noi!" Disse Ron prendendo a calci il tavo che vi era posto al centro della sala.
"Mi domando chi sia stato, e sopratutto cosa succederà ora?" Disse Sira con sguardo preoccupato.
Ora che L'Es è stato tradito, i ragazzi avevano timore che sarebbe successo qualcosa di grave alla scuola.
Infatti durante la notte vennero messi degli avvisi che fecero amareggiata gran parte degli studenti.
PER ORDINE DEL MINISTERO DELLA MAGIA
Dolores Jane Umbridge (Inquisitore Supremo) sostituirà
Albus Silente in qualità di Preside della Scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Quanto sopra ai sensi del Decreto Didattico
Numero Ventotto.
Firmato: Cornelius Oswald Fudge Ministro della Magia
Buona sera signori eccomi co un bel caputomone spero vi piaccia.
Ho fatto del mio meglio per coincidere le cose del libro a quelle fruttuose della mia psicopatico testa.
Se fa schifo perdonatemi, so che molte volte mi dite il contrario ma io sono complessa, soprattutto in questo periodo.
Bhe baci potteriani a tutti😘😘😘
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