Gli incubi di Sira
Sira's pov
Buio, è tutto quello che vedo.
Non so dove sono.
Mi giro ininterrottamente in cerca di qualcosa che possa indicarmi la via.
Ma nulla.
Il vuoto c'è e nient'altro.
Ma cosa?
Sento un calore dietro la testa, mi volto, una luce è comparsa davanti a me.
È troppo forte, sono costretta a chiudere gli occhi.
"Sira".
Questa voce! Io la conosco! Una sola persona ha una questa voce profonda e suadente.
Apro gli occhi.
"Papà!" Lui sorride.
Cerco di avvicinarmi a lui, ma i miei piedi sono bloccati.
"Non riesco a raggiungerti" dico allarmata.
Mi sto spaventando.
"Papà!" Grido.
"Aiutami!" Esclamo tendendo le mani verso di lui.
Lui tende la mano, ma ne la mia ne la sua si sfiorano.
Vedo mio padre allontanarsi, il punto è che non sta camminando, si allontana da me come se fosse risucchiato.
Ho paura.
"Papà! No.
Non lasciarmi! Ti prego" sto piangendo ormai.
"Torna da me....PAPÀ!"
"PAPÀ!"
Mi sveglio di soprassalto.
Ginny è davanti a me con sguardo preoccupato.
Sono sudata e ho gli occhi bagnati dal pianto.
"Ginny" sussurro.
"Stai bene ?" Domanda spostandomi una ciocca bagnata dal viso.
"Un' incubo" sussurro più a me stessa che a lei.
"Lo avevo notato" dice con un sorriso. Io scuoto la testa.
"No, tu non puoi capire è stato orribile, non ne ho mai fatti di così forti" dico rivolgendo lo sguardo all'orologio che indica le cinque del mattino.
Ginny mi prende la mano.
"Vuoi parlarne?" Io la guardo intensamente.
"È stato terribile, Ginny, ho visto mio padre, io cercavo di raggiungerlo ma le mie gambe erano bloccate, lui tendeva la mano verso di me e io verso lui, ma non si sfioravano, ad un certo punto ha incominciato ad allontanarsi, come se venisse risucchiato via da me"
Stringo la mano della mia amica più forte, e sento le lacrime scorrermi sulle guance.
"Lo s-ai me-glio di me c-he qu-esta è la mia più gra-nde p-paura" dico singhiozzando.
"Lo so" dice e mi accarezza una guancia "vuoi parlare con lui?" Domanda, e so già a chi si sta riferendo.
Io non rispondo, sono troppo confusa, non guardo manco la mia amica.
Era così reale, non riesco a capacitarmi, ho sognato ciò che più temo! È questo non è un bene.
Potrebbe essere una premonizione!
No no, era solo un sogno, si, solo un sogno inutile.
"Sira" Ginny mi riporta alla realtà, gli rivolgo lo sguardo e mi porge lo specchietto" Prova a chiamarlo".
"Non so se è il caso" dico abbassando lo sguardo, lei ruota gli occhi "Non fare la cocciuta, dai prova a parlargli" dice mettendomi lo specchietto tra le mani.
Io scuoto la testa.
"No, Ginny, non voglio farlo preoccupare" dico, lei sbuffa sonoramente.
"Io ci parlerei se fossi in te".
Io scuoto la testa " Ha già abbastanza a cui pensare con l'ordine, non voglio disturbarlo.....".
"Bla Bla Bla, fa come te pare, ma se l'incubo ricomparirà più vivido di adesso, sappi che prenderò provvedimenti" lo sguardo di Ginny non ammette repliche.
Ma era solo uno stupido sogno, non può nuocermi e sicuramente non lo rifarò di nuovo.
Maledetto subconscio.
Voce narrante.
In realtà, nei giorni avvenire, il sogno di Sira si fece sempre più vivido, la ragazza, però, non ne parlò con la sua amica ne tanto meno chiamò suo padre.
Credeva di potersela vedere da sola, ma era ancora ignara su ciò che stava per accadere.
Nei giorni successivi, ad Hogwarts, ci fu un po' di agitazione.
In un giorno di marzo uscì l'intervista di Harry sul giornale del cavillo, alcuni lettori avevano cominciato a credere alla versione di Harry, altri credevamo che stava delirando.
Mentre i nostri giovani protagonisti leggevano il giornalino, vennero beccati dalla Umbridge, che requisì tutti i giornali del cavillo a chi l'aveva in possesso.
Ed Harry fu stato messo anche in punizione di nuovo, ma almeno adesso più studenti gli credevano e lo consideravano un eroe.
Ma la gioia non durò a lungo.
I G.U.F.O erano sempre più vicini e questo causava stress al trio, mentre Sira e Ginny studiavano per gli esami di fine anno.
Harry invece stava per esplodere, perché non solo doveva studiare per l'esame, ma doveva alternarsi con gli incontri dell'ES, e con le lezioni di occlumanzia di Piton, che andavano sempre peggio.
Un pomeriggio mentre Harry si allenava con Piton, entrambi sentirono delle grida venire dalla sala d'ingresso.
Sia Piton che Harry andarono a vedere.
Harry rimase interdetto nel vedere la professoressa Trelawney, in lacrime e con le valigie.
Proprio così, la professoressa Umbridge l'aveva licenziata e pretendeva anche che se ne andasse via dal castello.
La professoressa Mcgonagall cercava di consolarla, mentre la Umbridge osservava compiaciuta quella scena.
"Vuole dire qualcosa, cara?" Domandò la Umbridge alla professoressa di trasfigurazione.
"Oh ci sono parecchie cose che vorrei dire" rispose, poi si rivolse alla Trelawney "Su buona, Sibill".
In quel momento il portone di quercia si aprì rivelando il preside, che si avvicinò a grandi falcate verso le tre donne.
"Professoressa Mcgonagall, posso chiederele di scortare Sibill di nuovo dentro?" Un moto di gratitudine si formò d'improvviso sul volto della professoressa di divinazione, che si avvicinò al preside, sorretta dalla professoressa Mcgonagall, e sussurrò al preside "Grazie, Albus, Grazie".
"Silente! Temo che lei non capisca la situazione. Io ho qui" e trasse un rotolo di pergamena dalla tasca, "un Ordine di Licenziamento firmato da me e dal Ministro della Magia. Ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventitré, l'Inquisitore Supremo di Hogwarts ha il potere di fare indagini, mettere in verifica e licenziare qualunque insegnante ella, vale a dire io, non ritenga all'altezza degli standard richiesti dal Ministero della Magia. Non ho ritenuto la professoressa Trelawney all'altezza, e l'ho licenziata".
Ma silente, con grande stupore di tutti, sorrise e disse " lei avrà il potere di licenziare i miei insegnanti, ma non ha l'autorità a bandirli dal castello, quello spetta a me" il volto tozzo della Umbridge si contorse in una smorfia.
"E che cosa farà di lei" chiese, in un sussurro ben udibile in tutta la Sala
d'Ingresso, "quando avrò assunto un nuovo insegnante di Divinazione, che
avrà bisogno dei suoi alloggi?"
"Oh, non sarà un problema" rispose Silente in tono gentile. "Vede, ho
già trovato un nuovo insegnante di Divinazione, e preferisce abitare al
pianterreno".
"Lei ha trovato...?" urlò stridula la Umbridge. "Lei? Posso ricordarle,
Silente, che in base al Decreto Didattico Numero Ventidue..."
"Il Ministero ha il diritto di incaricare un candidato idoneo se, e solo se,
il Preside non è in grado di trovarne uno" disse Silente. "E sono felice di
comunicarle che in questa occasione ho avuto successo. Posso presentarvi?"
Si voltò verso le porte aperte, dalle quali stava entrando la foschia della
notte. Harry sentì un rumore di zoccoli. Nella Sala si diffuse un mormorio attonito e quelli accanto all'ingresso si spostarono precipitosamente ancora
più indietro; alcuni inciamparono per la fretta di fare strada al nuovo venuto.
Dalla nebbia emerse un volto che Harry aveva già visto in una buia, pericolosa notte nella foresta proibita: i capelli di un biondo chiarissimo e gli occhi di un azzurro sorprendente; la testa e il torso di un uomo uniti al corpo di un cavallo palomino.
"Questo è Fiorenzo" disse allegro Silente a una folgorata Umbridge.
"Credo che lo troverà idoneo".
Sira's pov
Quella pidocchiosa della Umbridge, deve passare un guaio bello e buono.
Se ci fosse un umano con il nome della più orribile delle imprecazioni sarebbe proprio la Umbridge.
Che chiamarla umano a quella non è proprio il caso.
E per di più ci si mette anche l'incubo a non farmi dormire, è quasi una settimana che non chiudo occhio.
Non riesco neanche a seguire le lezioni, se non fosse per Ginny starei indietro con le materie.
Il punto è che non riesco a capire perché lo faccio ogni notte! Ho il presentimento che presto succederà qualcosa, i sogni normali non si comportano in questo modo.
"Sira" mi giro verso Ginny, che mi riporta al tavolo dei Grifondoro, e mi guarda con un sopracciglio inarcato.
"Si?" Domando.
"Non mi stavi nemmeno ascoltando!" Esclama incazzata.
"Scusa, stavo imprecando mentalmente contro la Umbridge".
"Oh allora sei giustificata " dice facendo l'occhiolino.
Io sorrido "Si, é stata crudele con la professoressa Trelawney, poi hai visto come guardava Fiorenzo?"
"Si sembrava disgustata" dice con una smorfia.
"Mio padre ha detto che lei odia gli ibridi".
"Davvero?" Annuisco.
"Si, credo che la Umbridge dovrebbe autoschifarsi visto che è per metà rospo" Ginny scoppia a ridere seguita dalla sottoscritta.
"Questa battuta dalla ai gemelli" dice immersa nella risa.
"Lo farò. Comunque che stavi dicendo?" Lei ruota gli occhi.
"Ti stavo dicendo che Mr Turner è appena arrivato al nostro tavolo, è seduto difronte a Dean" dice con sguardo malizioso io ruoto gli occhi al cielo.
Da quando ha scoperto che abbiamo fatto pace, Ginny non fa altro che dirmi, che è carino, facci un pensierino.
Ah se la sentisse mio padre credo che la chiuderebbe in soffitta insieme a Kreachear.
"Senti, non ho interesse per Jack, per cui finiamola, approposito, sarà meglio andare, tra poco abbiamo trasfigurazione" le dico e lei china lo sguardo.
"Va bene poi ne riparliamo".
Nei tuoi sogni forse.
Entrambe ci alziamo e attraversiamo la sala grande e ci avviamo all'aula di Trasfigurazione.
Ci sediamo al secondo banco, mentre la professoressa Mcgonagall ci squadra dalla cattedra.
Prevedo una grande lezione che perderò a causa del sonno.
La professoressa sta parlando ma io non la sento, i miei occhi sono come macigni, mi costringono a chiuderli, ci provo a rimanerli aperti, ma non ho successo, vedo la sagoma della Mcgonagall sfocarsi.
Il vuoto mi circonda, è tutto scuro intorno a me, cammino per una meta ignota, con sguardo basso.
Una luce calda mi costringe ad alzare gli occhi.
Vedo mio padre che mi chiama io cerco di andare da lui nuovamente, ma le mie gambe non camminano, lui si allontana io lo chiamo con tutto il fiato che ho in corpo, le mie lacrime tracciano il mio volto fino al mento, metto le mie mani sul viso coprendo gli occhi e singhiozzo.
Lui non c'è, e io sono sola nel buio.
"Sira" una voce femminile mi chiama, tolgo le mie mani da viso e alzo lo sguardo difronte a me.
Poco distante da me vi è una donna con i capelli biondi, è giovane avrà vent'anni.
È vestita con un'abito da strega, di color Avorio, la sua pelle è bianca come il latte, i suoi occhi sono marroni, mi guarda con sguardo intenso, come se vedesse qualcos'altro oltre a me.
"Mamma" sussurro, lei sorride e si avvicina a me con eleganza.
Tende una mano verso di me, sfiorandomi la guancia con le nocche.
"Si, sono io" dice con voce sottile.
Il mio cuore si riempe di gioia.
Abbraccio mia madre, ma lei non lo ricambia.
"Tesoro".
"Si?" Dico staccandomi e la guardo dritto negli occhi.
Ma il suo sorriso è svanito.
"Mia dolce figlia, sono venuta a dirti un avvenimento che può essere cambiato" io la guardo senza capire.
"Ascolta quello che sto per dirti" io annuisco, lei china lo sguardo e respira.
"Con l'inganno verrà condotto nel luogo, dove colui-che -non -deve-essere-nominato, vorrà che lui andrà, con l'inganno un'anima innocente può essere risparmiata da una fine certa, ma se tu lo proteggerai lui vivrà, proteggilo figlia mia"
Io rimango sorpresa è confusa, mia madre mi accarezza la guancia.
"Chi devo proteggere, mamma?" Dico in tono mellifluo.
"Lo capirai a tempo debito" mi dice versando una lacrima " mi dispiace di non poter restare, il mio tempo è finito" detto questo lei si volta allontanandosi, ma io non voglio che se ne vada.
"Mamma, mamma aspetta!" Lei si gira verso di me con un sorriso.
"Non andare" dico in un sussurro.
"Devo tesoro, ma non preoccuparti io sarò sempre con te, nel tuo cuore, sei uguale a tuo padre. Sono fiera di te, sappilo, ricorda di fare ciò che è giusto, Sira, non farti ingannare, sii forte". Dice, e mi accorgo che lentamente lei sta sparendo, "Ti voglio bene" sussurro sapendo che questa sarà la prima e ultima volta che la vedrò.
"Signorina Black si svegli immediatamente!" Apro di soprassalto gli occhi e mi ritrovo la professoressa Mcgonagall che mi guarda dall'alto in basso con espressione di pura rabbia.
Mi giro verso Ginny che mi osserva con sguardo impotente.
"Trova le mie lezioni così noiose, signorina?"
"No professoressa, ma io...".
"Non voglio sentire scuse, sono costretta a levarle venti punti, così capirà di andare a letto presto la sera, e a fine lezione rimetterà in ordine l'aula".
Sento le risatine degli studenti alle mie spalle, e anche frasi tipo 'crede di poter fare quello che vuole' oppure 'se lo è meritato' vorrei vedere voi con degli incubi tutte le notti, zucche vuote.
"Mi perdoni, professoressa, non era mia intenzione comportarmi così, non lo farò più.
Con il vostro permesso, chiedo di potermi congedare per un momento" dico abbassando lo sguardo.
Sento la prof sospirare.
"E va bene, ma solo per un momento".
Faccio un lieve sorriso.
"Grazie" detto questo mi alzo e mi reco fuori dall'aula, e mi incammino verso il bagno delle ragazze.
Mi avvicino al lavandino, faccio scorrere l'acqua fino a quando non esce fresca.
Mi lavo il viso, con la speranza che l'acqua fredda mi svegli.
Ma quel sogno, cosa vorrà mai dire?
Chi devo proteggere?
Qual'è l'inganno?
Tutto mi sarà spiegato a tempo debito, mi domando quando sarà?
Buon giorno lettori belli, spero abbiate passato un buon ferragosto.
Volevo aggiornare prima, ma non ho potuto, impegni di famiglia, ma sopratutto fa un caldo infernale e non ti da sbatti manco di leggere.
Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere la vostra opinione e noi ci rivedremo presto.
Un bacio 😘😘😘
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