Di schiaffi e fiamme.
Sira's pov
Siamo tornati a Grimmould place, ieri siamo andati a trovare il signor Weasley al San mungo, si sta riprendendo, fortunatamente.
Li abbiamo incontrato anche i genitori di Neville, purtroppo loro sono stati torturati da una mangiamorte di nome Bellatrix Lestrange, e hanno perso il senno; non ricordano neanche di avere un figlio.
Io, Harry e i gemelli abbiamo origliato la conversazione che la signora Weasley e Moody hanno fatto al San mungo, e Moody pensa che Harry sia stato posseduto da Voldemort.
Ovviamente, dopo che siamo tornati, Harry si è chiuso in stanza, si nasconde, ho provato a parlargli ma niente da fare.
In tutto questo io non ho parlato con mio padre, ci siamo incrociati di sfuggita da quando sono qui, ma niente di piu.
Proprio adesso sto andando a parlargli, chi sa cosa succederà?
Se vuoi la mia, niente di buono.
Sei d'aiuto coscienza.
Non è colpa mia se ho questa sensazione.
Purtroppo la mia coscienza ha ragione, ho brutte sensazioni.
Come se qualcosa mi dicesse di non aprire la porta che ho difronte.
Ma io devo sapere.
Faccio un lungo respiro e busso alla porta.
Sento dei passi al suo interno che si avvicinano.
La porta si apre in una senga e vedo l'occhio di mio padre che mi squadra da cima a fondo con aria turbata e, credo, furiosa. Comincio a deglutire, non so perché, forse ho un po' di timore.
"Sei tu" dice solamente senza emozione nella voce.
"Ehm...si. Chi credevi che fossi?" Domando mettendomi le mani sui fianchi.
"Tutti tranne che te" dice secco.
Credo che non sia contento di avermi difronte.
"Puoi toglierti la porta dalla faccia? Così che ti possa guardare per bene!" Esclamo autoritaria.
Lui sbuffa, ma apre la porta completamente e si appoggia allo stipite con le braccia al petto nudo, si è a torso nudo.
Ha i capelli spettinati: gli occhi sono circondati da delle profonde occhiaie scure, la barba è ispida, ed emana un odore nauseante di Weasky incendiario.
La mia attenzione viene catturata da una certa bottiglia che ha tra le mani.
Io stringo i pugni e alzo lo sguardo verso la sua faccia e lo guardo furiosamente, come se uno sguardo potesse uccidere.
"Non è cambiato niente, a quanto vedo" dico digrignando i denti.
"Non l'ho ancora aperta, se questo ti interessa" dice con tono mellifluo.
Io lo trucido nuovamente con lo sguardo accigliato.
"E vediamo di non aprirla proprio, che dici?" Domando prendendogli la bottiglia dalle mani, ed entro a grandi falcate dentro la stanza.
Poso la bottiglia sulla scrivania.
Se osa solo avvicinarsi giuro che la butto nel fuoco del camino.
Mi giro verso di lui, ha chiuso la porta e mi squadra dall'alto in basso.
"Che sei venuta a fare?"
Io lo guardo confusa.
"Come scusa? Non posso venire a vedere come stai? Anche se potessi dire tutto, tranne che bene" sputo acida.
"Oh bhe potevi scrivermi, ma hai preferito scrivere a Remus piuttosto che a me" dice accigliandosi.
"Ti ricordo che avevi una lezione da imparare, ma a quanto pare fai ancora lo stronzo ubriacone"dico senza un briciolo di pentimento.
"Se ho scritto a Remus, era anche per chiedere di te...perché Adesso fai l'idiota?....."
"Io farei l'idiota? Senti ma perché non ti fai adottare da Remus? Con lui ti confidi, no?" Dice con un ghigno.
Ma che cazzo sta dicendo?
"Che vuoi dire con questo? Che non vuoi avermi tra i piedi?!" Dico a gran voce. Lui non mi risponde si mette solo le mani in tasca.
"Forse staremmo meglio entrambi" sussurra.
E no, adesso basta, ho perso le staffe.
"CHE TI PIACCIA O NO, TU SEI MIO PADRE NON REMUS! POTEVI DIRMELO BENISSIMO CHE SONO UN PESO PER TE, MI SAREI FATTA DA PARTE! QUELLO CHE HO FATTO ERA PER IL TUO BENE, TI STAI COMPORTANDO COME SE IO TI ODIASSI, MA IO NON TI ODIO, PERCHÉ STAI CERCANDO DI ALLONTANARMI, PERCHÉ?" Urlo con tutto il fiato che ho in corpo e reprimo le lacrime che i miei occhi minacciano di far uscire.
Anche se sento le guance avvampare per la frustrazione, io non smetto di fissarlo, ma lui non guarda me, fissa un Punto imprecisato del pavimento.
"Io....Non Sono capace di fare il padre che meriti, e non meriti di soffrire per le mie stronzate.
Per questo ti ho evitato prima che tornassi a scuola, poi me ne sono pentito, per poi riprendere la bottiglia.
Io non merito te.
Merito di affogare nell'alcol, loro sono morti per colpa mia....."
SCIAFF
Il suo viso si gira a contatto della mia mano sulla sua guancia, in un sonoro schiaffo.
Lui si tocca la guancia e si rigira verso di me.
Io deglutisco.
Forse ho fatto una sciocchezza, ma mi è costato farlo.
Mi dispiace trattarlo così, ma io non voglio un padre qualunque, lui è mio padre e non ci credo che non gli importa di me .
"Se davvero sono un peso per te, dimmelo in faccia" sussurro con voce inclinata.
Lui si avvicina di più a me fino a sovrastarmi con la sua altezza.
"Credi davvero che non mi importi di te?" Non rispondo, respiro solo profondamente.
"E fai bene, perché è la verità"
Avete mai sentito il rumore di un vetro che si rompe? Ecco, é lo stesso rumore che ha fatto il mio cuore in questo momento.
Lo ha preso e lo ha spezzato a metà.
"Pezzo di merda" sussurro guardandolo sempre negli occhi.
Io mi allontano da lui dandogli le spalle.
"Mamma si vergognerebbe di te" dico girando nuovamente la testa verso di lui. Egli mi guarda con le labbra socchiuse, ma non dice niente.
"Credi che a lei piacerebbe vederti così? È vero se ne andata, ma non per colpa tua, ma se fosse qui ti prenderebbe a schiaffi. Ma lei non c'è mi ha lasciata a te, e tu ,se davvero non ti importasse di me, non mi avresti mai salvata da quella cantina del diavolo.
Io ho cercato di aiutarti e Merlino sa se ci ho provato, ma tu non me lo hai permesso.
Abbiamo affrontato di tutto quando eravamo clandestini, te lo sei dimenticato?" Chiedo ormai con il viso rigato.
"No, non l'ho dimenticato, ma l'uomo che hai davanti, non è lo stesso che hai incontrato tempo addietro..." lo interrompo
"Infatti davanti non ho mio padre, ma un ubriacone.
Non ti avessi mai incontrato, Sirius Black! Maledico quel giorno!" Urlo, apro la porta e me ne vado.
"SIRA!" Lui mi chiama ma io corro in camera mia e la chiudo a chiave mettendoci il baule davanti in modo che non entri nessuno.
Mi accascio davanti al baule e butto fuori le mie lacrime ed urlo, urlo così forte che la gola mi brucia, ma non mi importa.
"PERCHÉ?PERCHE?"
Sirius' pov
"SIRA!" Urlo ma lei corre via da me per l'ennesima volta.
Non è vero che non mi importa niente di lei, ma quando ha mandato la lettera a Remus e non a me, non so che cosa mi sia preso.
Ero furioso, ma non le penso tutte quelle cose che gli ho detto.
"Porca puttana, sono un coglione!" Esclamo ad alta voce e mi siedo sul letto.
"Marlene, perdonami" sussurro.
Devo rimettere a posto le cose.
Ci stiamo facendo male entrambi, per amore di mia figlia, devo essere responsabile, devo essere un padre.
Quello schiaffo me lo sono meritato, cazzo, ma cosa diavolo mi è preso? Questo non sono io, questo non è Sirius Black.
È un pezzente.
E lo sto capendo solo ora.
Remus aveva ragione, gli ho scritto dicendogli che stavo cambiando e invece era tutto il contrario.
Devo rimediare.
Mi alzo e corro davanti alla sua porta e busso.
"Sira, Sira apri, per favore".
"VAFFANCULO!" Urla piangendo e la sento singhiozzare.
Tolgo le mani dalla porta, come se le assi di legno bruciassero a contatto con le mie mani.
"Sirius" giro la testa alla mia sinistra e vedo Remus.
"Avete litigato non è così?" Io sospiro e annuisco.
"Gli ho detto delle cose orribili, Remus cose che non penso" sussurro con le lacrime agli occhi.
"Se vuoi chiarire con lei, devi posare la bottiglia, e fare il padre, sei un uomo, non un bambino..."
"Lo farò, Remus, sono stato un pezzo di merda sia con te che con lei, mi ha dato anche uno schiaffo che mi sono assolutamente meritato".
"Non mi stupisco, vecchio mio" dice sempre con il suo tono gentile.
"Potrai perdonarmi?" Domando.
Lui si avvicina e mi posa una mano sulla spalla.
"Già fatto, a mio parere era l'alcol a parlare, ora sta parlando il mio migliore amico, sono convinto che si risolverà,dai tempo al tempo. Ora ti ci vuole un bagno, un pasto: e un po' di spirito natalizio, e ricorda tu non sei solo".
Annuisco.
"Grazie, Remus".
Lui mi sorride.
"Ora fila in bagno, così dopo mi dai una mano con le decorazioni natalizie" dice, ma io mi rabbuio.
"E Sira?"
"Per ora lasciamola sola, scenderà sicuramente per la cena" annuisco.
Lascio il mio amico in corridoio e torno in camera mia e chiudo la porta, appoggiandomi con la schiena su di essa e respiro profondamente.
Il mio sguardo viene catturato dalla bottiglia sulla scrivania, mi avvicino ad essa e la prendo in mano.
"Non mi farai perdere mia figlia, basta adesso" detto questo la butto con violenza nel camino, dove si infrange, e le fiamme a contatto con il liquido si innalzano.
Mi riprenderò mia figlia, costi quel che costi.
Buona sera carissimi lettori eccomi qua, spero che vi sia piaciuto, mi raccomando fatemelo sapere con un commento e noi ci rivedremo molto presto😘😘😘😘 buona serata.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top