Di nuovo insieme.
Sira's pov
Apro gli occhi, ho la vista offuscata, riesco a vedere solo la luce del sole.
Cerco di mettermi seduta, ma sento la schiena pungermi in maniera dolorosa.
Mi strofino gli occhi, e li riapro.
Adesso riesco a mettere a fuoco le cose, vedo le bende fasciarmi l'intero corpo e ho una giacca verdastra addosso.
Aspetta! Ma io conosco questa giacca, non è possibile!
"Tieni Becco".
Mi giro alla mia destra, di scatto, e lo vedo.
" Papà " sussurro con un filo di voce.
Lui lancia un topo a Fierobecco che lo prende a volo, e lo ingoia intero.
Fierobecco butta il muso verso mio padre, lui l'accarezza e ridacchia.
" Mi dispiace Becco, ma per ora fatti bastare questo per pranzo" dice lui, Fierobecco in tutta risposta china il capo e si stende per terra.
Lo vedo girarsi, io chino la testa di scatto, e mi guardo le mani.
Non riesco a guardarlo in faccia, mi viene solo da piangere.
Sento i suoi passi avvicinarsi, sento la sua presenza accanto a me, segno che si è abbassato alla mia altezza.
"Hey" dice lui, ma non rispondo.
"Come ti senti?".
Rispondigli Sira.
Io.....non c'è la faccio.
Si che puoi, fallo!
Faccio un lungo respiro, e mi accorgo che le mie labbra stanno tremando, ma non perché ho freddo, ma per trattenermi dal non piangere.
"Sono....stata meglio"rispondo con un sussurro.
"Ho capito"
Faccio per alzarmi ma lui mi prende il polso.
"Non puoi alzarti.....Devi riposare" dice e mi lascia.
"Non dirmi cosa posso o non posso fare" sussurro.
Con fatica mi rimetto in piedi e mi accorgo solo ora che siamo in una caverna.
Cazzo! Un dolore alla schiena mi pervade, ma io mi mordo le labbra per non far uscire neanche un lamento.
Ma avvicino al baule, posto quasi vicino all'uscita della caverna.
Con molta fatica e con cauta mi inginocchio ad esso e lo apro.
Rovisto tra le mie cose in cerca del mio mantello nero, che ho preso a Diagon Alley qualche tempo fa.
Il mio sguardo viene catturato da un luccichio.
Giro la testa.
La collanina della mamma è illuminata dalla luce del sole, porto una mano verso l'oggetto e lo accarezzo con l'indice.
Io...non la merito, non la merito affatto, ho deluso tutti e due per paura, ho mentito per paura.
Non ho la forza di mettermela al collo, anche se è tutto ciò che mi è rimasto di lei, io non ho la forza.
Sento qualcosa di caldo sulla guancia, so cos'è, e porto subito una mano a cancellare quella goccia d'acqua dal mio viso.
Distolgo lo sguardo dall'oggetto, e prendo il mantello nero, e me lo metto sulle spalle.
Prendo una bottiglina d'acqua, la stappo e ne bevo un sorso.
So che mi sta guardando, lo sento sulla pelle, ed è bruttissimo sentire lo sguardo freddo di tuo padre pungerti addosso.
Io non credo che mi voglia ancora bene.
Ma sei idiota? Ti ha salvato la vita, ti ha portato via da quella Troia, e credi che non ti voglia bene?
Ma se ha appena dimostrato di amarti, è solo arrabbiato.
Già e non so che fare.
Semplice digli il motivo per cui hai mentito, così non solo glielo dici, ma fai un favore pure a te stessa, te lo togli da dosso questo peso,
Fosse facile.
Niente è facile cara, questa è solo una delle poche difficoltà che troverai per il tuo cammino.
Ma non vorrei essere sola.
In questi casi vorrei avere al mio fianco la persona che ti vuole molto più che bene.
E solo un genitore ha un amore così profondo, credimi non c'è amore più vero.
Forse la mia vocina ha ragione, forse lui vuole solo capire e per farlo devo abbassare il muro che si è creato tra di noi.
E per farlo dobbiamo conversare.
Faccio un bel respiro e metto il tappo sulla bottiglia, ma non la chiudo completamente.
"Vuoi.....ah….. Vuoi un po' d'acqua?" domando con voce inclinata.
"Ho.....preso del cibo dalle cucine dell'orfanotrofio, se ne vuoi è in questi pacchi.......Stavo progettando la fuga da un pezzo".
Ti prego.
Di qualcosa non sopporto questo silenzio.
Sento un sospiro da parte sua, io chino la testa e senza distogliere lo sguardo dal terreno mi volto nella sua direzione.
"Perché mi hai fatto questo Sira?"
Sbarro gli occhi, pensavo che voleva aspettare per parlarne e invece è andato dritto al punto.
"Perché mi hai mentito?" Domanda con voce rauca.
I miei occhi si riempiono di lacrime e rigano il mio viso stremato e stanco.
Vedo la sua ombra sul terreno che si avvicina, fino a posizionarsi a pochi centimetri da me.
Io non parlo, non ne ho la forza per farlo.
L'unica cosa che voglio è un'abbraccio, un suo abbraccio.
Mi sento afferrare le spalle, ma non alzo lo sguardo, anzi chiudo gli occhi.
"Dimmelo!" ruggisce e mi stringe le spalle.
"Io...io..." sussurro ma non riesco a parlare, perché nella mia mente vedo i momenti che abbiamo passato insieme, la prima volta che l'ho abbracciato, le risate che abbiamo condiviso insieme.
Perché la mia mente mi fa vedere tutti questi ricordi? Ricordi che non sono riuscita a non pensare mentre ero in quel postaccio, e piangevo, piangevo ogni volta che ci pensavo.
Faccio schifo vorrei non aver mentito.
"Guardami Sira" non chiedermelo, io non c'è la faccio, la bottiglia mi cade dalle mani ed emette un suono sordo a contatto con il suolo.
"Dimmelo........DIMMELO!".
" PER PAURA!" urlo. Lui allieva la presa dalle spalle, come se fosse stato scottato.
"PERCHÉ A-VEVO UNA P-AURA FOTTUTA.
S-ONO STA-TA MOLTE VOLTE SUL PUNTO DI PARLARE, MA NON CI SONO RIUSCITA" gli urlo tutto quello che ho in corpo.
Le mie lacrime scendono copiose sulle mie guance e non intendo fermarle.
Io...vorrei solo tornare indietro.
Sento la sua mano sul mio viso, e si ferma sul mento e lo prende con il pollice e l'indice e mi alza la testa.
I nostri occhi grigio/azzurri si incontrano per la prima volta dopo tanto tempo, prima avevo detto che mi avrebbero fatto paura, adesso non voglio distogliere lo sguardo.
"Paura di cosa, Sira?" sussurra.
"A-vevo paura che se ti dicevo chi ero, non mi avresti fatto più tornare alla stamberga e io volevo stare con te, volevo conoscerti, volevo aiutarti, volevo capire chi era veramente Sirius Black.
Q-uando mi sono svegliata in infermiera e Harry mi ha raccontato che eri riuscito a scappare, i sensi di colpa mi hanno massacrato l'anima, volevo spiegarti tutto e invece....non ho potuto farlo.....Non voglio il perdono, perché è imperdonabile quello che ti ho fatto".
Singhiozzo queste parole come se stessi cacciando un pugnale da dentro il cuore, cioè con dolore.
" Ecco...era questo che volevo sentire".
Io lo guardo con occhi dilatati.
"C-he v-uoi d-dire?" Singhiozzo.
"Sono riuscito a tiratelo fuori, ho capito che ti sentivi in colpa".
Io tiro sul col naso" C-ome?"
"Ieri ho visto cosa ti ha fatto quella donna". Deglutisco.
" E quando hai urlato, quando hai chiamato me e la mamma, ho capito che ti sentivi in colpa, perché quello non era solo un'urlo di dolore, racchiudeva tutto quello che hai passato.
Non potevo lasciarti li.
Ieri ti ho visto che correvi alla casa abbandonata, ti ho seguito e ho visto il baule.
Appena te ne sei andata, gli ho dato un'occhiata e ho visto le bende e il dittamo.
Ho sospettato subito qualcosa, ma non credevo....che.... ti faceva questo.
Così ti ho portato via e ti ho curato"
Non so che dire, anzi non ho niente da dire.
Sirius's pov
Gli accarezzo il volto e gli asciugo le lacrime, lei non si ritrae, anzi chiude gli occhi e si lascia accarezzare.
Senza dire niente l'attiro a me e la stringo in un'abbraccio, lei lo ricambia immediatamente.
Si appoggia al mio petto, e si rilassa completamente.
"Mi sei mancato da morire". Sussurra, io sorrido lievemente e le accarezzo i capelli, e appoggio il mento sulla sua testa.
"Anche tu, bambina, anche tu" sussurro.
"Scusami, ti prometto che non mi farò più sopraffare dalla paura.......",
" Shshsh. Ti ho perdonato già da molto tempo bambina".
La sento muoversi, sposta la testa al lato sinistro, e ritraggo il mento e abbasso lo sguardo e incontro i suoi occhi arrossati.
"Oh papà" dice.
Sbarro gli occhi.
Mi ha chiamato papà.
È una bellissima sensazione, sentirsi chiamare così, per la prima volta, ho mille brividi.
Niente a che vedere con l'urlo di ieri.
Questo é cento volte meglio.
"Stai bene?" ritorno alla realtà.
E mi concentro su di lei, gli sorrido e le bacio la fronte.
"Mai stato meglio bambina" sussurro.
"Siamo di nuovo insieme piccola mia, il resto non conta.
Ora sarò io a prendermi cura di te, a qualunque costo.
Non ti mollo più"
Lei si accuccia sul mio petto e chiude gli occhi.
Buona sera ragazzi eccomi tornata, presto oserei dire, con un nuovo capitolo.
Spero vi piaccia.
Ciao ciao.
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