Colpo di scena
Sira's Pov
Malgrado abbiamo vinto la partita, l'entusiasmo si è andato a far benedire.
Tutta la scuola è sotto esame in questi giorni.
E io e Ginny non facciamo altro che andare avanti e indietro dalla biblioteca.
E per di più le giornate si stanno facendo più calde e afose.
In fondo giugno è alle porte, e giustamente chi ha voglia di studiare con questo caldo? Ovviamente nessuno, perché l'unica cosa che si ha voglia di fare è andare a passeggiare in cortile.
O andare da tuo padre.
Anche.
E ti do ragione.
Grazie....
Ti do ragione perché ti devi dare una mossa a dirgli la tua identità.
Ti rendi conto che sei alla fine dell'anno e ancora devi sputare il rospo?
Si lo so ma è difficile.
Ahh ci rinuncio parlare con te è come parlare al muro.
Non basta già la pressa degli esami, ci si mette pure la mia 'cara' vocina interiore e che palle.
"Basta per oggi Basta!".
Ginny con un tonfo chiude il libro di pozioni.
E non gli do torto, siamo in biblioteca da quasi tre ore ormai.
È la quaranta millesima volta che ripassiamo le stesse cose.
Ma purtroppo domani inizia la settimana degli esami e il primo è proprio quello di pozioni a noi del secondo anno.
"Hai ragione Ginny, meglio staccare un po' ".
Dico con un sonoro sbadiglio.
" Che dici se andiamo a letto?" Domanda la rossa.
"Dico che è un'ottima idea".
La rossa mi sorride.
Chiudiamo i libri e li rimettiamo in borsa.
Usciamo dalla biblioteca e ci incamminiamo verso la sala comune.
" Spettegolone" dice Ginny e il quadro si apre.
Entriamo in sala comune e vediamo Harry Ron e Hermione, anche loro alle prese con i libri.
"Sera ragazze" ci saluta Ron.
"Ciao" diciamo io e Ginny in tono assonnato.
" Avete una faccia che avete combinato?" Domanda Harry con aria interrogativa.
"Abbiamo leggermente studiato in biblioteca per tre ore di fila", dico e poggio i libri sul tavolo.
" Sira io vado. Ho sonno" dice Ginny con uno sbadiglio.
"Si d'accordo, ci vediamo dopo", dico e la rossa si dilegua.
" Voi che mi raccontate?" Domando.
I tre si guardano a vicenda, cosa non buona.
"Che è successo?".
" Ecco....Sira...abbiamo ricevuto una lettera" Dice Harry toccandosi i capelli.
"È di Hagrid, il sei di questo mese ci sarà l'appello per Fierobecco...",
" E porteranno il boia". Dice Ron interrompendo la riccia.
"Ma non è giusto! Così è come se...",
" Avessero già deciso, si lo sappiamo" dice Harry.
"Quel biondo platinato dei miei stivali. Lui e il suo paparino credono di essere gli Dei.
Quanto mi fanno incazzare".
Dico a denti stretti, Malfoy me la pagherà se succede qualcosa a Becco, i suoi capelli da biondi li faccio diventare neri e unti come quelli di Piton.
" Sira Calmati, risparmia le forze per gli esami".
"Hai ragione Herm. Devo sbollire la rabbia, meglio che vada a farmi una doccia".
Prendo i libri dal tavolo e mi reco in camera.
Ginny già dorme, meglio che non la sveglio o la furia rossa mi ucciderà.
Prendo il pigiama e mi reco in bagno.
Apro il rubinetto della vasca e inizio a riempirla con acqua tiepida.
Ho bisogno di Relax.
Voce Narrante.
La settimana degli esami cominciò e una quiete innaturale scese sul castello.
Il lunedì i ragazzi del terzo anno uscirono da Trasfigurazione all'ora
di pranzo, mogi e pallidi, confrontando i risultati e lamentandosi per la difficoltà delle prove, compresa la trasformazione di una teiera in una testuggine.
Anche per i ragazzi del secondo anno non era una passeggiata.
Sira e Ginny erano molto affamate dopo l'esame di Piton, che era molto più irritante.
Hermione, invece, riuscì a irritare tutti brontolando sul fatto che la sua testuggine sembrava più una tartaruga, cosa che era l'ultima preoccupazione di tutti gli altri.
"La mia aveva ancora il beccuccio al posto della coda, che incubo..."
"Le testuggini sbuffano vapore?"
"Aveva il guscio decorato a foglioline, credi che mi abbasseranno il voto?"
Poi, dopo un rapido pasto, tutti di nuovo di sopra per l'esame di Incantesimi.
Hermione aveva ragione; in effetti il professor Flitwich chiese loro gli Incantesimi Rallegranti.
Per la tensione Harry esagerò un po'; tanto che Ron, che faceva coppia con lui, ebbe un accesso di risatine isteriche e dovette restare rinchiuso in un posto tranquillo per un'ora prima di essere in
grado di eseguire a sua volta l'Incantesimo. Dopo cena, gli studenti tornarono in fretta nelle sale comuni, non per rilassarsi, ma per ripassare Cura delle Creature Magiche, Pozioni e Astronomia.
Sira's Pov
"Eppure l'esame di Difesa l'abbiamo concluso", dico e faccio un sospiro di sollievo" Già per oggi abbiamo finito". Dice Ginny.
"Che ne dici andiamo a cercare gli altri?" Domanda la rossa.
"Si OK, se non sbaglio avevano divinazione ora".
" E allora andiamo. L'aula di Divinazione è al settimo piano".
" E tu come lo sai, Ginny?".
"Fred e George, non chiedere."
"Oook".
Ginny e io saliamo al settimo piano.
E arriviamo ad una scala a chiocciola dove vi è seduto Ron.
" Hey Ron!"
Il rosso si gira verso di noi.
"Ragazze! Avete già finito?".
" Si, voi?" Domando.
"Io sì. Harry è ancora dentro.
Per favore non chiedetemi come è andata" Dice con aria un po' schifata.
"Tranquillo, Ron" dice Ginny.
"La tua espressione dice tutto" aggiungo, e la rossa scoppia a ridere.
"Che ne dite se andiamo in sala comune? Mi sa che ad Harry ci vorrà un po' ".
Io e Ginny annuiamo.
Il rosso si alza e insieme scendiamo dal settimo piano e ci rechiamo al quadro della signora grassa.
Ron dice la parola d'ordine e entriamo dentro.
Vedo Hermione seduta in un angolo della sala comune "Hermione stai bene?" Domando con cauta.
Ha in mano un foglio, spero che non sia quello che penso, ma dalla faccia di Hermione temo che sia così.
Harry's Pov
Sono appena uscito dall'aula di divinazione, e sono sconvolto.
La professoressa Trelawney è stata più strana del solito.
Per un momento è diventata rigida roteava gli occhi e parlava in modo strano. La cosa strana è che delirava su Voldemort e sul suo servo.
Che si riferisse a Black? Meglio non dire niente a Sira, potrebbe starci molto male e io non voglio farla soffrire ulteriormente.
Mi incammino velocemente per i corridoi e arrivo al quadro.
Dico la parola d'ordine ed entro.
Cammino per la sala comune, e vedo i ragazzi in un angolo.
Ginny appena mi vede fila di corsa di sopra.
Il mio sguardo cade sul trio hanno una faccia da funerale.
"Fierobecco ha perso" dice Ron pianissimo.
"Hagrid ha appena mandato questo". Afferrò il biglietto dalle mani di Ron, con furia e inizio a leggere.
Appello perso. Esecuzione al tramonto. Nulla da fare. Non venite.
Non voglio che vediate.
Hagrid
"Dobbiamo andare" dico.
"Non può stare là seduto da solo ad aspettare il boia!"
"Sono d'accordo!... Hagrid è nostro amico e gli amici non si lasciano da soli, specialmente in queste situazioni" dice Sira in tono serissimo.
"Al tramonto, però..." dice Ron, che guarda nel vuoto fuori dalla finestra. "Non ci daranno mai il permesso... specialmente a voi due"
Mi prendo la testa tra le mani.
Ron ha ragione, il permesso non c'è lo daranno mai, ma come ha detto Sira Hagrid non va lasciato solo.
"Se solo avessimo il Mantello dell'Invisibilità..." Sussurro.
"Dov'è?" Chiede Hermione.
"L'ho lasciato nel passaggio della strega orba...se Piton mi trova un'altra volta da quelle parti, finisco nei guai, e sul serio" concludo.
"È vero" dice Hermione e si alza.
"Se vedete... come si fa ad aprire la gobba della strega?"
"Devi... darle un colpo di bacchetta e dire Dissendium" rispondo.
"Ma...".
"Sira, Andiamo".
La ragazza annuisce alla riccia.
Non ho neanche il tempo di ribattere che le due escono via dalla sala comune.
"Non saranno andate a prenderlo..." dice Ron attonito.
"Credo di sì, Ron" dico.
Sira's pov
Hermione ed io abbiamo recuperato il mantello di Harry.
Anzi lei l'ha recuperato io facevo la guardia, in modo tale che nessuno venisse a ficcanasare.
Ora stiamo tornando in sala comune con il Mantello argenteo piegato con cura ed è nascosto sotto gli abiti di Hermione.
Ritorniamo al quadro, diciamo la parola d'ordine e entriamo.
Subito vediamo Harry e Ron nello stesso angolo dove li avevamo lasciati un quarto d'ora fa.
Ci avviciniamo a loro e Herm restituisce il mantello al moro
"Hermione, non so che cosa ti prende ultimamente!" Dice Ron sbalordito. "Prima picchi Malfoy, poi pianti la lezione della Trelawney ..."
Hermione assume una faccia piuttosto lusingata.
"Beh in effetti Ron ha ragione, tu non infrangeresti mai le regole" dico con un ghigno.
"In certe circostanze posso chiudere un occhio" ribatte la riccia e noi tre cerchiamo di non ridere
"Meglio andare a cena" dico.
"Si sono d'accordo" dice Harry.
Voce narrante
Scesero a cena con tutti gli altri, ma alla fine non tornarono alla Torre di Grifondoro.
Harry aveva nascosto il Mantello sotto i vestiti; doveva tenere
le braccia incrociate per nascondere il rigonfio.
S'infilarono in una stanza vuota accanto alla Sala d'Ingresso, in ascolto, finché non furono certi che
fosse deserta.
Sentirono ancora qualcuno attraversare l'ingresso di corsa, e
una porta che sbatteva.
Hermione fece capolino dalla porta.
"Ok" sussurrò "non c'è nessuno... il Mantello, presto..."
Camminando molto vicini in modo che nessuno li vedesse, attraversarono l'ingresso in punta di piedi, coperti dal Mantello, poi scesero i gradini di pietra fino al prato.
Il sole già calava dietro la foresta proibita, spruzzando
d'oro le cime degli alberi.
Raggiunsero la capanna di Hagrid e bussarono.
Il guardiacaccia ci mise un po' a rispondere, e quando lo fece, si guardò intorno in cerca del visitatore, pallido e tremante.
"Siamo noi" sibilò Harry.
"Abbiamo addosso il Mantello dell'Invisibilità. Facci entrare, così possiamo levarcelo".
"Non dovevate venire!" Mormorò Hagrid, ma fece un passo indietro e i quattro entrarono.
Hagrid chiuse in fretta la porta e Harry si sfilò il Mantello.
Hagrid non piangeva né si gettò al collo di nessuno.
Sembrava che non sapesse dove si trovava o che cosa doveva fare.
Una disperazione, la sua, che era peggio delle lacrime.
"Volete del tè?" Disse.
Le sue manone tremarono afferrando il bollitore.
"Dov'è Fierobecco, Hagrid?" Chiese Sira esitante.
"Io... l'ho portato fuori" rispose Hagrid, versando un po' di latte sul tavolo mentre riempiva il bricco.
"È legato nell'orto delle zucche. Ho pensato che doveva vedere gli alberi e.... e respirare l'aria buona... prima di..."
La mano di Hagrid tremava così forte che il bricco del latte gli scivolò
tra le dita e finì in mille pezzi.
"Ci penso io, Hagrid" disse rapida Hermione, affrettandosi a ripulire.
"C'è n'è un altro nella credenza" disse Hagrid sedendosi e asciugandosi la fronte sulla manica.
Harry guardò Ron, che gli restituì lo sguardo, desolato.
"Non c'è niente che si possa fare, Hagrid?" Chiese Harry risoluto, prendendo posto accanto a lui.
"Silente..."
"Ci ha provato" disse Hagrid.
"Non ha il potere, lui, di annullare quello che decide il Comitato.
L'ha detto, a loro, che Fierobecco è a posto, ma hanno paura... lo sapete com'è Lucius Malfoy... lì ha minacciati, credo io... e il boia, Macnair, è un vecchio amico di Malfoy... ma farà in fretta... e io gli starò vicino..."
Hagrid deglutì. I suoi occhi sfrecciavano da una parte all'altra della capanna, in cerca di un briciolo di speranza e di conforto.
"Silente verrà quando... quando succede. Mi ha scritto questa mattina.
Dice che vuole... vuole stare con me. Grand'uomo, Silente..."
Hermione, che stava cercando nella credenza di Hagrid, si lasciò sfuggire un piccolo singhiozzo soffocato.
Si alzò con l'altro bricco in mano, lottando per trattenere le lacrime.
"Anche noi resteremo con te, Hagrid!" Esclamò, ma Hagrid scosse il testone arruffato.
"Voi dovete tornare al castello.
Ve l'avevo detto, non voglio che voi vediate.
E non dovevate essere qui comunque... Se Fudge e Silente vi trovano fuori senza permesso, sono guai grossi".
Lacrime silenziose solcavano ora il viso di Hermione, che cercò di non
farsi vedere da Hagrid dandosi da fare per preparare il tè.
Poi, mentre prendeva la bottiglia del latte per versarne un po' nel bricco, si lasciò sfuggire uno strillo.
"Ron! Io... non posso crederci... è Crosta!"
Ron la guardò a bocca aperta.
"Ma che cosa stai dicendo?"
Hermione posò il bricco sul tavolo e lo rovesciò. Con uno squittio disperato, agitando freneticamente le zampe nel tentativo di tornare dentro, il
topo Crosta scivolò sul tavolo.
"Crosta!" Esclamò Ron esterrefatto. "Crosta, che cosa ci fai qui?"
Afferrò il topo che si contorceva tutto e lo sollevò. Crosta aveva un aspetto orribile.
Era più magro che mai, grosse chiazze di pelo erano cadute lasciando ampie macchie rosate, e si contorceva tra le mani di Ron, cercando disperatamente di liberarsi.
"Va tutto bene, Crosta!" Disse Ron. "Niente gatti! Nessuno ti farà del male!"
Sira invece doveva trattenersi dal non saltare addosso al topo.
Sapeva che non poteva farlo, se lo avrebbe fatto gli avrebbero chiesto il motivo e non poteva di certo dire che era dalla parte di suo padre e che lo copriva.
Hagrid si alzò di scatto, gli occhi puntati alla finestra.
Il suo viso di solito rubicondo era diventato color pergamena.
"Arrivano..."
Harry, Ron, Hermione e Sira si voltarono di scatto. Un gruppo di uomini scendeva i gradini del castello. Davanti c'era Albus Silente, la barba d'argento che scintillava nel sole morente. Vicino a lui trotterellava Cornelius Fudge.
Li seguivano il vecchio, fragile membro del Comitato e il boia, Macnair.
"Dovete andare" disse Hagrid. Tremava tutto.
"Non devono trovarvi qui... andate, adesso..."
Ron s'infilò Crosta in tasca e Sira prese il Mantello.
"Vi faccio uscire dalla porta dietro" disse Hagrid.
Lo seguirono fino all'ingresso sul retro.
A Harry parve tutto stranamente irreale, tanto più quando vide Fierobecco legato a un albero nell'orto delle zucche di Hagrid.
L'Ippogrifo sembrava aver capito che stava per succedere qualcosa.
Voltò la testa affilata da una parte e dall'altra e raspò il terreno
nervosamente.
"Va tutto bene, Becco" disse Hagrid dolcemente.
"Tutto bene..."Si voltò verso Harry, Ron, Hermione e Sira. "Andate" disse. "Andate".
Ma i quattro non si mossero.
"Hagrid, non possiamo..."
"Diremo loro che cosa è successo veramente..."
"Non possono ucciderlo..."
"Andate!" esclamò Hagrid deciso.
"È già abbastanza brutto senza che
finite tutti nei guai!"
Non avevano scelta.
Mentre Sira gettava il Mantello sopra Harry, Ron e Hermione, sentirono delle voci davanti alla capanna. Hagrid guardò il punto in
cui erano appena spariti.
"Andate, svelti" disse con voce roca. "Non dovete sentire..."
E tornò dentro la capanna mentre qualcuno bussava alla porta davanti.
Lentamente, in una sorta di orribile trance, Harry, Ron, Hermione e Sira fecero in silenzio il giro della casa di Hagrid. Quando giunsero dall'altra parte, la porta davanti si chiuse con un colpo secco.
"Vi prego, muoviamoci" sussurrò Hermione. "Non lo sopporto, non ce la faccio..."
Presero a risalire il prato verso il castello.
Ora il sole calava rapido; il
cielo era diventato di un grigio chiaro striato di viola, ma verso ovest c'era
un bagliore rosso rubino.
Ron si fermò di colpo.
"Oh, ti prego, Ron" esordì Sira.
"È Crosta... non vuole... stare tranquillo..."
Ron si chinò, cercando di trattenere Crosta dentro la tasca, ma il topo era fuori di sé; squittiva come un pazzo, si agitava e si divincolava, cercando di affondare i denti nella mano di Ron.
"Crosta, sono io, stupido, sono Ron" sibilò.
Sentirono una porta aprirsi alle loro spalle e il suono di alcune voci maschili.
"Oh, Ron, muoviamoci, ti prego, stanno per farlo!" Sussurrò Hermione. "Ok... Crosta, stai buono..."
Proseguirono; Harry, come Hermione e Sira, cercò di non prestare orecchio alle voci alle loro spalle. Ron si fermò di nuovo.
"Non riesco a tenerlo fermo... Crosta, stai zitto o ci sentiranno..."
Il topo squittiva selvaggiamente, ma non abbastanza forte da coprire i rumori che arrivavano dal giardino di Hagrid.
Si udì un intreccio indistinto di voci maschili, poi venne il silenzio e poi, senza preavviso, l'inconfondibile sibilo di un'ascia, seguito da un tonfo.
Hermione e Sira barcollarono.
"L'hanno fatto!" Sussurrò la riccia a Harry. "Io non... non ci posso credere... l'hanno fatto!"
Harry fu come svuotato dallo shock. Tutti e quattro rimasero lì, paralizzati dall'orrore, sotto il Mantello dell'Invisibilità. Gli ultimi raggi del sole che tramontava gettavano una luce insanguinata sui prati coperti di lunghe ombre.
Poi udirono alle loro spalle un ululato selvaggio.
"Hagrid" mormorò Harry.
Senza riflettere, fece per voltarsi, ma Ron, Hermione e Sira lo afferrarono per le braccia.
"Non possiamo" disse Ron, bianco come un cencio.
"Finirà in un altro guaio se scoprono che siamo andati a trovarlo..."
Il respiro di Hermione era breve e irregolare.
Mentre Sira cercava di trattenere le lacrime.
"Come... hanno... potuto?" Disse con voce soffocata la piccola Black. "Come hanno potuto?"
"Andiamo" disse Ron battendo i denti. Ripartirono alla volta del castello, avanzando piano per rimanere nascosti sotto il Mantello.
La luce ora diminuiva in fretta.
Quando furono sui campi aperti, l'oscurità calò come un incantesimo attorno a loro.
"Crosta, stai fermo" sibilò Ron, premendosi la mano sul petto.
Il topo si divincolava come un pazzo. Ron si fermò di colpo e cercò di infilare Crosta più a fondo dentro la tasca. "Si può sapere che cos'hai, stupido topo?"
Sira's Pov
Purtroppo so che cos'ha quello stupido topo.
O forse dovrei chiamarlo Peter Minus o addirittura traditore.
Ron cerca di mantenere il topo, ma si divincola anche troppo.
"Stai fermo - AHIA! Mi ha morso!"
"Ron, stai zitto!" Sussurra in fretta Hermione. "Fudge sarà qui tra un
minuto".
"Non... vuole... stare tranquillo...Che cos'ha?" Dice Ron.
Ma non rispondiamo.
Io e Harry abbiamo appena visto grattastinchi che scivola verso di noi, il corpo appiattito, i grandi occhi gialli che scintillano inquietanti nell'oscurità.
"Grattastinchi!" Gemette Hermione. "No, vai via, Grattastinchi! Vai
via!"
Ma il gatto non ha alcuna intensione di andare via.
"Crosta... No!"
Mi volto verso Ron e vedo il topo scivolare dalle dita del rosso e inizia a fuggire.
Grattastinchi balza all'inseguimento.
Ron si toglie il mantello e scatta veloce verso il topo e scompare nell'oscurità.
"Ron!" Esclama Hermione.
Noi tre ci scambiamo un'occhiata.
E capisco subito l'intenzione di Harry.
Senza pensarci, ci togliamo il mantello, uscendo allo scoperto e iniziamo a inseguire Ron:
Sentiamo i suoi passi risuonare davanti a noi, e le sue grida contro Grattastinchi.
"Vai via... vai via... Crosta, vieni qui..." Sento un colpo secco.
"Preso! Vattene via, gattaccio puzzolente...".
Cavolo! Per poco non inciampavamo addosso al rosso.
Quest'ultimo è per terra, lungo disteso, ma Crosta è di
nuovo nella sua tasca; il ragazzo tiene le mani strette sul rigonfiamento tremante.
"Ron... dai... torna sotto il Mantello..." ansima Hermione. "Silente... il
Ministro... usciranno tra un attimo...".
" Ragazzi avete sentito?" Domando.
Ho sentito dei tonfi soffocati di zampe giganti.
Lui è qui!
Ci voltiamo di scatto e lo vedo.
Papà è a pochi passi da noi, riesco a vedere i suoi occhi anche se è buio.
Vedo la sagoma di Papà che balza verso Harry e quest'ultimo cade a terra.
Il cane si rimette in piedi e ringhia, è pronto per un nuovo attacco.
Ma non punta a noi bensì a Ron.
Sa che ha lui il topo.
Il cane si avventa sul braccio del rosso e lo strattona come se fosse una bambola di pezza.
"AHii!" Porca puttana che male.
Qualcosa mi ha graffiato il viso.
Cazzo! Brucia da morire.
Infilo la mano in tasca e prendo la bacchetta.
" Lumos" sussurro.
Oh oh.
Siamo davanti al salice schiaffeggiante.
Vedo papà trascinare il rosso nella buca
E vedo che Ron ha la gamba incastrata tra i rami.
CRACK
Credo che la gamba del mio amico si sia rotta ho sentito proprio un osso spezzarsi.
I rami del salice ci impediscono di raggiungere la buca.
"Ron!" Urla Harry e cerca di avvicinarsi alla fessura, ma i rami glielo impediscono.
"Harry, Sira...Dobbiamo andare a chiedere aiuto" Dice Hermione spaventata.
"No, non se ne parla" dico
"Non c'è la faremo mai se qualcuno non ci aiuta" ribatte Hermione
"Se può entrare quel cane, possiamo entrare anche noi".
Detto questo tutti e tre iniziamo a saltellare incerti per evitare i rami "Per favore..." dice Herm disperata.
Ma cosa?
Grattastinchi balza in avanti.
Striscia come un serpente tra i rami agitati e appoggia le zampe anteriori sopra un nodo nel tronco.
All'improvviso l'albero cessa di muoversi, come se fosse stato trasformato in marmo.
Non si muove più una foglia.
"Grattastinchi!" Sussurra Hermione incerta.
La vedo stringere forte il braccio di Harry.
"Come faceva a sapere...?"
"È amico di quel cane" dice Harry e rimango di stucco. "Li ho visti insieme" bravo papà, credevo fossi un po' più furbo. " Venite... e tenete pronte le bacchette...".
Io e Hermione annuiamo e insieme ad Harry inseguiamo Grattastinchi nella fessura fino a ritrovarci nel tunnel.
"Dove porterà?" Domanda Herm.
"È disegnato sulla mappa del malandrino...ma Fred e George non ci sono mai entrati...credo che porti ad Hogsmeade" risponde Harry.
Però che intuito.
È da un bel po' che camminiamo, la coda di grattastinchi appare e scompare.
Ma questo non ci impedisce di non seguirlo.
Inizio a vedere la botola, è aperta e ne esce un raggio di luce fioca Grattastinchi balza dentro di essa e scompare dal nostro campo visivo.
Tutti e tre ci avviciniamo alla piccola apertura.
Ci fermiamo per un'istante giusto per prendere fiato.
I due alzano le bacchette sopra le loro teste e si sporgono dalla botola.
Ci spingiamo fuori dall'apertura.
Siamo completamente dentro.
Fingo di guardarmi intorno disorientata, mentre i due sono completamente disorientati.
"Ragazzi...credo che siamo nella stamberga strillante".
Ah ora sono riuscita a capire dove siamo.
Sento uno scricchiolio al piano di sopra.
" Ragazzi avete sentito quel...suono?" Domanda Herm.
"Si, veniva dal piano di sopra" ribatto.
"Allora forza andiamo!"
Tutti e tre ci avviciniamo alla scala pericolante.
La percorriamo e arriviamo al pianerottolo "Nox" sussurriamo insieme, e le luci sulla punta delle bacchette si spengono.
C'è solo una porta aperta, la stanza dove l'ho conosciuto.
Sentiamo dei movimenti dall'altra parte; un sordo gemito, e poi un intenso ronzio di fusa.
Ci scambiamo un ultimo sguardo, un ultimo cenno.
Harry sferra un calcio alla porta e la spalanca.
Scorgo Grattastinchi, steso sul letto a baldacchino intento a fare le fusa.
Ron è sul pavimento, e senza pensarci ci precipitiamo verso di lui.
"Ron... stai bene?" Domanda Herm.
"Dov'è il cane?" Domanda Harry
"Non è un cane" geme Ron, digrignando i denti per il dolore. "Harry, è una trappola..."
"Che cosa..."
"È lui il cane... È un Animagus...".
Tutti e tre ci giriamo di scatto verso l'uscio mio padre è in piedi davanti a noi.
Harry si mette davanti a me con fare protettivo.
Mio padre ci guarda con aria interrogativa.
Harry tende la bacchetta verso di lui.
"Expelliarmus!" Esclama papà.
Le nostre bacchette volano nel palmo di papà lasciandoci disarmati.
"Ero sicuro che saresti venuto ad aiutare il tuo amico" dice rauco "Tuo padre avrebbe fatto lo stesso per me. Sei stato coraggioso a non andare a chiamare un insegnante. Te ne sono grato... questo renderà le cose molto più semplici...".
" No, non lo saranno. Sira rimani dietro di me".
Papà alza lo sguardo verso di me.
Ha gli occhi dilatati.
Sono stata smascherata.
Salve gente un po' lunghetto he (3885 parole).
E già ma spero che vi piaccia lo stesso.
Ciao ciao.
PS l'ho finito alle 2.20 del mattino.
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