Una Decisione Irreversibile
Il ragazzo strano trascinò chi di noi era messo peggio sul drago, e poi al campo.
Io, Percy, Annabeth, Nico e Will tornammo indietro a nuoto. Io non facevo altro che pensare ad Alex.
Ti prego, ti prego, salvati...
Quando riemergemmo una mezza dozzina di figli di Apollo ci venne incontro. Gli altri erano tutti intorno a Leo e ad una ragazza che notavo solo adesso, una giovane con i capelli color caramello.
Tirai una mezza gomitata alla ragazza che mi stava curando e mi diressi verso l'infermeria. Alex era lì.
Aveva una grande quantità di bende su tutto il corpo, e il suo battito cardiaco era lento, ma regolare. Mi sedetti accanto a lui e gli presi una mano.
"Sei un Idiota con la I maiuscola, te l'ho mai detto? Ti avevo chiesto di non morire e tu che fai? Dei, per essere un figlio di Atena sei abbastanza stupido".
Mi alzai in piedi e iniziai a vagare per la stanza. Ero arrabbiata, mi sentivo un animale in gabbia. Sentii le lacrime salire, e le lasciai andare.
Perché chiunque mi sta vicino soffre? Adesso basta, non ce la faccio più.
"FANCULO!" gridai.
Perché queste grida, Semidea?
Mi immobilizzai. Quella voce era nella mia testa. E la riconoscevo. "Melinoe?".
In persona.
"Che vuoi?".
È inutile che ti opponi alla tua vera natura, Giada.
"Che significa?".
Che in fondo al tuo cuore sai benissimo che dentro di te c'è solo oscurità.
"No... Non è vero!".
Sì, invece... Tu sei un'arma. Provi piacere nell'uccidere gli altri, nell'infliggere dolore.
"Io... Io...".
Non opporti.
"No...".
Ma dentro di me sentii che qualcosa stava cambiando. O forse c'era sempre stato, e io non me ne ero mai accorta.
"Che destino può avere una Figlia Della Morte fra gli altri semidei? Sei pericolosa, e questo lo sanno. Prima o poi sbaglierai, e allora ti daranno la caccia. Io non lo farei".
"Tu...".
"Io vincerò, Giada. E questo lo sai".
Una visione attraversò la mente della ragazza.
Il Campo in fiamme, i suoi amici morti. Melinoe era in piedi sopra i loro cadaveri, e lei era al suo fianco. Brandiva la sua spada e aveva le ali spalancate dietro la schiena.
"Unisciti a me. Dammi una prova della tua fedeltà, prova a te stessa che sei un mostro!".
La voce si dissolse e vidi una figura allontanarsi in fretta da me. Le corsi dietro, la afferrai per la gola e la sbattei a terra. Era Fanny. Quella piccola figlia di Mercurio.
" G-Giada... Ci hai traditi! Sei un m-mostro". "Hai ragione. Lo sono".
Evocò la spada. Sapeva di non poter tornare indietro, e nemmeno lo voleva. Sperava solo che Melinoe la vedesse. La lama nera si piantò nel petto della ragazzina. Quella emise un solo sospiro, poi i suoi occhi si velarono.
Giada la lasciò andare, senza più l'ombra di un sentimento negli occhi neri.
"Melinoe".
Sapevo di avere ragione.
"Devi giurarmi una cosa. C'è una persona che odio con tutto il mio cuore, e voglio che soffra".
Chi?
"Un figlio di Atena. Alex".
Che vuoi fare di lui?
"Che sopravviva. Che trovi un posto sicuro dove vivere nel nostro nuovo mondo, e che soffra in eterno per il dolore di tutto ciò che ha perso".
Bene, Giada.
La voce che aveva convinto Giada a fare quell'ultima, disperata richiesta, l'unica piccola scintilla della sua umanità, si spense. E il buio soppresse ogni sentimento.
"Come posso trovarti, Melinoe?".
Affidati ai tuoi poteri.
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