Il Funerale

C'era tutto il Campo. Era uno spettacolo abbastanza triste: circa cinquecento ragazzi riuniti attorno a tre pire funerarie.

Le prime due erano grandi, di legno lucido a causa dell'olio. La terza era più piccola. Nessuno parlò quando i corpi di Poseidone e Ade vennero composti sulle cataste. Anfitrite e Persefone erano lì, e anche Thanatos e Tritone, e molte ninfe marine. Altre intonavano un canto straziante dalle loro dimore sottomarine, ma l'eco di quella melodia si udiva anche dal campo.

La signora O'Leary stava accucciata al fianco di Percy, uggiolando. Hazel strinse forte Nico quando Chirone si fece avanti.

"Credo che tutti sappiano perché siamo qui, percui non riaprirò ferite già aperte. Voglio dirvi solo questo: ci sarà il giorno del cordoglio per Ade e Poseidone, e anche quello per Fanny. Ma non è adesso. Adesso possiamo bruciare i loro corpi, e far sì che le loro anime trovino riposo negli Inferi, per quanto possibile. Ma il momento di piangere, e quello di tributare loro i giusti onori, verrà a guerra finita".

Annabeth si fece avanti e parlò: "Tra una settimana Melinoe attaccherà l'Olimpo. Dobbiamo sfruttare questo tempo per preparare le difese, organizzare una strategia". "Al diavolo le strategie!" gridò Clarisse. "Ammazziamoli adesso!". "Clarisse, lo so che sei arrabbiata, ma non si può sfuggire al destino. Credimi, anche io vorrei prendere una spada e sgozzare Melinoe su due piedi, ma sarebbe stupido, e anche tanto".

"Allora che proponi di fare?". "Salire sull'Olimpo. Fra tre giorni. E aspettarli lassù. Solo allora faremo una strage".

Clarisse annuì, poi Chirone alzò un braccio. Nico, Percy e Travis si fecero avanti reggendo tre torce.

Le pire vennero accese, e in qualche minuto i corpi degli dèi e della ragazza si dissolsero in cenere.

"Che possano trovare riposo nei Campi Elisi" mormorò Thanatos avvicinandosi alle pire e alzandosi in volo. Sguainò la falce nera e la fece scorrere fra le fiamme.

Tre spirali di fumo, una blu, una nera e una bianca, si levarono dal rogo e si tuffarono nella lama della falce.

Percy sentì qualcosa lasciare il suo corpo. Ma non era una sensazione fisica. Era qualcosa che lo lasciava per sempre. La sua infanzia, tutti i momenti passati con suo padre, nel bene e nel male. Tutto questo gli passò dolorosamente davanti agli occhi in un brevissimo flashback.

Si sedette vicino alla pira e lì rimase. La pioggia iniziò a scendere lenta sul campo, come se anche il cielo fosse stato in lutto, e la barriera magica del campo non si oppose al dolore che spirava da quella pioggia.

Annabeth lo prese per un braccio e lo riportò nella sua cabina. "Percy...". "Non dire nulla, ti prego. Solo...". "Cosa?". "Rimani con me, Annie". "Sempre".

Nico si sbatté alle spalle la porta della Cabina di Ade e si lasciò cadere sul letto a peso morto. Hazel lo raggiunse poco dopo, sdraiandosi al suo fianco e affondando la faccia nella sua maglietta nera.

"Mi manca già". "Anche a me, sorellina". Si abbracciarono, e nel silenzio della loro cabina si dissero con la mente tutto ciò che le loro differenze avevano taciuto nel corso del tempo.

Che si volevano bene, che ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra, e che niente si sarebbe mai messo fra di loro.

Will, che silenziosamente li spiava da uno spiraglio nella porta, sorrise.

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