CAPITOLO 2 "Eredità" (Kel)
Le suole fradice premono rapidamente sul terreno bagnato. Sento i muscoli delle gambe flettersi e rilassarsi passo dopo passo quando svolto un angolo ficcandomi in uno dei numerosi vicoli stretti tipici dei bassifondi. Le luci colorate e sfarfallanti delle insegne al neon illuminano il sudicio passaggio di blu e verde. Veloce come il vento, il ladro si infiltra nel mercato sparando qualche colpo nella mia direzione.
"Kel chi è questo tizio?" La voce preoccupata di Neeve suona nel comunicatore attaccato alla cintura.
"Mio cugino, è venuto da Tatooine per un saluto!" Esclamo schivando i colpi rosso fiammanti che sibilano nell'aria.
"Aspetta, fai sul serio?"
"Ovviamente no, ma ti pare?!"
"Ti odio... Sta entrando nel settore 3"
"Ricevuto, lo seguo" Supero locande e negozi, sento gli occhi di malviventi e spacciatori puntati addosso, scorgo bambini senza futuro giocare ai bordi delle strade, genitori con sguardi spenti consci del loro ineluttabile destino su questo pianeta. Passo sotto un'enorme arco addentrandomi in una gigantesca piazza piena di tutto quello che la galassia ha da offrire. L'alieno continua a galoppare in mezzo al mare di persone che si apre come una cerniera dinnanzi al rumore dei colpi di blaster. Salta su una fila di bancarelle colorate con un agilità fuori dal comune per qualsiasi forma di vita.
"Non costringermi a venire lì sopra!".
Il criminale senza neanche degnarmi di uno sguardo tira fuori una seconda pistola facendo esplodere diversi colpi che illuminano la strada di fuoco.
"Tu non scherzi mai, eh?" Esclamo guardando i proiettili piovere sulla folla, quattro colpi chiari come la luce. Li cerco con lo sguardo setacciando il gregge variopinto dalle più disparate forme di vita. Due proiettili si schiantano sul terreno, un terzo vaga confuso nell'aria centrando in pieno un cartellone pubblicitario.
Sento una donna urlare, ruoto le spalle di scatto e la vedo stringere forte un fagottino strillante tra le braccia. Uno dei colpi sfreccia proprio nella loro direzione.
"No,no,no..." Mormoro cercando una soluzione per evitare la tragedia. Afferro un carretto al mio fianco, spingendolo con forza.
"Echuta!" Impreca furioso il proprietario Hutt.
"Non so cosa significhi ma sono abbastanza sicuro che non sia un complimento".
"Confermo" ridacchia Neeve.
Un suono cupo e un urlo tremolante si espandono nell'aria. La madre tasta il corpo del bambino come si farebbe con una pagnotta appena sfornata. Il foro sul carretto emette un fumo scuro che si dilegua nello smog della città.
"Non è proprio così che immaginavo la serata" dico fra me e me.
L'attentatore coglie l'occasione per balzare giù dal suo appoggio. Svolta un angolo, gli sto alle costole. Ci ritroviamo in un cantiere, il ladro entra dalla finestra di un palazzo ancora in costruzione muovendosi agilmente tra i pali di ferro conficcati nel terreno. Cerco di mantenere il passo con non poca difficoltà sotto gli occhi dei lavoratori scioccati che si appiccicano ai muri cercando di non intralciarci. Sale fino al terzo o quarto piano, tre scalini a gambata, corre verso una pila di sabbia da costruzione lanciandosi sulla strada al di sotto.
Mi affaccio dal muretto in cemento e lo vedo sulla schiena di un camion.
"Non ci credo che lo sto per fare..." Mormoro balzando sul veicolo in movimento.
Il mezzo sfreccia nella superstrada muovendosi a zig zag . Provo a mantenere il precario equilibrio premendo le scarpe sulla lucida carrozzeria. Una luce abbagliante mi rende cieco, alzo lo sguardo notando una cannoniera LA-AT stazionata sopra le nostre teste. Scorgo Neeve affacciata dallo sportello, al suo fianco una squadra di cloni.
"Hai preso una stramaledetta cannoniera?!" Chiedo stupito.
"Quale migliore occasione?".
Finalmente ottengo una visione pulita del fuggitivo. E' molto più basso e minuto di me ma non sembra per nulla intimorito dalla mia stazza. Il viso è caratterizzato da due lunghe zanne simili a quelle di un ragno, il corpo interamente ricoperto di peli fradici. Mi guarda fisso con i quattro occhi neri come la pece. Riesco a percepire la sua stanchezza maldestramente mascherata. Allunga una mano fin dentro la veste scura e tira fuori i due blaster argentati che luccicano sotto la luce del riflettore. Vedo velocemente l'elsa dorata che tiene attaccata alla cintura, i dubbi e le domande tornano a tormentarmi.
Silenzio il comunicatore.
"Non so chi tu sia e non so perché tu voglia da quell'arma ma sappi che non ti permetterò di averla". Accendo le spada laser, un ciuffo fradicio danza sul viso trasportato dal vento. Alzo il tallone dal pavimento e premo la suola preparandomi all'attacco. Giro una spada attorno al polso puntandola al terreno e mi lancio su di lui. Spara prima uno poi due, tre, quattro, infiniti colpi. Devio con le lame i proiettili luminosi, uno lo colpisce alla spalla. Mi guarda in cagnesco. Osservo la strada per qualche secondo, le spade roteano a pochi centimetri dal mio volto. Intravedo il distretto commerciale poco più avanti nell'autostrada.
"Oh, ma andiamo!" Esclamo spazientito. Il mezzo fa una brusca manovra tamponando un'automobile, un piede slitta fuori bordo a causa dell'acqua facendomi perdere l'equilibrio. Attacco al volo le spade alla vita e cado con la schiena sull'acciaio aggrappandomi ad un gancio e rimanendo appeso per una mano. Sento un colpo di blaster provenire dalla cabina, vedo la portiera del conducente spalancarsi venendo troncata da un palo e dirigendosi pericolosamente verso di me. Centinaia di finali orribili vengono elaborati dalla mia mente alla velocità di un battito di ciglia. Faccio un balzo per risalire sul camion, vedo la portiera seguita dal cadavere dell'autista inerme sfiorarmi il tallone prima di riversarsi in strada con stridore metallico.
"Neeve! Fai sgombrare subito il settore 5, abbiamo un grosso problema!" Esclamo al comunicatore. Il camion irrompe in una piazza con gran fragore abbattendo una recinzione di metallo che crolla per terra tra le urla dei civili terrorizzati. I commercianti abbandonano le bancarelle che vengono demolite pochi secondi dopo dall'avanzata inarrestabile del veicolo. Corro verso la punta dell'autovettura.
Con le lame traccio una circonferenza incandescente nell'alluminio sotto i miei piedi finendo direttamente all'interno della cabina. Mi giro verso il conducente notando al suo posto l'Aqualish che con un gesto fulmineo sfodera l'arma puntandomela al fianco.
"Non cosi in fretta Jedi!" Esclama emettendo un leggero sibilo.
Sento il freddo metallo della canna sfiorarmi la pelle. Ho la lama diretta verso il suo collo in uno stallo che sembra quasi interminabile,passano pochi secondi che però sembrano ore. Sento il suo timore, ha gli occhi spalancati, stringe i denti e allunga il collo per allontanarsi il più possibile dalla lama lucente al di sotto del mento. Non spara, il dito tremolante sfiora a malapena il grilletto.
"Non deve finire per forza così". Faccio io ispirando profondamente
"Non so chi tu sia e non mi interessa". Osservo la spada sbucare della veste.
"Mi interessa solo la spada".
"Vorrà dire che dovrai faticare ancora un pò". Il dirottatore accenna un sorriso
Ruota il manubrio quattro volte tra le mani effettuando una virata estrema che fa girare orizzontalmente il camion. Sento la gravità del mio corpo mutare radicalmente, il sangue nelle vene scorrere nel verso opposto, i suoni entrare da un orecchio e fuoriuscire dall'altro. Cado sul tetto dell'abitacolo tra i vetri rotti del parabrezza ormai sfracellato, qualcosa mi colpisce il fianco. Il camion fa una o due piroette in aria, torno giù e poi di nuovo su, i conati di vomito iniziano a farsi sentire. L'alluminio si incrina, si spezza e si accartoccia mentre centinaia di cocci di vetro danzano in aria. Il cranio impatta sul cruscotto. Il tempo si ferma così come i pensieri.
Passano alcuni secondi di totale silenzio, quel tipico silenzio che senti solo la sera, quando chiudi gli occhi sperando in un domani migliore.
"Kel,Kel! Maledizione Kel rispondi!" La voce di Neeve al comunicatore mi risuona in testa. Apro leggermente gli occhi impolverati. Mi ritrovo a testa in giù con la caviglia attorcigliata alla cintura di sicurezza. Scorgo l'Aqualish uscire dal varco lasciato dalla portiera distrutta poco prima. Cerco di riordinare le idee fallendo miseramente.
"Sono qui" dico sottovoce. La testa ruota come una trottola,le orecchie fischiano e sento come se tutte le ossa del corpo siano appena state piegate fino a spezzarsi. Mi tasto la fronte,sento la ferita sanguinante pulsare all'interno del cranio.
"Oh grazie al cielo sei vivo" risponde lei "Il ladro si sta dirigendo verso il settore 6" continua.
"Lo so..." Emetto un gemito dolorante "il problema è che sono in una situazione non proprio favorevole" Scalcio per liberarmi,senza apparenti risultati. Sento due colpi di blaster nell'aria. "Al diavolo!" Faccio per accendere la spada e taglio in due la corda.
Mi precipito fuori cadendo con un tonfo e gattonando per alcuni metri. Ricordo di avere delle gambe e mi alzo in piedi. Alcune armature scure e senza volto tengono lontane le persone urlando e picchiando con dei manganelli scuri. Sembrano guardie dei bassifondi. Vedo due soldati stesi sul pavimento,con fori fumanti sulla nuca.
Non mi soffermo sul mio stato e senza neanche accorgermene ricomincio a correre. Ogni centimetro del mio corpo soffre al solo movimento di un muscolo. Mi faccio strada tra la folla superando la coltre più densa. Lo vedo. Irrompe in un bar infrangendo la vetrina con un colpo di pistola,in sottofondo urla di clienti terrorizzati.
"Torna qui brutto figlio di un Bantha" borbotto con voce ancora fioca. Scivola sul bancone spodestando le persone sedute e spingendo il barista sul suolo umido.
Corre verso la cucina spalancando la porta a doppie ante. Cuochi e camerieri ci seguono con lo sguardo. Rumori metallici di pentole e posate inebriano l'aria. Il criminale tira uno scaffale pieno di piatti deliziosi che crolla sul mio cammino. Lo supero balzando su una colonna a lato della stanza. Seguo la scia di distruzione e urla fino alla porta d'uscita secondaria che si chiude con un tonfo. La apro con una spallata ritrovandomi in una via affollatissima.
Una marea di colori e carnagioni diverse mi si para davanti. La pioggia ha iniziato a battere più forte,mi riempie la testa. Inizio a muovermi tra la folla spintonando e allontanando le persone.
Con un calcio apro un grande portone che funge da confine col settore 7 ritrovandomi in un lungo marciapiede largo qualche metro che da su una superstrada dove migliaia di auto sfrecciano a velocità elevatissima. Il passaggio,usato principalmente per lavori di ristrutturazione, è totalmente vuoto. Il criminale si ferma a contatto col muro di mattoni alto qualche metro.
"Restituiscimi ciò che mi ha rubato o mi farai pentire di non averti ucciso su quel camion!" La mia voce tuona nella stradina vuota.
"Ti avevo dato una possibilità Kel...". L'alieno porta una mano alla tasca, l'aria si appesantisce di colpo. Non mi guarda, il capo chino sul pavimento. Tira fuori un'altra elsa, scura e opaca, emana una strana energia. Non è la spada che mi ha rubato. Clicca un pulsante e una lama rossa sfreccia fuori dall'involucro. Una foschia color rosso sangue lo ricopre dai piedi fino al collo.
"Hey, Hey calmo" Balbetto. Osservo la lama che crepita nell'aria, sento la forza bruta emanata da ogni scintilla, il dolore del cristallo kyber all'interno dell'impugnatura, il rumore dell'acqua che evapora a contatto con il raggio.
"Kel!" Intravedo Neeve entrare dallo stesso portone spalancato pochi attimi prima seguita da una squadra di soldati. Il suo sguardo diventa presto un misto di emozioni diverse.
"Quello è un sith?!" Esclama incredula "Ma non erano tutti...".
"...morti?". Continuo io. "A quanto pare no".
Si mette al mio fianco attivando l'arma da cui fuoriesce una lama dorata, i soldati mirano il nemico.
"Neeve...". sussurro.
"Kel se speri che me ne vada, dimenticatelo. Non ti lascerò da solo contro un sith". Non mi oppongo, la conosco abbastanza bene da sapere quanto sia testarda.
Ci posizioniamo, pronti all'attacco. Scorgo il sith sogghignare sotto il cappuccio scuro, un aura oscura lo pervade dalla testa ai piedi non lasciando intravedere nessuna emozione apparte la furia, facilmente riconoscibile dal modo con cui tiene l'impugnatura stretta fra le dita.
Si lancia su di noi alzando la spada al cielo, alcuni cloni aprono il fuoco solo per vedere i proiettili rivoltarsi contro di loro. Fende un colpo dove prima si trovava la mia anca, mi scosto leggermente. Porta indietro il gomito affondandomelo nel petto, l'aria fuoriesce dall'addome. Un affondo centra in pieno petto un clone che crolla a terra pochi attimi dopo. Neeve si muove agilmente evitando i colpi inferti dal sith e passando al contrattacco. L'avversario para il colpo costringendola ad indietreggiare. Un fendente elimina l'ultimo clone rimasto. Miro al suo fianco,le nostre lame si incrociano portandomi a pochi centimetri dal suo viso, vedo gli occhi impregnati di odio scrutarmi fin dentro l'anima. Rimpiango l'abbraccio di Neeve. Alza un palmo puntandomelo allo stomaco, ci dividiamo come due calamite con stessa polarità finendo con la schiena contro un muro.
Mi volto verso Neeve, la guardo negli occhi e c'è subito intesa. Partiamo entrambi all'attacco fendendo due colpi nella sua direzione. L'aqualish la afferra dal collo con una presa invisibile mentre schiva il mio colpo deviandolo a terra con la lama. Neeve penzola in aria a qualche metro da terra illuminata dalla lama rosso sangue. La sento respirare a fatica.
"Kel" sussurra. Sento i suoi polmoni implorare pietà, il suo viso sfumare dal pallido roseo al bluastro. Alzo lo sguardo incrociando quello di lei, intravedo i resti dei cloni sul pavimento umido. Sollevo le spade provando un ultimo, disperato, attacco; i palmi serrati sulle impugnature. Sferro un colpo, il sith alza il braccio protendendosi in avanti, sicuro della sua difesa. A pochi millimetri dalla lama color cremisi, decido di osare premendo l'interruttore e facendo ritirare il raggio di luce all'interno dell'emettitore. L'espressione del sith perde velocemente di arroganza. Riattivo l'arma al di sotto della sua. Vedo la sua mano cadere al suolo infrangendosi contro una pozzanghera. Il sith si tiene l'avambraccio fumante vicino al petto cadendo sulle ginocchia, il suo sguardo si fa di colpo torbido, confuso, furioso.
Mi precipito sul corpo di Neeve steso sul pavimento. Le sollevo il viso toccandolo come fosse di cristallo, scosto con delicatezza un ciuffo di capelli bianchi, i muscoli non rispondoni al mio tocco, gli occhi rimangono serrati dalle pesanti palpebre. Le accarezzo delicatamente una guancia, il cuore geme al solo pensiero.
"Neeve non fare brutti scherzi". Le controllo il battito. Per alcuni secondi non sento nulla oltre il silenzio. Un silenzio deleterio che mi trafigge l'anima come un coltello, un silenzio doloroso come alcool su una ferita aperta. Non posso permettere che tutto questo si ripeta, non posso perderla. Mi metto sopra di lei, palmi congiunti sul petto. Un colpo deciso, poi un altro. Avvicino le labbra alle sue, espiro frettolosamente dandole tutto quello che ho. Un altro colpo e un altro respiro. Il cuore mi esplode nel petto e i polmoni cercano di fare spazio a un pò del suo respiro. Sento come se tutta la mia vita dipendesse dal suo battito. Ripeto la manovra fino allo sfinimento, inizio a cedere, poi, un semplice rumore riaccende speranza. Un battito flebile, leggero come l'aria, veloce come una cometa.
Afferro il comunicatore dalla cintura. "Voglio subito una squadra di paramedici alla mia posizione".
Osservo il sith dall'altro lato della strada, lo approccio. Cade a terra iniziando ad indietreggiare sull'unico palmo rimasto. Tira fuori il blaster che gli strappo di mano con un gesto. Deglutisce e respira affannosamente, punto la spada al suo collo. Distoglie lo sguardo dal raggio di luce.
"Ragazzo non sai nemmeno in cosa ti stai cacciando!" Dice. "Sei solo uno stupido!"
Avvicino la spada alla sua clavicola incenerendo un paio di peli castani, un odore pungente mi sale fino alle narici. Porto una mano alla sua cintura afferrando l'elsa dorata. L'osservo meticolosamente, è ammaccata e totalmente priva di alcuni pezzi. Provo ad accenderla, l'emettitore soffoca emettendo fumo nero e scintille. Furia, tristezza e delusione si mescolano diventando una cosa sola.
Spengo la spada avvicinandomi al suo viso. Gli tiro un pugno seguito da un altro più forte, crolla con la faccia a terra. Ride singhiozzando. Lo colpisco ancora,ancora e ancora. Mi sanguinano le nocche ma non me ne rendo conto. Non mi era mai successo di provare una simile rabbia, mi sento come se avessi perso il controllo di me stesso. Lo tiro per i capelli portandolo vicino alla superstrada. Assesto altri due colpi, un incisivo salta fuori dal viso peloso. "Kel..." esclama mischiando saliva e sangue. Lo tengo per la tunica facendolo penzolare sul panorama meraviglioso della città.
"Come sai il mio nome?!"Grido usando tutta la voce che ho in corpo. "Come facevi a sapere di quella spada?!" Apro leggermente il palmo portandolo più vicino allo strapiombo. Mi guarda fisso negli occhi.
"Ti abbiamo osservato Kel" Sibila.
"Abbiamo? Tu e chi?" Abbandono ancora di più la presa. Sorride.
"Chi sei?!" Insisto. Uno dei piedi slitta fuori dal marciapiede.
"Kel...cosa stai facendo?" Mormora Neeve alzandosi lentamente da terra. Esito, tornando in me.
Il ladro con un gesto fulmineo tira fuori dalla manica un piccolo coltello a serramanico.
"Non fidarti di loro" Sussurra prima di infilarsi la lama nel collo crollando nell'abisso sottostante.
GLOSSARIO:
Sith: I Sith sono una setta ristretta di individui sensibili a una forma di energia cosmica nota come Forza da cui traggono le stesse abilità dei jedi. I Sith perseguono un obiettivo di dominio sulla galassia e di vendetta nei confronti dei loro arcinemici Jedi.
I Sith utilizzano il lato oscuro della Forza, dando fondo a emozioni negative come odio, rabbia e aggressività, per aumentare il loro potere e purgare il mondo dagli indegni. La loro volontà di dominio li porta a desiderare il potere sopra ogni cosa, ricorrendo alla forza, a sotterfugi e all'astuzia per ottenere i loro scopi. La filosofia Sith ruota attorno a uno stato di conflitto costante, egoismo, avarizia e vendetta, che portano alla sopravvivenza del più forte.
Cloni: I clone trooper furono commissionati in segreto ai kaminoani dal Jedi Sifo-Dyas come arma per la Repubblica in vista di un imminente conflitto. Sono repliche umane basate sul materiale genetico del cacciatore di taglie Jango Fett. Sotto il comando dei Jedi vengono impiegati dalla Repubblica Galattica nelle guerre dei cloni, il conflitto che prende da loro il nome, contro le armate di droidi della Confederazione dei Sistemi Indipendenti.
Nei tre anni di conflitto, descritti in The Clone Wars, i cloni combattono in una moltitudine di teatri al fianco dei loro generali Jedi e si dimostrano fin da subito superiori ai droidi da battaglia dei separatisti così da volgere rapidamente la guerra a loro favore.
Confederazione dei Sistemi Indipendenti: Fondata nel 24 BBY, l'organizzazione della Confederazione dei Sistemi Indipendenti (CSI in breve) era costituita da organizzazioni più piccole e interi sistemi stellari, che erano intenzionati a lasciare la Repubblica Galattica e creare un nuovo governo, accusando quello in vigore di essere diventato corrotto e marcio. Questo sentimento di disgusto verso la Repubblica portò "centinaia" di sistemi attivi ad unirsi nella Confederazione e, stando alle parole del malvagio Conte Dooku almeno diecimila pronti ad unirsi nella prima ed effettiva riunione del neonato Consiglio Separatista.
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