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Il giorno dopo Auxis si svegliò presto, verso le sette. Anzi, considerando che di solito si svegliava alle sette e mezza era decisamente presto. Si voltò a guardare Josie, che dormiva beatamente.
Un leggero mal di testa le impediva di riaddormentarsi e lei non era assolutamente tipo da stare a non far niente, così si alzò sbuffando.
Silenziosamente, si mise una minigonna azzurra con le calze nere ma era ancora indecisa sulla maglia.
Cominciò a passeggiare su e giu per la stanza con solo il reggiseno e alla fine optò per una t-shirt fuxia con scritto "I'm a juicy girl" [citazione di dreamfever] alla quale abbinò una felpa grigia.
Si truccò come tutti i giorni e infilò un paio di ballerine nere; lanciando un'ultima occhiata a Joisy che continuava a dormire profondamente uscì dalla stanza con la sua borsa a sacca viola.
"Chissà se Dehn è già in piedi..." si chiedeva mentre scendeva le scale per andare al bar.
Quando varcò la soglia i suoi occhi impiegarono pochi secondi per incrociare quelli del suo ragazzo; le si illuminò il viso vedendolo, ma distolse lo sguardo dirigendosi alla cassa.
Dopo aver ordinato una brioche e un cappuccino s'incamminò verso il gruppo di poltrone dove Dehn era seduto con i suoi amici, che ormai erano anche amici suoi; infatti la salutarono tutti quando si unì a loro.
Erano per la maggior parte maschi; le uniche femmine che c'erano erano le sorelle di qualcuno del gruppo e nessuno tra loro era fidanzato a parte Dehn. L'unico apparente motivo era che sembravano tutti emo e non erano particolarmente allegri o loquaci. Almeno Dehn aveva la bellezza dalla sua.
Appoggiò il vassoio con la colazione sul tavolino e si fermò in piedi, visto che non c'erano poltrone vuote.
Osservò il suo ragazzo con la testa piegata da un lato e gli occhi brillanti. Sedeva a gambe incrociate con la schiena completamente appoggiata allo schienale e sembrava un vero principe.

~ Vattene, donna. Ci vediamo dopo.~ sbuffò Dehn con il broncio, stando ben attento a non guardarla.

Ogni tanto Auxis si vestiva un po' provocante solo per stuzzicarlo e in genere otteneva tutto quello che voleva, compreso un trattamento dolce, solo con l'abbigliamento.
Sorrise ignorando il suo brontolio e gli si sedette sulle ginocchia.
Lui sbuffò lievemente, ma poi le cinse la vita con le braccia, tirandosela più vicino.
Con un sorrisino soddisfatto, Auxis cominciò a fare colazione mentre ascoltava distrattamente i discorsi dei ragazzi sulla finale del campionato.
Era appena arrivata al cuore della brioche piena di crema, quando Dehn le afferrò il polso tirandolo verso di sé e divorando letteralmente 3/4 della pasta.

~ No, bastardo!~ strillò lei dandogli un pugno sulla spalla.

Lui rise, gettando indietro la testa e chiudendo gli occhi. Il suo petto tremò a contatto con la schiena di lei e quando riaprì gli occhi le sistemò i lunghi capelli dietro le orecchie
Con un po' di malignità nello sguardo, Auxis gli si avvicinò e gli morse la guancia, riprendendosi quel poco di crema che gli era finita sul viso.

~ Ma sei scema?!~ esclamò Dehn reprimendo una risata.

~ Te la sei cercata.~ rispose la ragazza con un'alzata di spalle.

Si ricomposero e finirono la colazione poco prima che arrivasse Josie, vestita in jeans e camicetta.
Si sedette per terra e si unì a loro.
Chiacchierarono un po' del più e del meno ma quando il bar cominciò a riempirsi di ragazzi rumorosi decisero di andare altrove.
In giardino, Dehn e altri tre del gruppo cominciarono a fumare mentre si dirigevano verso l'edificio principale, quello con le classi.
L'aula più vicina era quella di geometria, dove Dehn avrebbe passato la prima ora e visto che ormai erano le otto meno dieci restarono tutti lì.
Auxis stava in piedi di fianco al suo ragazzo che si era seduto al suo banco e le abbracciava i fianchi.
Alle otto meno cinque la campanella suonò e Auxis, che aveva lezione dall'altra parte dell'edificio, cominciò ad andare insieme a Josie.

~ A dopo, piccola mia.~ le sussurrò Dehn prima di baciarla.

La giornata cominciò normalmente per Auxis. Il mal di testa era passato appena lo stomaco le si era riempito e il suo fidanzato le aveva concesso addirittura un sorriso, seppur timido.
Nulla sarebbe andato storto (a parte la probabile insufficienza in scienze se la prof l'avesse scelta) ma questo era quello che credeva lei.
Raggiunsero l'aula di scienze e si sistemarono ai loro posti, aspettando la prof.
La lezione non poté andare meglio: Lidia fu interrogata al posto suo e, poiché aveva passato il giorno prima a farsi le unghie, si era beccata uno splendido 4.
Auxis ghignava malignamente e quasi non sentì la lezione di inglese dell'ora dopo per quanto era contenta. Le stranezze cominciarono durante la lezione di antologia.

~ A che pagina ha detto che siamo?~ sussurrò Josie a Auxis risvegliandola dai suoi pensieri.

~ 67 credo.~ rispose.

Da quando erano compagne di stanza condividevano i libri, oltre al banco.
Josie cominciò a girare le pagine in fretta e furia pur di non prendersi una sgridata dal professore più odiato della scuola e appena ebbero trovato il paragrafo si misero a leggere per capire di cosa accidenti stava parlando.
Praticamente, stavano entrambe leggendo arabo per quanto ci capivano, quindi Auxis rinunciò ad ascoltare la lezione (non che le importasse molto).

~ Prof, posso andare in bagno?~ chiese ad alta voce interrompendo la spiegazione sul linguaggio cinematografico.

~ Ovviamente, signorina Mallor. Perché mai dovrebbe trattenere i suoi bisogni fisiologici per ascoltare la lezione?~ fece lui scocciato.

~ Non potrei essere più d'accordo, prof.~ rispose lei con un mezzo inchino mentre usciva dalla porta.

Arrivata in bagno -dove progettava si passare il resto dell'ora- si rinfrescò il viso con un po' d'acqua gelida e si appoggiò alla parete sospirando. Si sentiva strana, quel giorno. Aveva l'istinto di uscire dalla scuola e correre, correre finché l'energia che le bruciava dentro non fosse esaurita.
E dire che appena svegliata si sentiva già stanchissima, quindi non riusciva a spiegarsi da dove venisse quella forte carica. E sentiva anche il bisogno di vedere il cielo, di respirare aria fresca...di sentirsi libera. Era come se quelle pareti la costringessero in un luogo piccolissimo, che la soffocava. Riusciva quasi a sentire la pressione di muri invisibili sulla sua pelle, che oltre a essere molto più resistenti del normale erano anche caldi e cominciava a respirare a fatica.
Con uno scatto stizzito si strappò l'elastico nero attorno al suo polso e si legò i capelli più in alto che poté sulla testa. Si tolse anche la felpa con lo stesso nervosismo e se la strinse intorno alla vita, restando solo in maglietta. Quella sensazione di prigionia la stava facendo impazzire; il mal di testa era tornato e le bruciava il viso. In poche parole soffriva come una bestia, ma il dolore non faceva che farla arrabbiare sempre di più.
Spalancò la porta del bagno e corse verso l'atrio, che era arioso e interamente costituito da pareti a vetri. Alzo la testa verso il solaio limpido dal quale si vedeva il cielo privo di nuvole e si sentì già meglio, ma non abbastanza.
Aveva ancora caldo e la pressione sulla pelle -seppur diminuita- non accennava a lasciarla definitivamente.
Guardò a destra e a sinistra; quando si fu assicurata che nessuno potesse vederla uscì in giardino e si fermò sulla scalinata.
Nel momento stesso in cui era uscita un venticello fresco le accarezzò le guance e la pelle nuda, raffreddando sia il suo corpo che la sua mente.
Tirò un sospiro di sollievo quando il venticello divenne una forte corrente che faceva ondeggiare i rami degli alberi. Le comparve anche un piccolo sorriso sulle labbra ma scomparve subito quando realizzò con orrore che era stata fuori dall'aula ben venti minuti.

Ciao a tutti! Ecco il secondo capitolo della storia che spero vi piaccia tanto. Lasciatemi pure commenti e magari voti; mi farebbe piacere sapere che né pensate😊
Baci❤️

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