11


Dopo un paio di minuti sentì bussare delicatamente alla porta.

~ Avanti.~

La maniglia si abbassò ed entrarono Ermes e Zeus. Auxis si alzò in piedi e andò loro incontro.

~ Ho chiesto a Ermes se può farti fare un giro del palazzo e magari presentarti gli dei. Ti va?~ le chiese Zeus.

~ Sì, certo.~

~ Bene, allora l'affido a te.~ fece lui guardando verso l'altro dio che annuì.

~ Dunque Auxis... Quale dio vorresti conoscere per primo?~ le chiese il dio alato mentre Zeus li lasciava soli.

~ Dioniso. Assolutamente.~ rispose dubito lei.

Ermes scoppiò a ridere facendo brillare i denti bianchissimi.

~ Sei ancora festaiola, eh?~

~ Non dovrei?~ ribatté ridendo a sua volta.

~ Bene, allora andiamo.~ le disse accompagnandola con un braccio dietro alle spalle.

Uscirono dalla stanza ed Ermes la portò fuori, nei giardini.

~ Sai già dov'è?~

~ Probabilmente nel suo vigneto.~

Giusto. Era da immaginare.
Auxis cercava di tenere il passo veloce del dio al suo fianco che camminava con una falcata impressionante e si trovò costretta anche a correre un paio di volte.
Lui sembrò accorgersene e rallentò notevolmente il passo.

~ Scusami. So che vado veloce ma non me ne rendo conto subito.~ le disse.

Sembrava un po' imbarazzato, ma dopotutto non era colpa sua.

~ Non preoccuparti.~ fece lei riprendendo fiato dopo la corsetta. ~ Ah, senti, perché hai detto che la Terra è stata clemente con me?~ gli chiese ricordandosi della prima cosa che le aveva detto.

~ Perché é vero. Mi spiace dirtelo, ma eri più bella quando vivevi qui. Stando tra gli umani il tuo viso si è...umanizzato diciamo.~ spiegò.

~ Ah. Beh, non mi sono offesa. A scuola ero una delle più carine, almeno secondo i ragazzi.~

Ermes si voltò a guardarla, con uno strano sorrisetto divertito sulle labbra. Sembrava cercasse di trattenere una risata che aveva tutta l'aria di essere difficile da fermare, una volta partita.

~ Che c'è?~ domandò sorridendo a sua volta.

~ Niente. È che mi aspettavo un cambiamento almeno caratteriale in te, ma sei vanitosa come prima.~

~ Non sono vanitosa!~ protestò lei.

~ E bugiarda.~

~ Non sono neanche bugiarda. Magari sei tu che stai mentendo e io dico la verità, no?~ disse in tono provocatorio, con sguardo di sfida e un sorrisetto ironico.

~ Già, potrebbe essere. Ma è più probabile che gli dei credano a me piuttosto che a te, no?~ ribatté con lo stesso modo.

~ Mmh... Questo è da vedere.~ rispose la ragazza.

~ Ermes! Amico mio, che ti porta qui?~ fece una voce allegra.

Si voltarono entrambi verso un gruppo di vigne e lì videro Dioniso.
Fino a quel momento avevano camminato con il sole alle spalle ma appena si era voltata il calore della sfera luminosa si era manifestato in tutta la sua forza, scaldandole di colpo il viso.
Il dio dell'eccesso e del vino venne loro incontro e dire che era raggiante era poco.
I riccioli scuri gli ricadevano fin sotto al collo e la faccia tonda era illuminata da un ampio sorriso gioviale.
Camminò in fretta verso di loro allargando le braccia e poi stringendole attorno alla schiena di Auxis.

~ Auxis! Cara Auxis! Non sai quanto si sia sentita la tua mancanza!~ esclamò gioviale.

~ Spero parecchio.~ rise lei.

~ Oh, non immagini neanche.~ rispose Dioniso spostandosi un po' ma senza staccarle le mani dalle spalle.

Si sorridevano entrambi, studiando i particolari ognuno del viso dell'altro.

~ Non si è rovinata tanto, eh?~ chiese lui a Ermes.

~ No, infatti.~

~ Ma devo prenderlo come un complimento, vero?~ fece lei.

I due si misero a ridere e poi Ermes le rispose.

~ Beh, sì. Ci aspettavamo di peggio.~

~ Grazie allora.~

Non aveva sbagliato a scegliere Dioniso. Sprizzava allegria da tutti i pori e bastava guardare il suo sorriso per essere subito felici. La pancia rotondetta e le guance arrossate gli davano un'aria da perfetto giocherellone, ribadita dalla pelle lucida sul viso.
Addirittura le offrì un calice di vino. Auxis si aspettava che Ermes le vietasse di berlo, ma con sua sorpresa la incoraggiò apertamente.
Assaggiò il liquido tra il porpora e il viola scuro che le inondò la bocca di un sapore dolciastro e un po' acido che comunque era paradisiaco. Il dolce nettare le scivolò lungo la gola, rinfrescandogliela.
Dopo il primo assaggio inclinò il calice dorato e piano piano bevve tutto il contenuto dal gusto estremamente sublime.
Si passò la lingua sulle labbra rimuovendo le ultime tracce del vino e abbassò il calice.

~ È una cosa assurda...~ mormorò incredula. ~ È la cosa più buona che abbia mai bevuto... Meglio della Coca-Cola.~

~ Vorrei anche vedere!~ esclamò Dioniso. ~ Sarò lieto di averti come assaggiatrice, se ti va.~

~ Ogni volta che vuoi, con piacere!~

~ Bene, Dioniso. Ora dobbiamo proprio andare. Conto di farle incontrare tutti gli dei prima di cena.~ disse Ermes.

~ Certamente! Ci vediamo a cena, Auxis. Divertiti.~

~ A dopo. E grazie ancora!~ si congedò lei.

Tornarono sui loro passi rientrando nel palazzo e stavolta Ermes misurò la velocità della camminata.

~ Da chi andiamo adesso?~ chiese Auxis alzando lo sguardo su di lui.

~ Tu vuoi incontrare qualcuno di particolare?~

~ No, ti lascio libera scelta.~

~ Pensavo di portarti da Atena, se ti va.~

~ Buona idea.~

Rientrarono nel palazzo e Ermes la portò su per le scale, sempre più in alto finché non le fecero male i polpacci, per poi fermarsi davanti a una porta rosso bordeaux con decorazioni dorate. Era lo studio di Atena.
Quando entrarono la trovarono intenta a leggere un tomo a dir poco enorme, con la testa china su di esso.
Alzò subito lo sguardo su di loro e quando riconobbe Auxis un sorriso dalla sfumatura materna le incurvò le labbra.

~ Bentornata, Auxis.~ le disse solo con voce calma e suadente.

Lei le sorrise di rimando mentre la donna di alzava.
Era alta, snella e molto fine, con i capelli alle spalle castano scuro e leggermente ondulati, gli occhi nocciola e la pelle chiara.
La tunica celeste ondeggiava delicatamente ad ogni suo passo e terminò quando si fermò di fronte a loro.

~ Come stai?~ chiese con lo stesso tono.

~ Bene. E tu?~ rispose un po' incerta su cosa dire.
Atena si lasciò sfuggire una risata e le spostò un ciuffo dietro l'orecchio con dolcezza.

~ Io sto bene. E sono contenta che tu sia di nuovo qui.~

~ Grazie. Davvero.~ fece lei sorridendo ancora.

~ Perdonami Ermes, ma ora devo assolutamente fare una cosa... Ci vediamo a cena.~ disse congedandoli con il viso che si inscuriva leggermente.

La salutarono e uscirono dallo studio subito dopo.
Quando Auxis sbadigliò profondamente le venne un'idea praticamente brillante.

~ Non posso conoscere gli altri dei a cena? Non so perché, ma sto morendo di sonno.~ spiegò a Ermes, che sembrò capirla.

~ Certo, se sei stanca. Ti accompagno.~ si offrì gentilmente incamminandosi lungo il corridoio e giù per le scale.

Si diressero con calma verso la stanza di Auxis che, come si accorse, non distava tanto dallo studio di Atena.
Stavano attraversando il corridoio con le camere dei dei semidei quando due voci acute e stridule presero a chiamarla con insistenza.

~ Auxis! Hey, Auxis!~

Lei si voltò di scatto verso di esse e i due proprietari le corsero incontro saltandole praticamente addosso.

~ E i due nani da giardino, qui, chi sono?~ chiese tentando di liberarsi dalla stretta dei due bambini che l'avevano chiamata.

Ermes si cacciò a ridere a più non posso mentre i due bambocci sembravano mirare a farle esplodere la testa talmente la stringevano forte. Sorprendentemente forte per essere due bambini.

~ Sono Maritza e Nickiel, i figli di Dioniso.~ spiegò riprendendo fiato dopo la fragorosa risata.

In effetti era da intuire. Entrambi avevano i capelli corvini riccissimi, lui lunghi come il padre e lei sotto al sedere.
I visi erano più allungati rispetto a quello di Dioniso, ma la tonalità della carnagione era la stessa. Probabilmente si faceva aiutare da loro nel vigneto.
Lei sembrava più piccola di lui di almeno due anni e ne dimostrava sei al massimo, mentre lui ne avrà avuti più o meno nove.
Entrambi erano magri e minuti ma alti nella norma e saltellavano come avessero bevuto qualche litro di caffè.

~ Ciao Auxis!~ fece Nickiel scuotendo la mano.

~ Come stai?~ aggiunse la piccola Maritza imitandolo.

~ Quando sei tornata?~

~ Dove sei stata?~

~ Ti va di giocare?~ esclamarono contemporaneamente con due larghi sorrisi e gli occhi neri luccicanti.

~ Ma che... È uno scherzo?~ chiese voltandosi verso Ermes che la guardava divertito.

I due si misero a ridere smettendo di saltellare.

~ Lo sapevamo che avresti fatto così!~ dissero perfettamente sincronizzati.

~ Ok bravi.~ ribatté sbrigativa.

~ Grazie!~ risposero.

~ Auxis è stanca, fatela riposare. Giocherà con voi dopo.~ fece Ermes avvicinandosi a lei.

~ Come? Cosa dovrei fare dopo?!~ esclamò sgranando gli occhi.

~ Va' in camera.~ disse solo lui spingendola delicatamente dalle spalle.

Auxis obbedì, ancora incredula dall'incontro con i due mocciosi e si gettò sul letto.
Chiuse subito gli occhi e si accoccolò vicino al cuscino che avvolse tra le braccia, calmando il respiro e sbadigliando un paio di volte. Non era sua intenzione dormire, neanche si spiegava quella stanchezza, ma sentiva il bisogno di chiudere gli occhi e riposare.
Nonostante tutto non si addormentò. Rimase imbrigliata in quel delicato dormiveglia, riprendendosi ogni tanto e ricadendovi subito dopo, finché non fu svegliata dall'ennesima voce che la chiamava.
Restò immobile dov'era, temendo che fossero i due bambini di prima che erano tornati a reclamare la promessa fatta da Ermes, ma quando realizzò che la voce apparteneva a suo padre spalancò gli occhi senza indugi.

~ Che fai, dormi?~ le chiese ridacchiando.

~ No...~ sbadigliò lei mettendosi seduta. ~ ...Riposavo.~

~ Bene. Ermes ti ha spiegato come funzionerà la giornata da domani?~

~ No. Perché?~ rispose corrugando la fronte.

~ Dunque...~ cominciò lui sedendosi affianco a Auxis. ~ Da domani comincerai ad allenarti con gli altri semidei. Ci sarà la colazione verso le otto e l'allenamento inizierà alle nove. All'una pranzerai. Il pomeriggio è libero, ma dalle tre alle cinque dovrai allenarti ancora. La cena è alle sette e mezza.~ spiegò in fretta.

Lei sbarrò gradualmente gli occhi fino a sembrare un gufo, poi quando realizzò ciò che le era stato detto si lasciò ricadere sul letto, serrando le palpebre e coprendosi il viso con le braccia.

~ Sono nell'Olimpo o in una base militare?!~ esclamò.

~ Impressionante quanto possano assomigliarsi.~ fu l'unico commento di Ares.

~ Dai, per quasi due anni sono andata in palestra tre volte a settimana; non mi serve allenarmi!~ protestò.

~ Ti insegnavano a usare una spada? O un coltello?~ le chiese.

~ Certo che no.~ rispose togliendosi le braccia dalla faccia. ~ Qui sì?~ domandò.

~ Sì.~

~ Sai, vero, che se mai giungesse qui la polizia vi arresterebbero tutti?!~ disse guardandolo seria.

~ In quel caso spero tu abbia accumulato un po' di soldi sul conto che avevi. Il giusto per pagare la cauzione a me, degli altri chi se ne importa.~ ribatté lui sghignazzando di gusto.

~ Tu conosci le leggi degli umani?~ chiese sgomenta.

~ Ci informiamo, sai.~ rispose facendo spallucce.

Auxis restò qualche momento a fissarlo, rendendosi conto di quanto sarebbe stata dura la sua vita lì.

Hey, bella gente! Eccomi qui!
Vi auguro buona lettura e spero che il capitolo vi piaccia. Ora torno a guardare hunger games😊
Possa la fortuna sempre essere a vostro favore❤️

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