Rivincita[3/6]
Nemeria attese che si fosse allontanata. poi rientrò, rimise a posto la shamshir e andò nello spogliatoio. A parte l'Alatfal'yl che si era infilata nel camerino più lontano, era rimasto anche Senan. Non appena la vide, la salutò con un cenno del capo. Il modo in cui la guardò fece pensare a Nemeria che l'avesse aspettata, ma quando uscì dalla cabina e Zahra imboccò l'uscita, lui la seguì senza proferire parola.
Quando raggiunse gli spalti, si sedette tra Tyrron e Morad. Il combattimento era cominciato da un po', non sapeva bene quanto, ma l'entusiasmo e la tensione erano scesi. Era un declino quasi impercettibile all'orecchio, in quella bolgia di urla che incitavano alla lotta, ma Nemeria lo percepì a pelle. Le fiamme di Agni si smorzarono.
- Ci hai messo molto a cambiarti. - commentò di sfuggita Tyrron.
L'uomo stava osservando l'arena con il mento sostenuto dalle dita intrecciate, sbattendo appena le palpebre quando le contendenti si spostavano troppo da un lato o dall'altro.
- Merneith è stata lenta. - mentì Nemeria.
Lui le lanciò un'occhiata indecifrabile, quindi tornò a interessarsi allo scontro. L'eloquenza del suo silenzio esprimeva meglio di qualsiasi parola ciò che pensava, ma non smuoveva nulla: nelle fiamme che sfrigolavano dentro Nemeria bruciava solo il desiderio di vendetta.
- Come sta andando? -
- Va come pensavo e come non dovrebbe andare. - rispose Tyrron con un sospiro.
Lo scontro sembrava essere arrivato a un punto morto. Ahhotep aveva il fiatone e le braccia le tremavano come se tenere in posizione difensiva la katana le costasse uno sforzo immenso. Noriko aveva appena un velo di sudore sulla fronte e il ventaglio aperto all'altezza dell'occhio. Quando la sua avversaria tentò un fendente, lo chiuse di scatto, lo deviò, tirò indietro la gamba e girò su se stessa. Anche Ahhotep eseguì una piroetta, alzando una fiore di sabbia attorno alle gambe. La katana descrisse un ampio semicerchio sulla sua testa e tagliò l'aria. La pagina si aprì e la punta della lama stridette. Un affondo recise il filo che legava i loro sguardi, rapido e inaspettato. Noriko indietreggiò, saltò con grazia sulla guardia della katana e le piombò al fianco, il ventaglio aperto già puntato alla gola.
Ahhotep rimase ferma. Una corona traslucida le solcava la fronte e il sudore le colava in rigoli in mezzo e negli occhi. Digrignò i denti, arretrò fino a ripristinare una distanza di sicurezza e cominciò a girarle attorno. Nemeria non sapeva se a farla arrabbiare di più fosse la poca considerazione di Noriko o la frustrazione per non essere riuscita a colpirla nemmeno una volta.
- Non riesci a fare meglio di così? - la provocò Noriko con espressione annoiata.
Le sue parole si infransero contro un muro di silenzio. Ahhotep non attese oltre: girò su se stessa e disegnò una mezzaluna perfetta, da destra a sinistra, all'altezza del collo. Noriko si abbassò, saltò prima che un secondo tondo la raggiungesse e ripiombò al suo fianco. Un mezzo giro e la colpì alla nuca; un altro, dalla parte inversa, e le tolse il fiato in un affondo al basso ventre. Ahhotep non ebbe il tempo di chiudere la bocca che un calcio sulla schiena la sbatté a terra, con il viso nella sabbia.
A turbare l'euforia degli applausi furono qualche risata, borbottii e un coro di fischi.
Ahhotep strinse i pugni e, con i granelli che stillavano tra le dita, si rimise in piedi. Si tolse lo sporco dal viso e piantò lo sguardo di fuoco su Noriko.
Nemeria ebbe un brivido e un vento caldo soffiò dal nulla, alzando un velo di sabbia attorno a loro. Non seppe cosa fece tremolare le fiamme di Agni, ma vide la sua amica sbalzata all'indietro come se fosse stata colpita da una bastonata. Noriko lasciò cadere il tessen e si portò la mano alla fronte: un rivolo di sangue le usciva dal naso. Ahhotep la caricò di nuovo. Noriko schivò il fendente, le sferrò un colpo al collo senza forza e poi si prese la testa tra le mani, le labbra schiuse in una smorfia di sofferenza. Il vento deviò i fendenti successivi, mentre lei zigzagava confusa come un'ubriaca. Nella sua danza scoordinata, la katana oltrepassò la sua difesa e le aprì un taglio sulla guancia.
- Noriko, riprenditi! - gridò Nemeria a pieni polmoni.
Noriko sbatté le palpebre e sfiatò il sangue dal naso. La sabbia si aprì sotto l'impatto del suo pestone, si sollevò e ricadde in un pulviscolo dorato. Ahhotep mollò la presa sulla spada e allungò le mani davanti al viso. La folata si infranse contro uno scudo invisibile, ma le sue gambe ebbero un cedimento.
- Noriko, Noriko, Noriko! -
L'ovazione crebbe d'intensità, mentre Noriko macinava la distanza tra di loro con falcate decise. Diede un pugno all'aria e Ahhotep condusse bruscamente le mani sulla pancia, emettendo un rantolo gorgogliante. Noriko sferrò un altro un pugno e la testa di Ahhotep scattò indietro, per poi ciondolare contro il petto come quella di una bambola rotta. Nemeria ebbe la certezza che lo scudo era caduto quando una raffica fece volare Ahhotep contro il muro. Ahhotep ricadde al suolo, rotolò di fianco e poi si abbandonò supina.
Come se non avesse atteso altro, l'eccitazione serpeggiò tra il pubblico. Dapprima arrivarono gli applausi, poi le urla e infine ci furono anche alcuni che si alzarono in piedi e applaudendo e saltando sulle gradinate, come per farsi vedere dalla vincitrice.
La voce del banditore venne soverchiata dal coro di un gruppo compatto di uomini e donne alle spalle di Nemeria. A sentire le loro voci, non resistette più e anche lei si unì alle ovazioni. Se soltanto avesse potuto, avrebbe scavalcato la balaustra e sarebbe andata ad abbracciarla.
- Ti è piaciuto. - commentò rassegnato Tyrron.
- È stato un bello spettacolo. - rispose Nemeria, leggermente più calma.
- Non abbastanza. -
Noriko, nel frattempo, si era avvicinata ad Ahhotep e la stava aiutando ad alzarsi. Un gesto molto marziale, che però destò un grande scalpore.
- Apri bene orecchie e occhi. - le sussurrò Tyrron.
Nemeria fece correre lo sguardo tra gli spalti. Scorse il viso corrucciato di un uomo nelle prime file. Parlava gesticolando con il suo vicino e, da quanto apriva la bocca, immaginò che stesse quasi urlando, ma era troppo lontana per riuscire a sentire cosa stesse dicendo. Come per magia però, ne spuntarono altri, facce contrariate nascoste dietro mani accostate alle orecchie. Ed erano molte di più di quelle che Nemeria si aspettasse.
- Adesso capisci qual è il problema? -
Tyrron sospirò e appoggiò una guancia sul pugno chiuso, nel ritratto dell'amarezza.
- Quindi che si fa? - chiese intimidita.
- Noi nulla. L'unica che può fare qualcosa è Noriko. Sei interessata ad assistere anche al prossimo scontro o preferisci tornare alla Scuola con Morad? -
Nemeria scrollò le spalle e osservò la seconda fila. L'uomo di prima aveva accavallato le gambe ed era tornato a conversare col suo amico con solo una traccia di lieve rossore a imporporargli le guance. Nemeria notò un guizzo di colore al suo fianco e studiò la ragazza che sedeva a due posti di distanza. Aveva gli occhi dipinti con il kajal, ma non doveva avere più di tredici anni. La linea rossa che le colorava la scriminatura centrale dei capelli dava l'impressione che si fosse rovesciata qualcosa in testa. Il tintinnio dei bracciali quando le fece un timido cenno di saluto richiamò l'attenzione dell'uomo al suo fianco, che le circondò le spalle e la costrinse a girarsi di nuovo.
- Andiamo? -
Noriko le batté una mano sulla spalla con una forza che le fece capire che non era la prima volta che provava a richiamare la sua attenzione.
- Sicure di non voler rimanere? - le interrogò Tyrron.
Nemeria annuì. Lanciò un altro sguardo in direzione della ragazza prima di seguire Morad e la sua compagna giù dalle scale. Alcuni spettatori, mentre scendevano, le scrutarono, ma furono ben pochi a interessarsi a loro. I più le degnarono appena di un sorriso, per poi spostare l'attenzione sui due nuovi contendenti. Ancor prima che il banditore annunciasse l'inizio dello scontro, focolai d'acclamazione avevano già riscaldato l'aria.
- A-ba-yo-mi! A-ba-yo-mi! - scandivano sempre più forte.
E lui si beava di tutta la loro euforia, Nemeria poteva vedere chiaramente anche senza girarsi la sua faccia piena di boria mentre avanzava fino al centro dell'arena.
- Andiamo. -
Noriko la prese per il polso e la trascinò via, prima che l'irritazione di Nemeria traboccasse in qualcosa di più di un grugnito.
Durante la strada dall'arena alla Scuola furono scortate da un drappello di guardie, che si premurarono di allontanare i pochi che tentarono di avvicinarle, per lo più bambini cenciosi e uomini vestiti di stracci.
"È perché sono tutti dentro."
Le pesava, però, quel silenzio. Essere lontana dal clamore del pubblico la faceva sentire di nuovo un insetto, invisibile agli occhi di tutti se non a quelli di colui che l'avrebbe calpestata. Persino con Noriko accanto veniva appena notata.
A Scuola non sembrava esserci nessuno al di fuori delle guardie, e anche quelle sembravano meno del solito.
- Io vado a farmi un bagno. - le annunciò Noriko, - Tu che fai? -
- Penso che mi allenerò un po', poi andrò in biblioteca. -
- Allora ti verrò a cercare. Se ci metto troppo, aspettami in refettorio. -
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