Memorie di luce [2/6]
Si svegliò distesa su un letto morbido. Dovette sbattere più di una volta le palpebre per snebbiare la vista e capire di trovarsi in infermeria.
Nande sedeva dietro la scrivania, le gambe accavallate e il solito libro di botanica sotto gli occhi, con ancora la piuma blu e verde infilata nel mezzo. Pure Ozgur era lì. La polvere turbinava sul suo palmo aperto, seguendo il lento movimento circolare del dito. Sembrava un vasaio intento a modellare il collo di un'anfora. Ozgur si accorse dello sguardo di Nemeria per caso, una mezza occhiata accidentale, alla quale seguì un'altra venata dalla consapevolezza di essere stato scoperto. Disperse la polvere e si portò l'indice davanti alle labbra per intimarle il silenzio.
- Morak'uyr, si è svegliata. -
Nande chiuse il libro e Nemeria assunse un'espressione intontita per farle credere di essere appena riemersa dal mondo dei sogni.
- Vai a chiamare aghà Tyrron. - gli ordinò la donna.
Ozgur infilò veloce la porta e lei prese uno sgabello per sedersi vicino a Nemeria. Si era tirata indietro i capelli con una fascia colorata che esaltava l'incarnato scuro.
- Questa volta hai giocato davvero molto con la sorte. -
- Stavo per morire...? -
- No, ma stavi per perdere il braccio. -
Nemeria seguì la traiettoria del suo sguardo. Le avevano disteso il braccio con il palmo rivolto verso l'alto. Dalle bende si intravedeva un alone viola che colorava la pelle, schiarendo in un giallo malato sulla spalla.
- Però hai vinto. È ciò che conta di più per te, giusto? -
Aveva vinto. Quelle parole le procurarono un brivido. Aveva sconfitto Zahra da sola e il pubblico l'aveva acclamata. Anche senza chiudere gli occhi, le voci esultanti le riempirono di nuovo le orecchie.
La porta si aprì e Tyrron marciò fino al suo capezzale. Nande gli lasciò lo sgabello e, a un suo gesto, tornò a sedersi dietro il tavolo. A Nemeria parve che avesse riaperto il libro a una pagina diversa, ma da lì non poteva esserne certa.
- Come ti senti? -
- Come se fossi finita sotto le ruote di un carro. -
- Metafora calzante, considerando quanto fosse grossa la tua avversaria. - scherzò, si protese verso di lei e appuntò la sua attenzione sul braccio.
Nemeria lo fissò un po' stralunata.
- Ha esagerato. In uno scontro normale, non sono ammesse ferite così invalidanti. Non si è limitata a metterti fuori uso il braccio, ha fatto a pezzi l'osso. Se non fosse stato per l'intervento di Serafim, Sayuri e Kaymar, non sono sicuro che saresti sopravvissuta. -
- Quindi adesso sarà frustata? -
- Chiederò il massimo della pena. Mina mi sosterrà. -
Nemeria rimase in silenzio. Non le dava alcuna soddisfazione che Zahra venisse frustata.
- È proprio necessario? -
- Che venga punita? Sì. Adel ha preteso che tu fossi frustata anche quando non era colpa tua. Zahra conosceva le regole. Non dovresti mostrare pietà per chi non ne ha avuta per te. -
- Non è questione di pietà. - ci pensò e chiuse un momento gli occhi per riunire le parole in frasi, - Solo che non ce l'ho con lei. Avevamo un conto in sospeso e lo abbiamo saldato nell'arena. -
Tyrron parve sovrappensiero. La scrutò intensamente, le dita intrecciate proprio sotto il naso.
- Capisco. - concluse, come a chiudere una lunga discussione, - Non posso lasciar correre, ma non chiederò il massimo. -
- Davvero? -
- Quello che dico, lo faccio, ormai dovresti saperlo. E poi hai vinto, posso acconsentire a questa tua richiesta. A tal proposito, Koosha è rimasto davvero impressionato. Dopo quello di Abayomi, il tuo incontro è stato il più entusiasmante. Hai attirato l'attenzione di molti. -
- Questo significa che potrò riavere Batuffolo? -
- Si sarà sicuramente ammorbidito, ma non mi sbilancio. Stasera, quando verrà a cena, glielo chiederò. Dovresti cominciare a pensare a chi affidarne le cure quando sarai ad allenarti. Adesso se ne sta occupando Morad, ma se ti sarà dato il permesso di tenerlo non avrai il tempo di occupartene tu. Inoltre, cosa ancor più importante, tutte le spese legate al suo mantenimento saranno a carico mio, almeno finché non avrai uno sponsor. Questo significa che il tuo debito aumenterà. -
- Io rivoglio Batuffolo... mi basta che me lo ridiate. -
- Ci vorrà molto più tempo per riavere la tua libertà. - cercò di farla ragionare.
- Non mi importa. -
Si era impegnata molto in quel torneo, e uno dei motivi era stato Batuffolo. Si asciugò gli occhi umidi e afferrò il polso di Tyrron.
- Per favore, se Koosha dirà di sì, restituiscimi Batuffolo. -
- Allora spera che il vino lo renda bendisposto. -
Le diede una pacca sulla mano e Nemeria lasciò la presa.
- Ho già detto a Noriko di lasciarti riposare, ma lo ripeto anche a te: cerca di riprenderti in fretta. So che avrai voglia di riposare, ma domani ci saranno le semifinali e tu devi dare il meglio di te. Ti sei fatta amare troppo per mollare ora. -
Prima di alzarsi, Tyrron si sistemò le maniche e la treccia dietro la testa. Forse era solo una sua impressione, ma a Nemeria pareva provato. Persino l'eleganza sobria dei suoi vestiti risentiva della sua stanchezza.
- Tyrron, c'eri anche tu nell'infermeria all'arena? -
- Non eri quindi del tutto incosciente. - ridacchiò sulla porta, - Sì, ero lì. Non appena l'incontro è finito, sono venuto da te con Kaymar e Serafim. -
- Grazie. - si umettò le labbra secche, - Non credo che tutti i lanisti lo avrebbero fatto. -
- Io non sono tutti i lanisti, Nemeria. Il mio nome è Tyrron Occhi di Lince, ricordatelo bene. -
Detto ciò, aprì la porta e uscì.
- Hai sete? - le domandò Nande, distogliendola dai suoi pensieri.
Aveva lo sguardo ancora immerso tra le pagine e la postura disinvolta.
- Sì, un po'. -
- Ozgur, portale dell'acqua. -
Come se non avesse atteso altro, il bambino rientrò nella stanza e versò il contenuto della caraffa sulla scrivania in un bicchiere, mentre Nande l'aiutava a mettersi seduta.
- Il braccio ti fa male? -
- No. Ma in compenso mi sento la testa pesante. -
- È normale. Con quello che ti hanno dato, mi stupisco che tu ti sia svegliata così presto. -
Mentre beveva, Nemeria guardò verso la finestra. La luce del sole aveva la sfumatura calda del tramonto e le solleticava la punta dei piedi attraverso il lenzuolo.
- Che fine hanno fatto i ragazzi che erano qui in infermeria tempo fa? Quelli malati e senza lanista, intendo. -
- Uno di loro è morto, gli altri sono stati spartiti tra Mina e Siamak. Come mai ti interessa? -
Nemeria fece spallucce e porse il bicchiere a Nande.
- Non lo so. Penso mi sia tornato in mente perché mi avete messo nello stesso letto dove era steso uno di loro. -
- Pensa piuttosto a riprenderti o alla tua vittoria di oggi. Come ti ha detto aghà Tyrron, domani, volente o nolente, dovrai combattere. -
Se non avesse avuto tutta quella sonnolenza addosso, probabilmente sarebbe corsa per tutta la Scuola a vantarsi. Si portò una mano sul cuore e sorrise percependo il potere di Agni zampillare sotto le dita. Sebbene non ne potesse udire la voce, sapeva che anche lei condivideva la sua euforia.
- Dai, ora dormi. Ti sveglio io per l'ora di cena. -
Nande le sprimacciò il cuscino e l'aiutò di nuovo a stendersi. Il sonno arrivò quasi subito ad appesantirle le palpebre. Nemeria non oppose nessuna resistenza.
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